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Autore: Haesbich    07/01/2012    3 recensioni
Uno stralcio di vita di Harry e Ginny, coppia che non amo neanche particolarmente, ma che ho iniziato a vedere diversamente da qualche tempo. Quella conversazione lo perseguitava, in quel momento. Quel ricordo nitido che l'aveva rassicurato per tutto il tempo della ricerca degli Horcrux era stato lentamente trascinato nel dubbio, in quel dubbio atroce che attanagliava il suo cuore da quando aveva sopportato il peso del medaglione. Era sul punto di scoprire la verità, ormai ne era certo. Una Ginny ammaccata dalla battaglia lo guardava dal letto con i suoi occhi dolci del colore del cioccolato al latte, in attesa della sua prossima mossa. Troppo timida per dargli certezze; troppo sicura per non instaurare il dubbio nel suo cuore. Con movimenti impacciati il giovane Gryffindor si avvicinò al letto a baldacchino che l'aveva ospitato durante ogni vacanza alla Tana, osservandola con quelle iridi piene di dubbi, gli stessi dubbi che la ragazza percepirà sulle sue labbra appena queste troveranno per l'ennesima volta quelle di lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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“Io ho paura, Hermione.. Lei..."
La voce del ragazzo si affievolì fino a svanire, fagocitata dai pensieri pressanti che gli riempivano la testa di tutti quei timori.
"Lei cosa, Harry?"
Domandò con dolcezza la riccia, l'attenzione ormai distolta dal grosso tomo che aveva posato sulle cosce snelle parecchi minuti prima per ascoltare le parole stentate che uscivano dalla gola del suo migliore amico.
I grandi occhi verdi del prescelto erano sgranati, colmi di orrore e terrore, di una paura associabile solo a un amante che rischia di scoprire che l'oggetto del suo amore non è perfetto come credeva.
"Lei ha molta.. Più esperienza. Michael... Dean..."
Balbettò il Prescelto schiaffandosi disperato una mano sul viso.
"No."
Lo interruppe con dolcezza la sua amica raccogliendo i crespi capelli in un concio sulla testa, usando una matita babbana per fermarli.
"No."
Ripeté poi con la sua voce cristallina e sicura tuffando i suoi occhi castani in quelli verdi dell'altro.
Harry la guardò senza capire, osservandola scuotere il capo con un mesto sorriso sulle labbra.
"No."
Disse ancora una volta Hermione, la voce sicura in attesa che Potter assimilasse le sue parole e le comprendesse, una alla volta.
"Intendi..."
Iniziò l'interlocutore della strega per poi schiarirsi la voce.
"Intendi che non...?"
Chiese, lasciando teatralmente in sospeso la frase, una fiamma di speranza gli si accese nel cuore in quel momento, rossa come i capelli della sua bella e forte quanto la di lei volontà.
"Mai."
Confermò la prefetta con un sorriso divertito sul volto ed un'espressione furbesca.
Le pagine del libro frusciarono mentre esso veniva rapidamente riaperto alla ricerca del segno.
"Perchè?"
Quella domanda inaspettata ruppe il silenzio che si era venuto a formare dopo quell'ultima parola favellata con sicurezza e gli occhi della Granger si staccarono ancora una volta dalle pagine per sfiorare con la loro impalpabile carezza il volto dell'amico.
"Perchè non eri tu."
Sussurrò la Gryffindor con un filo di voce.
Una risposta ovvia che fece illuminare di gioia il volto del ragazzo al suo sesto anno di studi.

*******

Quella conversazione lo perseguitava, in quel momento.
Quel ricordo nitido che l'aveva rassicurato per tutto il tempo della ricerca degli Horcrux era stato lentamente trascinato nel dubbio, in quel dubbio atroce che attanagliava il suo cuore da quando aveva sopportato il peso del medaglione.
Era sul punto di scoprire la verità, ormai ne era certo.
Una Ginny ammaccata dalla battaglia lo guardava dal letto con i suoi occhi dolci del colore del cioccolato al latte, in attesa della sua prossima mossa.
Troppo timida per dargli certezze; troppo sicura per non instaurare il dubbio nel suo cuore.
Con movimenti impacciati il giovane Gryffindor si avvicinò al letto a baldacchino che l'aveva ospitato durante ogni vacanza alla Tana, osservandola con quelle iridi piene di dubbi, gli stessi dubbi che la ragazza percepirà sulle sue labbra appena queste troveranno per l'ennesima volta quelle di lei.
Le dita della piccola Weasley vagavano distratte per il suo collo, disegnando ghirigori immaginari e figure più complicate simili alla cicatrice che lui portava in fronte, quel destino scritto sulla sua stessa pelle.
Timida la mano di lui si posò sul fianco della ragazza da sopra la camicia della divisa che lei era stata costretta ad indossare fino all'ultimo, quella camicia sgualcita e sporca di sangue e sudore che in quel momento venne stretta fra le dita tremanti del ragazzo che aveva sconfitto il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi.
"Harry...?"
Lo chiamò lei, preoccupata dal vederlo così assente, così insicuro.
Rapida gli allacciò una gamba attorno ai fianchi, attirandolo più vicino e facendo sfiorare i loro bacini.
Lui non rispose, appropriandosi con le sue labbra piene di dubbi e incertezze della bocca di lei che si schiuse docile appena venne sfiorata dalla sua lingua rapidamente catturata da quella di lei che ricercava un contatto più intimo, maggior sicurezza da parte di entrambi.
Le loro bocche si muovevano in sincrono, allontanandosi l'una dall'altra solo quando i due innamorati necessitavano d'aria.
Il tempo di un respiro e di nuovo le loro lingue tornavano ad intrecciarsi in quella lotta per il predominio degli spazi.
Poi fu lei a prendere l'iniziativa.
Le sue mani sottili si insinuarono sotto la stoffa della T-shirt che il ragazzo indossava, scorrendo su quella pelle liscia e perfetta che a quel contatto si copriva di una lieve pelle d'oca, facendola sorridere teneramente.
Lui era annichilito dal terrore, gli occhi sbarrati ed il volto affondato fra i suoi capelli ramati che odoravano di casa, di sicurezza, di protezione, di lei.
Quanti altri avevano respirato quel profumo? Quanti altri si erano potuti godere quel tremito leggero che l'aveva scossa al primo soffio sulla pelle rovente del suo collo?
Le mani della ragazza continuavano intanto la loro esplorazione, ignare dei pensieri che affollavano crudeli la testa di lui, ignare della paura del ragazzo, dell'uomo più coraggioso che avessero mai sfiorato.
Gli occhi socchiusi, l'espressione beata, Ginny continuava a carezzarlo con quelle mani appena callose per colpa delle pluffe afferrate, senza sapere che rischiava di essere più distruttiva di un bolide engorgiato.
Iniziò lenta a tirare la maglietta per costringerlo a levarla, gli occhi furbi che si erano spalancati per godersi la sua espressione trovarono uno stupore allucinato che le fece scappare un sorriso smaliziato.
Un altro strattone e le braccia del Ragazzo Sopravvissuto si alzarono come tirate da fili invisibili e la maglia si afflosciò sul pavimento.
Dita ora timide iniziarono a sfiorare quel torace asciutto, percependo distintamente i fasci di muscoli al tatto, seguendoli con esitazione evidente.
Le iridi calamitate da quella perfezione, le labbra schiuse in un'espressione di meraviglia Ginevra si gustava la solidità di quel petto caldo e liscio sotto alle mani.
Quell'espressione così perfetta ottenne finalmente una reazione da parte di Harry che affondò con il bacino contro il suo e si puntellò con la mancina sul materasso, iniziando lentamente a slacciare i bottoni della blusa di lei con le dita della destra, passandoli attraverso ad ogni asola con attenzione mentre la rossa continuava a sfiorare il suo petto, proseguendo lungo il braccio dai muscoli tesi.
Un soffio fresco sulla pelle e la ragazza percepì distintamente la propria nudità, mordendosi istintivamente il labbro inferiore in attesa di un giudizio.
La camicia aperta, un semplice reggiseno a triangolino, le gote arrossate, i capelli rossi sparsi sul cuscino e le labbra gonfie per i suoi baci, Harry pensò di non aver mai visto nulla di più bello in tutta la sua vita.
Una spinta leggera lo fece rotolare di lato dando così alla Weasley la possibilità di mettersi a cavalcioni sul suo bacino e di sfilare del tutto la blusa prima che ella si piegasse a solleticargli il petto con la chioma fulva e con le labbra avide e dolci che per troppi anni l'avevano atteso.
Un gemito ruppe il silenzio quando la giovane ondeggiò inconsapevolmente sopra di lui, poi tutto si rovesciò come una clessidra ed Harry la imprigionò contro al materasso, immobilizzandola con il bacino premuto contro il suo ed un'occhiata colma di amore famelico ed affatto puro.
Un lampo di malizia attraversò nuovamente lo sguardo della sedicenne mentre inarcava la schiena per far aderire il corpo a quello di lui e portava le mani a slacciare i jeans del giovane con inaudita sicurezza.
Di nuovo i dubbi oscurarono la ragione di lui, dissipati come nuvole dal vento dalle sue parole sussurrate con voce tremendamente roca.
"Ti amo, Harry."
Mormorò lei mentre le dita del giovane si fermavano tenendo imprigionata la zip della sua gonna fra pollice e indice.
Un rumore appena accennato di cerniera abbassata e poi la sua voce gonfia di emozione.
"Ti amo anch'io, Ginny."
Un sorriso e lei si puntellò sui piedi per farsi scivolare addosso anche quell'indumento.
Le mani di lui lo accompagnarono fino alle sue caviglie, poi lei scalciò via quella gonna plissettata che nell'ultimo anno aveva imparato a odiare.
Dita timide seguirono il profilo delle sue cosce, superando i fianchi per posarsi poi sul seno sinistro che venne sospinto verso quel palmo accogliente dalla giovane che ridusse gli occhi a fessure che di certo non esprimevano fastidio.
Incoraggiato da quel movimento il Prescelto spostò la mano dietro la sua schiena alla ricerca del gancetto del reggiseno, ultimo capo rimasto ad occultare le sue morbide curve ai suoi occhi indiscreti che ora la Weasley agogna addosso di sè.
Mani impazienti tirarono i jeans del ragazzo nel tentativo di abbassarli e appena ci riuscirono i bacini impattarono, strappando sospiri a entrambi.
Uno scatto leggero e la ragazza sfilò le braccia dalle spalline, lasciando che lui scoprisse con una certa soddisfazione i suoi seni per poi piegarsi a suggerne le punte.
Mani dolci affondarono fra i capelli corvini di lui e dita piegate ad uncino se lo spinsero contro in una muta preghiera mentre l'eccitazione di lui le premeva contro l'interno coscia.
Pochi gesti affrettati ed entrambi si ritrovarono nudi.
L'unica poesia della situazione data dalla loro pelle che assorbiva l'odore dell'altro e dal loro amore.
Delicato lui le allargò le ginocchia, poi un sussurro.
"Aspetta..."
E la mano candida di lei impugnò la bacchetta puntandola contro il proprio ventre morbido per castare giudiziosamente un incanto cautelativo.
Abbandonata di nuovo l'arma prese il viso del giovane fra le mani e fece incontrare di nuovo le loro bocche per un lungo bacio.
"Sono... Sono il primo?"
Sussurrò lui al suo orecchio, carezzandole i capelli, lei annuì con il volto affondato nel petto dell'altro e una felicità intensa scaldò il cuore del mago mentre dava la prima spinta per unire quei corpi che sarebbero sempre dovuti essere una cosa sola.

 

 

 

NdA: Eh sì, rieccomi con una storia dedicata a Sif e a Mirya. Alla prima che mi manca ed alla seconda che è stata la mia ispirazione.
Sì, perché rileggendo la sua raccolta “Succo di Zucca” ho trovato la frase che ha fatto scatenare la mia fantasia!
Infatti sua è una parte del discorso fra Harry ed Hermione che ho ripreso con alcune frasi, cercando di modificare il resto il più possibile.

Poi non so dove altro il mio cervellino bacato abbia trovato gli elementi di questo spaccato di vita, so solo che mi ispirava e che è ciò che mi ha fatto riprendere una penna in mano.

Okay, con le note d’autore son negata, neh? Chiudo qua prima di far sfaceli :)

   
 
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