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Autore: Talestri    07/01/2012    7 recensioni
(...) -No, non è giusto André! Non avresti dovuto lasciarmi sola!-
“Perché, perché l’hai fatto Andrè? Santo Dio quanto sono egoista, tu non ci sei più ora, no, non è possibile, è come se lo sapessi già, ma ora, ora che è vero non posso crederci. Le gambe non mi tengono più in piedi, sono qui in ginocchio, a pugni chiusi piango e rinnego Dio perché mi ha strappato la cosa più importante che avevo, l’unica cosa per cui avrebbe valso la pena vivere…” (...)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sono vuoti i tuoi occhi. Ti vedo ma tu non puoi. Non puoi più vedermi amore mio, anche se mi fissi in volto quegli smeraldi stupendi, no, non ti è più possibile. Maledico il giorno in cui ti ho incontrato perché così ho segnato la tua fine, sì, maledico il giorno in cui ti hanno portato da me perché ti ho condotto all’oblio. Ma vedo ancora in te quel bambino, quello splendido bambino castano, con quei grandi occhi verdi, dolci limpidi, vi ci si poteva scorgere tutto e ora sono vuoti, ciechi per sempre. No, non posso maledire il giorno in cui ti hanno portato da me, no, non posso maledire mio padre per avermi fatto crescere così, così apparentemente forte, anche se questo ti ha fatto soffrire, anche se questo ti ha tenuto paradossalmente lontano da me, o almeno dal mio cuore perché tu sei sempre stato lì vicino a me, con una lealtà che pochi sono in grado di dimostrare, quindi il mio egoismo non mi permette di mandare al diavolo tutto ciò, sono troppo legata a tutto quello che c’è stato fra noi, noi fratello e sorella, amici, amanti, non avrei potuto vivere senza tutto questo: niente avrebbe avuto senso. Infatti ora tutto si fa grigio, il caldo di questo tramonto di luglio mi fa sudare, anche se dovrei percepire solo un lieve tepore, e allora perché? Sudo freddo amore mio, so che ti sto perdendo e non posso fare niente per impedirlo, non posso fare niente per estirpare dal tuo cuore quella spina d’acciaio, così piccola e letale, non posso niente, ho vissuto una vita, ho vissuto quasi 34 anni fingendo di potere tutto, dando ordini a destra e a manca, andando contro tutto e tutti, ed ora mi ritrovo qui inerme davanti a quanto ho di più prezioso al mondo e non posso far altro che sentirti scivolare via dalle mie mani inesorabilmente, ma tu sarai mio per sempre … dovrebbe essere una consolazione questa? No, non credo a pensarci sto solo più male perché è colpa mia questo, mia la colpa di tutto: prima hai perso un occhio per una mia iniziativa, poi l’altro per salvarmi e ora di conseguenza, per seguire me,  stai perdendo la vita. Però ora sì lo sento, riaffiora l’egoismo e sono quasi disgustosamente fiera che non avrai nessun’ altra, che sarai mio per sempre André Grandier … per sempre, che cosa vuol dire poi? Esisterà un per sempre? Amore dimmelo te perché deve esserci, perché ho paura, ho paura per te, per te che sei troppo perfetto per svanire così, ho paura per me, così persa senza di te, ho paura per noi perché non può finire così. Continuo a fissarti e tu mi guardi ancora, anche se non mi vedi. Ti accorgi che il sole sta tramontando, niente più spari, solo uccelli che tornano al nido. Stringo tra le mie la mano che allunghi verso di me, sento il tuo calore, ma tremi amore mio, tremi e non è regolare il battito del tuo cuore, quel cuore che ti sta abbandonando ormai, quel cavallo in corsa capace di tante fervide emozioni, che ti ha permesso di amare, già, di amare me. Le lacrime scorrono incontrastate e cadono copiose sulle nostre mani, ora lo sai amore mio, ora lo sai che sto piangendo per te.”                                                                                           

-Che cosa c’è Oscar perché stai piangendo?-                                                                                                                                   

“La tua voce risuona dentro la mia testa, non riesco a trattenere i singhiozzi, proprio non ce la faccio.”

-Ascolta, André. Io vorrei, vorrei diventare tua moglie. Vorrei che mi portassi in un piccolo villaggio, in una piccola chiesa, dove ci sarà una semplice cerimonia. Ecco André io vorrei solo che mi dicessi che diventerò tua moglie.-

“Tengo gli occhi chiusi, la testa mi pesa, quasi si appoggia sulle nostre mani intrecciate, sta diventando fredda la tua mano Andrè, ma cerco di convincermi che è solo una mia impressione.”

-Ma certo Oscar. Lo diventerai. E’ la cosa che più desidero al mondo-

“La tua voce stanca per un attimo mi da speranza, ma non riesco a smettere di piangere.”

-Oscar, perché stai piangendo?...-

“Non posso fare a meno di sgranare gli occhi, la tua voce è rotta.”

-Perché? Sto forse per morire?-

“Mento a te, mento a me stessa o forse ci spero davvero”

:- No, ma che cosa dici? No André.-

-Hai ragione, io non posso morire adesso: la nostra felicità è appena cominciata. Ora anche l’amore ci unisce. Forse noi riusciremo a vivere in un mondo migliore, Oscar. No, non posso morire in questo momento, proprio non posso-

“Una lacrima ti scende giù, quanto coraggio hai amore mio, non mi abbandonare, non smettere di lottare, la tua forza mi fa sperare ancora.”

-Ricordi Andrè, ricordi quando eravamo ragazzi? Le splendide albe che abbiamo visto ad Arrés? Bene, io vorrei  tornare laggiù con te e vivere di nuovo quei meravigliosi momenti, stavolta in maniera più completa perché adesso ci amiamo e l’amore rende tutto più bello.-

“Chiudo gli occhi, chino la testa, apetto una tua risposta. Perché non rispondi André?”

-André! André!!-

“No, non è possibile no, tu mi stavi ascoltando amore mio lo so, rispondi! Rispondi! Non ti vedo più.  Troppe lacrime negli occhi mi impediscono di scorgerti nitidamente, mi si annebbia il cervello: rabbia, dolore, incredulità, consapevolezza e un profondo inesorabile senso di ingiustizia, sì ingiustizia!”

-No, non è giusto André! Non avresti dovuto lasciarmi sola!-  

“Perché, perché l’hai fatto Andrè? Santo Dio quanto sono egoista, tu non ci sei più ora, no, non è possibile, è come se lo sapessi già, ma ora, ora che è vero non posso crederci. Le gambe non mi tengono più in piedi, sono qui in ginocchio, a pugni chiusi piango e rinnego Dio perché mi ha strappato la cosa più importante che avevo, l’unica cosa per cui avrebbe valso la pena vivere…”

:  -André!! André, noo…-

“Mi sento stanca tanto stanca, stanca di vivere, ormai non ha più senso. Ti prego Signore prendi anche me! Te ne prego! Non voglio stare un istante di più a questo mondo senza di lui! No, non ce la faccio. Mi devo sdraiare sì, sono stanca … ma dov’è il mio André? No! Non portatelo via da me! Perché è di colpo tutto buio qui? Non voglio chiudere gli occhi, non ora, ma ho le palpebre pesanti. Oh.”
Oscar apre gli occhi e si trova bocconi su un pavimento di lastre di pietra umida, i vestiti fradici, osserva le pietre bagnate sotto il suo viso, alza gli occhi al cielo, sembra piangere anche lui per un enorme dolore.
“Sono fortunata in fondo, il cielo è eterno, eternamente solo e condannato a piangere per sempre il suo immenso dolore, mentre io me ne andrò sì, me ne andrò presto da questo mondo …”

Un colpo di tosse. Sangue, molto sangue  ancora fuoriesce dalla sua bocca e accresce il macabro specchio che si trova sotto di lei. Ora le è tutto più chiaro.

“Quindi sono svenuta qui eh? Bel posto per lasciarsi morire questo vicolo di Parigi. Peccato che non sia stato tutto un sogno, i sogni sono ombre, i ricordi invece, promemoria di un passato più o meno recente, più o meno doloroso … Sono sola adesso, forse è per questo che do tanta importanza a me stessa o forse gliela ho sempre data. Cosa importa ora? Nulla importa più. Meglio chiudere gli occhi, fa troppo male vedere la propria immagine riflessa in uno specchio d’acqua e sangue, il proprio sangue, eppure sapersi viva, così inutilmente viva … senza te … oh, André …”

Oscar fu ritrovata la mattina seguente dall’amico e soldato semplice Alain De Soisson e condotta alla Bastiglia, dove a capo dei soldati della guardia, intenta nel coordinare i cannoni dei suoi uomini, fu colpita da una raffica di proiettili e incontrò la morte proprio in uno di quei vicoli parigini, pensando al suo André, potendo raggiungerlo finalmente, stavolta per sempre. 

  
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