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Autore: Queen    08/01/2012    2 recensioni
Un misterioso specchio... due regni apparentemente distinti legati da un unico destino...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri | Coppie: Ash/Misty
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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CAPITOLO 1: Lui, lei, lo spechio


-Signorino si svegli-

Improvvisamente nella stanza entrò una figura diretta versa la finestra dalla quale scostò la tenda facendo penetrare dei raggi di luce che accecarono il ragazzo.


-mmmhh- si sentì appena da sotto le coperte.

-Su non faccia i capricci, le ricordo che oggi la famiglia Ondine è in visita nel nostro palazzo...-

Quelle semplici parole bastarono per far destare definitivamente il ragazzo; quella degli Ondine era un'importantissima famiglia dell'aristocrazia di Zaffiro, il paese dove regnava la famiglia del giovane ma non era tanto l'importanza degli ospiti ad averlo colpito quanto il pensiero di poter rivedere lei, la figlia degli Ondine, Kasumi. Una ragazza bellissima dai lunghi capelli arancio e gli occhi color del mare. Fin dalla prima volta che aveva incrociato il suo sguardo ne era stato rapito ed aveva finito per innamorarsi perdutamente della ragazza ma, ahimè, era troppo timido ed impacciato per dichiararsi senza contare gli obblighi che il suo ruolo di principe gli imponevano; difficilmente la scelta della sua compagna poteva essere dettata dall'amore, i genitori avrebbero finito combinargli un matrimonio con qualche principessa di un regno vicino e questa era una realtà che sentiva sempre più vicina con il passare degli anni, ora più che mai dato che ormai aveva anche raggiunto la maggiore età.

Per quanto improbabile potesse essere questo amore, l'idea di rivederla rappresentava sempre una piccola fuga dalla realtà.

Scese subito dal letto e si diresse verso la finestra, l'aprì e respirando a pieni polmoni la brezza fresca del mattino rimase per qualche minuto a contemplare il paesaggio che aveva davanti. La sua stanza si trovava in un punto a metà del pilastro centrale dell'enorme palazzo di cristallo che sorgeva al centro esatto del regno.

Enormi spazi verdi si stagliavano incontaminati fuori dalle mura cittadine, era un paese tranquillo e pacifico.


Tornò in camera stiracchiandosi ed iniziò a prepararsi, aveva delle questioni di palazzo da sbrigare prima dell'arrivo degli ospiti, da un certo punto di vista era una buona cosa; tenersi impegnato lo avrebbe aiutato a placare l'ansia e a far passare il tempo.



-Aaaahhh! Finalmente si torna a casa! Mi ci voleva proprio un periodo di vacanza!-

Ash, con il suo fido Pikachu in spalla e Brok camminavano tranquillamente alla volta della città di Pallet.

-Eh già! Ultimamente con tutti i tornei ai quali hai partecipato non hai avuto un minuto libero!-

-Che ci vuoi fare!- disse sospirando poi, fingendo un pò di arroganza, aggiunse -La vita di un campione è dura!-

-Già ma ogni tanto una pausa ci vuole! Ash... i pokemon non sono tutto nella vita...-

Ash non rispose.

Ultimamente Brock non perdeva un'occasione per punzecchiarlo riguardo la propria vita sentimentale, un argomento un pò tabù per Ash che aveva sacrificato tutto in nome del suo sogno.

Era diventato un personaggio piuttosto noto senza contare che crescendo era diventato anche un bel ragazzo, aveva fan un pò in tutto il paese, volendo si sarebbe potuto trovare una ragazza ma al momento non era una cosa che gli interessasse soprattutto dopo quella storia... ripensandoci avvertì un leggero sobbalzo al cuore e se ne sorprese, era passato parecchio tempo durante il quale aveva cercato di dimenticare o perlomeno nascondere infondo al suo cuore quel sentimento, quella sensazione che aveva provato amando per la prima volta una persona che era riuscita anche a far passare in secondo piano il suo sogno.

A distanza di qualche anno ancora poteva sentire il calore che quei ricordi generavano nel suo petto ma insieme poteva avvertire chiaramente quella spiacevole sensazione... odiava se stesso perchè era stato un vigliacco, aveva avuto paura ed era fuggito.

Per la prima si era trovato a fare i conti con i sentimenti, sapeva quanto era diventato importante per lei ed aveva paura, pensava di non essere adatto, di non essere in grado di corrispondere a quel sentimento che sentiva così puro e forte. Lui aveva il suo sogno, vero che lei era riuscita a far breccia nel suo cuore e a placare quella parte di lui che aveva bisogno di viaggiare, combattere e vincere insieme ad i suoi amati pokemon ma questo sentimento sarebbe durato per sempre? E se un giorno fosse arrivato a pentirsi di non essere andato fino in fondo? Più tempo passavano insieme e più per lei sarebbe stato poi molto più doloroso lasciarlo partire per coltivare la sua passione e lei non se lo meritava. Era per questo che, prima che la loro storia potesse diventare ancora più importante e seria, aveva deciso di lasciarla e partire. Lei non si meritava una persona dai sentimenti così instabili vicino, una persona che non poteva darle certezze... lui per lei non era abbastanza.


Brok notò subito lo sguardo perso nel vuoto dell'amico e si sentì un pò in colpa per averlo provocato. Si guardò intorno in cerca di un diversivo per distrarlo e notò, esposto fuori da un'edicola, il titolo di un giornale;


"Team Rocket tenta rapina al museo xxx, unica cosa trafugata un antico specchio che era da poco stato ritrovato dal prof. Oak."


"Ehi Ash, hai visto?" disse indicando la locandina.

Ash sollevò lo sguardo e lesse con finto interesse il testo riportato.

"Mmmh,evidentemente dato che non riescono a combinare niente con i pokemon si sono dati ai furti di opere darte... ma a quanto pare neanche lì riescono" aggiunse Brock concludendo con una risatina.

"Già..." si limitò a rispondere Ash.


Erano ormai giunti nella città Pallet. Entrambi si sarebbero diretti a casa Ketchum dove Brock avrebbe soggiornato per un paio di giorni, giusto il tempo di riprendersi un pò dal lungo viaggio e di far ritorno anche lui a casa nella sua Pewter city.

Appena si trovò nei pressi di casa sua provò una sorta di nostalgia, erano tre anni che non si faceva vivo e non vedeva l'ora di riabbracciare sua madre. Appena superato il cancello, fece di corsa il vialetto e, trovando la porta semi-aperta, si precipitò in casa gridando -Mamma! Sono tornato!!!-


Si guardò intorno un pò sorpreso. Nessuna risposta.


Girò un pò per la casa ma non trovò nessuno. Sentì salire una leggera ansia, che fosse successo qualcosa? Infine si diresse in cucina, anche li nulla. Decise di uscire, aprì la porta-finestra che dava sul retro della casa e...


-SORPRESA!!!! BENTORNATO ASH!!!-


Rimase quasi di sasso quando vide che sua madre, tutti i suoi amici d'infanzia e praticamente mezza Pallet erano riuniti lì in giardino per festeggiare il suo ritorno, il ritorno dell'allenatore che stava portando lustro al nome della loro piccola cittadina in giro per il mondo.

Subito la madre si precipitò ad abbracciarlo senza trascurare qualche piccola lacrima che iniziò a scorrerle lungo il viso.

-Figliolo! Finalmente sei a casa!!-

Ash ricambiò quel tenero abbraccio senza aggiungere altro, faceva un pò fatica a trattenere le lacrime.

-Come stai tutto bene?- aggiunse dopo un pò la madre guardandolo -Accidenti come sei cresciuto! A guardarti solo in Tv non sembrava!-

-Eh già!- poi pensandoci aggiunse -Ma... aspetta! Come facevi a sapere quando sarei tornato? Io non te lo avevo detto con precisione...- era stato attento a non far trapelare questo particolare parlandole a telefono proprio per evitare feste e festicciole varie; non che gli dispiacessero, solo che si sentiva sempre terribilmente in imbarazzo a trovarsi al centro dell'attenzione. Certo, ormai ci era abituato però trovarsi a casa in mezzo alla propria gente faceva sempre tutto un altro effetto.


Si girò di scatto verso Brok -Ehi! Ma... non dirmi che sei stato tu!!!!-

-Eh eh eh, hai indovinato! Sai, tua madre ha così insistito, non potevo non dirglielo!- poi sollevando un bicchiere esclamò a gran voce -Avanti gente! Un brindisi al nostro allenatore!- e con gran entusiasmo tutta la folla si unì al brindisi.



La mattinata era passata velocemente tra brevi incontri e scartoffie varie, finalmente era giunta l'ora dell'atteso avviso.

-Signorino gli Ondine sono arrivati e si sono accomodati con i suoi genitori nella sala dei ricevimenti-

-B-bene! Li raggiungo subito- rispose senza riuscire a nascondere un tocco d'ansia.

Mentre camminava per il corridoio poteva distinguere nitidamente ogni battito del suo cuore, lo sentiva pulsare sempre più forte man mano che si avvicinava alla stanza.

Giunto davanti la porta vi appoggio le mani sopra, chiuse gli occhi e fece un grande respiro prima di spalancarla. Entrato cercò subito con lo sguardo Kasumi, la vide seduta al tavolo con un'espressione piuttosto annoiata.

-Satoshi! Finalmente sei arrivato! Cosa aspetti a salutare i nostri ospiti?-

Subito si diede inizio ad una breve serie di convenevoli durante i quali Satoshi tentava sempre di sbirciare con la coda dell'occhio l'espressione della ragazza; non aveva più quell'espressione annoiata di prima, aveva l'impressione che, da quando era entrato, il suo sguardo si fosse fatto più dolce... distolse subito quel pensiero dalla sua mente, non poteva essere realmente così.

-Bene ora direi di spostarci nell'altra ala dove potremmo discutere più tranquillamente- disse il re guidando i presenti fuori dalla stanza.

Satoshi camminava silenziosamente infondo al gruppetto, poco più avanti c'era Kasumi. In quel periodo in cui non si erano visti si era fatta ancora più bella, non riusciva a non rimanerne incantato, anche nei modi e nei gesti era sempre estremamente aggraziata e non si poteva non rimanere affascinati da ogni suo movimento.

Ad un certo punto vide Kasumi fermarsi a guardare verso sinistra. Incuriosito le si avvicinò -E' successo qualcosa? C'è qualche problema?-

-Questo corridoio... dove porta?-

Satoshi si girò a guardare, preso com'era dai pensieri non si era reso conto di essere arrivato in quella parte del palazzo. Quel corridoio colpiva subito perchè era l'unica parte dell'intero palazzo che veniva lasciata al buio, non ne conosceva il motivo, il padre non glielo aveva mai spiegato ma lo aveva sempre avvertito di starne alla larga, era una zona dove nessuno poteva entrare.

-Non saprei dirti... mio padre fà sorvegliare costantemente questo posto, non permette a nessuno di entrarci ma nessuno sà il perchè...-

-Interessante... - disse incamminadosi in quel misterioso corridoio.

-E-ehi! Aspetta dove stai andando?-

-Shh fà silenzio e seguimi!-

-Ma come... si accorgeranno subito della nostra assenza... -

-Mah! Ce lo sai come sono quando devono discutere di affari! Vedrai che non se ne accorgeranno nemmeno... andiamo, non sei curioso di scoprire cosa c'è di così misterioso?-

-Se lo scoprisse mio padre...-

-Bla bla bla! Hai così tanta paura?-

Lo stava provocando di proposito... e ci era perfettamente riuscita! Non poteva di certo dimostrarsi così debole davanti a lei.

Imbronciando un pò lo sguardo esclamò -Paura? Avanti andiamo!-

Camminarono per una ventina di metri, il corridoio era completamente spoio; non c'era l'ombra di un mobile, un addobbo o un quadro... le pareti erano completamente nude. Con quella penombra poi metteva proprio i brividi, era difficile immaginare che quel posto facesse parte dello stesso palazzo dove stavano camminando poco prima; ricco di luce e sfarzi.

Continuarono a camminare finchè Satoshi non si fermò di colpo.

-Che c'è?- domandò Kasumi -Ci hai ripensato?- aggiunse per canzonarlo. Non rispose. Si guardò intorno per un attimo un pò impaurito -Tu non hai sentito niente?-

-Sentito cosa? Non starai cercando di spaventarmi per convincermi a tornare indietro spero...-

Il ragazzo non le prestava ascolto, continuava a guardarsi intorno, non sapeva cosa cercare ma prese a camminare prestando ancora più attenzione ad ogni minimo particolare finchè non si udì un suono secco, breve simile ad un "clak".

-Cos'era?- disse un pò preoccupata Kasumi avvicinandosi a Satoshi e prendendogli istintivamente il braccio.

In condizioni normali Satoshi sarebbe scattato per l'imbarazzo, ma sembrò non accorgersi affatto del gesto preso com'era da quella situazione.

-Ehi!- Esclamò infine -Qui c'è una porta! È socchiusa... evidentemente il rumore di prima era proprio questa porta che si apriva...- in quel momento si udì nel corridoio un rumore di passi unito ad un che di metallico. Proveniva dalla direzione in cui erano venuti.

-Accidenti! Deve essere la guardia! Mio padre fà controllare costantemente questo posto...-

-Fine dei giochi quindi...- Kasumi non fece in tempo a pronunciare la frase che si sentì spinta dentro la stanza, poi Satoshi accostò la porta in modo da lasciare un piccolo spiraglio per osservare la situazione, senza far rumore e portando Kasumi vicino a se le sussurrò.

-Silenzio... vedrai che se ne andrà subito...-

Infatti non ci volle molto, dopo un breve tratto in cui la guarda aveva proseguito si tornò ad udire il rumore metallico della spada che cozzava con l'armatura. Dalla piccola fessura che si era lasciato vide la guardia ripassare davanti alla porta e, pian piano che si allontanava, il rumore si fece sempre più debole. Quando non fù più percettibile i due tornarono a rilassarsi.

Satoshi fece un sospiro di sollievo, poi rivolgendosi a Kasumi le disse -Contenta? L'abbiamo scampata! Ora puoi continuare la tua esplorazione!- La ragazza non rispose, sorpreso si girò a guardarla e notò cos'è che l'aveva intimorita.

L'adrenalina del momento lo aveva fatto agire velocemente e di istinto ed ora se la trovava vicinissima a se con il suo braccio che le cingeva la vita. L'audacia dimostrata l'aveva sorpresa ed era rimasta impietrita.

-A-ah... scusa!- disse frettolosamente allontanandola delicatamente da sè.

-Nessun problema...-

Ci fù qualche minuto in cui regnò un silenzio imbarazzante finchè, per distrarsi, entrambi iniziarono a guardarsi intorno.

Anche se era parecchio buio, delle piccole fessure in alto lasciavano entrare luce a sufficienza per vedere cosa quella stanza celava, non che ci fosse molto da vedere, tutti gli oggetti erano coperti da dei teli, proprio non si riusciva a capire cosa ci fosse sotto.

-Non dirmi che qui custodite i cimeli di famiglia- disse Kasumi per spezzare quel silenzio.

-Sinceramente non saprei che dirti... mio padre è sempre stato ben attento a non farmi sapere niente di questa stanza... diceva solo che dovevo stargli lontano...-

girarono un pò tra tutte quelle strane figure senza toccare nulla; così coperte avevano un che di spettrale ed entrambi ne rimasero un pò intimoriti.

Ad un certo punto Satoshi si fermò -Ancora quel suono...-

-Che suono?-

-L'ho sentito anche prima nel corridoio... non è proprio un suono... sembra quasi un sussurro... una voce... ma non riesco proprio a capire quel che dice...-

-Ma cosa...- Kasumi si zittì e prese a fissare Satoshi con aria preoccupata.

-La senti anche tu ora...-

-Si...- disse con un filo di voce.

Di scatto entrambi si girarono a fissare un punto in un angolo dall'altra parte della stanza.

-Viene da lì...-

Entrambi presero a muoversi in quella direzione come rapiti da quel suono.

Si ritrovarono davanti ad uno dei tanti oggetti presenti nella stanza, ma questo aveva qualcosa di particolare... quella voce sembrò farsi più acuta e Satoshi di getto prese il telo che lo copriva e con decisione lo tirò via.

In quel preciso istante non udirono più niente.

-Ehi ma... ahahahah- scoppiò a ridere Kasumi -E' solo un vecchio specchio! Ed io che pensavo di trovare chissà cosa! Chissà perchè ci siamo fatti impressionare in questo modo!-

Satoshi senza rispondere prese a visionare lo specchio. Eh si, era un comunissimo e banalissimo specchio.

Era piuttosto grande, in altezza lo superava di almeno una decina di centimetri, il vetro era un pò opaco per via dello specchio ed aveva una bellissima cornice dorata che raffigurava strane creature.

Iniziò ad ispezionare più minuziosamente i dettagli della cornice; al lato destro era rappresentato un ragazzo, al sinistro una ragazza. Sopra di loro erano ritratti quegli strani esserini e tutta la parte sopra era dominata da un uccello dalle ali di fuoco.

-Cosa vorranno dire queste incisioni?- Chiese Kasumi.

-Non ne ho la più pallida idea... poi queste creature... sono simili a quegli strani esseri, narrati nelle leggende, che popolavano Zaffiro...-

L'attenzione di Kasumi si spostò poi alla figura sulla sinistra, la ragazza che vi era raffigurata aveva le mani giunte sul petto ma quello che attirò la sua attenzione fù una fessurina sottile, simile ad una serratura, situata proprio tra le mani ed il petto.

-Cosa c'è?- chiese Satoshi incuriosito.

-Guarda qui... sembra una specie di serratura...-

-Ahahah chissà magari inserendo la chiave lo specchio si attiva!- disse scherzando.

Kasumi rimase seria, appoggiò la mano sul suo petto e, dopo un attimo di esitazione, iniziò a sbottonare i primi bottoni dell'abito.

Satoshi, che non capiva cosa stava succedendo, imbarazzato si affretto ad esclamare -E-ehi!! cosa stai facendo?-

Kasumi lo guardò e, un pò maliziosa, mentre tirava fuori un ciondolo disse -Dovevo prendere questa, perchè cosa pensavi?- mentre pronunciò la frase con un leggerò strattone si staccò la collana e la porse a Satoshi.

Il ragazzo esaminò il ciondolo; era una piccola chiave dorata.

Senza dargli il tempo di fare domande, Kasumi prese a parlare. -E' una specie di tesoro di famiglia, me lo ha dato mia madre dicendo che viene tramandato di generazione in generazione. Si dice che sia la chiave per svelare uno dei più grandi segreti di Zaffiro... ma nessuno sà di cosa si tratti... io personalmente non ci ho mai creduto molto... ma...-

-Pensi che questa chiave possa centrare in qualche modo con lo specchio?-

-Proviamo...-

Riprese la chiave dal palmo di Satoshi e la infilò decisa nella piccola serratura, perfetto, era della misura giusta! Provò a girarla e si sentì un secco "click".

Istintivamente Kasumi tirò via la chiave e fece qualche passo indietro avvicinandosi a Satoshi.

-Non è successo niente...- disse a bassa voce il ragazzo senza distogliere gli occhi dallo specchio.

In quel preciso istante lo specchio si illuminò, l'oro della cornice prese a brillare ed in un attimo tutta la stanza fù invasa da una luce accecante.

I due non riuscivano a capire cosa stesse succedendo, avevano distolto lo sguardo, era impossibile continuare a guardare lo specchio.

Ricominciarono ad udire quella strana voce che li aveva guidati fin lì, questa volta però riuscivano a distinugere chiaramente le parole.


Il portale è stato attivato, e non si può più tornare indietro... la prescelta compirà la sua missione ed il guardiano osserverà da lontano il suo operato sorvegliando il passaggio.


La luce si fece più tenue, i due ebbero appena il tempo di scambiarsi una rapida occhiata interrogativa che subito successe qualcosa di strano... il corpo di Kasumi iniziò a scivolare verso lo specchio. Era come se ne fosse attratta, come succede al ferro con una calamita. Arrivata in prossimità dello specchio portò avanti le mani per evitare l'urto ma si spaventò nel vedere che veniva risucchiata all'interno.

Satoshi si precipitò subito da lei, la prese per un braccio e tentò di tirarla fuori. Era impossibile; più tentava e più la misteriosa forza si faceva più forte. Sembrava che ormai entrambi sarebbero finiti al suo interno ma, a sorpresa, lui riusciva a toccarne la superficie.

Sembrava che lo specchio fosse interessato solo alla ragazza e volesse lasciare all'esterno tutto il resto.

Satoshi era quasi al limite delle forze, sentiva pian piano scivolare via dalle sue mani il braccio di Kasumi.

Non riusciva a trovare un modo per poterla salvare, era evidente che non sarebbe riuscito a tirarla fuori ma non voleva arrendersi.

-Lasciami...-

Sorpreso alzò lo sguardo e puntò gli occhi dritti su quelli di Kasumi.

-E' inutile... allontanati prima che succeda qualcos'altro...-

Ormai era completamente dentro lo specchio, solo il viso e la mano erano rimasti all'esterno.

-In un modo o nell'altro ti riporterò indietro...-

Kasumi lo guardò dolcemente -Sò che lo farai- Furono le ultime parole che pronunciò prima di sparire definitivamente dentro lo specchio.



La festa andava avati ormai da diverso tempo.

Un pò per le continue attenzioni e chiacchiere con tutti i presenti, un pò per la stanchezza del viaggio, Ash decise di approfittare di un momento di distrazione dei presenti per svignarsela.

Dal retro della sua casa, attraversando un boschetto, si arrivava fino ad un piccolo ruscello; era lì che si era diretto. Si stese sull'erba lungo la riva del ruscello, Pikachu si era accomodato sulla sua pancia.

-Ahhh! Finalmente un pò di pace eh Pikachu?-

-Pika!-

-Non si offenderà nessuno se me ne stò qualche minuto a sonnecchiare qui, no? Merito anche io un pò di riposo, non credi?-

-Pika, pi!-

Se ne stava stradaiato sull'erba con gli occhi socchiusi per riprendersi dalla stanchezza, solamente il brusio della gente che poteva ancora udire lo teneva sveglio. Poco male, a lui quella piccola quieta bastava.

Anche Pikachu sonnacchiava accucciato sopra di Ash, ad un tratto però qualcosa attirò la sua attenzione; le orecchie, dapprima abbassate, si drizzarono immediatamente appena udì un rumore proveniente dal piccolo boschetto. Subito il pokemon con un balzo prese a correre nella direzione del rumore gridando -pika!-

-Ahahah, Pikachu! Mi hai riconosciuta subito eh!-

Ash, già abbastanza confuso per il brusco risveglio di Pikachu, si girò di scatto appena udì quella voce così familiare, non si era sbagliato, voltandosi si trovò davanti proprio lei, la ragazza che due anni prima aveva piantato in asso all'improvviso... Misty.

Ritrovarsela davanti gli provocò un violento tuffo al cuore ed un inevitabile tuffo nel passato. Ma ora non c'era tempo per mettersi a ricordare, lei si trovava lì davanti a lui in quell'istante e doveva riprendersi immediatamente per non far trapelare quel fiume di emozioni che sentiva scorrere dentro.

Scosse la testa come per scacciare tutti quei pensieri e subito si affrettò ad alzarsi. Per fortuna Misty non sembrava essersi accorta di quegli attimi in cui Ash era rimasto a fissarla .

Appena alzato fece un respiro profondo "devo stare calmo e comportarmi in maniera naturale... " pensò prima emettere un leggero colpo di tosse per attirare l'attenzione.

Misty sollevò lo sguardo e gli sorrise in segno di saluto.

Anche lei sembrava un pò imbarazzata. Per qualche istante rimasero a fissarsi, si era creato uno strano silenzio imbarazzante.

In quel momento, sebbene la presenza fisica, la loro mente era altrove; entrambi erano tornati indietro nel tempo e davanti ai loro occhi ora scorrevano le immagini dei tempi passati insieme; dall'inizio del loro viaggio a quando si erano amati per finire con la brusca separazione.

Per spezzare quel silenzioso fiume di ricordi Ash prese parola -Ehi, salve, è un pò che non ci si vede eh! Come mai da queste parti?- sebbene stupide, erano le prime cose che gli erano venute in mente.

-Beh, tua madre mi ha chiamata l'altro giorno dicendomi che saresti tornato e che ci sarebe stata questa festicciola... quindi ne ho approfittato per venirti a salutare... -

-Ah, beh, si certo...- "mia madre... e ti pareva! Non poteva evitare di impicciarsi?"

Scese di nuovo il silenzio.

Questa volta fù Misty a parlare per prima -Diciamo anche che ho approfittato di questa occasione per poterti parlare visto che da quella volta non ti sei più fatto sentire-

Ora il suo sguardo era cambiato, come se si fosse ricordata del vero motivo per il quale era arrivata, aveva acquistato determinazione e teneva gli occhi fissi su di lui.

A questo punto non poteva più mostrarsi titubante.

-Mi sembrava di essere stato chiaro...-

-Affatto!- si affretto ad interromperlo la ragazza -pensi forse che essere chiari significhi piantare da un giorno all'altro una persona dicendo di aver bisogno di partire, di continuare a viaggiare in giro per il mondo come se tutto quello che c'è stato non avesse importanza?-

-Hai sempre saputo che il mio sogno è sempre stato quello di diventare allenatore di pokemon, prima o poi sarei dovuto ripartire!-

-E tu hai sempre saputo che ti avrei seguito in capo al mondo oppure, se non fosse stato possibile, ti avrei aspettato... sempre... ora più che mai ne sono sicura perchè ho capito che voglio solo te al mio fianco... neanche dopo due anni di silenzi sono riuscita a dimenticarti...- Misty pronunciò l'ultima frase singhiozzando leggermente, faceva fatica a trattenere le lacrime, erano due anni che aspettava un confronto con Ash.

Da parte sua Ash sapeva benissimo che lei aveva ragione, ma proprio non poteva ammetterlo, altrimenti che senso avrebbe avuto quel tempo passato ad allontanarsi da lei? Nella sua mente confusa sapeva fin troppo bene che era stato inutile, ma l'idea di non essere la persona adatta a lei, o meglio la paura di scoprire di non esserlo per davvero lo spaventava troppo. La amava, questo non poteva negarlo e più aumentava il tempo che passavano insieme e più sentiva crescere questo amore ma all'ombra di questo sentimento si era insidiata e quella paura che lo bloccava, la paura di poterla deludere di essere odiato... di farla soffrire.

-E' inutile che te ne stai lì a rimuginare su cosa dire... - continuò Misty – non ci sono parole che puoi usare per farmi cambiare idea...- le lacrime iniziarono a solcarle il viso -ti amo ancora e sò che anche per te è lo stesso... non sò cos'è che ti impedisce di ammetterlo... orgoglio forse? Pensavo che forse farti riflettere, accettare la tua decisione senza oppormi troppo, lasciarti libero... ti sarebbe servito a riflettere ma vedo che non è cambiato niente... -

Ora era lui a far fatica per trattenere le lacrime, ogni parola che aveva pronunciato lo aveva colpito forte e dritto al petto. Non aveva neanche il coraggio di guardarla in faccia mentre sentiva chiaramente su di sè lo sguardo di Misty.

-E' ora di crescere... devi affrontare i tuoi sentimenti altrimenti finirai sempre col ferire chi ti stà intorno... ferire me...-

Lo sapeva perfettamente. Si stupì di come, cercando di non ferirla, continuava a farlo. E dire che si era allontanato da lei proprio per evitarlo ed invece aveva ottenuto l'effetto contrario... era proprio uno stupido... eppure lei era lì a dirgli che lo amava ancora... questa cosa lo fece ridere, ridere di se stesso; cercando di non ferirla alla fine l'aveva fatta piangere chissà per quante volte... cercando di allontanarla aveva finito per avvicinarla sempre più visto che la lontananza aveva fatto capire ad entrambi quanto fosse importante la presenza dell'altro nella propria vita.

Avrebbe voluto reagire, rispondere. Si stava convincendo che forse era inutile farsi tutti quei problemi, che avrebbe dovuto ricominciare a vivere quella storia che tanto gli aveva dato e tanto aveva ancora da dargli, ma non ne ebbe il tempo.


Fù un attimo, un tuono squarciò il cielo che si fece improvvisamente buio.

Per qualche frazione di secondo comparvero in cielo delle strane immagini raffiguranti un palazzo di cristallo.

-Ma cosa...- disse Ash

-Pika pi!!!!- esclamò Pikachu scendendo con un balzo dalle braccia di Misty.

-Misty!- urlò Ash mentre iniziò a correre verso la ragazza.

Nel frattempo Misty si guardava le mani con un'espressione di terrore dipinta sul viso.

Ash cerco di toccarla, ma non ci riuscì. Il corpo di Misty stava lentamente scoparendo.

Richiamati dall'urlo di Ash erano accorsi anche i presenti alla festa che, alla vista della scena, rimasero impietriti e non ebbero il coraggio di intervenire o dire niente.

-Ash... cosa stà succedendo...?-

-Non lo sò...- disse in preda all'agitazione -non può essere possibile... -

-Ash...-

Il suo corpo però si fece sempre più trasparente finchè non scomparve.

Per un attimo Ash vide l'immagine di uno specchio dietro l'immagine di Misty che si dissolveva, ma subito non ci fece caso, aveva solo un pensiero per la testa; Misty era scomparsa davanti ai suoi occhi e lui, impotente, non aveva potuto far nulla per salvarla.

-Misty!!!- gridò caddendo a terra sulle ginocchia.


-FINE CAPITOLO 1-



  
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