Sul tetto
dell’accademia, aspettava.
Era pronto
ormai,
gliel’avevano detto tutti, persino l’Hokage. Anzi,
era stato proprio lui a
sceglierlo tra tanti. Aveva riconosciuto il suo valore e
l’aveva scelto. Tutti
lo avevano riconosciuto, e non poteva essere più felice.
Dopo anni e anni di
continui studi e allenamenti finalmente ce l’aveva fatta. Da
quel giorno si
apriva un nuovo capitolo della sua vita, una nuova svolta.
Aveva tutto
l’occorrente. Gli era stata consegnata l’uniforme,
la spada, il portarmi e la
maschera personale. Accessorio di fondamentale importanza, lo sapeva
bene. Nessuno
doveva mai guardarlo in faccia, nessuno avrebbe dovuto riconoscerlo, in
nessun
caso e per nessun motivo. Questo significava essere ninja, essere Anbu.
L’unità
speciale del villaggio era la quint’essenza del ninja. Il
guerriero ombra per
eccellenza.
Aveva tutto,
era
pronto, ed aspettava.
Il Terzo Hokage
l’aveva convocato di persona nel suo ufficio, spiegandogli
tutto. Da adesso entri
a far parte di un’unità Anbu e sarai al mio
diretto servizio, gli aveva detto.
Così l’ha assegnato ad una squadra, sotto il cui
comando del Capitano avrebbe
avuto inizio il suo allenamento speciale. Sapeva bene che la fatica non
era
finita. La vera sfida iniziava ora. Gli shinobi Anbu formano
l’èlite del
villaggio, vengono selezionati tra i migliori, spesso sono molto
giovani e sono
addestrati a compiere i lavori più oscuri e sporchi per il
villaggio.
Doveva dare il
meglio
di sé se voleva sopravvivere in quella cerchia ristretta e
ne aveva tutte le
intenzioni, perché un giorno sarebbe riuscito a diventare
Capitano di un’unità.
Sarebbe
diventato
Capitano, come quel Capitano che attendeva al luogo
dell’appuntamento.
Ironia della
sorte,
per essere riuscito ad arrivare fin lì doveva ringraziare il
suo carnefice, il
suo creatore… ancora non sapeva bene in che termini
riferirsi a lui. Unico
sopravvissuto di sessanta bambini ad un tetro esperimento di
Orochimaru.
L’unico ad essere stato recuperato e riportato sano e salvo
al villaggio.
L’unico a possedere l’abilità innata del
supremo Primo Hokage, Hashirama Senju,
l’unico in vita ad essere in grado di controllare
l’arte lignea.
Conscio di
tutto
questo, aspettava…
Da
più di un’ora
aspettava sul tetto dell’accademia, poggiato alla ringhiera,
intento ad
ammirare il panorama del villaggio di Konoha, eppure del suo Capitano
non c’era
traccia…
Tenzo
cominciava a
spazientirsi.
-Aaaah…
dove diavolo è
finito?! Non è possibile arrivare in ritardo ad un incontro
simile!!- si
lamentò con espressione tutt’altro che felice in
volto, togliendosi la maschera
e agganciandola alla cintura.
-Di cosa ti
lamenti,
cadetto?-
Nell’udire
la nuova
voce si girò di scatto, restando cn la schiena contro la
ringhiera.
A pochi metri
davanti
a lui stava un altro Anbu, un ragazzo, ma più grande. Il
volto era nascosto
dalla maschera decorata con linee rosse, dalle fattezze feline e non
riusciva a
scorgere nemmeno il suo sguardo, ma sapeva che lo stava esaminando
mentre si
avvicinava.
Si
appoggiò
comodamente contro la ringhiera inforcando le mani in tasca.
Tenzo lo
seguì con lo
sguardo, chiedendosi se avesse fatto apposta ad arrivare in ritardo e
lo avesse
studiato per tutto quel tempo di nascosto.
-E
così tu sei quello
nuovo… l’Hokage ti ha affidato alla mia squadra.-
-Sìsignore!-
rispose
pronto.
-Bene, mi
presento.-
portò una mano al volto scostando la maschera -Sono il tuo
Capitano, Kakashi
Hatake.- disse con un mezzo sorrisetto di intesa, tenendo chiusa la
palpebra
sinistra.
Nel vederlo
subito
Tenzo si illuminò -Kakashi!!!-
-Sei cresciuto
in
questi anni, Tenzo.- incrociò le braccia al petto -Ti hanno
messo nella mia
unità,eh?-
-A quanto
pare!-
sorrise lui, felice come non mai. Conosceva Kakashi da sempre; era
stata la
squadra comandata dal Quarto Hokage a recuperarlo da quel laboratorio e
dopo
che il piccolo si fu ripreso aveva legato con tutti i suoi salvatori.
Nonostante i tre anni di differenza da piccoli andavano piuttosto
d’accordo,
anche se Kakashi non è mai stato un tipo da dimostrazioni di
affetto. Negli
ultimi anni si erano persi di vista, ma la fama del giovane Capitano
Anbu si
era diffusa piuttosto in fretta.
-Sulla tua
scheda che
mi ha consegnato il Terzo Hokage ho visto che sai controllare
perfettamente
l’arte lignea. Hai fatto progressi.-
-Ho studiato e
mi sono
allenato! Come diceva sempre il tuo maestro!- esclamò.
-Sono contento,
ma
gradirei una cosa…-
-Certo, dimmi!-
-Chiamami
Capitano
Kakashi e sì più rispettoso.-
-…
oh, sì… come vuoi,
cioè come vuole… Capitano.-
Kakashi
annuì. Aveva
subito stabilito le distanza e fatto capire chi deteneva il comando.
Tenzo fu
colpito da tanta freddezza dimostrata all’improvviso, ma non
scalfì il suo buon
umore e il suo sorriso gioioso.
-Visto che sei
appena
arrivato dovrai sottoporti ad una piccola prova qualificativa.-
-Una prova?-
-Chiamalo anche
test
di ammissione.- proseguì guardandolo sempre con
quell’espressione seria e
indifferente -L’Hokage ti ha assegnato alla mia
unità, ti è stato fornito
l’equipaggiamento, ma non sei ancora un Anbu.-
-…
cosa?!- Tenzo lo
guardò stupito.
-Devo
assicurarmi che
tu sia idoneo a questo lavoro e all’altezza della mia
unità.- si scostò dalla
ringhiera -Seguimi e non discutere.-
Tenzo restò un attimo immobile nella sua posizione a guardarlo, poi si riscosse e lo raggiunse a rapidi passi -A-arrivo…!!- anche se ancora non riusciva a capire cosa volesse fargli fare Kakashi.
Kakashi Hatake
lo
condusse ai limiti della foresta di Konoha, nell’area dei
campi di
addestramento per le squadre ninja.
Tenzo si
guardava
attorno circospetto, cominciava a farsi un’idea.
Probabilmente Kakashi voleva
saggiare le sue abilità e gli avrebbe proposto un
combattimento.
Serrò
forte i pugni
lungo i fianchi, cercando di nascondere l’ansia che andava a
diffondersi nel
suo organismo come un veleno. Si era addestrato a tutto, ma la paura di
affrontarlo non lo abbandonava, temeva di non riuscire a dare il
massimo, e di
finire con il deluderlo…
Fece un bel
respiro
per stendere i nervi e si auto convinse di mettercela tutta, qualsiasi
cosa gli
avesse chiesto.
-Siamo
arrivati.-
-…
eh?- si fermò a
pochi passi dal Capitano.
Questi si era
voltato
verso di lui, con una mano in tasca, solita espressione indecifrabile
sul
volto, con il pollice destro indicò la recinzione reticolata
-Questo è il luogo
del tuo test di ammissione.-
Tenzo
osservò
l’immensa foresta delimitata -Là dentro??- ogni
idea che si era fatto crollò
miseramente.
-Sì.
Entrerai nella
Foresta della Morte.- rispose Kakashi senza particolari emozioni.
-………
Coooooosaaa!!!!!?????- Tenzo balzò di lato guardando
l’altro come se fosse un
fantasma -Sta scherzando spero!!!!-
-Ho
l’aria di uno che
sta scherzando?- chiese risoluto.
-…
ehm…- francamente
non sapeva come interpretarlo. Era talmente indifferente che non sapeva
se
parlava sul serio o se lo stava prendendo in giro.
-Dovrai entrare
nel
campo di addestramento quattordici e raggiungere la torre posta al
centro.
Ovviamente, prima ci arrivi senza farti uccidere, meglio è.
Tutto chiaro?-
-I-io….
ehm, sì… credo
di sì…- primo giorno di lavoro, già
messo alle strette.
-Ti
aspetterò alla
torre, non preoccuparti.-
-Non
preoccuparti!!?? Ma mi prende in giro??-
-Cosa aspetti?
Coraggio, vai!- lo incitò Kakashi.
-Sì signore…- rispose con poca enfasi. Fece un profondo respiro, balzò sulla recinzione ed entrò nel campo numero quattordici, conosciuto come la Foresta della Morte.
Kakashi se ne
stava
seduto sull’erba verde limitrofa alla Foresta, con la schiena
contro la rete e
la maschera Anbu posata accanto a sé. Con un kunai incideva
il terreno senza un
vero motivo, così… per passare il tempo.
-Uff…-
sospirò.
-Ecco dove ti
sei
nascosto!!-
Kakashi non
alzò
nemmeno la testa per guardare il nuovo arrivato, già sapeva
di chi si trattava
-Non mi sono nascosto, Gai.-
Il jonin
avanzò verso
il rivale a grandi falcate -Ah no?!? Ci ho messo un pomeriggio per
trovarti!!
Non puoi scappare così sai?-
-E non sono
nemmeno
scappato. Non ci posso fare nulla se non sei capace di seguire le
tracce… che
razza di ninja sei?-
Gai si
imbestialì -Che
fai, prendi in giro!!??-
-Nooo…
come ti viene
in mente.-
Ignorò
il tono ironico
e gli andò vicino -Uzumi mi ha detto che oggi arrivava un
nuovo Anbu nella tua
squadra.-
-Esatto.-
-E che fai qui
allora,
non dovresti riceverlo?-
-L’ho
fatto… adesso è
sotto esame.-
-Tu e i tuoi
cavolo di
esami…- Gai lo guardò di sottecchi -Dove
l’hai spedito, sentiamo.-
Kakashi
indicò alle
sue spalle -Foresta della Morte.-
-Oh, la Foresta
della
Morte……… la Foresta della Morte!!!!???
Ti è dato di volta il cervello??!!-
-Perché
vi agitate
tutti? Cosa c’è che non va?-
-Lo domandi
pure!!??
Solo il nome del luogo ti dovrebbe indicare qualcosa che non va!!!!-
gli
sbraitò contro Gai -È un ragazzino e tu lo mandi
lì dentro!!-
Kakashi lo
guardò con
la più serena espressione che si possa avere -Io ci sono
entrato ed uscito in
due giorni, a sei anni. Lui ne ha tredici, sarà una
passeggiata.-
-Non fare
paragoni con
te stesso, tu non sei umano!!!!-
-Non scaldarti
tanto.
Andrà tutto bene.-
-Come fai ad
esserne
così sicuro?-
-Perché conosco quel ragazzo… da bambino ero il suo idolo.-
-Lo detestoooooo!!!!!-
Tenzo imprigionò
in una gabbia di legno un enorme millepiedi, riuscendo così
a scappare e
continuare la sua frenetica corsa verso la salvezza -Questa me la
paga… giuro, prima o poi me la paga!!!!-
Gai si era
seduto di
fronte a Kakashi, che aveva finalmente smesso di giocare con il kunai
ignorando
bellamente la sua presenza -Così era tutto calcolato, eh?-
-Ho il sentore
che sia
proprio così, Gai. Il Terzo l’ha messo apposta
nella mia squadra.-
-Quel
vecchio… davvero
sorprendente! Anche se non vorrei mai trovarmi nei panni di un tuo
sottoposto.-
-Aah, cosa
dici? Sono
un buon capo!-
-Per me dopo
questo
bel trattamento Tenzo penserà che tratti con più
rispetto la tua muta di cani.-
-Mi
ringrazierà, un
giorno… forse.-
Gai lo
guardò
malamente -Ammettilo, ci provi gusto a torturare le reclute!!-
-Mi hai preso
per un
sadico?-
-Tu sei
sadico!!-
-…
passo tutte le
giornate a sopportare te… mi voglio proprio far del male.-
-Non sei
spiritoso!!!-
gli gridò dietro agitando un braccio -Ammettilo, ammettilo!!
Comunque con gli
altri non hai mai eseguito prove tanto rischiose.-
-Perché
non ce n’era
bisogno.-
Gai
guardò l’amico
perplesso, non capendo cosa volesse dire.
-Conosco le
abilità di
Tenzo, è un ottimo ninja e ormai riesce a controllare alla
perfezione l’arte
lignea. In un luogo come la foresta è anche avvantaggiato,
non mi preoccupo di
questo.-
-E di cosa
allora?-
-Del suo
carattere.-
notando l’espressione sempre più persa di Gai,
Kakashi proseguì la spiegazione
-Tenzo è troppo buono. Sorride sempre, è gentile
con tutti, gli va bene tutto.
L’ho ripreso dicendogli subito che doveva portarmi
più rispetto e ha accettato
senza esitare, cominciando a darmi del lei.-
-Non ti seguo
Kakashi,
con ciò?-
-Con un
carattere così
mite non sei adatto a questo lavoro.- l’Anbu
scoccò un’occhiata seria e tesa
all’altro -Questo addestramento rischioso e arduo non serve
per mettere alla
prova le sue abilità di ninja, ma serve a temprare il suo
carattere.-
Gai
assentì serio -Ho
capito. Infondo sei un buon capo. Molto, molto infondo….
molto, ma molto,
molto…-
-Il concetto
è chiaro,
Gai.-
-…
molto infondo! Sei
buono!- concluse con un sorrisetto.
-Mpf…-
Il neo Anbu si fermò a riprendere fiato sulla riva del fiume. Si sedette su di una roccia lambita dalle limpide acque, asciugandosi il sudore dalla fronte con un braccio, cercando di ristabilire il regolare battito cardiaco.
-Anf… anf… anf… Uff!- si lasciò andare sul masso, restando sdraiato a fissare lo scorcio di cielo rossastro tra le fitte fronde degli alberi. Poche ore prima era al settimo cielo scoprendo che sarebbe stato nella stessa squadra gestita da Kakashi, ma ormai quel sentimento era andato via via svanendo, soppiantato dall’irritazione e dall’odio, un odio tanto stupido da irritarlo ancora più di Kakashi stesso -Aaaaah! Perché a me!!??- si rimise seduto e scese dalla roccia -Gliela faccio vedere io!!!- e determinato come non mai scattò lungo il corso del fiume, da un ramo all’altro.
Un ronzio
fastidioso
strappò Kakashi dal sonno, riportandolo alla
realtà in meno di qualche secondo.
Aprì gli occhi scostando le coperte del letto, focalizzando
l’attenzione sulla
provenienza di quel ronzio -… che ore sono?- si sporse sulla
mensola posta sopra
al letto, prendendo la ricetrasmittente che aveva lasciato accesa dal
giorno
prima -Capitano Kakashi.- rispose automaticamente.
Dalla cassa
risuonò
una voce disturbata dal ronzio di sottofondo
-Nh…?
È successo
qualcosa al mio sottoposto?-
<È
arrivato giusto
ora…>
Guardò
la sveglia. Le
dieci e un quarto.
-Arrivo.- posò la ricetrasmittente -Non male, davvero non male.-
Tenzo si
scolò due
bottiglie d’acqua e divorò il primo pasto che gli
addetti gli portarono. Chiuso
in una stanza si stese sul divanetto, stanco, esausto, ma felice e
soddisfatto.
Non vedeva l’ora di vedere la faccia del Capitano…
di sicuro non si aspettava
un tempo record come quello.
-Eheheh…
quel ninja ha
detto di averlo avvisato, sarà qui a minuti.-
Due ore dopo:
Kakashi
aprì la porta
della stanza entrando con un sorriso stampato in volto e salutando il
ragazzino
con una mano -Ce l’hai fatta!-
Tenzo gli
tirò contro
una bottiglietta d’acqua -è di nuovo in
ritardoooo!!!!-
Il Capitano si
spostò
il poco necessario per evitare di essere centrato in testa -Non
è suonata la
sveglia.-
-Mpf!!- Tenzo
lo
guardò un attimo offeso e irritato, ma non riusciva a
trattenere l’esaltazione
dell’impresa -Un giorno e mezzo!-
-Ottimo tempo.-
assentì con il capo -Io ci misi due giorni per arrivare qui.-
-Ah-ah!! Ho
fatto di
meglio!! Allora, sono dentro vero?! Ho superato la prova!!-
Annuì
-Hai superato la
prova…- gli fece cenno di uscire dalla stanza -Dimmi, cosa
hai imparato da
questa esperienza?-
Tenzo gli
passò accanto
uscendo -Che sei diventato un dannato sadico…-
commentò tra sé e sé, sperando
in cuor suo che Kakashi non lo sentisse -Sono
nell’unità o no?!-
-……-
Kakashi lo seguì,
tenendo una mano sulla testa di Tenzo -Sì, sei
nell’unità, ma devi farne di
strada, ragazzino!!-
-Aaah…!!-
-Eheheheh!!-
-Nh? Cosa
c’è da
sorridere così?-
-Nulla,
nulla… un
giorno mi ringrazierai per questa prova, Tenzo.-
-Sì,
sì, non ci speri
troppo… posso sempre farmi trasferire in un’altra
squadra sa!!-
-Provaci…
e renderò la
tua vita un vero inferno!- esclamò sorridente.
-Cooosaa!!!??
Ma sono
cose da dire!!?? Non si minaccia così la gente!!!!-
-Avrai fame!
Che ne
dici di un buon ramen?-