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Autore: vorabiza    07/01/2012    13 recensioni
Un incidente a pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prende cura di lui nei successivi quattro mesi.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Traduttrice: Leli
Beta: duedicoppe

Summary: Un incidente di pozioni trasforma Draco in un bambino di quattro anni e Harry si prenderà cura di lui per i successivi quattro mesi.

Rated: Innocent-ish - PG-13
Categories: Harry/Draco
Characters: Draco, Harry, Severus
Genres: Romance, Drama
Warnings: Violenza, Liguaggio
Chapters: 21

Perdonate la latitanza.

BUONA LETTURA




Capitolo 14: Cedere

 

Harry arrivò intenzionalmente con un minuto di ritardo alla lezione di Pozioni, per non esser costretto a trattare con nessuno. Aveva avuto una nottata difficile; era stanco, confuso e in generale, al momento, si sentiva instabile e ferito. 

"Signor Potter, dieci punti da Grifondoro per essere in ritardo," sogghignò Piton.

Harry annuì appena, sedendosi con Draco ad un tavolo vuoto dietro il lato Grifondoro dell'aula, ignorando Blaise che cercava di fargli segno di andarsi a mettere acconto a lui, ignorando gli altri Serpeverde, i Grifondoro, il sopracciglio alzato di Piton alla scelta del posto.

Piton tornò alla lettura e Harry tirò fuori velocemente la pergamena, la piuma e l'inchiostro iniziando a prendere appunti, non prima di aver aiutato Draco a tirar fuori le stesse cose così che potesse disegnare. Ignorò ogni sguardo preoccupato o curioso lanciato nella sua direzione e si limitò a prendere gli appunti necessari.

"Rimani qui," ordinò a Draco, dolcemente. "Devo andare a prendere alcuni ingredienti aggiuntivi per la pozione."

"Ok, Harry," gli rispose semplicemente.

Prese dunque un profondo respiro e si diresse verso l'armadio delle scorte per gli studenti insieme a metà della classe. Sia Pansy che Hermione lo bloccarono.

"Harry, cosa c'è che non va?" gli chiese Hermione preoccupata.

"E' arrabbiato con me," rispose debolmente Pansy.

"Hai solo detto la verità," la riprese Harry, stancamente. "Non sono arrabbiato con te per aver detto la verità."

"Harry, non intendevo in quel senso," sussurrò Pansy, non volendo che Piton origliasse. "Mi dispiace."

Hermione li stava fissando con le sopracciglia inarcate.

"Senti, lascia perdere. Sono solamente di pessimo umore perché ho avuto una nottata movimentata," minimizzò, arraffando gli ingredienti dagli scaffali.

"E perché la scorsa notte è stata tanto male?" domandò Hermione ansiosamente.

"Non ho voglia di parlarne," sbottò Harry irritato.

"Hai ancora intenzione di venire in sala comune dopo cena?" chiese Pansy preoccupata.

Harry sospirò.

"Signor Potter," Piton irruppe nella loro conversazione. "Sembra che oggi abbia intenzione di disturbare l'intera classe. Quindi saranno altri dieci punti, ora torni al suo posto immediatamente."

Harry gli scoccò un'occhiataccia, ma voltò le spalle alle due ragazze senza aggiungere altro e tornò al proprio posto. Si accigliò con se stesso rendendosi conto che gli sembrava di star pagando il prezzo per aver ricevuto un po' di conforto la notte prima.

Mentre si dirigeva verso il suo tavolo da lavoro, vide Draco guardarlo con un'espressione sconsolata. Sapeva che avrebbe dovuto lavorare sodo per cercare di far virare nuovamente il suo atteggiamento, per il suo bene, se non per il proprio.

Posò gli ingredienti aggiuntivi gli ingredienti in più e lo guardò. "Te la senti di aiutarmi a preparare una pozione ora?" gli chiese.

"Davvero?" esalò Draco.

"Davvero," gli rispose con un piccolo sorriso.

Gli mise davanti un mortaio e un pestello e gli mostrò come macinare lo scarabeo mentre lui iniziava a tritare la radice di margherita di cui aveva bisogno.

Harry chiuse fuori tutti gli altri e, realmente, passò un'ora praticamente piacevole lavorando sulla sua pozione con Draco. Era d'aiuto più di quanto si fosse aspettato ma, realizzò, avrebbe dovuto prevederlo. Draco mostrava un'attrazione verso le pozioni e lavorava con una concentrazione intensa su ogni compito che gli veniva affidato. Ascoltava anche ogni singola parola, attento a non commettere alcun errore.

Piton li raggiunse e guardò nel calderone. "Sembrerebbe che persino all'età di quattro anni, il signor Malfoy sia in grado di aiutarla a distillare correttamente una pozione," sogghignò alla volta di Harry.

Harry osservò la superficie del suo lavoro, sentendosi punto dall'insulto. Le cose erano tornate, ancora una volta, decisamente normali nella classe di Pozioni. Si rifiutò di dire una sola parola e, dopo pochi tesi momenti, Piton passò finalmente oltre.

Quando ebbero finito, Harry mandò Draco a portare la fiala alla cattedra, rimanendo a pulire. Ciò lo fece sentire importante e, allo stesso tempo, tenne Harry lontano da Piton e da chiunque altro.

Quando l'ora terminò, Harry non era riuscito a sentirsi propriamente meglio, ma stava cercando di fare uno sforzo ulteriore e di pensare positivo per il bene di Draco. Non si era ovviamente aspettato di subire un agguato dopo la lezione.

Stava ancora finendo di pulire e riordinare le cose sue e di Draco quando Ron, Hermione, Pansy e Blaise provarono a raggiungerlo.

"Signor Potter, dovrete rimanere dopo la lezione," ordinò Piton, mentre tutti stavano ancora raccogliendo le proprie cose.

"Ma io..." cominciò Harry, l'occhiata di Piton gli fece cambiare idea. "Sì, signore," annuì pacatamente.

"Voi quattro potete aspettarlo fuori," sogghignò.

Harry terminò velocemente di suddividere le loro cose nelle rispettive borse, e prese la mano di Draco per raggiungere la cattedra con lui.

Piton vi sedeva dietro e li studiò per un minuto, con le mani intrecciate* sotto il mento.

"Draco, mi farebbe immensamente piacere se volessi aiutarmi con le mie pozioni questo pomeriggio, soltanto noi due," affermò sorprendendoli entrambi.

"Mi lascerai davvero aiutarti?" gli chiese, con gli occhi illuminati.

Piton annuì riservando al suo figlioccio un leggero sorriso. "Sì, Draco, assistendo il Signor Potter questo pomeriggio, hai provato che puoi essere di grande aiuto in laboratorio."

La fronte di Draco si aggrottò. "Ma perché Harry non può rimanere?"

"Il Signor Potter non è altrettanto affascinato dalle pozioni quanto te," rispose senza problemi. "Non credo che invidierà il tempo che passerai lavorando con me dal momento che lui preferirebbe utilizzare il suo tempo in altro modo."

"Non ti piacciono le pozioni, Harry?" domandò Draco stupito.

"Ehm, beh, a volte, ma non è che abbia molta voglia di ricominciare a lavorare su una nuova pozione proprio ora," ammise Harry, non capendo esattamente cosa stesse succedendo. D'altra parte, aveva avuto l'impressione di essere costantemente spiazzato dal comportamento di Piton nei suoi confronti, durante tutta la settimana.

"Il Signor Potter può tornare qui e riunirsi a te prima di cena," propose a Draco.

"Ti ricorderai di venirmi a prendere, Harry?" Chiese ansiosamente.

L'altro sorrise e si inginocchiò per dargli un abbraccio. "Ma certo, angelo. Spero ti divertirai a preparare le pozioni con Severus."

"Ok, Harry," lo salutò Draco, rassicurato ed eccitato all'idea di poter ancora lavorare su nuove pozioni.

Harry si apprestava ad andarsene quando Piton lo fermò con uno sguardo. "Draco, ho tenuto un calderone fuori. Vai avanti e inizia a prendere gli strumenti di misura da quella mensola lì," ordinò, indicandogli la mensola.

Il bambino si mosse ansiosamente per ubbidire e Piton si rivolse a Harry. "Qualunque sia il suo problema con loro," ghignò, indicando la porta oltre la quale Ron, Hermione, Pansy e Blaise stavano sicuramente aspettando. "Le suggerisco di venirne a capo prima di cena."

Non gli diede la possibilità di replicare, muovendosi per andare ad aiutare Draco. Harry lo guardò con occhi enormi, sorpreso. Piton stava facendo qualcosa per aiutarlo? Dopo averlo trattato schifosamente durante la lezione? Sempre più confuso, si voltò per andarsene.

Stava ancora pensando a lui, dimenticandosi praticamente della presenza dei quattro che lo stavano aspettando, e quando li vide non fu più così sicuro di apprezzare il fatto che Piton lo stesse aiutando, sempre che lo stesse facendo davvero.

"Dov'è Draco?" chiese Blaise.

"Con Piton," rispose tranquillamente. "Devo tornare a prenderlo per cena."

"Bene," sentenziò Hermione afferrandolo per una mano.

Pansy si attaccò all'altra. "Perché dobbiamo andare a parlare."

"Ma..." provò a protestare e a riprendersi le proprie mani, ma le ragazze non lo mollarono e Blaise lo interruppe.

"No, tu vieni, Harry," affermò. "E' per il tuo bene."**

"Ron?" cercò di implorare, guardandolo alla ricerca di aiuto.

Ma questi alzò le spalle. "Mi dispiace, socio. Anch'io voglio sapere che diamine sta succedendo."

Harry sospirò pesantemente e si lasciò trascinare dalle due ragazze. Finirono nella Stanza delle Necessità, territorio neutrale per Grifondoro e Serpeverde. Era divenuta una rilassante stanza che Ron finì di creare con un largo camino e confortevoli divani.

Hermione e Pansy finalmente lo lasciarono andare e lui si gettò su uno di essi.

"Posso almeno fare un riposino?" chiese, ricevendo un coro di "no" come risposta.

"Ma, lo ammetto, sembra tu ne abbia davvero bisogno," replicò Hermione preoccupata. "Persino nonostante il sonnellino durante Storia della Magia di questa mattina."

"E dopo che Piton ti ha permesso di dormire fino a tardi," aggiunse Pansy, ancora sconvolta dalla notizia.

"Hai avuto davvero un incubo la scorsa notte?" chiese Ron ansiosamente.

"Ron, vuoi davvero che ti risponda?" rilanciò Harry irritato.

Ron e Hermione guardarono gli altri due nervosamente.

"Non hai avuto realmente un incubo, non è così?" chiese Blaise tranquillamente.

"Sentite, ditemi perché voi quattro mi avete trascinato qui," sbottò Harry. "Perché non mi ricordavo che voi andaste nemmeno lontanamente d'accordo."

Tutti e quattro si spostarono nervosamente e lo osservarono guardinghi.

Fu Ron a rispondere, sorprendendo gli altri. "Da quel che ho capito, tu vuoi che io vada d'accordo con i Serpeverde. Perlomeno con loro due e Tiger e Goyle," spiegò irritato, gesticolando alla volta di Blaise e Pansy. "Ancora non capisco proprio tutto, ma hai reso abbastanza chiaro che devo  provare a cambiare idea su di loro, perché tu non hai intenzione di cambiarla riguardo a Draco."

"E noi stiamo cercando di andare d'accordo con Granger e Weasley perché sappiamo che siete un pacchetto unico," rispose piano Blaise.

"Non mi importa se andiate d'accordo o no," sbottò Harry. "Voglio solo essere in grado di prendermi cura di Draco. Tutto qui. Niente problemi né complicazioni. Perché tutti quanti non mi lasciate semplicemente in pace?"

"Harry, che è successo?" chiese Hermione preoccupata. "Questo non è da te."

"Cosa vuoi sentirmi dire, Mione?" esplose.

Fulminò con lo sguardo ognuno di loro. "Vuoi sapere cosa c'è che non va? Sono incastrato tra i Grifondoro che si risentono del fatto che frequento dei Serpeverde e i Serpeverde che mi tollerano solo per la presenza di Draco." Urlò.

"Non è vero," lo corressero immediatamente sia Hermione che Pansy, ma Harry le ignorò.

"E' una situazione che va avanti da una settimana, e ho continuato a pensare che, tutto considerato, andasse più che bene. Ma poi Piton arriva e mi ricorda che sono tollerato solo per la presenza di Draco. Ma con lui c'è tutta un'altra marea di cose che mi mandano completamente in confusione," le sue sopracciglia aggrottate la mostravano per intero. Scosse la testa e la rabbia tornò preponderante.

"Poi Ron s'ingelosisce e se la prende con me perché spendo del tempo con i Serpeverde, togliendolo a lui. Pansy viene a ricordarmi che il solo motivo per cui mi parlano e si comportano amichevolmente è Daco. Draco che vuole che ogni tanto mi vesta con abiti Serpeverde e ho davvero pensato potesse essere una buona idea," urlò forte tutta la propria frustrazione e la propria rabbia. "Ma poi, com'è che tutto questo dovrebbe avere a che fare con tutti gli altri?"

Si fermò, osservando gli altri senza preoccuparsi del fatto che gli altri si sentissero a disagio di fronte alle sue urla. "Al momento non c'è un cane che mi vuole," affermò gravemente. "Draco è il solo che lo fa, ma solo perché non si ricorda fottutamente nulla."

"Harry, cosa accidenti è successo l'altra sera che ti ha indotto a pensarla così?" chiese Hermione preoccupata.

"Ancora una volta, vuoi davvero che ti risponda?" le rigirò la domanda furioso.

Nuovamente, Hermione osservò incerta Blaise e Pansy.

"Esattamente," sbottò Harry. "Siamo riusciti ad instaurare un rapporto appena amichevole in questa settimana. ho fiducia nel fatto che loro non diranno nulla, ma voi l'avete?"

"Beh, come fai a fidarti di loro?" chiese Hermione esitante.

"Lo faccio. Semplicemente. Non è che loro stiano smaniando dalla voglia di diventare dei piccoli Mangiamorte," sogghignò.

"Ma hai detto che a malapena ti tollerano," s'arrabbiò Ron. "Come puoi fidarti di loro?"

"Perché sono leali con Draco e Draco con me," replicò ugualmente arrabbiato. "Non andranno a fare o dire nulla che potrebbe danneggiarlo."

"Oh," Ron si sgonfiò. Ovviamente quelle parole avevano fatto scattare qualcosa in Ron e Harry alzò gli occhi al cielo.

"Harry, possiamo anche aver iniziato a parlare con te a causa di Draco, ma ti considero un amico ora, indipendentemente dal resto," s'intromise onestamente Blaise.

"Anche io," aggiunse velocemente Pansy. "Ho provato a scusarmi con te per tutto il pomeriggio. Non intendevo ferire i tuoi sentimenti a pranzo."

"Davvero?" chiese Harry, rendendosi conto di star scimmiottando il gioco del 'davvero' di Draco.

"Davvero," rispose Blaise, un sorriso strano, riconoscendo anche lui il medesimo gioco.

"E' tutto così confuso," ammise, lasciando cadere la propria testa tra le mani. "Mi dispiace d'esser stato tanto triste e arrabbiato."

"Va tutto bene, amico," lo rassicurò Blaise.

Ron osservò Pansy e Blaise e annuì a se stesso, come se avesse preso una decisione. "Hai avuto un'altra visione l'altra notte, non è così?" gli chiese.

Harry lo guardò sorpreso e mosse la testa tra lui e i due Serpeverde.

Ron alzò le spalle. "Se puoi fidarti di loro, posso farlo anche io."

L'amico lo guardò, stupefatto dal corso degli eventi. "Chi sei tu e che ne hai fatto di Ron?" chiese.

Ron arrossì quando Pansy, Blaise e persino Hermione iniziarono a ridacchiare. "Mi hai semplicemente ricordato che gli amici devono essere leali. Ho già rischiato di buttar via la tua amicizia perché ero geloso e non mi sono fidato delle cose che mi dicevi. Sto cercando, in ogni modo, di non fare ancora lo stesso errore."

Harry rimase semplicemente ad osservarlo, quindi Ron si schiarì la gola e continuò. "So che mi sono comportato più o meno male questa settimana, e mi dispiace. Se dici che Parkinson e Zabini sono a posto, allora anche se mi sembra un po' strano che tu ti fidi di loro, dovrei fare del mio meglio per credere in te."

Poi sorrise. "D'altra parte, immagino che probabilmente mi dovrei fidare nel tuo giudizio dato che ho sperimentato di persona quanto tu sia bravo nello sceglierti gli amici."

Harry e gli altri furono sorpresi dalle risate.

Hermione guardò Ron raggiante di orgoglio. "Credo che tu sia finalmente cresciuto, Ron."

Questi scambiò uno sguardo con Harry ed entrambi alzarono gli occhi al cielo, per poi finire per sorridere a Hermione. E fu il suo turno di ruotare gli occhi con finta esasperazione.

"Harry è una di quelle persone che ispirano lealtà, vero?" chiese Blaise con calma a Ron e Hermione.

Gli sorrisero entrambi. "Sì, è un bravo ragazzo," annuì Hermione dolcemente.

"Siamo iniziando a capirlo," replicò Pansy placidamente.

Harry ne fu estremamente imbarazzato ma anche compiaciuto. "Grazie. Immagino che avessi davvero bisogno di sentirmelo dire, oggi."

"L'abbiamo notato," garantì Hermione. "Cos'è successo, Harry? Sei stato giù di corda e non ti sei comportato come al solito per tutto il pomeriggio e hai anche saltato la colazione stamattina. Ovviamente c'è qualcos'altro che non va."

"Perché dovrebbe esserci qualcos'altro?" mise il broncio.

"Perché so che ti piacciono Pansy e Blaise e, da quello che ho capito, hai reagito in modo spropositato a pranzo," spiegò Hermione. "Stavi bene il minuto prima e male il seguente. Abbiamo fatto il girotondo con te per tutto il giorno."

Harry sospirò pesantemente e iniziò a spiegare; tutto. Non passò molto che si ritrovò stretto tra Hermione e Pansy, non appena ricominciò a piangere quando arrivò a raccontare della suo senso di colpa e del dolore per Sirius riaffiorati mentre Voldemort lo scherniva. La sua rabbia verso Voldemort e Lucius. La sua preoccupazione per Draco e per se stesso, insieme a tutto il resto.

Spiegò loro della visione, della consolazione di Draco, dell'essere stato tenuto stretto da Piton (tutti loro giurarono assoluta segretezza, o Piton li avrebbe uccisi tutti), la sua confusione riguardo il repentino cambio di trattamento dell'uomo nei suoi confronti, concludendo con il commento di Pansy a pranzo.

"Dannato inferno, socio," inveì Ron, quando Harry tornò silenzioso e riuscì in qualche modo a calmarsi nuovamente. "Devi sentirti meglio dopo esserti tolto questi pesi dal petto."

Harry gli fece un pallido sorriso. "Penso di sì. Anche se, in realtà, mi sento abbastanza ridicolo per esser crollato... di nuovo."

"Hai avuto una settimana pesante," disse Hermione con aria d'intesa. "E' stato lo stress a portarti a questo punto."

Pansy sbuffò. "Specialmente dal momento che Tu-Sai-Chi ha deciso di onorarti di una visita privata. Io ne sarei stata dannatamente terrorizzata e mi sarei nascosta sotto il letto, se fosse successo a me, e invece tu sei venuto a lezione e hai persino provato a far finta che tutto fosse normale."

Gli altri annuirono, concordi. Ma Harry, semplicemente, alzò le spalle.

"Potremmo parlare di qualcos'altro ora?" chiese, stufo di dover affrontare tutto quello e già assolutamente sfinito, sia fisicamente che emotivamente.

"Sicuro," rispose Pansy, comprensiva. "Vuoi ancora venire nella sala comune Serpeverde stasera?" chiese.

"Se per voi va bene, sì. Draco se l'aspetta, ora," rispose.

"Per noi va più che bene ," rassicurò Blaise con un ghigno birichino. "Magari dovresti vestirti con qualcosa di Draco per mimetizzarti."

Harry e Pansy iniziarono a ridere e questi spiegò la richiesta di Draco a Ron e Hermione. Persino Ron finì per supportare l'idea. Sorprendentemente, Hermione fu d'accordo dal primo momento: secondo lei sarebbe stata una buona cosa per l'unità della scuola e s'incaricò di parlarne, più tardi quella notte, agli altri Grifondoro per spiegar loro la faccenda.

Ron e Harry si scambiarono uno sguardo e sorrisero. Quando Hermione faceva propria un'idea, non c'era molto che si potesse fare per fermarla. I Grifondoro sarebbero stati felici di sostenere Harry in abiti Serpeverde fin dal coprifuoco di quella sera, anche solo per il fatto che Hermione li avrebbe già terrorizzati tutti.

Tutti insieme sfilarono verso i sotterranei per permettere a Harry di recuperare Draco e, per strada, decisero che i due avrebbero passato serate alterne nelle due differenti sale comuni come alternavano il posto tavola durante i pasti. Sembrava un piano decente per permettere a Harry di rimanere in contatto con i Grifondoro e, nel contempo, con i suoi nuovi amici Serpeverde.

Velocemente, Harry recuperò il proprio equilibrio. Realizzò che si sentiva decisamente meglio: aveva due nuovi amici in aggiunta ai due vecchi amici che gli erano rimasti accanto. E avrebbe potuto raccontare loro ogni cosa gli sarebbe successa, e loro l'avrebbero capita e accettata. Persino Ron si fidava di lui e Harry non si sarebbe più dovuto sentire bloccato nel mezzo.

Sì, pensò con un sorriso, si sentiva decisamente meglio. Non gli era piaciuto crollare davanti a tutti loro, ma ne era valsa la pena.

 

 

* il termine inglese rende molto meglio l'idea. Se esistesse, in Italiano sarebbe una cosa tipo "accampanilate" J

** Grazie a tutte quelle che mi hanno dato una mano con questa frase! Grazie, grazie di cuore!





Un bacio
Leli

   
 
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