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Autore: Beliar    06/01/2012    1 recensioni
Questa mattina hai aperto gli occhi e hai trovato il banale soffitto della tua stanza; eri circondata dalle mura soffocanti della camera. Una volta c’erano poster e decorazioni e fotografie. Ora è tutto bianco, anonimo.
Ambientata alcuni mesi dopo l'episodio 02x13.
Autrice: Beesp
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Beyond Death
Niente di speciale: solo il mio primo contributo a questo fandom. Ispirato a "Doomsday" dalla colonna sonora delle prima e seconda serie. Questa piccola fanfiction è ambientata qualche mese dopo la 02x13.
Il titolo si riferisce a: "This is the story of how I died" e cioè al fatto che il Dottore abbia fatto registrare tra i morti anche Rose.
Buona lettura.
Wordcount (FDP): 361. Prompt: 27. Silenzio.







Pensavi di potercela fare: credevi sarebbe stato facile riprendere a vivere, dopo. Eri certa saresti riuscita perfino a ricordare i bei momenti trascorsi senza soffrirne. È a causa della tua solita tendenza a considerarti un supereroe invincibile. Non lo sei affatto.
Questa mattina hai aperto gli occhi e hai trovato il banale soffitto della tua stanza; eri circondata dalle mura soffocanti della camera. Una volta c’erano poster e decorazioni e fotografie. Ora è tutto bianco, anonimo.
Una volta che si conosce il meglio, è impossibile abituarsi alla ’normalità’.
Hai preso un respiro profondo, ti è sembrato d’udire voci e rumori di quello ch’è ormai un altro mondo.
C’è stato un periodo in cui hai pensato che l’alternativa al Nuovo Universo – finire nello Spazio-Vuoto – sarebbe stata preferibile. Hai dimenticato – non vuoi ricordare – come tu abbia fatto a sopravvivere a quei mesi. Ora sei tra le lenzuola morbide di questa villa lussuosa. Non ci eri abituata. Fossi stata la vecchia Rose, saresti stata entusiasta della novità. Ti è indifferente, i colori e le cose di questa tua esistenza ti sembrano opachi, non ti sono familiari, sono distanti e deludenti. Come se avessi avuto già tutto il meglio che i tuoi anni potessero riservarti – forse è proprio così.
Infili la vestaglia e vai, con una forza di cui il Dottore sarebbe fiero, perché è ancor più grande di quella che tu, essere umano qualsiasi, hai tirato fuori quando hai dovuto salvare l’Universo. Allora c’era il Dottore, non avevi poi tanto bisogno di coraggio. Di fronte a te c’è un’immensa distesa di giorni vuoti e silenziosi: è infinitamente più spaventosa di un Dalek.
Hai impiegato mesi ad apprendere completamente la nozione di “per sempre”. Fino alla fine del tuo tempo non ci saranno più Dottore né TARDIS né alcun altro viaggio oltre i confini della Terra. Il tuo nuovo padre può comprarti quasi qualsiasi cosa eppure nessuna è ciò che desideri.
Nel buio delle notti fingi di poter percepire la sirena del TARDIS: ti culla nel sonno anche se non c’è, anche se sei sola.
Adesso sai com’è vagare soli, distanti da casa, senza nessuno che ti conosca davvero, in uno svolgersi di anni che appaiono estremamente lunghi.
  
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