Questa One-Shot è il continuo -se così si può dire- di Because of..THE NET!
Love Again.
“Come
vorrei stare qui con te
Cosa darei per restarti accanto?
Vorrei che tu potessi
sorridermi
Mi porterai dove vorrai
E del tuo mondo parte farò
Accanto a te sempre così solo con te
Quando accadrà?
no
non lo so
Ma del tuo mondo parte farò
Guarda e vedrai
Che
il sogno mio
Si avvererà”
-Non
ci posso credere! Stai piangendo..-
-Non è vero!- Un
singhiozzo mi tradì. Maledetto. -Non è colpa
mia.. è questa
canzone, questo cartone animato. Questa dannata storia che
andrà a
finire bene. Odio il lieto fine..- Conclusi alzandomi dal letto e
lasciando Anne da sola a guardare la tv. Uscii dalla camera, volevo
restare da sola, anche se sapevo che non sarebbe stata una buona
idea.. avrei iniziato a pensare, e ripensare e l'immagine di Ian mi
si sarebbe parata davanti facendomi piangere di nuovo.
Era una
situazione impossibile e soprattutto ridicola dato che ero stata io a
volerlo, io a decidere tutto, io a mandarlo via, io a cacciarci in
quel grosso guaio. “Non voglio soffrire” E come
un'idiota stavo
soffrendo il doppio. Anne e Drew mi avevano suggerito di prendere il
primo volo per Atlanta e raggiungerlo, ma come potevo? Cosa gli avrei
detto una volta davanti la sua porta? “Ciao, come stai? Ho
cambiato
idea.. io ti amo!” La verità era che ero stata una
stupida a
lasciarlo andare, avevo ascoltato il mio stupido cervello e non il
cuore, al contrario della prima volta, con Pete.
Ma in amore, non
importa se ascolti il cuore o la ragione, perchè tanto, in
un modo
nell'altro si finisce per soffrire ugualmente.
-Fa freddo qui,
perchè non entri?- Anne, in quei mesi, mi era stata molto
vicina,
aveva addirittura fatto la scorta di gelato, e altre schifezze
possibili, ma ultimamente cercava di convincermi a fare di tutto per
riprendermi.. uscire, trovarmi qualcun altro, o ancora peggio, andare
a parlare con lui. Quello che in realtà mi serviva, era
tornare a
casa mia, rifugiarmi in camera sotto le coperte, ed uscire solo per
la fine del mondo. -Mer, sono stanca di vederti così.. hai
le
occhiaie, e non hai più guance.. sei così magra
da far paura..- Si
sedette accanto a me, e non potei trattenermi dal piangere.. non
sapevo neanche il motivo di quelle lacrime, erano passati tre mesi,
era stata una mia decisione, ma non riuscivo a smettere. Mi sentivo
in colpa, stavo male. -Basta! NON PIANGERE!-
-Io non posso farci
nulla..- Tirai su il naso -Lo so che non dovrei, e giuro che ci
provo, ed è per questo che piango, perchè sono
arrabbiata con me
stessa, perchè sono idiota.. Non si piange per
così poco..- Nascosi
la testa tra le gambe, mi vergognavo tremendamente. -Ma come mi sono
ridotta?- Più che altro era una domanda per me stessa, ma
anche Anne
l'aveva sentita. Non mi rispose e si limitò ad abbracciarmi,
lasciandomi sfogare. -Credi che se quella sera a cena non me ne fossi
andata, io e lui staremmo insieme?- La guardai negli occhi, in attesa
delle sue parole..
-Io
non lo so, e non lo saprai neanche tu se non vai da lui.. E' meglio
un rimorso che un rimpianto, Meglio
pentirsi di averci provato che rimuginare per sempre su come sarebbe
andata se invece non ci avessi provato. Giusto?- Ci pensai su, ed
aveva ragione.. Era inutile piangere e disperarmi, dovevo agire e
fare qualcosa. Ma cosa?
Per la prima volta, dopo un mese circa, andai a lezione quella
mattina, ma non stetti a sentire molto quello che aveva da dire il
professore, cercavo di pensare, piuttosto, a cosa e come fare per
riprendermi Ian, ormai ero decisa. Dovevo riparare al mio errore. Non
potevo contattarlo su Twitter, perchè sarebbe stata una
mossa troppo
squallida, e neanche chiamarlo al cellulare perchè avevo
cancellato
il suo numero. Sì lo so, ero idiota!
Dovevo fare tutto di
presenza.
Non mi accorsi nemmeno di come tornai in camera al
campus, ero troppo sovrappensiero. Quando aprii la porta, era tutto
troppo sospetto, Anne e Andrew erano seduti sul mio letto e mi
guardavano con uno strano sorrisetto.
-Cosa avete combinato?-
Assottigliai lo sguardo. -Avete fatto sesso, per sbaglio, sul mio
letto?- Aggiunsi posando la mia roba sulla scrivania, e il cappotto
nell'attaccapanni.
-Ma quando mai!- Drew si alzò subito, ma non
smise di sorridere. -Abbiamo un regalino per te..-
-Una sorpresa.
E non puoi dire di no-
-Fatemi vedere!- Ero felice ma nello stesso
tempo super preoccupata. Quel sorriso non prometteva nulla di buono.
-UN BIGLIETTO AEREO PER ATLANTA?- Urlai, non perchè fossi
contenta,
ma perchè avrei voluto ucciderli. -E NON E'
RIMBORSABILE!!!!- Li
avrei uccisi..
-Esattamente, quindi devi andare per forza.- Li guardai entrambi e
non potendo fare altrimenti, iniziai a fare la valigia. Sarei partita
il giorno dopo, esattamente il 29 ottobre, sapevo che Ian sarebbe
stato alla festa di Halloween con la produzione e il cast di TVD e
avevo il presentimento che sarebbe stata una notte da far paura, nel
senso più negativo del termine.
Ripresi anche le prove con il
gruppo, era come se ogni tassello della mia vita stesse tornando al
suo posto, ed avevo paura che, con quel viaggio, che rivedendolo,
tutto potesse nuovamente precipitare nel baratro più
assoluto. Se
lui mi avesse respinta?
-Non dire sciocchezze cugina!- Ultimamente io e le mie cugine ci
sentivamo tramite videochiamata, era bello riprendere il rapporto con
loro.. -E' stato lui a venire a contattarti. A cercarti, e a dirti
quello che provava, quindi smettila di farti paranoie..-
-Oddio
sembri Bella.. e sai che fine ha fatto?- Mi chiese Sophia, e negai
con il capo.. tanto mi vedevano tranquillamente. -Tromba alla grande
con il piccolo Cullen!- Risi della sua schiettezza e fui un po'
più
tranquilla.
-Dai Mer, non ti abbattere.. e anche se non dovesse
andare, ce ne sono mille migliori di lui..- Nicole mi sorrise
attraverso lo schermo del mio pc, e una lacrima scappo' al mio
controllo. -Ehi, non piangere!-
-Non sto piangendo, era solo
l'ultima lacrima..- Sorrisi e chiusi la conversazione dopo averle
salutate.
Controllai mille volte d'aver preso tutto, ero certa
che ad Atlanta non ci fosse lo stesso clima di LA, mi sentivo strana,
come se non avessi mai preso un aereo, e quel che era peggio, avevo
una paura matta di rivedere Ian.
Che cosa avrei fatto non appena
avessi riguardato dentro quegli splendidi occhi?
Cercai di non
pensarci, cercai di fare tutt'altro, pulii addirittura tutta camera
con le cuffie dell' I-pod alle orecchie pur di far tacere i pensieri,
ma quelli urlavano più forte della musica. Mi misi a cantare
e
ballare come una matta, presa da una strana euforia, perchè
da un
lato non vedevo l'ora di salire su quel maledetto aereo, correre da
Ian e dirgli “Ehi, scusami, ho fatto la cazzata
più grande della
mia vita, adesso sono qui, possiamo ricominciare?” Non vedevo
l'ora
di vederlo. Toccarlo, e perchè no, baciarlo. Avevo una
voglia matta
di lui, quasi un bisogno estremo, come se fosse ossigeno e per tutto
questo tempo fossi stata senza respirare.
Ian era quello che
serviva per andare avanti, possibile che ci avessi messo
così tanto
per capirlo?
Meglio tardi che mai.
-Hai preso tutto?- Anne controllava il mio mini bagaglio, guardandolo
sconvolta.
-Sì, tutto. Devo stare via solo 2 giorni-
-Mer.. non dire così..- Mi carezzò la spalla, ma
mi scansai,
notando che stava arrivando il taxi. Salutai i due fidanzatini
felici, e salii, in direzione dell'aeroporto. Improvvisamente, tutta
l'ansia del giorno precedente si era raddoppiata. Era davvero una
brutta sensazione, che non andò via quando atterrammo, anzi
tutto il
contrario. Tremavo, e di certo non era a causa del freddo.
-Dove la porto signorina?- Sussurrai all'autista del taxi l'indirizzo
della festa, e poggiando la schiena al sedile, ammirai le luci di
quella splendida città, sorrisi nel vedere le decorazioni
per la
prossima festa di Halloween, nelle finestre di quasi ogni casa, c'era
un'enorme zucca, ritagliata a dovere; faccia divertente, o mostruosa,
con la candela dentro per illuminarla meglio. Uno spettacolo. -Siamo
arrivati-
-Può.. potrebbe, per favore aspettarmi? Non sono sicura se..-
-Non ci sono problemi-
Mi sorrise mentre scendevo insicura,
sistemandomi la giacca blu di velluto, e dirigendomi dentro quella
casa, che somigliava tanto alla villa Lockwood. La musica
sovrastò
le mie parole, quando chiesi ad una donna dove potessi trovare Ian,
la lasciai stare e proseguii per la mia strada. Cercai di nascondermi
il più possibile dai giornalisti e fotografi, non volevo
farmi
vedere in nessun modo. C'era un motivo se io e Ian avevamo tenuto
nascosta la nostra mezza relazione...
..ma evidentemente lui e Nina non erano dello stesso avviso. Erano
lì, davanti a me, vestiti in maschera e seduti sul divano
che si
scambiavano un bacio.
Non sentii più la musica.
Solo il tonfo
della mia borsa a terra.
Solo i battiti del mio cuore.
Possibile che la stanza si fosse fermata esattamente in quel momento?
Possibile che io non vedessi nient'altro che loro due?
La testa
mi girava troppo velocemente per restare ancora là davanti
in piedi,
come un'idiota, come una guardona. Dovevo scappare, o meglio andare
via capendo, finalmente, che Ian doveva uscire definitivamente dalla
mia vita, dalla mia testa e dal mio cuore.
-Meredith?- Era un sussurro, ma mi raggelò il sangue. La sua
mano
che stringeva il mio polso, costringendomi a voltarmi verso lui.
-Che, che ci fai qui?- E i suoi meravigliosi occhi. Mi sforzai di non
pensare a nulla. Tabula rasa. -Non che non mi faccia piacere vederti
ma, è così strano..-
-Io ti ho visto.. vi ho visti.- La sua
espressione confusa mi fece capire che dovevo spiegargli. -Te e Nina
baciarvi, prima sul divano.- Le sue labbra carnose formarono una
“o”
sorpresa, ed ebbi l'istinto di picchiarlo e baciarlo, e continuare a
picchiarlo per tutto quello che avevo sofferto in quei mesi. -Non
volevo spiarvi, se è quello che stai pensando..-
-Perchè sei qui?- Già,
perchè ero lì? Per rendermi ridicola,
ecco perchè! -Rispondi- Temporeggiai, cercando
una qualsiasi
scusa, anche la più idiota, ma il mio cervello non aveva
intenzione
di collaborare. Grazie eh! -Dimmi la
verità, perchè capisco
quando menti. Fai quella strana smorfia con le labbra..-
-Per te.- Lo dissi d'un fiato, osservando i suoi occhi che si
spalancavano per la sorpresa. -Ma evidentemente è stato un
errore..
So solo che ho fatto benissimo a lasciarti andare mesi fa, sapevo
sarebbe andata a finire così..-
-No, no no.- Mi bloccò di nuovo, prima che potessi
andarmene. Lo
odiai, perchè avevo bisogno di salire su quel taxi, e
piangere, per
l'ultima volta. -Non ti permettere a dire una cosa del genere. Se ti
ho cercata era perchè mi interessavi davvero, io volevo
stare con
te, sei stata tu ad allontanarmi, a cancellarmi dalla tua vita in un
secondo. Non mi hai permesso di fare nulla..- Si fermò per
respirare, stavo crollando, lo sentivo. -Ti avrei coccolata,
viziata.. amata. Mi hai cacciato dalla tua vita, e adesso che te ne
sei pentita per non so quale motivo, non puoi venirmi a rinfacciare
queste cose. Io e Nina stiamo insieme da neanche una settimana e sono
felice..-
Cosa potevo dirgli quando sapevo benissimo che aveva
ragione? Lo guardai per l'ultima volta, mentre la sua mano lasciava
lentamente il mio braccio, forse perchè entrambi sapevamo
sarebbe
stato il nostro ultimo incontro.
Per sempre.
Ci guardammo negli occhi, ma non piansi mentre ci abbracciavamo
talmente forte da smettere di respirare entrambe.
-Mi sento
terribilmente in colpa- Anne non aveva intenzione di lasciarmi
andare. Ero tornata a Berkeley dopo due giorni, prima ero passata da
casa, strano a dirsi ma avevo bisogno dei miei genitori, di sentirmi
la loro bambina. -Se non avessi comprato quel biglietto aereo tu non
avresti visto quel bacio e..-
-E non avrei messo una pietra sopra su tutta questa storia- Le
sorrisi, e l'abbracciai nuovamente.
-Quindi posso smettere di flagellarmi la notte?- Feci finta di
pensarci -Che stronza che sei-
Scoppiammo a ridere insieme, mi era mancato ridere in quel modo,
essere spensierata, anche se ogni tanto l'immagine di Hermione e
Capitan America mi si parava davanti, e ritornava quello strano
dolore al petto.
All'altezza del cuore, come se mi fosse stato
strappato via.
Halloween era trascorso nel più classico stile universitario
Berkeleyano, feste in tutte le stanze di tutti i piani del campus con
fiumi e fiumi di alcol. Ovviamente vestiti in maschera. Anne si era
data da fare per stampare dei volantini e diffondere la voce per dire
che erano severamente vietati due costumi in particolare. L'amai
ancora di più.
L'indomani della festa, mi svegliai sul divanetto
della nostra camera, ancora vestita, con la mia migliore amica
addosso, non ricordavo assolutamente nulla della sera precedente, e
la forte emicrania era lì a dimostrarlo.
L'urlo di Anne, mi fece
cadere dal divano.
-Grandissima idiota, perchè stai urlando? Ho mal di testa,
non farlo
mai più!!-
-I miei zii stanno arrivando..-
-Stanno arrivando qui? E perchè?-
-NO, STANNO ARRIVANDO ALL'AREOPORTO! Dobbiamo andarli a prendere,
subito..-
-Dobbiamo? E io che c'entro, chiama Andrew.- Il suo sguardo furente
mentre si spogliava dell'abito di Cenerentola ed indossava
velocemente dei semplici jeans e camicia, mi fece cambiare idea.
-Adesso va meglio..- Sorrise malefica, e sparì in bagno.
-Ho il tempo di farmi una doccia?- Borbottò qualcosa mentre
lavava
denti e viso, e doveva essere un no,a giudicare la sua espressione,
-Ma che schifo! I tuoi zii penseranno che sono una barbona..-
Smisi di parlare per evitare di essere uccisa, ed anche io, come lei,
indossai dei jeans e la mia adorata camicia a quadri rossa e nera.
Non avevo neanche il tempo di truccarmi, quindi presi gli occhiali da
sole e legai i capelli in una buffa coda. Mi sembrava di essere
ancora ubriaca, e non avevo neanche avuto il coraggio di guardare
l'orologio.
Arrivammo appena in tempo per vedere uscire dalla
porta scorrevole due signori piuttosto alti ed abbronzati, super
sorridenti. Anne gli corse incontro, abbracciandoli, l'uomo, la prese
in braccio, facendola girare più volte, risi nel vedere
quella
scena, poi si rivolse alla zia, parlarono per qualche minuto,
ridendo, fin quando non si avvicinarono a me.
-Ehi, potevate aspettarmi...- Mi voltai leggermente in direzione
della voce. Un ragazzo alto, con un fisico ben messo, posò
le due
enormi valigie per terra e stritolò Anne. -Potresti venire a
trovarci ogni tanto..-
-Io studio, caro, sei tu quello che non fa
nulla-
-Non cominciate voi due, siamo appena arrivati-
-Idiota,
ti presento Meredith, la mia compagna di stanza-
-Molto lieto.. io sono George..- Si inchinò, facendomi il
baciamano,
sorrisi ma mi bloccai nel vedere i suoi occhi. Azzurri.
Ancora occhi azzurri.
Ancora labbra carnose.
Il destino stava giocando con la mia vita.
Per fortuna i genitori di Anne, non abitavano molto lontano da
Berkeley, così il viaggio in macchina durò poco e
gli zii non
riuscirono a sentire il cattivo odore che io e la mia migliore amica
emanavamo.
-A me puoi dirlo che avevi dimenticato del nostro
arrivo..-
-Ma smettila- Per poco non scoppiai a ridere nel vedere
l'espressione allarmata di Anne. -Certo che lo sapevo, solo che ieri
c'era la festa di Halloween ed abbiamo esagerato con l'alcol-
-Si
sente..- Quel George rise di gusto, ed ebbi l'istinto di tappargli la
bocca con un pugno. Come si permetteva? -A che ora si esce questa
sera? Non voglio perdermi neanche una serata del campus..-
-Oh
beh.. allora dovresti venire con noi. Non ho la minima intenzione di
tornare qua..-
Venire con noi? E dove accidenti avrebbe
dormito? Fulminai la mia amica con lo sguardo
-Melicia, per
te ci sono problemi?-
-Mi chiamo Meredith e..-
-Certo che non le da fastidio.. Prendi le tue cose e andiamo!-
Sparì
per un attimo mentre noi, dopo aver salutato zii e genitori,
rientravamo in auto -Sei idiota per caso? Stavi per dire di no a mio
cugino, l'ho capito dal tuo sguardo! E non fare quella faccia.. hai
la possibilità di divertirti e la getti via così?-
-Come scusa?-
-Mio cugino è uno spasso.. imparerai a conoscerlo e ad
amarlo- I
suoi occhi si illuminarono sull'ultima parola, ma non riuscii a
controbattere dato che suo cugino tornò, con un borsone in
mano, e
la giacca a vento nell'altra. Gli occhiali da sole appuntati nella
maglietta blu notte a maniche corte e i capelli castano-oro al vento.
Mi sorrise prima di salire nel salire sul sedile posteriore ed
abbassare quello anteriore per farmi sedere, rimasi un po' perplessa
per quel gesto, e fu proprio Anne a scuotermi ed a intimarmi a darmi
una mossa. Il viaggio in macchina fu piacevole, e la mia migliore
amica aveva ragione, George non era poi così male.
Raccontò un
po' della sua vita. Ventisette anni, aveva finito gli studi,
laureandosi in Biologia e adesso lavorava in un centro in Alabama,
aveva rotto da quasi un anno con la sua storica fidanzata, ma non
aveva detto nulla ai genitori per non deluderli, e di conseguenza
neanche Anne ne era a conoscenza.
-Non posso crederci che quella
racchia è finalmente sparita dalle nostre vite..-
-Anni, ti
prego- Si scambiarono un'occhiata attraverso lo specchietto -Siamo
stati insieme per 15 anni, è una parte importante di me,
quindi non
parlare male di lei..-
-Uff, come non detto- Sbuffò mentre
parcheggiava. -Adesso però sei single e puoi darti alla
pazza gioia
no?- Ebbe solo il tempo di annuire perchè Anne
passò al
contrattacco -Oh, perfetto, anche Mer è single e mentre voi
uscirete
e vi darete alla pazza gioia io starò con il mio Andrew a..-
-Mi hai fatto venire qui per, senza offesa, farmi passare del tempo
con un'estranea?-
-Io non faccio da babysitter a nessuno.. Senza
offesa tu.- Mi guardò e poi rise, e lo fece di gusto, e
quella
risata mi contagiò, fino a farmi piangere. Non sapevo il
motivo di
quelle risa ma non mi dispiaceva e soprattutto era divertente.
-Avete
finito?- Anne ci fissava sbalorditi, con le braccia incrociate,
davanti la porta della nostra camera. Avevo perfino dimenticato che
George avrebbe dormito con noi per quindici giorni. -Mi spiegate il
motivo di tutta questa ilarità?-
-Su entriamo.. Ho bisogno di una doccia- La interruppi prima che
potesse mettermi ancora in imbarazzo.
Quando nel tardo
pomeriggio ci raggiunse Andrew, decidemmo cosa fare la sera, uscire
per bere qualcosa al nostro solito pub. Mario -il proprietario- ci
accolse con festa e sorrisi, come al solito, offrendoci subito un
giro di birra, ormai eravamo di casa, non solo suonavamo con il
gruppo il sabato sera, ma io avevo iniziato a lavorare come cameriera
tre sere a settimana, quando non avevo le prove, per tenermi
impegnata, per non pensare a
-Tu che ne dici?-
-Per me va
bene- Non potevo fare la figura dell'idiota, chiedendo di cosa
stessero parlando. -Ehi dove state andando?- Chiesi ai due
piccioncini mentre si alzavano ed indossavano le loro giacche.
-Emh,
a casa di Drew. Ci vediamo direttamente domani mattina..-
-Ma..
ma..- La fulminai con lo sguardo mentre lei mi rispose con un sorrise
a cinquantaquattro denti, l'avrei uccisa con le mie stesse mani non
appena ne avessi avuto l'occasione. -Quindi siamo rimasti io e te?-
Giocai un po' imbarazzata con il boccale di birra, mentre George si
guardava in giro.
-Direi proprio di sì.. Ti imbarazzo per caso?- Mi sentii
improvvisamente osservata. -Perchè se è
così, non è mia
intenzione farlo..- Lo guardai, alzando un sopracciglio, a volte era
davvero uno spaccone. -Non mi credi?- Si fece troppo vicino, fissando
il suo sguardo nel mio.
Quel colore degli occhi era stupendo.
-Dovresti bere la tua birra, o si riscalda..- Mi allontanai di
scatto, finendo di bere e sorridendo verso Mario che ammiccava,
doveva sicuramente pensare che io e George avessimo un appuntamento o
qualcosa del genere, ma in realtà ero lì solo
perchè ero stata
incastrata dalla mia migliore amica.
-Io non mangio, né mordo, né
uccido le persone- Mi voltai verso lui -Quindi non riesco proprio a
capire il motivo del tuo astio, non mi conosci nemmeno..-
-Oh beh,
non è colpa tua.. Sono io il problema..-
-Mi stai lasciando per
caso?- Rise, facendomi sorridere. -Non conosco nessuno qui, e se mia
cugina mi ha lasciato da solo con te, è perchè
pensa che siamo
simili e che insieme ci saremmo divertiti.. ma evidentemente si
sbagliava, quindi sarà meglio andare-
-D'accordo George, mi
dispiace.- Mi alzai dalla sedia, posando la mia mano sul suo polso
-Ho passato un brutto periodo e non è che ne sia uscita,
devi solo
darmi un po' di tempo.- Gli sorrisi e la sua mano raggiunse la mia,
carezzandola più volte.
-Su andiamo a dormire, domani ci aspetta
una lunga giornata-
Salutai Mario, e quando tornammo in camera, mi
venne in mente un piccolo ed importante particolare; Anne era a casa
di Andrew, quindi io e George saremmo rimasti soli, per tutta la
notte. Era decisamente ancora presto per andare a letto, e notai che
il mio nuovo coinquilino era nervoso ed imbarazzato, quasi quanto
me.
-Ti va di giocare?- Si voltò, e risi nel notare la sua
espressione sconvolta, ma non appena vide la confezione del monopoli
in mano si rilassò, annuendo. -Sappi che non mi ha mai
battuta
nessuno-
-C'è sempre una prima volta cara Mer..-
Iniziammo la
partita e dopo cinque giri lui aveva già costruito non so
quante
case su tutto un lato del tabellone, mi stava spennando viva,
guadagnai qualcosa anche io, con le mie due case in “Parco
della
vittoria” e “Viale dei Giardini” ma nulla
in confronto ai suoi.
Così dovetti dichiarare fallimento. -Ho vinto, e tu hai stra
perso...-
-Non mi era mai successo!- Ero allibita. Mi aveva battuta, e se ne
vantava come un bambino capriccioso saltellando per tutta la stanza.
Gli tirai una scarpa addosso, colpendolo in testa, e cominciai a
ridere di gusto, vederlo massaggiarsi il capo, con il broncio era
davvero divertente.. anche se non lo fu più quando si
lanciò su di
me, mi intrappolò i polsi in una mano, e con l'altra
iniziò a farmi
il solletico un po' in tutto il corpo.
Mi sfiorò per sbaglio il
seno, o presunto tale, e ci bloccammo entrambi, faticavo a respirare,
i suoi occhi azzurri, erano così intensi, un colore
così acceso e
vivo non l'avevo mai visto prima di allora.
-Forse è meglio
dormire-
Si alzò, cercando di toccarmi il meno possibile, e si
tolse giacca e maglietta, restando a petto nudo. Ero certa di avere
la bocca spalancata, e di aver formato un laghetto di bava sul
copriletto, mi ricomposi, raccattando le mie cose, e scappando in
bagno. Bagnai il viso con l'acqua gelata.
Maledetti ormoni.
George
era disteso sul letto di Anne, giocava con il cellulare,
indossava solo dei pantaloncini di tuta rossi, lo stesso colore del
mio viso in quel momento.
Mi sentivo come una bambina idiota, non
era la prima volta che vedevo un ragazzo mezzo nudo, o che dormivo
con lui, cioè non con George ma con un ragazzo. Oddio,
ma cosa
diavolo stavo iniziando a pensare?
-Qualcosa non va?- Negai e mi distesi sotto le coperte, ripetendomi
di essere sola in quella camera, e di non avere accanto un bellissimo
ragazzo mezzo nudo.
-Stai dormendo?- La parte destra del mio
letto si abbassò, e sussultai quando sentii le coperte
sollevarsi e
un corpo freddo attaccarsi al mio. Ma mi rilassai riconoscendo la
mano di Anne..
-Che ci fai qui?- Sussurrai.
-Non sai che ore
sono vero?- Mi voltai verso lei, e verso la sveglia. Le undici del
mattino, avevo davvero dormito così tanto? E mi ero
addormentata
senza problemi? -Dov'è George?-
-Io, non lo so..-
-Sono qui!-
Sorrise uscendo dal bagno, indossando dei jeans scuri, e tenendo
qualcosa in mano -sicuramente la sua maglia- si sedette di fronte a
noi, senza smettere di sorridere. -Buongiorno-
-A te- Cercai di essere più normale possibile, ma non
è che mi
venisse così facile con quello spettacolo di addominali..
-Che, che
programmi ci sono per oggi?- -Ti vesti, ed usciamo. Abbiamo
appuntamento con Andrew tra mezz'ora, e ha detto che
tollererà
massimo un'altra mezz'oretta di ritardo, quindi fai veloce.-
Scattai
dal letto, correndo in bagno, e facendo più veloce che
potevo, non
mi piaceva far aspettare le persone, soprattutto i miei amici, e
soprattutto Andrew, perchè era sempre gentile, disponibile,
e
puntuale.
Asciugai i capelli in fretta in furia, lasciandoli naturali,
quindì
né lisci né ricci, senza una forma ben precisa, e
indossai la prima
cosa che mi passò la mia amica dal bagno, un paio di leggins
blu,
una maglietta marrone abbastanza lunga da coprire il sedere, a
maniche lunghe con lo scollo a V.
Uscii dal bagno, quasi
inciampando negli stivaletti blu che Anne mi aveva passato, li
indossai, presi borsa, sciarpa, e cappottino ed uscimmo di corsa
dalla camera, avevamo 10 minuti di tempo per raggiungere Andrew
all'Albatross.
-Ho vinto la scommessa, e mi devi una birra!-
-Ma che cazz..-
-Avevano scommesso su di te, sul tuo ritardo..-
George mi spiegò la situazione, ovviamente risi,
perchè quei due lo
facevano sempre, e di solito vinceva Andrew, mi stupii quindi di
quella strana vincita di Anne.
Decidemmo di trascorrere la
giornata in giro per la città, per permettere a George di
godere
delle meraviglie del posto, ovvero ragazze mezze nude o in bikini,
passeggiare per strada e in spiaggia.
E poi spostarci in centro
per un po' di shopping.
-Sto pensando seriamente di trasferirmi
qui..-
-Come se in Alabama si stesse male-
Anne roteò gli
occhi sbuffando, facendomi scappare una risata. Non era gelosa di
Andrew, o almeno lo era il giusto, perchè entrambi si
amavano
tantissimo e si fidavano l'uno dell'altra, ma quei discorsi le
facevano girare le scatole, possibile che i ragazzi dovessero sempre
pensare ai culi?
-Anni Anni, dai, non essere arrabbiata, su ti prego..- Per il resto
del pomeriggio Andrew provò a far pace con la sua fidanzata
ma non
ebbe molto successo, lei camminava dritto per la sua strada, senza
neanche fermarsi davanti le vetrine dei suoi negozi preferiti. La
scena era davvero divertente.
-Mi dispiace aver rovinato il
pomeriggio..- George mi stava accanto godendosi la scena.
-Non preoccuparti, nessuno in fondo aveva poi questa grande voglia di
fare shopping, è che è questo quello che di
solito facciamo qui..
oltre che studiare in biblioteca ed andare alle feste la
sera..-
-Pensi che smetteranno mai di fare così?-
-Oh, sì che
smetteranno. Quando arriveranno in camera, e noi dovremo cercare
qualcos'altro da fare per mezz'oretta..-
-Così poco?- Il suo tono
sorpreso mi fece rabbrividire, pensai a quanto potesse durare lui a
letto..
-Beh.. sanno che di solito io sono in giro, e quindi cioè..-
-Non
volevo metterti in imbarazzo!- Rise come un'idiota, guadagnandosi un
pugno da parte mia. Stava cominciando a piacermi stare in sua
compagnia, era simpatico, spensierato, faceva battute idiote ma che
mi facevano ridere, e soprattutto non mi faceva mai pensare a
-Quindi che si fa mentre aspettiamo loro?- Ci pensai su, e sorrisi
quando mi venne in mente quella magnifica idea..
-Posso farti vedere una cosa fantastica..-
-Oh, Mer, ci conosciamo
da poco, e per quanto il tuo corpo sia invitante, vederti nuda adesso
non mi sembra una buona idea e..-
-Non stavo parlando di questo..
Aspetta, pensi che il mio corpo sia invitante?- Incrociai le braccia
sotto il petto, forse questa volta era lui quello in
imbarazzo.
-Tantissimo, soprattutto qui- Mi sfiorò il fianco,
paralizzandomi. -Allora, che devi farmi vedere?- Ghignò,
sorpassandomi per poi fermarsi a pochi passi da me.. lo raggiunsi
quando il mio cervello tornò a ragionare.
Dopo un quarto d'ora
di camminata a piedi su una collina, arrivammo sul punto più
alto
della città, da dove si vedeva più o meno tutta
Berkeley.
-Potrebbe essere romantico, ma l'ho fatto solo perchè non
sapevo
dove altro andare..-
-Rilassati Meredith, e godiamoci lo
spettacolo..-
Si sedette sulla pietra, e io un po' più distante
da lui, tesa come una corda di violino. Perchè diavolo mi
era venuta
quella idea? Non era un appuntamento, ma un modo per fargli vedere la
città e nello stesso momento aspettare che quei due
finissero di
amoreggiare, ma allora perchè mi sentivo maledettamente in
imbarazzo? Non riuscivo neanche a spiccicare una parola. Non ero una
persona di compagnia, e poi era risaputo che se me ne stavo da sola
con i miei pensieri..
-Che vuoi fare nella vita?-
-Nella vita,
intendi non appena finirò gli studi?- Annuì -Non
lo so, è tutto
ancora così confuso, ma penso la giornalista.- Fissai le mie
mani
sulle ginocchia, perchè improvvisamente erano davvero
interessanti.
-Io avevo un piano.- Mi voltai, i suoi occhi erano fissi sul
panorama. -Era un bellissimo piano, o almeno per me..- Le sue labbra
si tesero in un sorriso malinconico. -Ci saremmo sposati, saremmo
andati a vivere nella casa sul lago, ed avremmo avuto dei bambini. Io
avrei continuato con il mio lavoro, e lei con il suo, era tutto
programmato e sarebbe stato tutto perfetto se..- Il suo sguardo si
indurì, e le sue mani si chiusero a pugno -Se solo non si
fosse
fatta trovare a letto con il mio migliore amico- Mi si
bloccò il
respiro, era stato per anni ed anni insieme ad una ragazza per poi
vederla insieme ad un altro.. doveva aver sofferto tantissimo, eppure
sorrideva e si divertiva come nulla fosse, ed io invece mi lamentavo
per niente a confronto.
-Mi..mi dispiace.- Mi sentivo un'idiota.
-Perchè non hai detto nulla ai tuoi?-
-Perchè mia madre ha
sempre adorato Melissa, e non potrei darle questo grande
dolore..-
-Ma.. cioè..-
-So cosa stai pensando.. le ho detto
che lei è a New York per uno stage.. appena mia madre
sarà pronta
le dirò la verità-
-Mi dispiace per quello che hai passato, ti
conosco da poco ma mi sembri un bravo ragazzo e comunque sia
è
sempre brutto vedere queste cose-
-Sei stata tradita anche tu?- Mi
feci più vicina, anche fisicamente, non aveva senso stare
così
distanti e parlare di cose così intime.
-Più o meno.. Più no
che si. Ma ho sofferto lo stesso..- Sorrisi amaramente, mi ero
ripromessa di non ripensare più a quel bacio.
-Che è successo
esattamente?-
Gli raccontai tutto, e riuscii a non piangere,
forse perchè c'era lui al mio fianco, un estraneo a cui
stavo
raccontando i miei ultimi avvenimenti amorosi, e mi sentivo bene
mentre mi sfogavo, mentre pronunciavo quel nome come nulla fosse,
anche se il cuore sussultava nel ricordarlo.
I suoi occhi.
I
suoi sorrisi per me.
Le sue mani su di me.
Ma se si chiamavano
ricordi c'era un motivo, no?
Il resto della settimana trascorse tranquillamente, con noi quattro
che ormai eravamo sempre all'Albatross a bere, a scherzare, a
mangiare, mancava solo che montassimo tenda e sacco a pelo per
restare la notte. Era strano il modo in cui io e George avessimo
legato in così poco tempo, era un bravo ragazzo oltre che
carino,
cioè non era bellissimo o chissà cosa,
però aveva un non so chè
di speciale, forse i suoi occhi magnetici, o la sua barba che
cominciava a crescere e che lui lasciava incolta, o ancora il suo
sorriso contagioso e la sua risata allegra.. E poi non mi importava
se fosse bello o no, quando nella mia vita tutto stava precipitando
era arrivato lui.
-Ma quindi cosa gli hai risposto?-
-Che ci
avrei pensato.. Mi piace la nostra amicizia, o quello che è,
e non
voglio rovinare tutto..-
-Dio ma quanto sei idiota? Quante volte
dovrai fare lo stesso errore per smettere di farlo?-
-Ma..-
-Se
mio cugino ti ha chiesto di uscire è perchè gli
piaci.. quindi
adesso lo chiamiamo e gli dici che accetti.-
-Ma..-
-SENZA
MA!-
-Stavo solo per dire che non so che mettere- Sbuffai
incrociando le braccia al petto.
Due ore dopo ero sotto le grinfie della mia migliore amica, che dopo
avermi arricciato i capelli era passata al trucco. Volevo solo che
George venisse a salvarmi, perchè ero sul punto di
ucciderla. La
porta si aprì in tempo, regalandomi la visione di un George
meraviglioso, con un paio di jeans scuri, una camicia blu e una
sciarpa sul blu/viola.
-Salvami da tua cugina..- Rise,
sciogliendomi una parte del cuore. -Non ci trovo nulla di divertente-
Misi il broncio e riuscii a liberarmi da Anne, la salutai ed uscii
insieme al mio cavaliere.
Camminammo per dieci minuti buoni, e
riconobbi la strada, mi stava portando al belvedere, il luogo dove ci
eravamo avvicinati per la prima volta.
-Potrebbe essere romantico,
ma l'ho fatto solo perchè non sapevo dove altro andare..-
Recitò la
mia stessa frase e sorrisi poi nel vedere un cestino da pic nic sulla
grande roccia, stranamente non ero agitata o ansiosa come al mio
solito, anzi mi sentivo molto a mio agio, ed era tutto merito
suo.
Mangiammo così tanta roba, che a fine serata non riuscivo
più a muovermi, ed avevamo parlato di tutto, era come se ci
conoscessimo da una vita, nessun imbarazzo, tante risate e battute
varie, una bellissima serata.
-Non credevo mangiassi così
tanto-
-Ho fatto un incantesimo al mio stomaco, quello di
“Estensione Irriconoscibile” come quello fatto da
Hermione..
Così almeno posso mangiare tutto quello che voglio senza
ingrassare-
Risi per la sciocchezza appena detta, e lui con me.
-Puoi farne uno anche a me? Così non devo preoccuparmi..-
-Non credo tu ne abbia bisogno. Stai benissimo così.-
Non
riuscivo a smettere di guardarlo, i suoi occhi erano due
calamite.
-Grazie per questa splendida serata- Mi sorrise,
accarezzandomi una guancia, sospirai a quel tocco.
-Grazie a te
per avermi invitata, mi sono divertita davvero tanto-
Eravamo
vicini, anche troppo per evitare di baciarci e concludere la giornata
nel migliore dei modi, le nostre labbra stavano per toccarsi, quando
un tuono mi fece sobbalzare, ed un lampo, per poco, non mi fece
urlare.
Ci alzammo ridendo, scappando verso il riparo più
vicino, ma arrivammo direttamente al college, completamente zuppi.
-Ma che diamine avete combinato?-
-Ha iniziato a piovere e non
sapevamo dove ripararci- Spiegai ad Anne, mentre mi chiudevo in bagno
per cambiarmi. -Non guardarmi in quel modo, non ti dirò cosa
abbiamo
fatto e cosa non abbiamo fatto.. Mi passi l'asciugamani?-
-Sai che
domani va via vero?- Mi bloccai, perchè avevo dimenticato
quel
piccolo particolare, quell'importante particolare. Io non l'avrei
più
rivisto. -Cogli al volo l'opportunità, almeno questa volta
non
fartela scappare.-
-E' quello giusto Anne.- Ci guardammo per quel che mi sembrò
un'infinità. -Non lo so perchè, ma..sento che
è così. Quando
stiamo insieme, quando mi guarda o mi sfiora..-
-E allora
diglielo..- Mi abbracciò
-Magari domani mattina- Le sorrisi prima di mettermi a letto e
dormire. George si era addormentato da un pezzo sul materassino
gonfiabile, con la valigia accanto. Non avrei voluto che partisse, in
realtà non sapevo cosa volevo, ma partire non era la
soluzione, lo
volevo accanto a me.
Volevo iniziare qualcosa con lui, volevo innamorarmi, buttarmi a
capofitto in una storia, e finalmente l'avevo capito.
Meglio tardi
che mai.
-Buon viaggio- Salutarsi davanti un taxi non era la migliore delle
situazioni per poi confessare il proprio interesse.
-Grazie Mer..
e grazie per tutto- Il suo sorriso, l'ennesimo, mi fece sbottare. Non
riuscii più a trattenermi.. Con gli occhi lucidi gli
confessai
quello che pensavo di lui, sedere a parte..
-Mi piaci, e.. per la prima volta ho il coraggio di dire che voglio
provare a stare insieme a qualcuno, e quel qualcuno sei tu.-
Non
disse nulla.
Non sorrise.
Ma si avvicinò, prendendo il mio viso tra le mani e
baciandomi.
Un
bacio lento e lungo, che mi succhiò l'anima, ricompose il
mio cuore
e mi ridiede la vita.
Quel bacio non era la fine perfetta di una
vacanza, ma l'inizio magnifico di una grande storia d'amore.
n
Fine.
**********
Non
posso crederci, finalmente ho finito questa One-shot e la sto
pubblicando, dovete perdonarmi se non l'ho fatto prima ma -come ho
detto su facebook- la mia ispirazione era scomparsa insieme ai soldi
spesi per tutto l'alcol bevuto in questo mese, e insieme al 2011.
Adesso che mi sono scusata, posso parlare di quello che avete appena
letto, io spero di non avervi deluse, perchè magari vi
immaginavate di leggere la storia di Meredith e George, ma il fatto
è che non mi sembrava giusto parlare subito di loro due,
della loro storia d'amore senza parlare di quello che aveva provato
Meredith nell'aver lasciato andare Ian, e soprattutto senza prima aver
chiuso quel capitolo importante.
Quindi spero che aver letto il modo in cui Mer dice addio ad Ian e
conosce George vi sia piaciuto. Ho amato ogni parola -più o
meno- di questa OS, dall'inizio alla fine, è come se ci
fossi io dentro, come se anche io avessi mandato il mio Ian a quel
paese, trovandomi un George tutto mio (devo ancora farlo mio.. ma
sappiamo che i tempi delle storie sono diversi dai tempi reali)
Basta, non so che altro dire. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio a tutte.