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Autore: Evaney Alelyade Eve    07/01/2012    3 recensioni
- Sherlock?! - per poco gli occhi non gli rotolarono via dalle orbite quando Che stava succedendo? Perchè Sherlock era in Afghanistan , vestito con quel dannato coso? - Sherlock, n-non muoverti .. - doveva sbrigarsi , doveva togliergli quel dannato coso , doveva salvarlo...lui doveva....e poi un colpo di fucile , probabilemnte quello di Jack , bucò la splendida fronte di Sherlock, macchiandola si sangue , e mentre Moriarty rideva e John urlava , un terribile boato fece tremare il mondo intorno finchè non divenne troppo buio , per vedere qualsiasi cosa.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lullaby for John.



C'era una gran folla dinanzi a loro  formata da donne, uomini e bambini.. Alcune donne coprivano la bocca con la mano, altre piangevano, altre urlavano , mentre gli uomini rimanevano fissi , immobili , con l'eccezione di chi scuoteva la testa borbottando.
- Che sta succedendo? - chiese urlando Jack Hunter, uno dei commilitoni di John , a questo - riesci a vedere qualcosa? - .
- No Jack, non vedo nulla! - rispose quello, urlando anche lui per superare il vociferare fitto della gente attorno a loro - vado avanti  a vedere cos'è successo! - e si incamminò , affiancato quasi subito dall'uomo con cui aveva appena parlato. Fu difficile arrivare al centro dello spazio lasciato dalle persone , e quando arrivarono alla meta , i due soldati rimasero senza parole : lì, vestito di stracci ed esplosivo , c'era un ragazzino sui 17 anni , che urlava come un forsennato in arabo. Non ci voleva di certo un interprete per capire che stava urlando : - Mi faccio saltare in aria! - .
- Cazzo! - aveva sbottato Jack - ecco un altro povero pollo! - e subito aveva puntato il fucile , mirando alla testa del ragazzo , pronto a far fuoco se avesse cercato di farsi saltare realmente in aria. John dal canto suo iniziò ad avanzare , ottenendo un'occhiata apprensiva dalle persone attorno , e dallo stesso ragazzino , che adesso lo fissava  continuando ad urlare , forse intimandogli di fermarsi.
- Calmati! - urlò John , continuando ad avanzare - calmati! andrà tutto bene! voglio aiutarti! - ed era vero , voleva aiutarlo , dopotutto era solo un capro espiatorio , un povero ragazzino mandato a morire dai grandi che non avevano il coraggio di farlo loro. Il ragazzino continuava ad urlare , fissando il fucile di John , che al volo lo lasciò cadere ai suoi piedi.
- John! - urlò Jack , ritenendo che fosse troppo pericoloso avanzare così, disarmato. John, tuttavia gli fece segno con la mano di tacere : - Va tutto bene, Jack. - . Solo una manciata di metri separavano John dal ragazzo , e adesso il soldato poteva vedere il terrore sul viso giovane , impresso in ogni piega o screpolatura : era ovvio che temeva la morte.
- Ehi ragazzino...- fece un'altro passo in avanti , ma all'improvviso alle spalle del ragazzino spuntò  l'irritante Jim Moriarty. 'Moriarty? ' si chiese perplesso. Che diavolo ci faceva lui , lì?  
- John - la sua voce in farsetto gli aggredì le orecchie , infastidendolo - John! Mio caro, John! Non hai più molto tempo sai? - e gongolando , portò lo sguardo sul ragazzino di fronte al biondo...
- Sherlock?! - per poco gli occhi non gli rotolarono via dalle orbite quando si ritrovò Sherlock dinanzi , vestito come al solito , con in più un giubbotto esplosivo . Che stava succedendo? Perchè Sherlock era in Afghanistan , vestito con quel dannato coso?  - Sherlock, n-non muoverti .. - doveva sbrigarsi , doveva togliergli quel dannato coso , doveva salvarlo...lui doveva....e poi un colpo di fucile , probabilemnte quello di Jack ,  bucò la splendida fronte di Sherlock, macchiandola si sangue , e mentre Moriarty rideva e John urlava , un terribile boato  fece tremare il mondo intorno  finchè non divenne troppo buio , per vedere qualsiasi cosa.

- John! - qualcuno lo stava chiamando ; la voce gli era vicina , ma non sapeva dire da dove provenisse - John! Per l'amor di Dio , John , svegliati! -  questo qualcuno non solo urlava come un matto , ma lo stava anche scuotendo violentemente e quando John registrò la cosa , iniziò a dimenarsi con violenza , cercando di liberarsi  prima che fosse troppo tardi , prima che....un dolore sordo , gli si accese sulla guancia , in seguito ad una frustata , ma  lo aiutò ad uscire dal buio in cui si trovava , permettendogli di mettere a fuoco il viso pallido e gli occhi azzurro ghiaccio di Sherlock .
- Sh- Sherlock? - chiese frastornato , c-cosa ...? d-dove..? - si guardava attorno freneticamente , come si aspettasse di ritrovare quella folla tutt'intorno...ma no, si trovava semplicemente nella sua camera , al numero 221b di Baker Street, nell'appartamento che condivideva con Sherlock..
- Hai avuto un incubo, John - la voce inaspettatamente gentile dell'altro lo spinse a ripuntare gli occhi su quel volto così familiare - e ti stavi agitando come un'anguilla! Mi hai quasi spezzato un polso - e solo in quel momento , John registrò che stava stringendo qualcosa con forza : qualcosa di bianco e caldo....
- Oddio! - lasciò subito la presa , osservando le impronte rossastre che aveva lasciato sulla pelle dell'altro - cavolo Sherlock , mi dispiace - si passò una mano sugl' occhi , spossato , mentre l'altro si alzava dal letto , e si avviava alla porta .
- Sta tranquillo John, non sono delicato come sembro. Oggi sarebbe meglio che tu non andassi a lavoro , potresti ammazzare qualcuno nello stato in cui ti trovi , quindi torna a dormire , dirò a Miss. Hudson di non svegliarti - e detto questo uscì dalla camera , lasciando John da solo a riflettere.
Era da un po che non faceva incubi sulla guerra , da quando aveva iniziato a lavorare con Sherlock ; prima i suoi incubi erano stati tanto violenti e vividi , come quello appena vissuto ,  da costringerlo ad aggrapparsi ad un bastone con la convinzione di aver dolore alla gamba , solo per ricordarsi che era vivo e che non doveva più temere agguati durante la notte , o l'incontro con kamikaze giovani che morivano per una causa di cui non conoscevano nulla.  Quando però aveva conosciuto Sherlock , e ne era diventato coinquilino aveva capito che poteva iniziare a vivere in modo normale...beh, forse normale non era proprio la parola adatta  quando si aveva a che fare con il geniale sociopatico  Sherlock Holmes ,  ma aveva abbandonato il suo dannato bastone e non sentiva più dolore alla gamba .Beh, la sua psicanalista almeno una cosa l'aveva azzeccata : un qualsiasi evento traumatico avrebbe potuto riportare il trauma della guerra...e John riteneva che il simpatico incontro avuto con Jim Moriarty , in cui , guarda caso ,  quello finito con un giubbotto esplosivo era stato lui , poteva sicuramente rientrare nella categoria ' traumatico', eppure John sapeva perfettamente che in quell'occasione l'unica paura era che Moriarty facesse del male a Sherlock.
- Forse sono pazzo, dopotutto quello con l'esplosivo ero io! - e sbuffò una risata , prima di ristendersi tra le coperte , cercando magari di recuperare un po di sonno.

Sherlock andava su e giù nel suo salotto , stringendo in una mano il violino e nell'altra l'archetto , senza però suonare nulla per non disturbare John , nervoso. Era dannatamente irritato. Perchè? Perchè John aveva gl'incubi, di nuovo.
Si ricordava perfettamente - ovviamente -  dei primi tempi in cui lui e John avevano condiviso  l'appartamento : siccome lui non dormiva quasi mai quando era impegnato in un caso interessante , aveva ascoltato più volte le urla del soldato , immaginando , giustamente , che si trattassero di incubi sulla guerra e che da questi potesse dipendere il suo inutile bastone e l'altrettanto finto zoppicare. Dopo il loro primo caso assieme John aveva smesso di urlare e Sherlock aveva potuto riprendere tutte le sue attività notturne. E adesso la  situazione era diversa, dannazione , di nuovo ! Era sicuro che gl'incubi fossero ricominciati dopo l'episodio con Mortiarty, altrimenti come si spiegherebbe il suo mormorare 'Moriarty' e ' Sherlock' nell'arco di due secondi? Senza contare che aveva nominato anche un certo ' Jack '  che , presumibilmente , doveva essere stato un suo commilitone.
- Dannazione , dannazione , dannazione! - sbottò irritato , gettando il violino sul divano , e dirigendosi alla finestra per osservare la quiete di Baker Street...pessima idea, visto che lui detestava la calma e la quiete poichè erano noiose. La verità era , e Sherlock lo sapeva bene , che si sentiva in colpa, molto in colpa, e questo  gli faceva prudere il petto , a sinistra , dove si trovava il cuore , un cuore che si presumeva lui non dovesse avere.
- Ooh, io invece credo che tu ce l'abbia, Sherlock -  forse Moriarty non aveva tutti i torti , da quando aveva incontrato John  aveva iniziato a preoccuparsi anche di qualcuno che non fosse Sherlock Holmes.
- Va bene ! - esclamò , allontanandosi di botto dalla finestra e dirigendosi in camera sua per vestirsi - mia la colpa , mio il problema di trovare una soluzione! - , vestito e pronto in pochi minuti uscì di gran fretta, avvisando - ordinando -  Miss Hudson di non disturbare ,  per nessun motivo , John.

Era l'ora di pranzo quando John finalmente si risvegliò , dopo aver fatto un sonno più o meno tranquillo. Si alzò dal letto e dopo essersi dato una pulita scese al piano di sotto , attirato nel salotto dalle note del violino di Sherlock. Doveva essere una nuova canzone, perchè non l'aveva mai sentita ed era dolce e armoniosa e rilassante...
- Stai componendo? - chiese dunque entrando nel salotto , e trovando il suo amico nella sua solita vestaglia blu , con il suo solito pigiama dalla tinta più chiara . Quello smise subito di suonare e scrivere le note , e si voltò verso di lui , con un sopracciglio alzato : - e tu ti sei svegliato , bell'addormentato? Anche se, dalla tua faccia direi che hai dormito si e no  due ore in più. Giusto? -  e posando il violino si diresse in cucina , mentre John dal canto suo non si prese nemmeno la briga di rispondere e lo seguì , in silenzio.
- A- aspetta...tu hai fatto la spesa, ed hai anche cucinato?! - chiese incredulo , boccheggiando - Hai cucinato?! - e si avvicinò ai piatti posti sulla tavola con fare sospettoso; l'altro alzò gli occhi al cielo , sbuffando spazientito :
- Il fatto che io non abbia mai cucinato , John , non implica necessariamente che io non sappia farlo - e incrociò le braccia al petto , osservandolo mentre si sedeva sulla sedia , in attesa che assaggiasse.
- Sherlock...sicuro che..che non è qualche tuo esperimento ? Sai vorrei essere informato del fatto che mi stai usando come cavia...o cose del genere - scherzò , mentre agguantava la forchetta e Sherlock gli si sedeva di fronte , assottigliando lo sguardo : - Taci John , e mangia - .
- V-va bene - e detto questo , mangiò il primo boccone di quella che doveva essere pasta , e che diamine , era davvero buona! - E' davvero buona! Miss Hudson? -  chiese , sostenendo lo sguardo fisso dell'amico .
- e va bene! è opera di Miss Hudson, contento? - rispose seccato , imbronciandosi come un bambino. John non potè fare a meno di ridere di quel suo comportamento , guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Sherlock , che sbuffando e borbottando si diresse in salotto per poi stendersi sul suo divano preferito e 'confiscare' il portatile del dottore.
Quando ebbe finito di pranzare John raggiunse l'altro in salotto ,ed era di nuovo lì a comporre. Strano, molto strano.
- Lestrade non ti ha chiamato? - chiese sedendosi nella sua poltrona preferita ed osservandolo da capo a piedi : non era annoiato , forse giusto un po , ma molto concentrato per un qualcosa che doveva essere solo un mero hobby. Distrattamente Sherlock gli fece cenno di no con la testa , annotando un altra nota sul pentagramma.
- E non sei annoiato? Irritato? Seccato o quant'altro? - ne soppesò bene la reazione.
- No , John , non sono annoiato! Come vedi ho trovato qualcosa da fare e per favore non disturbarmi ! - e riprese a mormorare  e scrivere .
- Va bene, allora io esco e ....e vado a prendere la cena. -
- Ho voglia di cinese stasera, ti spiace? -  chiese Sherlock  mentre quello usciva , ed ebbe il tempo di vederlo annuire prima che la porta si richiudesse.


Nei due giorni e nelle due notti seguenti Sherlock continuò a lavorare senza sosta alla sua nuova melodia , mentre John continuava a fare lo stesso incubo , ritrovandosi poi - letteralmente - tra le braccia del suo amico. Non poteva continuare ad andare avanti così : erano giorni che non andava a lavoro  visto che era troppo stanco inoltre Sherlock gli vietava di seguirlo nei suoi casi.
- Sherlock!  Sai benissimo che mi distrarrei da- ... lasciamo perdere, ci vediamo quando torni - così concludeva tutte le volte che il detective riceveva una chiamata da Lestrade; per qualche motivo John non voleva ammettere di avere degli incubi e soprattutto si rifiutava di raccontarli al suo amico , perchè poi avrebbe dovuto dirgli che nei suoi incubi c'era lui che moriva , e John tremava solo al pensiero di rivivere quelle scene. Sherlock dal canto suo era molto discreto ed evitava di chiedere o parlarne ; non gli aveva nemmeno detto che ogni qualvolta correva a svegliarlo lui mormorava sempre 'Moriarty' , 'Sherlock' e 'Jack' . Anche i primi tempi aveva fatto così , non volendo invadere la privacy del suo coinquilino , ma soprattutto perchè riteneva che il soldato non gliene avrebbe mai parlato.


La sera, quando Sherlock tornò , soddisfatto per aver risolto l'ennesimo caso , John era seduto in salotto ,sulla sua poltrona che scriveva sul suo blog.
- Oh, ecco il mio blogger - aveva detto , entrando nella stanza , e fiondandosi immediatamente sulla sua composizione , che , a giudicare dai suoi mugolii soddisfatti , doveva essere quasi pronta. Il biondo lo osservò solo per qualche istante prima di ritornare ad occuparsi di ciò che stava scrivendo , soddisfatto perchè le visite erano aumentate , arrivando da 1895 a 1900 .
- Ehi Sherlock! Siamo a 1900 visualizzazioni! - esclamò , tutto soddisfatto , mentre l'amico si sporgeva prontamente oltre la sua spalla , per vedere con i propri occhi.
- Mpf! - aveva sbuffato - non capisco le persone cosa ci trovino ne  ' La bionda maculata' e tutto il resto! E ti prego , togli quell'orribile foto col quel dannato cappello!  -  passandosi una mano tra i capelli , con tono esasperato ; tuttavia John sapeva che un po, sotto sotto , ne era compiaciuto ,eccome!
L'orologio segnava le due passate e John era ancora sveglio , che guardava la tv ; Sherlock trovò la cosa un po insolita , visto che il suo coinquilino aveva l'abitudine di andare a dormire presto.
- John - disse all'improvviso , spegnendogli la tv - credo che... ne dovremmo parlare -  alla fine non poteva più evitare quel discorso : John doveva parlarne altrimenti non ne sarebbero usciti, nessuno dei due. Sherlock , onestamente , odiava questi discorsetti accorati , ma si trattava di John e non poteva continuare semplicemente ad ignorare la cosa , senza contare che era un po noioso occuparsi dei vari casi , senza quell'impiastro di dottore con sè.
- P- parlare di cosa, Sherlock? - John sapeva che prima o poi sarebbero arrivati a quel punto; sapeva e temeva  quel momento , ma era inevitabile : dopotutto Sherlock adesso era parte della sua vita , era un coinquilino , un amico , un collega ed era soprattutto quello che ritrovava al suo risveglio dall'incubo; perciò , forse non era più il caso di ignorare allegramente la faccenda , andava affrontata , anche perchè era stufo di rimanere a casa mentre lui andava a rischiare il culo in qualche caso ; John non era più tranquillo a lasciarlo andare da solo , soprattutto con Moriarty in circolazione.
- Sai benissimo di cosa , John - ribattè -  e credo che rimandare sia inutile, no? -  si accomodò sul divano , osservandolo .
- Va bene, va bene , parliamone. - si arrese il dottore , voltandosi nella sua direzione con un sospiro.
- Perchè non sei già a letto, John? - prima domanda : semplice e precisa , avrebbe portato subito al punto.
- Perchè...è una cosa abbastanza sciocca fondamentalmente - iniziò a disagio , passandosi una mano tra i corti capelli biondi - ma..ecco...ho paura di sognare. Insomma..non mi va di..aah, lasciamo perdere Sherlock, non sono più un bambino quindi...- fece per alzarsi dalla poltrona ma Sherlock lo fermò :
- Non pensare di cavartela così, John Watson. Siediti. - specificò , accompagnando le parole con un gesto - l'avevo pensato, non sono mica stupido , come ben sai , e so che il tuo incubo riguarda la guerra e quello che è successo  alla piscina. Giusto? - indagò .
- Come diavolo....oh - illuminazione - ho borbottato nel sonno, vero? - il rossore che saliva a colorargli le guance e il tremore che gli aggrediva le mani.
- Si...be hai urlato più che altro. John, mi sento in dovere di scusarmi - un rosato d'imbarazzo colorò le guance altrimenti pallide - per averti coinvolto nella mia sfida con Moriarty. - un lungo e lento sospiro , prima di congiungere le mani come faceva di solito quando doveva pensare.
- Ti dispiace? - adesso John era esterrefatto - Sherlock, perchè diavolo ti stai scusando?! Non è colpa tua se Moriarty è un pazzo furioso! - s'infervorò - non è questo che mi ha spaventato Sherlock! Nè Moriarty , nè l'esplosivo! Non dimenticare che sono stato un soldato e sono abituato...oddio - si alzò in piedi, camminando su e giù per la stanza - mi spiace se hai frainteso Sherlock, ma vuoi la verità? La cosa che mi ha scoinvolto di più è stato il pensiero che...che quel pazzo potesse ucciderti! Hai visto, no? Ero disposto a farmi saltare in aria per farti scappare Sherlock , perchè...perchè non potevo sopportare che ti succedesse qualcosa! Senza contare che in questi giorni sono stato in un continuo stato d'apprensione per il non poterti seguire, quando c'è un pazzo come Moriarty in giro! - l'ammissione gli aveva richiesto un grande sforzo , perchè il suo viso era bianco e gli tremavano le mani ; Sherlock, rimase per l'ennesima volta stupito : non immaginava che John, che qualcuno , potesse davvero preoccuparsi per lui in questo modo.
- John - un tono di voce ovattato, gentile - mi...insomma...- per la prima volta in vita sua Sherlock Holmes era senza parole. I sentimenti non erano proprio arte sua. Non c'erano parole , vero , ma forse....forse poteva utilizzare qualcos'altro per...esprimere..insomma per descrivere...oh, al diavolo! Si alzò in tutta fretta, afferrando il violino al volo .
- John - disse - siediti sul divano e ascolta. - e quando quello ebbe obbedito , iniziò a suonare la melodia che aveva composto in quei giorni. Il biondo rimase letteralmente a bocca aperta : Sherlock non aveva davvero mai suonato una cosa del genere. Una melodia dolce, soave e rilassante usciva dal quel violino e si spandeva per tutto il salotto , rimbalzando sui muri e avvolgendo ogni cosa , soprattutto John ; una melodia che ricordava il canto delicato degli uccelli e che faceva sentire bene...una coperta con cui riparasi dal buio, un calore con cui ripararsi dal freddo, una gioia per dimenticare il dolore. O semplicemente era John che la sentiva così, perchè quella canzone sembrava parlargli , mormorando parole gentili e carezzevoli , riscaldandolo e portando la quiete nella sua mente provata. Una canzone tutta per lui.
Quando Sherlock finì di suonare, John stava tremando emozionato e commosso , e non sapeva assolutamente che dire.
- Beh..ho pensato potesse essere utile per aiutarti a dormire. Mycroft era solito canticchiarmi qualcosa , quando da piccoli , non riuscivo a prendere sonno o avevo paura. - e rimase lì, a fissare il suo violino , non sapendo esattamente che fare.
- L'hai scritta per me, perchè non riuscivo a dormire. - non era una domanda, un'affermazione dell'ovvio , come avrebbe detto in altre circostanze Sherlock - Grazie. - .
- E' stato un piacere - riprendendo finalmente a muoversi , depositò il violino sulla poltrona verde smeraldo di John , e andò a sedersi accanto a lui - adesso riposa John, domani sento che ci aspetta una giornata impegnativa - e detto questo con molta nonchalance passò un braccio attorno alle spalle dell'uomo accanto, portandolo a distendersi sul divano insieme a lui.
- Sherlock...- iniziò questo, scombussolato da tanta...gentilezza?
- Va tutto bene , John. Non vado da nessuna parte. - e questo era poco ma sicuro. Era tutto ciò che poteva promettergli.
- Come si chiama? - chiese il dottore , accomodandosi meglio sul divano e contro di lui. L'unica cosa che poteva fare.
- Lullaby for John - rise - ovvio. -
- Ovvio. - rise anche lui - buonanotte, Sherlock. - e presto si addormentò.

 Sherlock non dormì tutta la notte , per studiare il volto , finalmente , rilassato del suo amico , mentre lui continuava a canticchiare la melodia che aveva suonato , lasciando che come una vera ninna nanna , tenesse lontano gli incubi da John.
- Forse Moriarty aveva ragione - bisbigliò ad Amleto , il suo amico teschio - forse , il mio cuore è ancora quì.-.











Spazio autrice: 

Okay spero vivamente che vi sia piaciuta e...be di non essere andata troppo fuori dai caratteri originali! >___<  Detto questo ringrazio vivamente chi segue, legge, commenta e non commenta , e chi preferisce. Un abbraccio e una nota della bella melodia per John. 










































 
   
 
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