13 gigli e un girasole

Oltrepassi l'enorme cancello. Prendi il viale alla tua destra e prosegui sempre dritta. Tieni la testa bassa, lo sguardo concentrato sull'asfalto. Sai dove ti devi fermare. Hai percorso quella strada talmente tante volte che la potresti fare ad occhi chiusi. Fai lunghi respiri. Vuoi sentire l'aria fredda dentro di te e poi vederla uscire, creando nuvolette di vapore che, inevitabilmente, spinte dal vento, tornano indietro e ti accarezzano il viso. Con le mani stai torturando il fiocco che tiene legati 13 gigli bianchi. 

Ti fermi improvvisamente, quasi come se le gambe non volessero più muoversi. In realtà, sai che sei arrivata. Lentamente alzi la testa e guardi la foto incorniciata su quel marmo bianco. Senza distogliere lo sguardo ti avvicini e accarezzi con mano tremante la cornice dorata. Quanto era bella!

I 13 gigli bianchi sono ancora lì, nella tua mano sinistra. Li togli uno ad uno e delicatamente, cercando di non rovinargli, li infili nel vaso di fronte a te. Per ogni giglio, una lacrima scende sulla tua guancia. Ogni giglio rappresenta tristezza, sofferenza, rabbia. Ma ti ricordano lei. Erano i suoi fiori preferiti, quelli con cui ornava le aiuole in giardino, decorava i balconi, faceva i centrotavola. Adesso servono solo a ricordarla. Sposti qualche foglia che non permette ai fiori di mostrare tutta la loro bellezza e ti allontani di qualche passo per vedere il risultato. Sono belli quasi quanto lei.

Chiudi gli occhi per un momento. Cerchi di farti tornare alla mente uno di quei momenti felici. Cerchi di riviverlo, anche solo per un attimo. Ma, come sempre, ti appare la sua figura riversa a terra in quel vicolo. Spalanchi gli occhi e respiri. Asciughi con la manica le ultime lacrime che ti rigano il viso, posi per l'ultima volta lo sguardo sulla sua foto e mentre ti giri per andartene, guardi nuovamente i gigli. Un'enorme punto giallo tra tutto quel bianco però cattura la tua attenzione e ritorni alla posizione precedente. Un girasole è come apparso dal nulla.

«13 anni, vero?» 

Sussulti. Non ti aspettavi una voce. Soprattutto quella voce. La riconosceresti anche in una folla.

«Si.» rispondi con un filo di voce, sempre rivolta verso i fiori. 

«Sono tanti.» Lo senti camminare verso di te e mettersi al tuo fianco. Puoi anche sentire il suo sguardo che dalla tomba, si sposta sul tuo viso e poi ritorna sul marmo.

«Vuoi sapere perché il girasole?»

«C'è un motivo?» chiedi sorpresa. 

«Certo. Allora, lo vuoi sapere?»

«Si.» dici, mentre annuisci leggermente col capo. 

«Primo: è bello come tua mamma.» dice sorridendo e portando lo sguardo alla sua foto. «Secondo: i girasoli trasmettono un messaggio importante. "Segui la luce".»

«Guarda come questi 13 gigli diventano magnifici illuminati dal girasole.» continua, indicando proprio il mazzo di fiori di fronte a te «Trova nei 13 anni che loro rappresentano il tuo girasole, Kate, la tua luce e seguila.» 

Cala il silenzio. Dopo alcuni attimi, che ti sembrano secoli, ti giri e lo guardi. Appena ha smesso di parlare ha inchiodato lo sguardo sulla tomba. Ha il naso rosso per il troppo freddo e strofina le mani per riscaldarle. Ti avvicini e interrompi quel movimento. Prendi la sua mano tra la tua e la stringi. Intrecci le dita alle sue e ti meravigli di come sembrino create apposta per quello. Anche tu fissi lo sguardo sulla tomba.

«Grazie» sussurri.

«Per cosa?» 

«Per essere la mia luce» rispondi, come se fosse la cosa più naturale del mondo. O forse lo è.

«Sempre» 


Note di Giù.
Oggi è il 13° anniversario della morte di Johanna Beckett. Volevo scrivere qualcosa a riguardo ed ecco qua.
Avevo in mente tutt'altro ma mentre scrivevo le idee sono venute giù così, completamente diverse dalle originali. Quindi non so cosa sia uscito, però a mio fratello è piaciuta e io mi fido di mio fratello ;)
Ringrazio tutti coloro che leggeranno (i lettori silenziosi come me) e tutti quelli che recensiranno (e mi faranno ancora più felice).
Ps: mi scuso per l'assenza. Sono fatta così, ogni tanto sparisco.
Ps2: si accettano anche critiche negative!