Key.

Era bastato un solo sguardo.
Un solo sguardo da parte di Leto e per farlo impazzire.
Da allora le iridi cerulee dell’americano lo tormentavano.
Colin si era spesso chiesto come mai gli facesse questo effetto. Tutto di Jared lo attraeva, dal fisico, alla personalità, alla voce.
Jared era un po’ come il miele per le api: tutti coloro che lo conoscevano sembravano rimanere incantati da lui, pendevano dalle sue labbra.
E Colin si era domandato spesso il perché.
Era il suo aspetto fisico? Il suo corpo sottile come un giunco e perfetto in tutto il suo profilo?
Oppure era il suo comportamento eccentrico e sgargiante? O ancora la sua voce  sensuale e vellutata?
L’irlandese ci aveva pensato a lungo, così tanto da farsi venire l’emicrania, ma Leto rimaneva per lui un mistero.
In tutta la sua bellezza ed eleganza Jared riusciva sempre a nascondersi, a rifugiarsi ed a rimanere irraggiungibile.
Sembrava quesi che fosse impossibile far breccia nel suo cuore, che non avesse punti deboli.
Così, una sera, Colin si stancò.
Avevano appena finito di girare la scena dell’anello.
Oliver si era congratulato ed aveva augurato a tutti la buonanotte.
Colin trascinò Jared lontano dal set, con la scusa di chiacchierare un po’, e lo condusse nella sua camera d’albergo.
Se Jared rimase perplesso da quel comportamento non lo diede a vedere, anche perchè non ne ebbe il tempo.
“A-ascoltami Jay… è da quando ti conosco che sono ossessionato da te. Non ne conosco il motivo, ma sono attratto da te e non riesco a venirne a capo! Ho cercato di avvicinarti in ogni modo per capire meglio i miei sentimenti, ma cazzo!
Ogni volta che cerco di conoscerti meglio tu fuggi e sembri sempre così irraggiungibile che--”
Colin non era riuscito a finire il suo discorso sconclusionato.
L’americano gli aveva chiuso le labbra con le proprie, cingendogli il collo con le braccia.
“Non fuggirò più.” Jared era stato tremendamente serio nel dirlo, fissandolo con gli occhi lucidi.
E Colin aveva capito.
Erano gli occhi, il punto debole di Leto. Erano davvero uno specchio sulla sua anima.
I suoi occhi rispecchiavano le sue emozioni alla perfezione, meglio della sua musica, meglio della sua voce, meglio di qualsiasi altra cosa  in assoluto.
Quegli occhi che potevano esprimere un dolore immenso o tutta la dolcezza del mondo.
Colin li vide incendiarsi di piacere e di commozione e di felicità quella notte, quando fecero l’amore per la prima volta.
Lo prese con dolcezza e passione, gemendo il suo nome tra i baci, stringendolo come se fosse la creatura più bella e preziosa al mondo, come se fosse un  tesoro inestimabile.
E per lui lo era davvero.

Più tardi quella notte, osservandolo dormire serenamente con la testa poggiata sul suo petto, Colin si sentì assurdamente felice.
Jared era uno scrigno prezioso, chiuso a chiave da un pesante lucchetto.
E Farrell non potè che sentirsi felice del fatto che, tra tutte le persone al mondo, l’americano si fosse fidato di lui e gli avesse consegnato di spontanea volontà quella famigerata chiave.