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Autore: Kary91    08/01/2012    8 recensioni
Attenzione: Spoilers 3x10
“Credevo davvero che tu avessi chiesto a Babbo Natale di portarti un nuovo fratello.” Aggiunse poi con una punta di divertimento nello sguardo. Elena adagiò il capo sulla sua spalla.
“Ma figurati.”
“Dicevi anche di volermi mandare via.” Insistette Jeremy lasciando andare il pacchetto e voltandosi in direzione della sorella.
Elena sorrise.
“Hai poi mai scoperto se finii per scriverlo veramente a Babbo Natale?” Domandò. Il sorriso tornò a fare capolino sul volto del ragazzo.
“Sto per scoprirlo adesso.” Rispose, mentre entrambi scorrevano con lo sguardo le ultime righe del foglio.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alaric Saltzman, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'How far we've come.'
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Scritta per il TVG Chrismas edition, con prompt child!Elena/child!Jeremy - Lettera a Babbo Natale. Doveva essere un semplice miscuglio di fluff e marmocchieria, ma poi la 3x10 si è messa in mezzo e ho dovuto per forza provvedere. Dedicata in tutto e per tutto alla donnicciola che l’ha richiesta (<3) nella speranza che possa apprezzarla comunque.

Premessa. La prima parte è ambientata durante la vigilia di Natale del ’98 (Elena ha sei anni, Jeremy quattro). La seconda parte, più o meno a metà della prima stagione, durante il primo Natale che i due fratelli trascorrono senza i genitori. La terza parte, infine, è un ipotetico post-3x10.

 

Whatever happens.

 

24 Dicembre 1998.

“Caro Babbo Natale,…” incominciò a scrivere Elena, pronunciando le parole a voce alta. “Come stanno le renne? E la signora Natale? Babbo, io quest’anno sono stata davvero buona. Anche più degli anni scorsi! Quindi, se puoi portarmeli, vorrei questi regali…”

Si fermò, esaminando con espressione critica la sua prima parte di letterina.

“..Per favore.” aggiunse, annuendo soddisfatta. Frugò nel portapenne alla ricerca delle matite colorate per decorare al meglio la sua lista, ma non ne trovò nemmeno una.

“Jeremy!” strillò. Balzò giù dal letto e si diresse verso la scrivania. Controllò in tutti i cassetti e negli astucci al loro interno, ma Elena non vi trovò la minima traccia di colori. Non c’erano pastelli o pennarelli, né tanto meno matite.

“Je-re-my!” Gridò nuovamente, rossa in viso, scandendo ogni sillaba con rabbia. Con le mani sui fianchi, si affrettò a raggiungere la camera del fratellino. Jeremy era accoccolato sul tappeto a pancia in su, i piedini incrociati per aria e un’espressione concentrata dipinta in viso.

“Le mie matite della scuola!” esclamò subito Elena, riconoscendo i colori sparpagliati un po’ dappertutto attorno al bambino. Jeremy continuò a disegnare imperterrito, tirando fuori la lingua mentre calcava con una matita il contorno di quello che sembrava essere un cane.

“Vai via.” ordinò infine il piccolo, mentre la sorella maggiore incominciava a raccogliere le matite. “Sto scrivendo la mia lettera a Babbo Natale.” spiegò, con aria seria.

“Ma se nemmeno sai scrivere, tu!” lo rimbeccò Elena dandogli una matita sulla testa.

“Ahi!” si lamentò il bimbetto, mentre la sorella recuperava gli altri colori. “Tanto io preferisco i pastelli!” ribatté infine, quando venne derubato anche dell’ultima matita. Nel frattempo, Elena ,aveva incominciato a frugare tra i cassetti della scrivania.

“Jeremy, dove hai messo tutti gli altri colori? Dove sono i pennarelli?”

Il bambino scosse cocciutamente il capo, passando poi con aria ammirata le dita sulla sua letterina di Babbo Natale: ci aveva messo un intero pomeriggio, ma alla fine era riuscito a disegnare tutti i regali che desiderava. Magari non sapeva ancora scrivere, ma era sicuro che Santa Klaus avrebbe interpretato alla perfezione le sue richieste.

“Non te lo dico!” annunciò infine con fare birbante, girandosi sulla schiena e allargando le braccia sul tappeto.

“Voglio i miei colori!” ripeté Elena, agitando i pugni pieni di matite. Jeremy si mise a ridere.

“Tanto non li troooovi!” cantilenò tra le risa, prima di voltarsi per tornare a rimirare il suo disegno. Elena gli scoccò un’occhiataccia.

“Guarda cosa faccio, Jer!” annunciò infine, sfilandogli la letterina di Babbo Natale da sotto il naso. Il CRACK del foglio che si strappava dipinse sul visetto del piccolo Gilbert un’espressione inorridita.

“La mia lettera!” si lamentò, spingendo malamente la sorella.

“Ahi! Brutto nano!” strillò in risposta Elena, strappando ulteriormente il disegno del fratellino.

“Che cosa sta succedendo, qui?”

Miranda irruppe preoccupata nella stanza e il suo sguardo saettò dalle guance rosse di rabbia di Elena, all’espressione atterrita di Jeremy.

“Mi ha rubato i colori, e mi ha anche spinto!” protestò la maggiore dei due, indicando il bambino con il dito. “Adesso chiedo a Babbo Natale di portarmi un fratellino nuovo, perché io questo non lo voglio più. Gli dico di mandarti via, così impari!”

“Ma Elena!” la ammonì la madre, mentre la ragazzina si allontanava dalla stanza sbattendo i piedi. Jeremy si acquattò a gambe incrociate sul tappeto, raccogliendo i frammenti della sua lettera. La madre sospirò, chinandosi per essere alla sua altezza.

“Non diceva sul serio; Elena ti vuole bene: anche se sei un mascalzone.” lo tranquillizzò, arruffandogli i capelli. Jeremy si limitò a dare una scrollata di spalle con aria noncurante. Tuttavia, alla madre non sfuggì l’espressione dubbiosa che per un attimo aveva fatto capolino sul volto del piccolo.

24 Dicembre 2009.

“Ehi, guarda che ho trovato…” borbottò Jeremy, mescolando le parole a uno sbadiglio. “…Ti ricorda qualcosa?” domandò poi, adagiando il foglio piegato in quattro sulle ginocchia di Elena e abbandonandosi sul divano. Elena mise da parte il regalo che stava scartando e aggrottò le sopracciglia, spiegando il foglio: riconobbe all’istante la propria calligrafia infantile.

“è una mia vecchia letterina a Babbo Natale!” constatò la ragazza, abbozzando un sorrisetto intenerito.  “Aspetta!” esclamò, poi tirando la manica del pigiama di Jeremy. "Me la ricordo questa! È la lettera che mi avevi nascosto quell’anno in cui abbiamo litigato la vigilia: non sono mai riuscita a ritrovarla!”

Rise, sistemandosi sul divano accanto a Jeremy.

 “Te l’eri cercata.” si limitò a rispondere il fratello, agitando uno dei pacchetti destinati a lui. “Credevo davvero che tu avessi chiesto a Babbo Natale di portarti un nuovo fratello.” aggiunse poi, con una punta di divertimento nello sguardo. Elena adagiò il capo sulla sua spalla.

“Ma figurati.” lo prese in giro osservando la sua vecchia lettera, intenerita dai desideri trascritti a matita: richieste tipiche per una qualsiasi bambina di sei anni.

“Dicevi anche di volermi mandare via.” insistette Jeremy, lasciando andare il pacchetto e voltandosi in direzione della sorella.

Elena sorrise, ricordando con un pizzico di nostalgia gli screzi infantili di quando erano piccoli.

“Hai poi mai scoperto se finii per scriverlo veramente a Babbo Natale?”  chiese infine. Il sorriso tornò a fare capolino sul volto del ragazzo.

“Sto per scoprirlo adesso.” Rispose Jeremy, mentre entrambi scorrevano con lo sguardo le ultime righe del foglio.

***

Questa è la R. R come…Rana?

Il piccolo Jeremy aggrottò le sopracciglia e strabuzzò gli occhi, ma le parole trascritte da Elena continuarono a risultargli incomprensibili.

No, come Robot. Ma i robot non piacciono alle femmine!

Era inutile: per quanto si sforzasse, non vi era modo per lui di riconoscere in quei segni rotondi, delle parole di senso compiuto. Elena aveva davvero chiesto a Babbo Natale di mandarle un nuovo fratellino? E lui che fine avrebbe fatto?

Sbuffò, incrociando le gambe sulla trapunta. Quando poi, fu stanco di starsene immobile, scivolò a terra e infilò la testa sotto al letto, sorridendo con aria furbetta: poco importava, cosa avesse scritto Elena in quella lettera; lui l’avrebbe nascosta talmente bene, che nemmeno Santa Klaus sarebbe stato in grado di trovarla.

Una volta sicuro di aver fatto un buon lavoro, Jeremy tornò ad accucciarsi sul letto sorridendo con espressione discola. Sfregò i piedi scalzi l’uno contro l’altro e si coprì la bocca con le mani per nascondere una risata, quando la sorella finalmente si accorse dell’ennesima marachella del fratello.

“La mia lettera!” strillò Elena, precipitandosi in camera del piccolo. “Ridammela, ridammela!”

“Te l’ho presa perché tu hai rotto la mia!” si difese il bambino, dimenandosi, per sfuggire alla presa della sorella. Lottarono per un paio di minuti a suon di pizzicotti e spintoni, ma alla fine la maggiore, decise di lasciare perdere.

“Va bene, tienitela pure.” si arrese, dandogli le spalle. “Tanto adesso la rifaccio. E ci scrivo di nuovo che voglio un fratellino nuovo.” annunciò con aria altezzosa, facendo oscillare i codini. Jeremy sgranò gli occhi, improvvisamente turbato: credeva che, facendo sparire la lettera, tutto si sarebbe sistemato. Non gli era venuto in mente che Elena avrebbe tranquillamente potuto scriverne una seconda.

Osservò la sorella allontanarsi, ma non si mosse fino a quando non la vide scomparire nel corridoio. A quel punto scivolò a terra e, con una punta di indecisione nello sguardo, la seguì nella stanza adiacente. Elena lo ignorò; si sedette sul letto e incominciò una nuova letterina, dettandosela ad alta voce.

“Caro Babbo Natale…”

Jeremy si sistemò sul tappeto, e incrociò braccia e gambe, osservandola offeso. Infine, notando che la bambina continuava a compilare tranquillamente la sua lettera, si avvicinò al letto gattonando.

 “ ’Lena.” sussurrò, tirandole una manica.

“Che c’è?” rispose la bambina, in tono di voce irritato. Jeremy appoggiò il capo sul materasso.

“Non gli dire di mandarmi via.” sussurrò poi. Elena distolse lo sguardo dal fratello, sforzandosi di ignorarlo.

“Per favooore!”  cantilenò Jeremy, tirandole nuovamente la manica. La bambina sbuffò.

“E va bene, non glielo dico.” Si arrese infine posando la penna sul foglio e scivolando a terra accanto a Jeremy. “Però tu mi devi promettere che non mi farai mai più i dispetti, hai capito?” Lo ammonì con aria severa, agitando il dito indice. Jeremy annuì in fretta, visibilmente rincuorato.

“Te lo prometto!” dichiarò solennemente, tornando ad acquattarsi sul tappeto.  “Facciamo la pace?” chiese poi, con espressione speranzosa.

“Va bene!” acconsentì con un sorriso la bambina, stritolando il fratello in un abbraccio. Jeremy tirò fuori la lingua, infastidito.

“Lasciami!” si lamentò, cercando di sfuggirle.

“Senti, Jer: visto che abbiamo fatto pace, adesso me la ridai la letterina?” domandò a quel punto Elena. Jeremy le sorrise furbetto e scosse il capo con forza.

“Nossignore!”

“JEREMY!”

***

“Caro Babbo Natale,

“Come stanno le renne? E la signora Natale? Babbo, io quest’anno sono stata davvero buona. Anche più degli anni scorsi! Quindi, se puoi portarmeli, vorrei questi regali:

-          Una bambola uguale a quella di Bonnie, così possiamo fare che sono sorelle

-          Il camper di Barbie

-          Un fidanzato per la zia Jenna (ma uno bello, eh?)

-          Un fratelli Dei colori per il mio fratellino, così la smette di rubarmi sempre i miei

Ti voglio benissimo!

Elena

“Hai visto? Non l’avevo scritto! Uomo di poca fede.”  esclamò Elena, sventolando la letterina sotto il naso del fratello con espressione trionfante. “Mi fai imbestialire di continuo, ma non potrei mai mandarti via”. ammise infine, sistemandogli maternamente i capelli arruffati sulla fronte. Jeremy sospirò.

“Se mi mandassi via, non ti rimarrebbe poi molto.” commentò con una punta di amarezza nel tono di voce, abbandonando il capo sul cuscino.

“Ci siamo solo più noi, ormai. Io, te e zia Jenna.”  Elena gli rivolse un’occhiata apprensiva.

“Noi e la zia Jenna siamo più che sufficienti.” lo rassicurò.  “Ce la caveremo, Jer, vedrai.” Aggiunse, appoggiandosi nuovamente alla spalla del fratello.

Jeremy le rivolse un’occhiata pensierosa, prima di annuire lentamente.

“Elena?” mormorò poi recuperando la lettera dalle mani della sorella. “Qualsiasi cosa accada, promettimi che resteremo assieme.” 

Elena annuì, appiattendo il foglio tra le mani del fratello.

“Te lo prometto.” lo rassicurò, mentre l’orologio sul camino annunciava lo scoccare della mezzanotte. 

24 Dicembre 2010

Jeremy infilò le mani in tasca e affondò il mento nella sciarpa, avviandosi in direzione della sua nuova casa. A Denver faceva più freddo di quanto si fosse aspettato, ma stare lì gli piaceva. La città era grande e trafficata, eppure riusciva ad infondergli una tranquillità particolare che Mystic Falls da tempo non era più stata in grado di concedergli. Non sapeva perché fosse lì: nonostante ricordasse chiaramente di aver preso lui stesso quella decisione, ancora non riusciva a spiegarsi che cosa l’avesse spinto a trasferirsi in maniera così improvvisa. Tuttavia, qualcosa dentro di lui, sembrava suggerirgli di continuo che avesse preso la decisione giusta.

Sospirando, Jeremy accelerò il passo, individuando i primi fiocchi di neve fare capolino nel cielo; era il ventiquattro Dicembre: la vigilia di Natale. Un lieve richiamo alla nostalgia che in quelle settimane era riuscito a mettere da parte, fece capolino fra i suoi pensieri. Aveva apprezzato i quindici giorni appena trascorsi vivendoli come un sedicenne qualunque, ma in quel momento, osservando gli abeti decorati a festa e la neve che scendeva lenta, si sentì vuoto, come se un frammento di lui gli fosse stato portato via assieme a Mystic Falls. Era una sensazione che già aveva provato in passato, in un periodo che, ancora una volta, non riusciva a ricordare, se non in maniera piuttosto confusa. Di quei giorni, tuttavia, ricordava una cosa: era la vigilia di Natale e lui e Elena stavano parlando di un qualche screzio che avevano avuto da bambini. E poi, lui si era fatto promettere qualcosa: qualcosa che il suo trasferimento a Denver sembrava aver posto in secondo piano.

Fino a che, non udì la voce di sua sorella.

Jer!”

Elena stava agitando le braccia dall’altro lato della strada, cercando di attirare la sua attenzione. Alla sua destra Alaric sorrideva tenendo le mani in tasca: c’era qualcosa di simile all’orgoglio inciso il suo sguardo.

Jeremy aggrottò le sopracciglia, sorpreso.

“Che ci fate, qui?” domandò; si affrettò poi ad attraversare, per raggiungerli. Elena lo strinse a sé e Jeremy ricambiò l’abbraccio, incrociando poi lo sguardo di Alaric.

“Stai bene?” Gli chiese la ragazza, esaminandolo con aria apprensiva. Jeremy annuì. “Sembri…Sereno.” Constatò infine la sorella, accarezzandogli una guancia.

“Non pensavo che sareste venuti.” ribadì il ragazzo, infilandosi le mani in tasca per tenerle al caldo.

Elena gli sorrise.

“L’anno scorso ti avevo promesso che saremmo rimasti assieme a qualsiasi condizione.” gli ricordò, prima di rabbuiarsi.Non è stato così.”

 “Sono stato io, a decidere di andarmene.”  la interruppe il fratello. “Non sei stata tu a mandarmi via”.

Elena sospirò, cercando poi Alaric con lo sguardo. Jeremy li osservò confuso, non riuscendo a comprendere cosa si stessero comunicando con gli occhi.

“Volevo passare con te almeno la vigilia di Natale.”  si limitò infine ad aggiungere la ragazza.

Jeremy non disse nulla; rivolse alla sorella un’ occhiata pensierosa, prima di incamminarsi verso la sua nuova casa di Denver, in compagnia di Elena e Alaric.

“Tornerò mai a Mystic Falls?” domandò improvvisamente, avvertendo il bisogno di porgere quella domanda. “Tornerò mai a casa?”

L’interrogativo gli era sorto spontaneo, anche se non era riuscito a comprenderne il perché. Era stato lui a decidere di andarsene, dopotutto. Oppure no?

“Un giorno.” lo rassicurò infine Alaric, posandogli una mano sulla spalla.

“La mia promessa è ancor valida, Jer.” gli diede man forte Elena, stringendosi al braccio del fratello. “La tua casa è Denver, adesso, ma prima o poi troveremo il modo di restare assieme. Qualsiasi cosa accada.”

Jeremy annuì lentamente. Piano piano la confusione stava iniziando a farsi meno nitida nella sua testa. E mentre riprendeva a camminare, stringendo la mano che sua sorella gli porgeva, si accorse di ricordare ancora bene ciò che si erano promessi la vigilia di Natale di un anno prima: a Denver sentiva di poter essere finalmente felice. Tuttavia, loro promessa, sarebbe sempre venuta prima di tutto. 

 

Here’s the thing Jer. You’re going to go out of town for a while. A long while. You’re going to leave Mystic Falls behind and never think twice about it. You’re going to have a better life Jeremy.

3x10. The new deal

 

Nota dell’autrice.

Questa one-shot era nata come qualcosa di molto più..Semplice? L’ultima parte mi sono sentita in dovere di aggiungerla, dopo la 3x10, che mi ha ucciso, ma che mi ha anche rincuorato, perché sapere Jeremy al sicuro, mi solleva un pochetto. In realtà, l’ultimo paragrafo era lungo come la Quaresima, ma ho tagliato via dei paragrafi che centravano più con Jeremy e il discorso che gli fa Damon che con il rapporto tra i due fratelli (riferimenti al disegno, ovviamente, e anche a una qual certa signorina che per me Jer incontrerà a Denver *chi legge History Repeating, può immaginare u_ù). Ad ogni modo, so che la struttura di questa storia è un po’ confusionaria, spero ci si riesca a raccapezzare comunque.

Un abbraccio grande a tutti

Laura

 

   
 
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