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Autore: Mizar19    08/01/2012    2 recensioni
Sul tavolo del Concilio dei Dottori si trova una scoperta decisamente interessante e un gruppo di giovani universitari ha l'onore di assistere alla lezione: non capita tutti i giorni che il protagonista di una leggenda, o pseudotale, si trovi su un tavolo autoptico.
[...]«Dottore numero Due, le posso assicurare che ricordo con molta chiarezza quelle illustrazioni e dunque le confermo con certezza assoluta che l’umanoide con la bizzarra casacca rossa è quel tale dispensatore di doni», insistette la ragazza, decisa a non cedere poiché era assolutamente certa di essere nel giusto.[...]
[Storia partecipante alla Challenge di Natale indetta da Writers Arena Rewind]
Genere: Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: La lezione di anatomia
Autore: Mizar19
Fandom: Originale
Genere: Noir, Science-fiction
Tipologia: One-shot
Trama: Sul tavolo del Concilio dei Dottori si trova una scoperta decisamente interessante e un gruppo di giovani universitari ha l'onore di assistere alla lezione: non capita tutti i giorni che il protagonista di una leggenda, o pseudotale, si trovi su un tavolo autoptico.
Note dell’Autore: Il titolo della one-shot riprende il celeberrimo quadro di Rembrandt “La lezione di anatomia del dottor Tulp”.
Disclaimers e Crediti: La trama, i personaggi e i luoghi descritti appartengono solo a me.
 
Prompt 9: http://fc01.deviantart.net/fs51/f/2009/332/1/3/Jack_Frost_by_Zephyri.jpg
 
 

LA LEZIONE DI ANATOMIA
 

«Signori, siamo di fronte ad un caso unico! È la nostra unica occasione di passare alla storia», sentenziò il Dottore numero Uno.
Un brusio si diffuse nella stanza.
«Per favore, silenzio. Dobbiamo deliberare circa la procedura da seguire», intervenne il Dottore numero Due, che poi era di sesso femminile.
Un giovanotto alzò un braccio, ansioso di esprimersi. Il Dottore numero Tre gli assegnò la parola. «È possibile avere qualche ulteriore dettaglio circa la sua provenienza? Voglio dire... come è giunto sino a noi?»
«Be’, il nostro Ranger numero Dodici si stava recando a Nord, come suo solito, quando si è imbattuto in un lastrone di ghiaccio dai riflessi bizzarri...», iniziò il Dottore numero Uno, poi prese la parola il Dottore numero Due: «Quando ha notato che vi era intrappolato un corpo, presumibilmente umanoide, ha immediatamente chiamato la Squadra Emergenze numero Uno».
«Studenti, qualcuno di voi ha qualche osservazione da fare?», chiese il Dottore numero Quattro rivolto alla classe. I giovani, tutti con le loro mascherine e i guanti regolamentari sul volto, iniziarono a scambiarsi sguardi interrogativi.
«L’abito che indossa... è una specie di divisa?», osò domandare una ragazza minuta.
«In verità, non ne siamo certi»,confessò il Dottore numero Tre.
«Io... io penso di averlo già visto», intervenne timidamente un’altra ragazza. Il Dottore numero Uno la esortò dunque a condividere con il resto della classe il suo sapere.
«Era solo un vecchio libro di favole di mia nonna. Diceva esserci stato tramandato da un lontano avo umanoide e mortale, che proveniva da terre così lontane che a stento potevamo immaginarle... Ebbene, ricordo una leggenda di cui un uomo simile a questo era protagonista». La ragazza si era trasformata in un magnete, catturando gli sguardi di tutti i presenti, e la loro curiosità. «Si narrava che un umanoide d’età avanzata, con fattezze simili a quelle dei Mastri Nani ma di statura molto più elevata, vivesse nel luogo più freddo del pianeta, in una casa di ghiaccio e neve, circondati da... piccoli elfi», un brusio di sdegno si sollevò tra i presenti, quietato immediatamente da un colpo di tosse del Dottore numero Uno. «Essi costituivano la sua forza lavoro e fabbricavano monili, sollazzamenti e oggetti d’intrattenimento per i cuccioli umanoidi che durante l’anno aveva adempiuto ai loro doveri morali».
«Piccoli elfi al suo servizio? Giammai gli elfi furono piccoli e al servizio di qualcuno», brontolò l’anziano Dottore numero Cinque, che ancora non era intervenuto nel dibattito.
«Signori, quietatevi, è una favoletta, una leggende del Mondo dell’Oltre»
«Dottore numero Due, le posso assicurare che ricordo con molta chiarezza quelle illustrazioni e dunque le confermo con certezza assoluta che l’umanoide con la bizzarra casacca rossa è quel tale dispensatore di doni», insistette la ragazza, decisa a non cedere poiché era assolutamente certa di essere nel giusto.
«Be’, è senz’altro azzardata come affermazione. Dovremmo condurre un’attenta indagine scientifica, anzitutto per stabile come è possibile che si sia trasformato in un ghiacciolo gigante». La classe fu percorsa da una risatina alle parole del Dottore numero Tre.
«E, di grazia, come poteva quest’umanoide dispensare doni ai cuccioli? Come sapeva quali si erano attenuti al dovere morale?», la interrogò uno studente seduto qualche fila dietro di lei.
«Il libro di mia nonna spiegava che l’umanoide aveva potere magici e sapeva discernere senza bisogno di domandare. Si spostava nell’arco di una sola notte lungo tutte le terre emerse del Mondo dell’Oltre su di un carro trainato da cervi volanti, rapido come la luce. Il suo passaggio era segnato da un tintinnio di campanelli e...».
«Grazie, signorina. Suppongo sia sufficiente», la interruppe il Dottore numero Uno. La ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata, strofinandosi una delle lunghe orecchie appuntite.
«Dottore numero Due...», il Dottore numero Uno si portò dietro al tavolo anatomico. «Bisturi!»
 



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