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Autore: colferswife    06/01/2012    2 recensioni
«Promettimi che resterai.»
«Lo prometto.»
«Per sempre?»
«Per sempre.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'I'm asking you for one more change'


La macchina procedeva senza troppa fatica lungo l'autostrada. Dal sedile posteriore dove si trovava, Dee vedeva sfrecciare la campagna londinese, ma non vi prestava attenzione più di tanto. Erano in viaggio da parecchio ormai, probabilmente almeno un paio d'ore. Girò svogliatamente la rotellina dell'ipod per coprire le chiacchere di Julie. Sebbene avesse le cuffie pigiate nelle orecchie, poteva udire indistintamente il chiacchericcio di sua sorella che stava parlando a telefono. Ma non disse nulla, e si limitò a concentrarsi sulla musica che le assillava i timpani, e chiuse gli occhi. 

'Circles, we're going in circles
dizzy's all it makes us
we know where it takes us
we've been before'

 

 

Era incredibile quanto la loro musica la facesse stare bene, quanto le permettesse di evadere la realtà. Sentiva che avrebbe potuto perdersi nelle loro voci. Erano un qualcosa di unico, di incredibile. La voce di sua madre la riporto' alla realtà e aprì gli occhi di colpo.
- Siamo arrivate.
Erano arrivate. Attraverso il finestrino, Dee riuscì a scorgere quella che sarebbe stata la loro casa per i prossimi tre anni, se andava bene. In tutti quegli anni, dopo tutto quel girovagare, non aveva tenuto il conto del tempo che trascorrevano in una città diversa. Quella volta sarebbe stato diverso, continuava a ripetersi, questa volta siamo a Londra, deve andare per forza bene. Ma fissando l'edificio alto almeno cinque piani, nel caotico centro della città, ogni speranza si era frantumata. Cosa c'era di diverso dalle altre volte? Niente, assolutamente niente, era una città come le altre, e lei era stata una stupida a credere che sarebbe potuto cambiare qualcosa. Era stufa di quella vita.
Afferrò il suo trolley da viaggio fucsia, poi uscì dall'auto sbattendo la portiera.
- Mamma, Dee ha di nuovo sbattuto la portierà dell'auto! 
Dee sbuffò, e con lo sguardo incenerì la sorellina. Anche Marlene non era cambiata, come al solito.
Sua madre glissò elegantemente sull'argomento, e si affrettò a scaricare i pochi bagagli. Julie aveva smessò di parlare a telefono e la stava aiutando. Doveva farlo anche lei? Ma a che scopo? Quindi si limitò a osservarsi intorno. Londra era bellissima, doveva ammetterlo. Per chiunque altra ragazza della sua età, sarebbe stato un sogno che si realizzava. Ma lei non era 'chiunque altra' lei era Candace Halliwell, che aveva liquidato quell'assurdo nome con un semplice 'Dee', la ragazza che non aveva più un padre da quando lui le aveva tradite, quasi dieci anni, prima, con due sorelle rompiscatole e perfette, e una madre che le costringeva a vagare per ogni parte della Gran Bretagna ogni volta che Dee pensava finalmente di aver trovato un posto che avrebbe potuto chiamare 'casa', dopo tanto tempo.  
- Dee, muoviti! - le gridò Julie.
La ragazza si voltò, e con un ultimo sguardo alla città, entro in casa. 


 

***
 

Dee porto la valigia in camera sua, e si buttò di peso sul letto. A faccia in giù sulle lenzuola, sentì che profumavano di bucato fresco. Beh, almeno quello. Stancamente, si alzò e si mise a disfare i bagagli. La casa si era rivelata  migliore di come si aspettava, per lo meno aveva una camera tutta sua, dove avrebbe potuto rinchiudersi ogni volta che le lamentele di Julie o di Marlene si sarebbero fatte troppo insopportabili. Attaccò i suoi poster preferiti alle pareti, poi andò in cucina dove le altre l'aspettavano per la cena. In silenzio, si sedette al tavolo dove sua madre e le sorelle avevano già iniziato a mangiare.
- Allora, ragazze, come vi sembra la nuova casa? - Era incredibile come sua madre cercasse di far sembrare tutto così maledettamente normale. Era frustrante.
- E' fantastica, mamma. - Julie.
- Sì, è okay. - Stesso tono di sua sorella maggiore, ma un pò meno convinto, di Lee.
Sua madre fissò Dee che era intenta a mescolare i chicchi di minestra nel piatto.
- Tu che ne pensi, Dee? - 
Dee fece finta di nulla, mostrando un improvviso interesse per la zuppa che aveva davanti. Nessuno fiatava.
- Dee? -
Dio, com'era insistente. Ma perchè non la lasciava in pace?
- Beh, potresti almeno sforzarti di collaborare, ragazza mia. -
Dee non riuscì più a trattenersi. 
- Cosa vuoi che ti dica? Che sono felice che ci siamo trasferiti a Londra, che abbiamo cambiato casa, di nuovo? Che mi piace stare qui, che cercherò di costruirmi un'altra vita, di nuovo, solo per la tua stupida e infondata paura di essere di nuovo felice? Perchè dovrei farlo? Vuoi che ti dica questo, eh mamma? - sbottò, rimarcando su quell'ultima parola.
Abbandonò il cucchiaio nella zuppa ormai fredda, e lasciò la cucina senza dire una parola. 


***
 

Davanti agli altri Dee faceva la dura, ma poi si sfogava in camera da sola, e piangeva, stesa sul letto a faccia in giù, inzuppando il cuscino di calde lacrime amare. Possibile che per lei fosse così difficile? Perchè le sorelle non avevano detto niente, perchè lei era l'unica a non sopportare quella situazione? 
Da quando il padre le aveva lasciate, anni prima, per un'altra, le cose erano cambiate a casa Halliwell. Lui se n'era andato con un'altra donna, affidando alla moglie il compito di crescere da sola tre figlie. Da allora, avevano girato l'intera Gran Bretagna. Ogni volta che si stabilivano in un posto nuovo, un posto finalmente Dee cominciava a sentirsi ben inserita e pronta a farsi degli amici, sua madre trovava un nuovo pretendente, un possibile marito per lei e nuovo padre per Dee e le altre, una sera tornava dal lavoro e faceva le valigie. E la mattina dopo partivano, diretti verso chissà quale meta, lei, Dee, Julie e Marlene. 
Julie aveva diciassette anni, due più di Dee. Era la figlia perfetta che Dee non era mai riuscita ad essere; bionda, occhi color miele, gli stessi della madre, seria, tranquilla e una perfetta sorella maggiore. Lei e Dee erano sempre andate molto d'accordo, fino al divorzio dei genitori, sebbene quest'ultima possedette un carattere opposto e non altrettanto facile. Aveva gli stessi capelli biondi della sorella maggiore, ma gli occhi grandi e azzurri li aveva ereditati dal padre. Era testarda, ribelle. Le regole stavano strette alla piccola Dee, e non le piaceve che le si desse ordini. Era sempre stata più difficile da gestire rispetto a Julie o alla piccola Marlene, detta Lee, con i riccioli color stoppa e gli occhi di un caldo color nocciola. Ma, dopo il divorzio, Dee era diventata ancora più intrattabile, ancora più chiusa in se stessa. L'unica cosa che la facesse stare bene era la musica. La musica riusciva a calmarla, a farla sentire al sicuro, a casa, a convincerla che in quell'immenso mondo dove si sentiva tanto sperduta c'era ancora posto per lei, da qualche parte.
Un 'toc toc' alla porta distrasse Dee dai suoi pensieri. Sapeva chi era, ma non disse nulla e la lasciò entrare.
Sua madre si sedette accanto a lei, sul letto - quanto tempo era che non lo faceva così, semplicemente, sedersi? - e per un sacco di tempo nessuna delle due parlò.
- Cosa vuoi? - sbottò alla fine Dee, ma il tono non le era uscito affatto come se lo immaginava.
- Voglio sapere perchè fai così. -
Dee sbuffò.
- E' sempre stato così, lo sai. -
- Non credi sia venuto il momento di voltare pagina, di cambiare? Hai quindici anni, Dee, sedici tra poco, non ti sembra il momento di finirla? Ma di cosa hai paura? -
- Di cosa ho paura io, mamma? Sei tu quella che mi ha reso la vita impossibile, solo perchè hai paura di amare, hai paura di essere di nuovo felice! Non l'ho scelto io. -
- Lo sai perchè mi comporto così, Dee. -
- No, invece, non lo so! So solo che ogni volta che decidi tu, io mi ritrovo a dover cambiare vita! -
- Questa volta è diverso. So che può essere diverso. Non puoi darmi un'altra possibilità? Ti promettò che andrà tutto bene. Dammi solo un'altra possibilità di cambiare le cose. -
Stavolta Dee non rispose, e sua madre non insistè. Si alzò con lentezza dal letto della figlia e fece per uscire. 
- Ricordati che domani è il tuo primo giorno di scuola. -
E lasciò Dee da sola in camera, con le sue lacrime, i suoi pensieri e la sua musica.




SpazioAutrice
Allora questa è la mia prima fan fiction sui one direction, quindi abbiate pietà (?)
Spero che la storia vi piaccia, ho una mezza idea su come farla evolvere, e vi premetto che nel prossimo capitolo entreranno in scena i one direction :3
Mi fa piacere se recensite e se mettete la storia tra le seguite :')
Grazie mille a tutti. 
Se volete seguirmi su twitter, sono @colferswife. E volevo dire che questa storia è dedicata alla mia carota, @ohmyzayn_. Ti amo, grazie di tutto.
A presto, 
Dee.

 

  
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