Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: xfollowmejoe    08/01/2012    0 recensioni
I want to take you to a place where love is something more than you imagined. -Joe Jonas
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Vi è mai capitato di essere stanchi della proprio vita?

Mi chiamo Hope.
Tutti penseranno ‘i suoi genitori devono averla davvero tanto odiata per averle dato questo nome’ beh si, lo penso anch’io, ma cerco di convincermi che i miei avranno avuto dei buoni motivi per farlo. Almeno lo spero..
 Ho cercato troppe volte di andare via di casa; facevo le valigie buttandoci dentro anche qualche triste lacrima del passato, ma con una famiglia come la mia, la porta mi veniva letteralmente sbarrata.
Da quando mio padre ci ha praticamente abbandonate, tutto è cambiato.
Non odio New York, tutti sognano una città come la mia, piena di vita e divertimento, piena di tutto quello che le altre città non possiedono; ma se la tua vita inizia ad essere difficile sin da principio, tutto lo splendore e la bellezza di questa non possono sistemare le cose; qando un avvenimento mi regala un soffio di felicità, è come se svanisse solo dopo pochi attimi da mille avversità.
 
Oggi, è una di quelle giornate che farei di tutto per dimenticare.
Lavoro allo Starbucks di New York;
Ho appena rischiato di essere licenziata. È stupido prendersela tanto per una cuffietta dell’ipod, scivolata nel caffè di un cliente. Lo so, forse non avrei dovuto usarlo, ma credevo che con i miei lunghi capelli,  nessuno se ne sarebbe accorto. Diamine, ora dovrò comprare delle cuffiette nuove; odorano di caffè latte di soia alla cannella, bleah!
Con lo sguardo perso nel vuoto, andai a sbattere conto un tavolino libero lungo il mio tragitto.
<< è la quarta volta che sbatti contro qualcosa >> disse Charlie, la mia collega di lavoro, nonché la mia migliore amica, togliendomi il piccolo vassoio di carta dalle mani.
<< hai visto di nuovo Joe Jonas eh?>>
<< si sdoppia facilmente a quanto pare.. Charlie guarda quel ragazzo, non gli assomiglia?>> domandai gesticolando.
<< chi quello senza capelli all’ultimo tavolo? >>
Scoppiai a ridere, ma in realtà credevo a quello che dicevo.
<< prenditi una pausa, ti copro io, ma ti prego fa qualcosa; non voglio dover ripulire un altro caffè rovesciato per terra>>.
Tolsi grembiule e cappellino ed uscì da lì dentro con un bicchiere di cappuccino nella mia mano.
 
Ero persa nei miei pensieri e mentre soffiavo il leggero fumo, che fuoriusciva dal bicchiere, un ragazzo si avvicinò.
<< scusi posso ordinare un..>>
<< si ehm, può entrare dentro per le ordinazioni, io sono in pausa adesso>> dissi con un sorriso.
In realtà, avevo intuito dove volesse arrivare, era uno dei soliti clienti abituali, che sapeva perfettamente che non ero in servizio in quel momento.
<< allora.. posso offrirti qualcosa? >>
Alzai la mano con il mio bicchiere ancora pieno in mano << mi basta questo cappuccino, grazie! >> risposi, scostandomi i capelli dagli occhi.
Da quel momento, rimanemmo a parlare per un’altra manciata di minuti.
Quando ripresi il lavoro, tornai con il pensiero altrove, cercando di concentrarmi di più sui clienti.
Sott’occhio, vidi il ragazzo avvicinarsi a Charlie, dicendole qualcosa; Scossi la testa, sicuramente anche lei stava per cadere nella sua trappola; adesso mi incuriosiva cosa le avesse domandato così, le feci segno di avvicinarsi, con un cenno di mano.
Charlie corse verso di me.
<< che ti ha chiesto quel ragazzo? >> le domandai
<< chi, quello tutto giacca e cravatta? >> rispose lei, facendo un’espressione stranita. << il tuo numero! >> aggiunse.
Io assunsi un’espressione esterefatta << Charile, non dirmi che.. >>
<< tranquilla, l’ho liquidato dicendogli ‘non mi sembri Joe Jonas, mi dispiace!’ >>
Io scoppiai a riderle in faccia << oh mio dio, non ci credo >> mi precipitai a stringerla << cosa farei senza di  te! >>.
 
Passarono solamente pochi giorni da quando, quel ragazzo, presentatosi come Trevor, mi disse che Joe avrebbe fatto un’intervista in uno degli hotel al centro di New York. Nessuno sapeva con sicurezza se questa notizia avrebbe avuto delle vere fondamenta, ma d’altronde non potevo permettermi di perdere un’occasione del genere.
 
 
 
  
  
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