L’ultima notte di Sirio e Shunrei

Shunrei si strinse di più a lui, il contatto ravvicinato e intimo col corpo nudo del ragazzo la fece rabbrividire di piacere, Sirio giaceva supino con un braccio intorno alla schiena della ragazza e l’altro piegato sotto la testa, lo sguardo rivolto al soffitto della camera, le lenzuola fresche avvolgevano i loro i colpi, ma cominciava a fare caldo.
“Sei preoccupato per il Maestro?” domandò Shunrei.
“No, so che se la caverà!” mentì Sirio.
Il Maestro era andato via il giorno prima intimando a lui di rimanere ai Cinque Picchi e non intromettersi nella sua missione, Ade era un nemico molto potente, questa volta i Cavalieri di Bronzo si sarebbero dovuti tenere in disparte, ordini della Dea Atena e dei Cavalieri d’oro.
“Sono contenta che tu abbia ascoltato il Maestro e sia rimasto qui, non avrei sopportato di vederti partire un’ennesima volta senza avere la certezza che saresti tornato!” mormorò lei dolcemente, Sirio sorrise appena.
“Non pensiamoci più Shunrei, questa notte non voglio pensare a niente, solo a noi due.”
Fu la risposta di Sirio mentre si voltava verso di lei, era cieco ma poteva indovinare l’espressione di gioia impressa sul viso della ragazza. Shunrei lo baciò con ardore e lui prese ad accarezzarle la schiena nuda. Erano davvero soli per la prima volta in vita loro, la presenza del Maestro era sempre stata una costante, lui era l’anima dei Cinque Picchi come diceva sempre Sirio e ora che se ne era andato quel posto sembrava vuoto, colmato solo dal rumore incessante della cascata. Shunrei tastò i muscoli forti e robusti di lui, erano segnati da cicatrici che non sarebbero mai andate via, ricordi di battaglie all’ultimo sangue che non lo avrebbero mai abbandonato, ogni volta aveva temuto di non riuscire a riabbracciare Shunrei e ora sembrava che tutto fosse finito, ora poteva stare con lei e proteggerla come si era raccomandato il Maestro. Si baciarono per lunghi minuti rigirandosi nel letto finchè le lenzuola scivolarono dai loro corpi, i lunghi capelli di Sirio danzavano sulla sua schiena, Shunrei adorava quei capelli così come adorava ogni singolo centimetro del suo corpo, Sirio era suo, lo era stato fin dal primo momento e lo sarebbe stato per sempre, e lei si sentiva completamente in suo potere, apparteneva a lui e lui l’avrebbe protetta e amata per tutta la vita, era questo che pensava mentre si concedeva a Sirio. Il Maestro aveva fatto la scelta giusta per loro, basta combattere, era arrivato il momento che Sirio e Shunrei vivessero la loro vita insieme e senza altri spargimenti di sangue, la ragazza gli era immensamente grata, finalmente i suoi incubi erano svaniti. Fu una notte lunga e calda fatta di baci e carezze, di respiri e sguardi profondi, di ricordi e di speranze, Shunrei si addormentò tra le possenti braccia di Sirio, per lei il posto più sicuro del mondo.
Presto sarebbe sorto il sole, Sirio accarezzò il viso assopito di Shunrei e le diede un bacio fugace sulla fronte prima di alzarsi, fece attenzione a non svegliarla, poi prese il suo kimono, lo appoggiò sul comodino e sopra lasciò la lettera che aveva scritto per lei.
Avrebbe tanto voluto vedere Shunrei un ultima volta ma i suoi occhi non vedevano che l’oscurità, aprì silenzioso la porta della camera e per un momento esitò.
“Perdonami Shunrei, ti amo.” Sussurrò poi prima di lasciarla sola, indossò l’armatura del Dragone e si dileguò nel buio. Mentre correva lontano dai Cinque Picchi le lacrime gli rigavano il viso, ben presto cessò di udire il rumore della cascata e allora seppe di essere ormai molto lontano, troppo lontano per qualunque ripensamento.
Shunrei si svegliò presto e si scoprì sola e abbracciata al cuscino invece che al suo Sirio, agitata si guardò intorno, poi notò qualcosa sul comodino che attirò la sua attenzione.
Prese la lettera e il suo cuore cominciò a tremare.

“Mia cara Shunrei,
perdonami se ho dovuto abbandonarti così.
Ti ho mentito, ti ho detto che sarei rimasto e invece eccomi qui a scrivere queste terribili parole. Non sai quanto mi dispiace, ma non volevo renderti più difficile la mia partenza, non volevo che mi vedessi andar via di nuovo e ho pensato che forse così sarebbe stato più facile sia per te che per me.
Non posso abbandonare il Maestro! Lui ha bisogno di me nonostante tutto.
Tornerò Shunrei e questa è una promessa, tornerò perché ti sposerò e perché ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Non odiarmi, io mi odio già abbastanza per quello che ti sto facendo.
Aspettami e prega per me, so che ti chiedo molto ma devi essere forte, manderò Kiki a farti compagnia, il Tempio dell’Ariete non è più un luogo sicuro per lui.
A presto Shunrei e ricordati che ti amo.
Tuo Sirio.”

Shunrei bagnò di lacrime il foglietto prima di accartocciarlo e scagliarlo lontano, era furiosa, arrabbiata, delusa, afferrò con foga il kimono di Sirio e vi affondò il volto, continuò a piangere finchè si accorse che il kimono era ormai fradicio delle sue lacrime, allora si rivestì e si diresse alla cascata, si lasciò cadere in ginocchio sulla roccia dove tante volte aveva pregato per Sirio, poi si asciugò gli occhi e congiunse le mani tremanti.
“Signore, ti prego proteggilo!”