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Autore: firstlost_nowfound    08/01/2012    4 recensioni
Solo pensiere pervenutimi dal profondo. Parole non dette.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ricordo come fosse ieri il primo giorno che incrociasti il mio sguardo. Logicamente non eri tu ad incrociarlo ma solo io a guardarti. Sai, ricordo di aver pensato appena sfiorasti la porta di essersi posato un angelo. Non ne feci parola però. Sarà stata timidezza, egoismo chiamalo come vuoi ma decisi fosse meglio non esprimere ciò che provavo. Ti ammiravo. Si, avevi un pessimo carattere però eri bello e nascondevi un che di dolce che avevi paura di mostrare. Ho sempre voluto dirti di non omologarti, di essere te stesso ma non ce l’ho mai fatta. Finivo con l'essere sgarbata, col dire frasi idiote, col litigare con te. Certamente non eravamo fatti per stare insieme. Non ti sopportavo. Almeno è ciò che credevo quando ho cominciato a conoscere la tua superficie. Mi dava fastidio il tuo modo di pensare. Mi dava fastidio il tuo essere tanto prepotente. Mi dava così fastidio tutto di te da non notare quanto da parte tua però ci fosse stima nei miei riguardi. Continuerò a dubitare sempre di ciò. Perché alla fine tu non me l’hai reso certo. Quando pensavo che oramai, essendo giunta al capolinea, fossi riuscita a dimenticarti tu sei riapparso con una luce nuova. Ho scoperto che fossi come avevo immaginato fossi. Introspettivo. Capace di capirmi. Ma incapace di accettarmi. Non perché magari non l’avessi già fatto nella tua anima. Ma solo perché la società ti ci aveva costretto. O forse perché non lo so nemmeno io. So solamente che un giorno mi sono svegliata ed ho capito di amarti. Ho capito che il mio odio era qualcosa di candido. Era qualcosa che non conoscevo. Mi sentirei una stupida se ora affermassi che non amarò mai nessun’altro come ho amato te. Non è così. I sentimenti di una persona cambiano giorno per giorno, dal primo istante in cui smetti di frequentarla. E’ per questo forse che i miei sentimenti cominciano a diventare sottili, ad affievolirsi e vanno sempre più diradando. C’è stato un periodo della mia vita in cui il pensarti mi tormentava a tal punto che mi scendevano le lacrime. I miei occhi ti cercavano e quando ti trovavano ti scrutavano talmente tanto che riuscivano a vedere le tue sofferenze. Soffrivo in silenzio. Il vederti strano ogni giorno di più mi logorava ma anche allora non riferivo. Pativo dolore, dolore umano. Dolore che proveniva anche dal fatto che non avrei potuto mai darti consigli, né conforto né potuto consolare. Non so se l’hai mai notato ma ho preferito non interagire molto con te. Mi andava bene il solo essere compagni di classe. Mi andava bene il solo alzare la voce con te. Mi andava bene che mi ferissi. Mi andava bene che non mi chiedessi scusa. Mi andava bene che non mi dicessi di amarmi anche se io lo sapevo. Io lo sapevo, eri tu che non te ne rendevi conto. E quando ti ho rivisto dopo un mese di nostra assenza a scuola a causa delle vacanze, dopo nemmeno un anno di lotte col mio io per riuscire a negarti, per riuscire a rimuoverti dalla mia mente mi sono arresa. Mi sono arresa a te che sorridente davi calore a quello che forse era il tuo cuginetto. A te che mi hai sbarrato le porte e le hai riaperte per un solo istante senza nemmeno darmi il tempo di entrare. A te che te ne sei andato lasciandomi uno dei ricordi più belli della mia vita. Non un bacio, non un abbraccio, non un saluto e nemmeno una confessione ma solo una dedica inconsapevole. Non volevo innamorarmi di te, ricordo di aver sempre promesso a me stessa che non sarei caduta due volte nella tua stessa trappola ma non sono riuscita in questo intento. Nessuno dei due ne è uscito vincitore alla fine. Nessuno dei due ha ammesso di provare qualcosa. Ma io non ce la facevo più a tenere tutto questo dentro per cui mi sono sfogata in questa specie di piccola autobiografia sul mio primo e piccolo amore. Quindi grazie, perché se non mi avessi rialzato quando stavo cadendo nel mio oblio dovuto al desiderio di farti scomparire da me non avrei mai potuto avere simili ricordi. Grazie perché nel tuo carattere scorbutico mi hai sempre teso la mano anche quando non me ne sono accorta. Grazie perché in quella che io trovavo parola priva di senso e cattiva tu ci avevi messo impegno per nasconderci un significato profondo che avrebbe dovuto comprendere la sottoscritta. Grazie.
   
 
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