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Autore: Marzolina    07/01/2012    4 recensioni
Parigi. 25 Dicembre. Babbo Natale rapisce una suora in mezzo alla folla ammutolita. Del caso non è pervenuto altro.
[Sherlock Holmes/Irene Adler]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Ultima Cena

25 Dicembre
Parigi

Era successo tutto in una frazione di secondo così ridotta che nessuno era stato in grado di muovere un muscolo: in un attimo la piccola e silenziosa processione di suore aveva visto rompersi le proprie ordinatissime fila dall'incursione di un individuo, che non aveva avuto alcuna remora nell'afferrare una delle novizie e trascinarla via con sé con una velocità a dir poco sorprendente.
Il fatto, poi, che il rapitore in questione vestisse un improbabilissimo costume da Babbo Natale, aveva ammutolito e lasciata sgomenta la maggior parte dei presenti nonché la stessa Madre Superiora, la quale solitamente non avrebbe esitato un solo attimo ad invocare, prima ancora dell'aiuto divino, quello decisamente più terreno e fallace delle forze dell'ordine.
Ma ormai non c'era più niente da fare, perché i due non solo avevano immediatamente fatto perdere le proprie tracce, ma sembrava fossero addirittura stati inghiottiti dalla strada: volatilizzati nel nulla rincorsi solo dal sussurro di una bambina tutta guance che domandava alla madre, ancora sotto shock, come mai Babbo Natale fosse diventato così alto e magro.

«Forse sono stato frainteso, ma quando le ho dato ora e luogo dell'incontro mi sembrava sottinteso il fatto che si presentasse da sola.»
«Oh, povera me! Il fatto è che le sue risposte ai miei inviti sono così terribilmente rare - questo è il secondo messaggio che mi manda in tre anni, se non sbaglio - che devo essermi confusa. Cielo, che distratta»
«Bella messinscena comunque, devo ammetterlo. Una suora è, effettivamente, l'ultimo travestimento al quale avrei potuto ricondurla. Ora la nuova frontiera del sexy è il sacrilegio?»
«Chi può dirlo. Le vie del Signore sono infinite e, d'altronde, non è stato forse lei il primo a presentarsi alla mia porta vestito da parroco, signor Holmes?»
Aveva smesso di nevicare e, giunti in quel vicolo, Sherlock poté finalmente togliersi quell'assurda barba sintetica dall'insospettabile potere irritante.
Due occhi grigi baluginarono per un attimo nella penombra mentre con l'altra mano continuava a stringere ostinatamente il polso sottile di lei.
«Mi sembra che la sua fosse una tenuta vagamente più essenziale»
«Oh, se ne ricorda ancora!» fece finta di stupirsi Irene liberando i capelli dal velo monacale, perfettamente consapevole di essere stata assolutamente indimenticabile in quella circostanza.
«Avrei quasi la tentazione di sentirmi lusingata... » uno scatto metallico e non è più solo la chimica a unire i due. «...se non mi avesse appena ammanettata»
«Mi tutelo, se non le dispiace» disse Sherlock in tono distratto.
«Ha paura che le scappi, signor Holmes? Le assicuro che ho più di una ragione per restarle il più vicina possibile...»
Irene gli sfiorò pianissimo il palmo della mano con l'indice.
«No, ho paura che scappi al governo inglese, Miss Adler. Quello scherzetto che ha combinato al ministro Putin, lo scorso mese, ha messo a rischio cose ben più essenziali che la sua credibilità come capo di stato...»
«Ad esempio?»
«Ad esempio l'equilibrio internazionale in Europa»
«Capisco... e pensare che erano solo poche fotografie vestito da Zar. Dunque? Hanno mandato proprio lei ad arrestarmi?»
«Purtroppo sono stato incastrato, sì. Secondo Mycroft ero l'unico a poterle dare appuntamento ed avere buone probabilità che lei si presentasse davvero.»
«Via, non finga con me, si è offerto volontario, non è così?»
Sherlock la osservòin silenzio per qualche istante, serissimo.
«No, è che mi hanno promesso un cappello nuovo»
Una folata di vento gelido spazzò la strada deserta e Irene si alzò piano sulle punte dei piedi e affondò le dita nei riccissimi capelli di lui quanto bastava per godersi il leggero brivido che gli sentì scendere lungo la spina dorsale.
«Mi dispiace, caro» gli soffiò quindi direttamente nell'orecchio. «ma temo proprio che il suo armadio dovrà attendere il rinnovo. Non può neanche immaginare quale immensa ed eterogenea varietà di persone provi - alla fine di una vita sconsiderata - l'insopprimibile desiderio di finire la propria esistenza in uno sperduto monastero francese...»
Sherlock non si mosse.
«Persone molto poco raccomandabili, magari ex spie dei servizi segreti con un forte senso religioso che però non esiterebbero un istante, se ben corrotte, a seguire passo passo le mosse di un arguto detective inglese con un cappello buffo e a duplicare, sempre in via ipotetica, le chiavi delle manette che il suddetto ha intenzione di usare nel suo prossimo arresto»
Irene si staccò quindi da Sherlock sorridendo e massaggiandosi il polso.
«Ho una pistola con me. Potrei spararle non appena tenta di scappare.»
«Oh, avanti, lo sappiamo entrambi che non lo farebbe mai, non, almeno, fino a quando il mio invito a cena è ancora valido»
«Non ho fame»
«D'accordo, allora assaggio solo il dessert, siamo en France, dopotutto.»
Fu' un attimo: Irene gli appoggiò le mani sulle spalle e gli sfiorò in un soffio l'angolo della bocca con le labbra.
Era l'anticamera di un bacio ma Sherlock non reagì e si limitò a non staccarle gli occhi di dosso.
«So che si aspettava di meglio, ma l'abito che indosso e il falso voto di castità che ho pronunciato hanno avuto un'insospettabile effetto inibitore sul mio appetito sessuale, quest'oggi. Ci vediamo, verginello»

7 Gennaio
Londra
221B Baker Street

«Sherlock! Il telefono!»
«Se è un cliente attaccagli la cornetta in faccia»
«Non so chi diavolo sia, ma continua a urlare qualcosa in francese e Monsieur Sherlòck alla fine di ogni frase, quindi ti spiacerebbe rispondere prima e assicurarti, poi, di non aver dato il mio numero a nessun'altro straniero isterico?»
Solo in quel momento Sherlock alzò gli occhi su John che gli porgeva stizzito il suo cellulare.
«Hai detto francese?»
«Ho detto anche di non spacciare più il mio numero per tuo, a riprova del tuo udito assolutamente selettivo...» borbottò John, ma Sherlock, strappatogli il telefono di mano, già non lo ascoltava più.
«Ah, oui, Soeur Clarette, c'est moi. Merci beaucoup pour votre patience. Oui, oui: mon plan a eu un succèss bœuf grȃce à vous. La donation au profit du monastére vous parverra en nom du Monsieur Mycròft. Oui. Merci encore pour avoir donné la clé à la fille. Aurevoir»

* * * *

Violo il grande tabù dei fandom perché non mi è stato fisicamente possibile restare con le mani in mano dopo tutta quell'immensa epicità dell'episodio 2x01. Seriamente. Mister Moffat: MARRY ME! Devo dire che sono sempre stata una cultrice dello SherlockXJohn soft e un po' ambiguo (come in effetti si dimostra nel telefilm) e, di conseguenza, ero convintissima che avrei odiato qualsiasi interferenza femminile tra di loro (dico a te Sarah: SPARISCI). Ma la *chimica* tra Holmes e la Adler è stata così dannatamente tangibile e meravigliosa che li ho amati fin da subito. Lei è gay, lui reputa l'amore un difetto di logica: come diamine è possibile non scrivere su di loro?

Nelle note finali ringrazio Nori che mi ha betata facendomi notare l'assurdità di certe soluzioni (avevi ragione) e mi ha fatta restare (almeno spero) sempre più o meno IC. <3

   
 
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