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Autore: ImpavidSwan    06/01/2012    5 recensioni
-Olav continuò a guardarlo.
Quante volte… Quante volte?
Quante volte avrebbe voluto usare quel canale, il loro canale, per dirgli quel che provava?
Quante volte?
Ma… Questo non sarebbe mai accaduto.-
One-Shot con protagonista Norvegia e il suo amore non corrisposto.
Esatto, Swan ha scritto un'altra one-shot depressiva.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hong Kong, Nordici
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi di Axis Power Hetalia appartengono a Himaruya Hidekaz.
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Dedico questa one-shot alla mia cara Jo
che mi ha insegnato a chiedermi
"E se ci fosse qualcosa fra loro?" XD
A parte lo scherzo, approfitto dell'occasione
per ringraziarla del continuo sostegno che mi da
nonostante io scriva come un mulo e sia
pure discontinua! XD






“Hey Noooor!!!”

Pesanti colpi si abbatterono sulla porta.
Olav sospirò pesantemente.
La verità era che avrebbe potuto ignorare lo scampanellare e le insistenti urla di Søren fino alla fine della propria lunga e veneranda esistenza, fatto stava che però il danese, per una volta, aveva ragione.
Doveva andare al meeting.
Sospirò ancora una volta poggiando il libro sul tavolino accanto a lui e alzandosi dalla poltroncina.
Quando aprì la porta si ritrovò davanti il solito ragazzone biondo con un sorriso idiota stampato sulla faccia.
 
“Nor, finalmente, ma cosa stav…!”

Søren non ebbe tempo di finire la frase che l’altro gli regalò uno dei suoi soliti gesti d’affetto, una bella manata dritta in faccia.


“Sbrigati fratello, siamo in ritardo.”

“Ma… Ma… Siamo in ritardo per colpa tua!”

Mugolò il ragazzo poco più indietro massaggiandosi il viso. Ovviamente fu completamente ignorato.
Søren ormai era abituato al comportamento dell’amico e non ci vedeva nulla di strano, era sempre stato così, inutile crucciarsene. La cosa che lo lasciava perplesso, invece, era il fatto che Olav sempre più spesso si mostrasse insofferente a partecipare ai meeting con le altre nazioni…
Eppure era un’occasione per lui di vedere il fratellino minore e in quale strano universo il norvegese non si approfittava di qualunque situazione per torturare Gardar? O per meglio dire per “dimostrare il suo affetto” a Gardar?
Sbuffò in maniera infantile.
Quelli erano pensieri troppo difficili per lui, non aveva mai avuto idea di quello che passasse per la testa dell’amico e francamente non era neanche sicuro di volerlo sapere.
L’unica cosa che doveva tenere a mente era che adesso doveva assicurarsi che Olav andasse ai meeting e arrivasse anche in orario, se poi avesse voluto parlargli del suo problema, il grande Danimarca, il suo migliore amico, i potente re del nord, era lì per lui!
Il solito sorriso fece capolino sulle sue labbra. Era così contento di essere arrivato a una conclusione così matura! Bisognava festeggiare!


Quando Søren gli appoggiò un braccio sulle spalle, come al solito, dovette davvero ricorrere a tutto il suo auto controllo per non mandargli addosso il suo troll.
Doveva ammettere che l’amico si stava comportando bene, cioè era chiaro come l’aria che persino lui si era accorto che c’era qualcosa che non andava.
Eppure non aveva fatto le sue solite domande inopportune, né aveva cercato di obbligarlo a raccontargli tutto.
Quindi… Almeno quello se lo meritava.
Arrivarono a Bruxelles senza troppi problemi, il silenzio come sempre era fatto in frantumi dalle allegre e chiassose chiacchiere del danese.
Olav trovava spesso questa caratteristica immensamente fastidiosa, ma era in momenti come questi che ringraziava che l’amico fosse così, almeno insultarlo era un ottimo modo per distrarsi.
Ma quando si ritrovò davanti Lui tutti i pensieri che Søren era riuscito a scacciare gli ricaddero addosso con tutto il loro considerevole peso.

“Hey ragazzi!!!”

Chiocciò gioioso il danese abbandonando Olav e dirigendosi verso Tino e Berwald e dando una forte pacca a ognuno di loro, guadagnandosi un’occhiataccia raggelante da parte del più alto.
Søren come al solito non ci fece molto caso, forse per disattenzione o forse come una sorta di mancanza di rispetto ai danni dello svedese, fatto sta che quando si rigirò in direzione del norvegese, quello era sparito.


Olav si era immediatamente infilato nell’edificio scelto per ospitare quella tediosa riunione.
Stava camminando velocemente, anzi quasi correndo per quei corridoi che quasi gli sembravano soffocanti, preoccupato solo di riuscire a trovare posto il più lontano possibile dai nordici… Da lui.
Non poteva continuare così… In fondo quel suo “interesse”, innegabilmente non ricambiato c’era da sempre…
Eppure ultimamente quelle fastidiose fitte al cuore erano diventate più violente e frequenti senza motivo apparente, togliendogli anche la sua ultima consolazione.
Stargli semplicemente vicino.
Preso com’era dai suoi pensieri, non si rese conto di chi aveva intorno, di conseguenza andò a finire proprio addosso a qualcuno.
Era questo quello che odiava di più di quella maledetta situazione.
Era disattento e si sentiva veramente un mollaccione. Insomma, non era lui.
Ma questa situazione non era nuova! E allora perché ultimamente il macigno che si portava dietro da secoli e secoli gli sembrava così pesante?


“Norvegia tutto bene?”

Gardar lo guardava dall’alto con uno sguardo tra il preoccupato e l’infastidito, mentre Li giaceva a poca distanza da lui massaggiandosi la testa dolorante.
 
“Si, si…”

Brontolò sommessamente con il suo solito tono e alzandosi lentamente.

“Piuttosto, il tuo amico…?”


“Sto bene.”

Lo anticipò questi mettendosi subito in piedi.

“Sicuro, Hong Kong?”

S’intromise l’islandese che ricevette come risposta semplicemente un cenno della mano asiatica.
Olav li osservò con totale inespressività per un po’.

“Ice, non è bello stare in giro a bighellonare quando dovresti essere a una riunione.”

“Guarda che il meeting non è ancora iniziato! E poi stavi bighellonando anche tu!”
 
“E si, ha proprio ragione Mr. Norvegia, questo ragazzo sta prendendo una cattiva strada…”

“Non ti ci mettere anche tu!”

Sì, probabilmente distrarsi un po’ con il suo fratellino era il modo migliore per affrontare la situazione.

In questo modo riuscì anche a sedersi vicino agli asiatici, Li si era dimostrato un complice perfetto, con sua grande gioia e con grande disappunto di Gardar.
Eppure non poteva far a meno di indirizzare il suo sguardo verso gli altri nordici ogni tanto, per vedere se riusciva a sorprenderlo in quello sguardo che tanto amava e che purtroppo non avrebbe mai rivolto a lui, bensì a Tino.
Quello sguardo che così spesso veniva scambiato per una minaccia, ma altro non era che la dichiarazione più pura e cristallina dei sentimenti che Berwald provava per il finlandese.
Erano simili da questo punto di vista, entrambi parlavano poco e poco gli altri capivano di ciò che gli passava per la testa, eppure fra di loro c’era sempre stato una sorta di “canale” che non aveva bisogno di parole, ma solo di due sguardi freddi e apparentemente inespressivi.
Proprio in quel momento lo svedese si voltò, quasi per caso, verso di lui aprendo quella loro speciale e personale via di comunicazione.
Gli diresse un leggero cenno, quasi impercettibile per chiunque, ma non per lui.
“Perché sei scappato? C’è qualcosa che non va?” questo chiedeva quel gesto.
Olav continuò a guardarlo.
Quante volte… Quante volte?
Quante volte avrebbe voluto usare quel canale, il loro canale, per dirgli quel che provava?
Quante volte?
Ma… Questo non sarebbe mai accaduto.
Il ragazzo si limitò semplicemente a una leggera scrollata di spalle.
“Niente, volevo solo cercare Ice”.
 
 
 
La verità era che il passaggio dei suoi sentimenti avrebbe distrutto il canale.
E lui non lo avrebbe mai permesso.
Sarebbe rimasto lì, a sentire il suo cuore crollargli addosso e a bearsi di quegli sguardi invisibili che mai sarebbero stati rivolti a lui.
 
 
 
“Jeg elsker deg.”
Queste parole non avrebbero mai raggiunto Berwald.
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Ok, Swan è tornata con una nuova one-shot depressiva!
Questa coppia mi affascina parecchio, probabilmente perchè sono attirata spesso da questi amori a senso unico e poichè non amo né DeNor, né NorIce... Mi ci sono buttata a capofitto! XD
Piccola precisazione i nomi di Danimarca, Norvegia, Islanda e Hong Kong non sono scelti a caso, il primo è un riferimento storico, vista l'enorme quantità di sovrani norvegesi con codesto nome, il secondo è semplicemente preso fra i più comuni in danimarca, il terzo è un riferimento leggendario e l'ultimo è uno dei possibili nomi rilasciati dall'autore per Hong Kong^^

Ah, ultima cosa: "Jer elsker deg" dovrebbe significare ti amo in Norvegese.



Beh, come sempre ringrazio in anticipo i recensori, chi metterà fra le preferite e anche solamente chi perderà un po' del suo tempo a leggere!^^
Alla prossima!
   
 
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