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Autore: Blityri    08/01/2012    4 recensioni
Minerva McGrannit ha quattordici anni,la serietà di una sessantenne e i capelli sempre legati.
Vàli Nott, groviglio di ricci neri e sorriso perennemente sulle labbra, l'ha amata dal primo momento in cui l'ha vista e ha atteso questo momento per anni: il loro primo bacio.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Je n'ai pas peur de la route
Faudrait voir, faut qu'on y goûte
Des méandres au creux des reins
Et tout ira bien là
Le vent nous portera.1


Non ho paura del cammino
Bisognerà vedere, bisogna assaporare
La parte più profonda e oscura di noi stessi
E tutto andrà bene là,
Il vento ci guiderà.



Divori la strada a passi decisi cercando con la fatica una consolazione per la cocente frustrazione e per la rabbia ribollente che ti ha invaso. 
“Nike!” chiami, stringendo forte i pugni per costringerti a non piangere, ma la tua civetta non sembra intenzionata a tornare.
Esitante ti avvicini all’ombroso limitare della Foresta Proibita che sembra averla fagocitata in un solo boccone, lì la tua ligia coscienza ti impone di fermarti. Lo sai bene, è vietato entrare nella Foresta Proibita e il solo pensiero di infrangere una regola ti provoca un pungente fastidio.
Ma l’idea di lasciare da sola per tutta la notte la tua civetta ti piace ancora meno quindi con un sospiro ti addentri nel bosco che ti accoglie con un frondoso abbraccio, mentre senti un leggero alito di vento sospingerti verso quella direzione.
Il vento riesce a seguirti anche li dentro, animando la foresta sussurri segreti e scricchiolanti che ti fanno rabbrividire e ti costringono a guardarti intorno in ogni momento.
Mentre fai attenzione a non inciampare nelle ingarbugliate radici che ricoprono il terreno inizi a borbottare tra te e te contro quell’idiota di Malfoy e quei babbuini dei suoi compagni che hanno costretto alla fuga la tua Nike.
Uno strido lacerante e improvviso ti fa sussultare, basta una distrazione e ti ritrovi lunga e distesa a terra.
Per un attimo, mentre sei lì con la faccia immersa nelle foglie cadute, ti immagini di rimanere così per sempre. Ti chiedi se ti cercherebbero, come reagirebbero i tuoi genitori e i tuoi fratelli. Robert si accaparrerebbe senza dubbio la tua stanza. Il pensiero ti spinge a rinunciare alla tua tragica posizione.
Ma prima che tu faccia in tempo ad alzarti ti ritrovi a pochi centimetri dalla tua faccia, il largo sorriso di Vàli Nott.
“Ciao Minnie.” Ti dice con la sua solita aria scanzonata mentre si sdraia di fianco a te, senza preoccuparsi di potersi rovinare la divisa.
Che tanto peggio di così non potrà mai essere.
“Che fai di bello?” chiede, iniziando a ricoprirsi con le foglie secche.
Tu lo guardi come fai di solito, come fosse un marziano. Niente di quello che dice o fa ti sembra normale, come se il Serpeverde venisse da una galassia lontana. Siete diametralmente opposti quindi non capisci cosa lo spinga a cercare la tua compagnia, ma da qualche mese, da quando ne hai sentito parlare in Sala Comune, pensi che c’entri qualcosa il Karma. Anche se non credi di aver capito bene cosa sia. Comunque quello che sai è che devi aver fatto qualcosa di terribilmente orrendo nella tua vita precedente per avere sempre alle costole Vàli Nott.
“Cerco la mia civetta.” Rispondi con una punta di acidità, dovuta probabilmente al fatto che ti sei fatta beccare in quella situazione imbarazzante.
“Sdraiata per terra?”
Decidi che ne hai abbastanza e ti alzi velocemente, prendendo una strada a caso. L’importante è che ti porti lontano da lui.
Ma quel ragazzino ricciuto è maledettamente veloce, lo hai imparato a tue spese nella vostra prima partita di Quidditch, e in un attimo è di fianco a te.
“Ti aiuto a cercarla Minnie.” Ti sorride.
Tu ti fermi esasperata e lo guardi dritto negli occhi. “Ti ho detto di non chiamarmi Minnie.”  Odi profondamente quell’idiotico diminutivo che ti ha appioppato al primo anno.
“Come vuoi Minnie, secondo me dovremmo andare da quella parte.” Ti risponde impermeabile, come se i tuoi modi bruschi gli rimbalzassero semplicemente addosso senza scalfirlo.
“Ah si? E che cosa te lo fa credere?”
Sul viso gli si dipinge un sorriso sornione. “Conosco la Foresta Proibita come le mie tasche.” Ti informa alzandosi orgogliosamente di almeno tre centimetri nel pronunciare quelle parole.
“Come vuoi Nott, andiamo da quella parte.” Cedi alla fine.
Camminate per un po’ immersi in un rilassato silenzio con i rami degli alberi che ondosamente incombono su di voi. Finalmente sembrano diradarsi e vi ritrovate in una specie di piccola radura decorata da un minuscolo laghetto.
Vàli si lancia a sedere su un tronco poco distante e tu ti guardi preoccupata intorno sperando di vedere la tua civetta.
“Perché Nike dovrebbe essere qui?”gli chiedi, sempre con il naso per aria.
“Be’ ho pensato che se fossi in lei a quest’ora avrei fame, e questo è l’unico posto in tutta la foresta in cui può sperare di trovare del cibo.”
Tu lo guardi esterrefatta cercando di capire se sia davvero serio. “Mi stai dicendo che sei venuto qui seguendo il tuo stomaco?”
“Il mio stomaco e un eccellente ragionamento deduttivo Minnie.” Commenta con un sorriso disarmante che ti impedisce di arrabbiarti sul serio.
“Fidati, arriverà.” Ti dice improvvisamente serio mentre ti siedi di fianco a lui. E tu non puoi fare a meno di credergli, perché lo sguardo di Vàli Nott è così sincero e sicuro che sembra impossibile che non abbia ragione.
Mentre il vento accarezza la superficie del lago, adornandola con delicate onde schiumose ti giri di nuovo a guardarlo.
“Comunque grazie per prima.” Dici a bassa voce.
“Nessun problema Minnie.” Ti risponde con un alzata di spalle. “Dopo il pugno che gli ho dato non credo che Malfoy avrà più voglia di chiamarti sp… be’ come ti ha chiamata.”
L’amaro sapore dell’offesa torna a farsi sentire. “A te da fastidio? Dico il fatto che sia una Natababbana?” Mentre glielo chiedi ti rendi conto che ti importa davvero sapere cosa pensa, perché anche se a volte può risultare molesta ed esagerata la compagnia di Vàli Nott ti mette allegria e da un po’ di tempo hai notato che ha la rara capacità di dissipare in ogni momento il tuo malumore. Ma non glielo dirai mai.
E  comunque non centra niente il fatto che le tue chioccianti compagne di Dormitorio lo reputino tremendamente bello.
Lui ti guarda per un istante corrucciato e tu ti ritrovi costretta ad ammettere che in effetti Vàli è bello, ma bello in un modo particolare in un modo caldo e sorridente.
“Non lo so, non c’ho mai pensato.”
Ed è anche immensamente stupido.
“Cioè tu hai tirato un pugno a Malfoy perché mi ha chiamata… mi ha chiamata mezzosangue e non sai neanche se sei d’accordo con lui?” gli chiedi sbalordita.
“Ti ha offesa.” Dice semplicemente. “Comunque no, non mi dà fastidio.”
Improvvisamente appoggia la sua testa sulla tua spalla e tu ti irrigidisci tutta. Che diavolo sta facendo Vàli Nott?
Ti rendi conto solo in quel momento di quanto i vostri corpi sono vicini e un inaspettato rossore ti colorisce le guance. Non sei mai stata così vicino ad un ragazzo, se si escludono i tuoi fratelli.
Ma nonostante l’imbarazzo senti che c’è qualcosa di naturale in quel contatto e senti qualcosa nella tua pancia che inizia a saltellare su e giù. Non appena la tua mente partorisce questi pensieri cerchi subito di scacciarli, inorridita dalla loro stupidità. La tua lingua è più difficile da controllare e senza il tuo permesso parla . “Ho le farfalle.”
Vàli alza la tesa. “Come?”
Imbarazzata cerchi di spiegare la cosa. “Ho le farfalle. Nello stomaco.”
Vedi i suoi occhi chiari sgranarsi all’inverosimile.
“Hai mangiato delle farfalle?” ti chiede e, per la prima volta da quando lo conosci, sembra sbalordito.
Trattieni a stento una risata. “Ma ti pare? E’ un modo di dire per quando non lo so… quando sei emozionato o qualcosa del genere.”
Lui si rilassa. “Mi sembrava strano.” E senza troppi nessi logici aggiunge: “Una volta ho mangiato un verme, per una scommessa.”
“Com’era?”
“Non male.” Risponde con un sorrisino.
Dopo qualche istante di silenzio Vàli parla di nuovo.
“Facciamo un gioco?”
“Che gioco?” gli chiedi, stringendoti nel mantello mentre il vento all’improvviso sembra essere gonfiato.
“Io ti dico una cosa segretissima e tu anche. Qualcosa che non abbiamo mai detto a nessuno.”
Reticente accetti, mentre inizi a pensare a cosa puoi raccontargli.
“Inizia tu.” Ti sprona Vàli.
Mordicchiandoti incerta un labbro  sposti lo sguardo sulla superficie del lago. “Ho capito di essere diversa quando avevo più o meno quattro anni.” Inizi, mentre lui appoggia il mento sul palmo della mano. “Mi ricordo che ero arrabbiatissima perché mio fratello Malcolm aveva staccato una gamba al mio orsetto Roger. Eravamo solo io e lui nella nostra stanza e tutto ad un tratto l’aria ha iniziato a vorticare pericolosamente e ferocemente intorno a noi. Quando quello strano vento si è calmato mi sono accorta che il grande specchio appeso ad una delle pareti era andato in mille pezzi.”
Ovviamente ho dato la colpa a mio fratello.” Aggiungi facendolo ridacchiare. “Qualche volta mi capita ancora sai? Dico di controllare il vento. Quando sono particolarmente arrabbiata o felice o…”
“Ora tocca me!” ti interrompe eccitato.
In un attimo è di nuovo vicinissimo a te, avvicina la sua bocca al tuo orecchio e ti sussurra il suo segreto.
Rimani come pietrificata, poi senti il cuore iniziare a battere forte come un tamburo e giri di scatto la testa.
Basta quel piccolo movimento . E’ un attimo, è un bacio. Umido, caldo e sicuramente goffo. Ma è un bacio, il tuo primo bacio.
E lo stai dando a Vàli Nott, la cosa ti fa quasi ridere. Anche se a pensarci bene è l’unico a cui avresti voluto darlo.
Dopo qualche istante vi staccate, tu non sai dove guardare, lui ti fissa dritta negli occhi.
“Avevo ragione.” Ti sorride, come se fosse tutto normale.
“Su cosa?” chiedi cercando di vincere l’imbarazzo.
“Sulla tua civetta. Guardala là” dice indicandoti un punto al di là del laghetto.
Tu aguzzi gli occhi, felice di avere qualcosa che ti salvi da quella situazione, e la vedi volare verso di te. Ti alzi e stendi il braccio permettendole di appoggiarvisi. Anche Vàli si è alzato e dopo qualche secondo, senza apparenti indecisioni, ti prende la mano.
Tu questa volta lo guardi negli occhi e pensi che vorresti dirgli un sacco di cose, ma in fondo lo sai anche tu che le parole a volte non servono e quindi decidi di non rompere il fatato silenzio che vi avvolge.
Con l’altra mano ti accarezza il viso e si avvicina a te. Vi baciate di nuovo, incuranti dello sguardo penetrante di Nike, ma questa volta con più sicurezza, mentre senti le farfalle nel tuo stomaco svolazzare forsennatamente. Tutti in una volta ti vengono in mente i vari discorsi di baci e affini che ti sei dovuta sorbire e apri un po’ la bocca. Quando le vostre lingue si toccano tutte le farfalle sussultano all’unisono.
E’ strano, ma uno strano bello. E andate avanti così, assecondando i movimenti dell’altro come in una delicata e intima danza, mentre l’aria intorno a voi inizia a vorticare sempre più incontrollata e il vento porta con sé il vostro segreto.


Note:
1 "Le vent nous portera" di Noir Desir

Un pensiero per augurare buon anno nuovo a tutte quelle fantastiche persone che trovano il tempo di recensire la mia storia, grazie grazie e ancora grazie!

Questa storia partecipa ai contest "Una carrellata di primi baci" di Acquamarine_ e "The Green Contest" di EmmaWright98.


   
 
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