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Autore: Samurai Riku    06/01/2012    4 recensioni
Era pronto ormai, gliel’avevano detto tutti, persino l’Hokage. Anzi, era stato proprio lui a sceglierlo tra tanti. Aveva riconosciuto il suo valore e l’aveva scelto. Tutti lo avevano riconosciuto, e non poteva essere più felice. Dopo anni e anni di continui studi e allenamenti finalmente ce l’aveva fatta. Da quel giorno si apriva un nuovo capitolo della sua vita, una nuova svolta.
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gai Maito, Kakashi Hatake | Coppie: Tenzo/Yamato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Sul tetto dell’accademia, aspettava.

Era pronto ormai, gliel’avevano detto tutti, persino l’Hokage. Anzi, era stato proprio lui a sceglierlo tra tanti. Aveva riconosciuto il suo valore e l’aveva scelto. Tutti lo avevano riconosciuto, e non poteva essere più felice. Dopo anni e anni di continui studi e allenamenti finalmente ce l’aveva fatta. Da quel giorno si apriva un nuovo capitolo della sua vita, una nuova svolta.

Aveva tutto l’occorrente. Gli era stata consegnata l’uniforme, la spada, il portarmi e la maschera personale. Accessorio di fondamentale importanza, lo sapeva bene. Nessuno doveva mai guardarlo in faccia, nessuno avrebbe dovuto riconoscerlo, in nessun caso e per nessun motivo. Questo significava essere ninja, essere Anbu. L’unità speciale del villaggio era la quint’essenza del ninja. Il guerriero ombra per eccellenza.

Aveva tutto, era pronto, ed aspettava.

Il Terzo Hokage l’aveva convocato di persona nel suo ufficio, spiegandogli tutto. Da adesso entri a far parte di un’unità Anbu e sarai al mio diretto servizio, gli aveva detto. Così l’ha assegnato ad una squadra, sotto il cui comando del Capitano avrebbe avuto inizio il suo allenamento speciale. Sapeva bene che la fatica non era finita. La vera sfida iniziava ora. Gli shinobi Anbu formano l’èlite del villaggio, vengono selezionati tra i migliori, spesso sono molto giovani e sono addestrati a compiere i lavori più oscuri e sporchi per il villaggio.

Doveva dare il meglio di sé se voleva sopravvivere in quella cerchia ristretta e ne aveva tutte le intenzioni, perché un giorno sarebbe riuscito a diventare Capitano di un’unità.

Sarebbe diventato Capitano, come quel Capitano che attendeva al luogo dell’appuntamento.

Ironia della sorte, per essere riuscito ad arrivare fin lì doveva ringraziare il suo carnefice, il suo creatore… ancora non sapeva bene in che termini riferirsi a lui. Unico sopravvissuto di sessanta bambini ad un tetro esperimento di Orochimaru. L’unico ad essere stato recuperato e riportato sano e salvo al villaggio. L’unico a possedere l’abilità innata del supremo Primo Hokage, Hashirama Senju, l’unico in vita ad essere in grado di controllare l’arte lignea.

Conscio di tutto questo, aspettava…

Da più di un’ora aspettava sul tetto dell’accademia, poggiato alla ringhiera, intento ad ammirare il panorama del villaggio di Konoha, eppure del suo Capitano non c’era traccia…

Tenzo cominciava a spazientirsi.

-Aaaah… dove diavolo è finito?! Non è possibile arrivare in ritardo ad un incontro simile!!- si lamentò con espressione tutt’altro che felice in volto, togliendosi la maschera e agganciandola alla cintura.

-Di cosa ti lamenti, cadetto?-

Nell’udire la nuova voce si girò di scatto, restando cn la schiena contro la ringhiera.

A pochi metri davanti a lui stava un altro Anbu, un ragazzo, ma più grande. Il volto era nascosto dalla maschera decorata con linee rosse, dalle fattezze feline e non riusciva a scorgere nemmeno il suo sguardo, ma sapeva che lo stava esaminando mentre si avvicinava.

Si appoggiò comodamente contro la ringhiera inforcando le mani in tasca.

Tenzo lo seguì con lo sguardo, chiedendosi se avesse fatto apposta ad arrivare in ritardo e lo avesse studiato per tutto quel tempo di nascosto.

-E così tu sei quello nuovo… l’Hokage ti ha affidato alla mia squadra.-

-Sìsignore!- rispose pronto.

-Bene, mi presento.- portò una mano al volto scostando la maschera -Sono il tuo Capitano, Kakashi Hatake.- disse con un mezzo sorrisetto di intesa, tenendo chiusa la palpebra sinistra.

Nel vederlo subito Tenzo si illuminò -Kakashi!!!-

-Sei cresciuto in questi anni, Tenzo.- incrociò le braccia al petto -Ti hanno messo nella mia unità,eh?-

-A quanto pare!- sorrise lui, felice come non mai. Conosceva Kakashi da sempre; era stata la squadra comandata dal Quarto Hokage a recuperarlo da quel laboratorio e dopo che il piccolo si fu ripreso aveva legato con tutti i suoi salvatori. Nonostante i tre anni di differenza da piccoli andavano piuttosto d’accordo, anche se Kakashi non è mai stato un tipo da dimostrazioni di affetto. Negli ultimi anni si erano persi di vista, ma la fama del giovane Capitano Anbu si era diffusa piuttosto in fretta.

-Sulla tua scheda che mi ha consegnato il Terzo Hokage ho visto che sai controllare perfettamente l’arte lignea. Hai fatto progressi.-

-Ho studiato e mi sono allenato! Come diceva sempre il tuo maestro!- esclamò.

-Sono contento, ma gradirei una cosa…-

-Certo, dimmi!-

-Chiamami Capitano Kakashi e sì più rispettoso.-

-… oh, sì… come vuoi, cioè come vuole… Capitano.-

Kakashi annuì. Aveva subito stabilito le distanza e fatto capire chi deteneva il comando. Tenzo fu colpito da tanta freddezza dimostrata all’improvviso, ma non scalfì il suo buon umore e il suo sorriso gioioso.

-Visto che sei appena arrivato dovrai sottoporti ad una piccola prova qualificativa.-

-Una prova?-

-Chiamalo anche test di ammissione.- proseguì guardandolo sempre con quell’espressione seria e indifferente -L’Hokage ti ha assegnato alla mia unità, ti è stato fornito l’equipaggiamento, ma non sei ancora un Anbu.-

-… cosa?!- Tenzo lo guardò stupito.

-Devo assicurarmi che tu sia idoneo a questo lavoro e all’altezza della mia unità.- si scostò dalla ringhiera -Seguimi e non discutere.-

Tenzo restò un attimo immobile nella sua posizione a guardarlo, poi si riscosse e lo raggiunse a rapidi passi -A-arrivo…!!- anche se ancora non riusciva a capire cosa volesse fargli fare Kakashi.

Kakashi Hatake lo condusse ai limiti della foresta di Konoha, nell’area dei campi di addestramento per le squadre ninja.

Tenzo si guardava attorno circospetto, cominciava a farsi un’idea. Probabilmente Kakashi voleva saggiare le sue abilità e gli avrebbe proposto un combattimento.

Serrò forte i pugni lungo i fianchi, cercando di nascondere l’ansia che andava a diffondersi nel suo organismo come un veleno. Si era addestrato a tutto, ma la paura di affrontarlo non lo abbandonava, temeva di non riuscire a dare il massimo, e di finire con il deluderlo…

Fece un bel respiro per stendere i nervi e si auto convinse di mettercela tutta, qualsiasi cosa gli avesse chiesto.

-Siamo arrivati.-

-… eh?- si fermò a pochi passi dal Capitano.

Questi si era voltato verso di lui, con una mano in tasca, solita espressione indecifrabile sul volto, con il pollice destro indicò la recinzione reticolata -Questo è il luogo del tuo test di ammissione.-

Tenzo osservò l’immensa foresta delimitata -Là dentro??- ogni idea che si era fatto crollò miseramente.

-Sì. Entrerai nella Foresta della Morte.- rispose Kakashi senza particolari emozioni.

-……… Coooooosaaa!!!!!?????- Tenzo balzò di lato guardando l’altro come se fosse un fantasma -Sta scherzando spero!!!!-

-Ho l’aria di uno che sta scherzando?- chiese risoluto.

-… ehm…- francamente non sapeva come interpretarlo. Era talmente indifferente che non sapeva se parlava sul serio o se lo stava prendendo in giro.

-Dovrai entrare nel campo di addestramento quattordici e raggiungere la torre posta al centro. Ovviamente, prima ci arrivi senza farti uccidere, meglio è. Tutto chiaro?-

-I-io…. ehm, sì… credo di sì…- primo giorno di lavoro, già messo alle strette.

-Ti aspetterò alla torre, non preoccuparti.-

-Non preoccuparti!!?? Ma mi prende in giro??-

-Cosa aspetti? Coraggio, vai!- lo incitò Kakashi.

-Sì signore…- rispose con poca enfasi. Fece un profondo respiro, balzò sulla recinzione ed entrò nel campo numero quattordici, conosciuto come la Foresta della Morte.

Kakashi se ne stava seduto sull’erba verde limitrofa alla Foresta, con la schiena contro la rete e la maschera Anbu posata accanto a sé. Con un kunai incideva il terreno senza un vero motivo, così… per passare il tempo.

-Uff…- sospirò.

-Ecco dove ti sei nascosto!!-

Kakashi non alzò nemmeno la testa per guardare il nuovo arrivato, già sapeva di chi si trattava -Non mi sono nascosto, Gai.-

Il jonin avanzò verso il rivale a grandi falcate -Ah no?!? Ci ho messo un pomeriggio per trovarti!! Non puoi scappare così sai?-

-E non sono nemmeno scappato. Non ci posso fare nulla se non sei capace di seguire le tracce… che razza di ninja sei?-

Gai si imbestialì -Che fai, prendi in giro!!??-

-Nooo… come ti viene in mente.-

Ignorò il tono ironico e gli andò vicino -Uzumi mi ha detto che oggi arrivava un nuovo Anbu nella tua squadra.-

-Esatto.-

-E che fai qui allora, non dovresti riceverlo?-

-L’ho fatto… adesso è sotto esame.-

-Tu e i tuoi cavolo di esami…- Gai lo guardò di sottecchi -Dove l’hai spedito, sentiamo.-

Kakashi indicò alle sue spalle -Foresta della Morte.-

-Oh, la Foresta della Morte……… la Foresta della Morte!!!!??? Ti è dato di volta il cervello??!!-

-Perché vi agitate tutti? Cosa c’è che non va?-

-Lo domandi pure!!?? Solo il nome del luogo ti dovrebbe indicare qualcosa che non va!!!!- gli sbraitò contro Gai -È un ragazzino e tu lo mandi lì dentro!!-

Kakashi lo guardò con la più serena espressione che si possa avere -Io ci sono entrato ed uscito in due giorni, a sei anni. Lui ne ha tredici, sarà una passeggiata.-

-Non fare paragoni con te stesso, tu non sei umano!!!!-

-Non scaldarti tanto. Andrà tutto bene.-

-Come fai ad esserne così sicuro?-

-Perché conosco quel ragazzo… da bambino ero il suo idolo.-

-Lo detestoooooo!!!!!- Tenzo imprigionò in una gabbia di legno un enorme millepiedi, riuscendo così a scappare e continuare la sua frenetica corsa verso la salvezza -Questa me la paga… giuro, prima o poi me la paga!!!!-

Gai si era seduto di fronte a Kakashi, che aveva finalmente smesso di giocare con il kunai ignorando bellamente la sua presenza -Così era tutto calcolato, eh?-

-Ho il sentore che sia proprio così, Gai. Il Terzo l’ha messo apposta nella mia squadra.-

-Quel vecchio… davvero sorprendente! Anche se non vorrei mai trovarmi nei panni di un tuo sottoposto.-

-Aah, cosa dici? Sono un buon capo!-

-Per me dopo questo bel trattamento Tenzo penserà che tratti con più rispetto la tua muta di cani.-

-Mi ringrazierà, un giorno… forse.-

Gai lo guardò malamente -Ammettilo, ci provi gusto a torturare le reclute!!-

-Mi hai preso per un sadico?-

-Tu sei sadico!!-

-… passo tutte le giornate a sopportare te… mi voglio proprio far del male.-

-Non sei spiritoso!!!- gli gridò dietro agitando un braccio -Ammettilo, ammettilo!! Comunque con gli altri non hai mai eseguito prove tanto rischiose.-

-Perché non ce n’era bisogno.-

Gai guardò l’amico perplesso, non capendo cosa volesse dire.

-Conosco le abilità di Tenzo, è un ottimo ninja e ormai riesce a controllare alla perfezione l’arte lignea. In un luogo come la foresta è anche avvantaggiato, non mi preoccupo di questo.-

-E di cosa allora?-

-Del suo carattere.- notando l’espressione sempre più persa di Gai, Kakashi proseguì la spiegazione -Tenzo è troppo buono. Sorride sempre, è gentile con tutti, gli va bene tutto. L’ho ripreso dicendogli subito che doveva portarmi più rispetto e ha accettato senza esitare, cominciando a darmi del lei.-

-Non ti seguo Kakashi, con ciò?-

-Con un carattere così mite non sei adatto a questo lavoro.- l’Anbu scoccò un’occhiata seria e tesa all’altro -Questo addestramento rischioso e arduo non serve per mettere alla prova le sue abilità di ninja, ma serve a temprare il suo carattere.-

Gai assentì serio -Ho capito. Infondo sei un buon capo. Molto, molto infondo…. molto, ma molto, molto…-

-Il concetto è chiaro, Gai.-

-… molto infondo! Sei buono!- concluse con un sorrisetto.

-Mpf…-

Il neo Anbu si fermò a riprendere fiato sulla riva del fiume. Si sedette su di una roccia lambita dalle limpide acque, asciugandosi il sudore dalla fronte con un braccio, cercando di ristabilire il regolare battito cardiaco.

-Anf… anf… anf… Uff!- si lasciò andare sul masso, restando sdraiato a fissare lo scorcio di cielo rossastro tra le fitte fronde degli alberi. Poche ore prima era al settimo cielo scoprendo che sarebbe stato nella stessa squadra gestita da Kakashi, ma ormai quel sentimento era andato via via svanendo, soppiantato dall’irritazione e dall’odio, un odio tanto stupido da irritarlo ancora più di Kakashi stesso -Aaaaah! Perché a me!!??- si rimise seduto e scese dalla roccia -Gliela faccio vedere io!!!- e determinato come non mai scattò lungo il corso del fiume, da un ramo all’altro.

Un ronzio fastidioso strappò Kakashi dal sonno, riportandolo alla realtà in meno di qualche secondo. Aprì gli occhi scostando le coperte del letto, focalizzando l’attenzione sulla provenienza di quel ronzio -… che ore sono?- si sporse sulla mensola posta sopra al letto, prendendo la ricetrasmittente che aveva lasciato accesa dal giorno prima -Capitano Kakashi.- rispose automaticamente.

Dalla cassa risuonò una voce disturbata dal ronzio di sottofondo

-Nh…? È successo qualcosa al mio sottoposto?-

<È arrivato giusto ora…>

Guardò la sveglia. Le dieci e un quarto.

-Arrivo.- posò la ricetrasmittente -Non male, davvero non male.-

Tenzo si scolò due bottiglie d’acqua e divorò il primo pasto che gli addetti gli portarono. Chiuso in una stanza si stese sul divanetto, stanco, esausto, ma felice e soddisfatto. Non vedeva l’ora di vedere la faccia del Capitano… di sicuro non si aspettava un tempo record come quello.

-Eheheh… quel ninja ha detto di averlo avvisato, sarà qui a minuti.-

Due ore dopo:

Kakashi aprì la porta della stanza entrando con un sorriso stampato in volto e salutando il ragazzino con una mano -Ce l’hai fatta!-

Tenzo gli tirò contro una bottiglietta d’acqua -è di nuovo in ritardoooo!!!!-

Il Capitano si spostò il poco necessario per evitare di essere centrato in testa -Non è suonata la sveglia.-

-Mpf!!- Tenzo lo guardò un attimo offeso e irritato, ma non riusciva a trattenere l’esaltazione dell’impresa -Un giorno e mezzo!-

-Ottimo tempo.- assentì con il capo -Io ci misi due giorni per arrivare qui.-

-Ah-ah!! Ho fatto di meglio!! Allora, sono dentro vero?! Ho superato la prova!!-

Annuì -Hai superato la prova…- gli fece cenno di uscire dalla stanza -Dimmi, cosa hai imparato da questa esperienza?-

Tenzo gli passò accanto uscendo -Che sei diventato un dannato sadico…- commentò tra sé e sé, sperando in cuor suo che Kakashi non lo sentisse -Sono nell’unità o no?!-

-……- Kakashi lo seguì, tenendo una mano sulla testa di Tenzo -Sì, sei nell’unità, ma devi farne di strada, ragazzino!!-

-Aaah…!!-

-Eheheheh!!-

-Nh? Cosa c’è da sorridere così?-

-Nulla, nulla… un giorno mi ringrazierai per questa prova, Tenzo.-

-Sì, sì, non ci speri troppo… posso sempre farmi trasferire in un’altra squadra sa!!-

-Provaci… e renderò la tua vita un vero inferno!- esclamò sorridente.

-Cooosaa!!!?? Ma sono cose da dire!!?? Non si minaccia così la gente!!!!-

-Avrai fame! Che ne dici di un buon ramen?-

-E Non cambi argomento!!-

  
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