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Autore: redbullholic    08/01/2012    4 recensioni
They tell us everything’s alright
and we just go along.
How can we fall asleep at night
when something’s clearly wrong?

E se... Kelly fosse sopravvissuta?
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kelly Gibbs, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Girl Who Lived'
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When we stand together

Uno sparo. Il parabrezza si tinge di rosso, mentre l’uomo alla guida si accascia in avanti, sul volante. Sua madre le grida qualcosa, ma lei non riesce a capire. Allora si tuffa sopra di lei, avvolgendola in un abbraccio. L’ultimo. La macchina sbanda un paio di volte, sbatte e si schianta. Poi il nulla.
 
Kelly si svegliò di soprassalto, madida di sudore. Era la terza volta in una settimana che sognava l’incidente in cui aveva perso la vita sua madre. Quell’incubo la tormentava; era insopportabile rivivere quel giorno, il giorno in cui la sua vita e la sua famiglia venivano distrutte per sempre.
Decisa a non perdersi ancora una volta in quei ricordi troppo dolorosi, si alzò e si fece una doccia. Quando uscì lanciò un’occhiata alla sveglia sul comodino: erano le cinque e mezza del mattino. Si vestì per andare in ufficio; avrebbe sbrigato un po’ di lavoro di scrivania che tendeva sempre a mettere da parte. Era una cosa che odiava fare, ma almeno l’avrebbe distratta da quell’incubo che spesso tornava a bruciare quando meno se lo aspettava.
L’ufficio era deserto. Tanto meglio, si disse la ragazza. Prese posto alla sua scrivania con un bicchiere di caffè fumante in mano e cominciò a sfogliare alcuni fascicoli ammucchiati da settimane sul tavolino alle sue spalle.
Poco dopo fece il suo ingresso un suo collega. La guardò con gli occhi fuori dalle orbite e quasi si strozzò con la ciambella che stava masticando.
-Cavolo Gibbs, non sei mai stata così mattiniera!- esclamò, una volta ingoiato il boccone.
-Insonnia- mentì Kelly facendo spallucce.
-Prova a diminuire la caffeina- ribatté lui. Kelly fece finta di non averlo sentito e tornò a immergersi nella lettura di un vecchio rapporto.
Piano piano arrivarono tutti gli altri agenti. Nessuno mancò di lanciarle occhiatine curiose e di fare commenti sottovoce, domandandosi come mai la più giovane di loro, ritardataria patologica e iperattiva, fosse già lì a quell’ora, per di più sommersa da vecchi fascicoli.
-Cadavere a Central Park- tuonò il capo, facendo sobbalzare tutti -Muoviamoci-.
 
Il cadavere si trovava proprio nel cuore dell’immenso parco. Gli agenti dovettero camminare molto, affondando nella neve fresca, prima di raggiungere la scena del crimine. Kelly, tanto per cambiare, stringeva tra le mani un altro bicchiere ricolmo di caffè bollente.
-Sai, dicevo sul serio prima- il collega che era arrivato in ufficio dopo di lei, Michael, apparve al suo fianco -Dovresti almeno ridurre la dose di caffeina che ingerisci ogni giorno. Anche perché a fine giornata diventi intrattabile- rise.
-Mi aiuta- rispose Kelly, bevendo un sorso. -E poi, con questo freddo è l’ideale-.
Una volta arrivati nel punto dove era stata segnalata la presenza del cadavere trovarono il medico legale, impaziente di iniziare il suo lavoro, che si dondolava da un piede all’altro nel tentativo di combattere il freddo.
-Ce ne avete messo di tempo!- si lamentò. Gli agenti lo ignorarono e si misero al lavoro.
-Gibbs, vedi se aveva documenti addosso. Beck, foto della scena del crimine- ordinò il capo.
Kelly passò la macchina fotografica che aveva al collo a Michael e si inginocchiò accanto al corpo, riverso sulla neve. Iniziò a frugargli nelle tasche dei pantaloni, ma non trovò niente. Con l’aiuto del medico mise il cadavere in posizione supina, e passò alle tasche della giacca. Stava quasi per arrendersi quando trovò quello che stava cercando: un documento. Lo aprì, e quello che vide la lasciò senza fiato. Ebbe un capogiro che le fece perdere l’equilibrio, e si ritrovò seduta sulla neve. Tutti si voltarono verso di lei.
-Kelly, tutto bene?- Michael la fissava con aria preoccupata.
Lei annuì, poi si alzò e ripulì i jeans dalla neve -Capo- chiamò, avvicinandosi al suo superiore con la mano in cui teneva il documento che aveva iniziato a tremare, e non per il freddo -Era un agente...- sentì la sua voce incrinarsi leggermente -Un agente dell’NCIS di Washington-.



- Note
Ma ciao! Erano secoli che non scrivevo di NCIS, così ho deciso di riprovare :D
In questa storia (che spero sia la prima di una serie) Kelly è sopravvissuta all'incidente in cui ha perso la vita Shannon, e incotra suo padre dopo ben 13 anni :o
Non preoccupatevi per il morto, non è una faccia nota ;) il suo ruolo lo capirete più avanti!

Spero che la storia vi piaccia :3
;Red

   
 
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