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Autore: Danian Ramone    07/01/2012    0 recensioni
Kole e Cherry Simmons furono assassinati al loro rientro in casa dopo una cena di famiglia in città. L’assassino fu un ladro, intento a infiltrarsi nella loro prestigiosa villa, condannato all’ergastolo. Le due vittime erano genitori del piccolo Blake Simmons, 9 anni, dato in affidamento ai genitori della madre: Adam e Rose Evans.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

L’inverno era appena arrivato in quella gelida Belleville, mentre il piccolo Blake disegnava seduto al tavolo del salone da pranzo dei suoi nonni. Sapeva che la nonna Rose l’avrebbe rimproverato perché quello non era l’ambiente adatto per sfoderare matite e qualsiasi cosa che avrebbe potuto rovinare le tappezzerie o i mobili e blabla, ma amava la vista dalla grande finestra alla fine della stanza. La sala da pranzo era al secondo piano della villa dei nonni, perciò da li riusciva a vedere l’intero giardino e il resto del quartiere. Poteva osservare la vita che tirava e in qualche modo lo ispiravano per i suoi disegni, tant’è vero che molti di questi raffiguravano delle scene o individui buffi visti in piazza. Disegnava in qualsiasi circostanza, comunque, anche la sera tardi nella sua cameretta o la mattina appena sveglio per raffigurare il sogno che aveva appena fatto e se era il caso continuava a scuola, motivo per il cui i nonni venivano spesso convocati dalle maestre. Aveva quel represso bisogno di esprimersi e per Blake il disegno era l’unico modo. Non parlava molto, ne con i suoi compagni di scuola ne tanto meno con i nonni.
Ad un tratto sentì dei passi provenire dal corridoio. Come risaputo, era la nonna. Si nascose insieme a tutte le matite e i fogli sotto il grande tavolo, sperando di non essere beccato. Rose, appena entrata nella stanza, ci mette poco a trovare il nipote intimorito. Spazientita con gli occhi al cielo gli porge una mano per rialzarsi. Blake, tenendo lo sguardo in basso, esce da sotto il tavolo e si rialza.
«Ciao nonna..» le dice intimorito.
«Ciao Blake. Quante altre volte dovrò farti la ramanzina?» sembrava più adirata del solito, Blake lo aveva capito subito. Teneva ancora lo sguardo per terra, senza dire nulla. «Scusa..» sussurrò. Rose lo invitò a sedersi accanto a lei nel divano dall’altra parte della stanza. Avrebbe voluto tanto che quel bambino capisse, ma appunto.. era ancora troppo piccolo. Blake non aveva mai visto uno sguardo così serio sulla nonna –credeva di essere davvero nei guai, sta volta-, perciò cercava di evitarlo scrutando la tappezzeria del divano. «Senti, Blake.. Lo sai che.. mamma e papà non ci sono più, che il nonno sta male e sarà mio il compito di accudirti.». Il bambino la guardò negli occhi solo per un istante. Erano lucidi e la voce era tremante, era triste. Non poté fare a meno di fare altrettanto, facendosi scendere sulle guance quelle lacrime che i bambini non provano mai a nascondere. Stava male per la nonna e odiava vederla così. Continuò ad ascoltarla, anche se probabilmente non avrebbe capito davvero cosa volesse dire, ma era disposto a capire cosa non andava. «Devi promettermi che d’ora in poi farai ciò che dico io e non dovrai per nessun motivo disubbidirmi. Te lo chiedo.. per favore.». Blake continuava a far scendere le lacrime in silenzio. «Dio, sei solo un bambino..» riprese Rose portando le mani alla testa per poi sospirare. «Te lo prometto, nonna.» Blake singhiozzava, non sapeva per certo cosa pensare, si sentiva colpevole. Lei non rispose. Ci fu un attimo di silenzio, in cui la nonna si asciugò le lacrime e Blake ripensò a quella sera. «Quel signore voleva bene a mamma e papà?» chiese il bimbo, con tutta l’innocenza che aveva in corpo. «A quanto pare, no.» rispose secca Rose, fissando fuori dalla finestra.
«Allora perché rideva?» gli era stato insegnato che il sorriso era qualcosa di genuino, di oggettivamente giusto.
«La soddisfazione, rende la gente felice. La soddisfazione non ha nessun limite e quel bastardo l’ha trovata nel sangue, nel rubare, nella criminalità, a quanto pare.» rispose immergendosi in un’isterica sghignazzata. Blake.. sorrise. «Quindi è bello uccidere?». La donna smise di ridere e si bloccò, fissando il nipotino. «Potrebbe esserlo, dipende i punti di vista.». Sospirò, diede un bacio sulla fronte al piccolo Blake, si alzò e uscì dalla stanza. Lui rimase a “riflettere” su quelle parole della nonna per qualche minuto. Il sorriso portava sempre al giusto, quell’uomo ha trovato il sorriso uccidendo. La cosa lo incuriosiva.
Si alzò dal divano ancora sovrappensiero, con un sorriso entusiasmato.

 

Kole e Cherry Simmons furono assassinati al loro rientro in casa dopo una cena di famiglia in città. L’assassino fu un ladro, intento a infiltrarsi nella loro prestigiosa villa, adesso condannato all’ergastolo. Le due vittime erano genitori del piccolo Blake Simmons, 9 anni, dato in affidamento ai genitori della madre: Adam e Rose Evans.


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Mi ha ispirata l'album "I Brought You My Bullets, You Brought Me Your Love" dei My Chemical Romance e boh.. "bullet" è stato il primo titolo che mi è venuto in mente, anche se probabilmente non c'entra moltissimo, per ora. Spero che non sia una delle tante idee che ho mandato all'aria. Grazie a chiunque abbia letto e anche a chi non mi caga. Vi amo tutti. (?)

   
 
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