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Autore: thecarnival    09/01/2012    1 recensioni
Dove eravamo rimasti? Meredith aveva lasciato andare Ian.. Ma adesso è ancora sicura della sua decisione?
Può l'amore per una persona stravolgerti ed ucciderti una volta, per poi ricomporti pezzo dopo pezzo, e ridarti la vita con un'altra?
Ritorna Meredith Spurce, insieme ad Anne ed Andrew.. e un nuovo personaggio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A wish right now.'
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Questa One-Shot è il continuo -se così si può dire- di Because of..THE NET!

Love Again.



Come vorrei stare qui con te
Cosa darei per restarti accanto?
Vorrei che tu potessi sorridermi
Mi porterai dove vorrai
E del tuo mondo parte farò
Accanto a te sempre così solo con te
Quando accadrà?
no non lo so
Ma del tuo mondo parte farò
Guarda e vedrai
Che il sogno mio
Si avvererà”

-Non ci posso credere! Stai piangendo..-
-Non è vero!- Un singhiozzo mi tradì. Maledetto. -Non è colpa mia.. è questa canzone, questo cartone animato. Questa dannata storia che andrà a finire bene. Odio il lieto fine..- Conclusi alzandomi dal letto e lasciando Anne da sola a guardare la tv. Uscii dalla camera, volevo restare da sola, anche se sapevo che non sarebbe stata una buona idea.. avrei iniziato a pensare, e ripensare e l'immagine di Ian mi si sarebbe parata davanti facendomi piangere di nuovo.
Era una situazione impossibile e soprattutto ridicola dato che ero stata io a volerlo, io a decidere tutto, io a mandarlo via, io a cacciarci in quel grosso guaio. “Non voglio soffrire” E come un'idiota stavo soffrendo il doppio. Anne e Drew mi avevano suggerito di prendere il primo volo per Atlanta e raggiungerlo, ma come potevo? Cosa gli avrei detto una volta davanti la sua porta? “Ciao, come stai? Ho cambiato idea.. io ti amo!” La verità era che ero stata una stupida a lasciarlo andare, avevo ascoltato il mio stupido cervello e non il cuore, al contrario della prima volta, con Pete.
Ma in amore, non importa se ascolti il cuore o la ragione, perchè tanto, in un modo nell'altro si finisce per soffrire ugualmente.

-Fa freddo qui, perchè non entri?- Anne, in quei mesi, mi era stata molto vicina, aveva addirittura fatto la scorta di gelato, e altre schifezze possibili, ma ultimamente cercava di convincermi a fare di tutto per riprendermi.. uscire, trovarmi qualcun altro, o ancora peggio, andare a parlare con lui. Quello che in realtà mi serviva, era tornare a casa mia, rifugiarmi in camera sotto le coperte, ed uscire solo per la fine del mondo. -Mer, sono stanca di vederti così.. hai le occhiaie, e non hai più guance.. sei così magra da far paura..- Si sedette accanto a me, e non potei trattenermi dal piangere.. non sapevo neanche il motivo di quelle lacrime, erano passati tre mesi, era stata una mia decisione, ma non riuscivo a smettere. Mi sentivo in colpa, stavo male. -Basta! NON PIANGERE!-
-Io non posso farci nulla..- Tirai su il naso -Lo so che non dovrei, e giuro che ci provo, ed è per questo che piango, perchè sono arrabbiata con me stessa, perchè sono idiota.. Non si piange per così poco..- Nascosi la testa tra le gambe, mi vergognavo tremendamente. -Ma come mi sono ridotta?- Più che altro era una domanda per me stessa, ma anche Anne l'aveva sentita. Non mi rispose e si limitò ad abbracciarmi, lasciandomi sfogare. -Credi che se quella sera a cena non me ne fossi andata, io e lui staremmo insieme?- La guardai negli occhi, in attesa delle sue parole..
-Io non lo so, e non lo saprai neanche tu se non vai da lui.. E' meglio un rimorso che un rimpianto, Meglio pentirsi di averci provato che rimuginare per sempre su come sarebbe andata se invece non ci avessi provato. Giusto?- Ci pensai su, ed aveva ragione.. Era inutile piangere e disperarmi, dovevo agire e fare qualcosa. Ma cosa?

Per la prima volta, dopo un mese circa, andai a lezione quella mattina, ma non stetti a sentire molto quello che aveva da dire il professore, cercavo di pensare, piuttosto, a cosa e come fare per riprendermi Ian, ormai ero decisa. Dovevo riparare al mio errore. Non potevo contattarlo su Twitter, perchè sarebbe stata una mossa troppo squallida, e neanche chiamarlo al cellulare perchè avevo cancellato il suo numero. Sì lo so, ero idiota! Dovevo fare tutto di presenza.
Non mi accorsi nemmeno di come tornai in camera al campus, ero troppo sovrappensiero. Quando aprii la porta, era tutto troppo sospetto, Anne e Andrew erano seduti sul mio letto e mi guardavano con uno strano sorrisetto.
-Cosa avete combinato?- Assottigliai lo sguardo. -Avete fatto sesso, per sbaglio, sul mio letto?- Aggiunsi posando la mia roba sulla scrivania, e il cappotto nell'attaccapanni.
-Ma quando mai!- Drew si alzò subito, ma non smise di sorridere. -Abbiamo un regalino per te..-
-Una sorpresa. E non puoi dire di no-
-Fatemi vedere!- Ero felice ma nello stesso tempo super preoccupata. Quel sorriso non prometteva nulla di buono. -UN BIGLIETTO AEREO PER ATLANTA?- Urlai, non perchè fossi contenta, ma perchè avrei voluto ucciderli. -E NON E' RIMBORSABILE!!!!- Li avrei uccisi..
-Esattamente, quindi devi andare per forza.- Li guardai entrambi e non potendo fare altrimenti, iniziai a fare la valigia. Sarei partita il giorno dopo, esattamente il 29 ottobre, sapevo che Ian sarebbe stato alla festa di Halloween con la produzione e il cast di TVD e avevo il presentimento che sarebbe stata una notte da far paura, nel senso più negativo del termine.
Ripresi anche le prove con il gruppo, era come se ogni tassello della mia vita stesse tornando al suo posto, ed avevo paura che, con quel viaggio, che rivedendolo, tutto potesse nuovamente precipitare nel baratro più assoluto. Se lui mi avesse respinta?

-Non dire sciocchezze cugina!- Ultimamente io e le mie cugine ci sentivamo tramite videochiamata, era bello riprendere il rapporto con loro.. -E' stato lui a venire a contattarti. A cercarti, e a dirti quello che provava, quindi smettila di farti paranoie..-
-Oddio sembri Bella.. e sai che fine ha fatto?- Mi chiese Sophia, e negai con il capo.. tanto mi vedevano tranquillamente. -Tromba alla grande con il piccolo Cullen!- Risi della sua schiettezza e fui un po' più tranquilla.
-Dai Mer, non ti abbattere.. e anche se non dovesse andare, ce ne sono mille migliori di lui..- Nicole mi sorrise attraverso lo schermo del mio pc, e una lacrima scappo' al mio controllo. -Ehi, non piangere!-
-Non sto piangendo, era solo l'ultima lacrima..- Sorrisi e chiusi la conversazione dopo averle salutate.
Controllai mille volte d'aver preso tutto, ero certa che ad Atlanta non ci fosse lo stesso clima di LA, mi sentivo strana, come se non avessi mai preso un aereo, e quel che era peggio, avevo una paura matta di rivedere Ian.
Che cosa avrei fatto non appena avessi riguardato dentro quegli splendidi occhi?
Cercai di non pensarci, cercai di fare tutt'altro, pulii addirittura tutta camera con le cuffie dell' I-pod alle orecchie pur di far tacere i pensieri, ma quelli urlavano più forte della musica. Mi misi a cantare e ballare come una matta, presa da una strana euforia, perchè da un lato non vedevo l'ora di salire su quel maledetto aereo, correre da Ian e dirgli “Ehi, scusami, ho fatto la cazzata più grande della mia vita, adesso sono qui, possiamo ricominciare?” Non vedevo l'ora di vederlo. Toccarlo, e perchè no, baciarlo. Avevo una voglia matta di lui, quasi un bisogno estremo, come se fosse ossigeno e per tutto questo tempo fossi stata senza respirare.
Ian era quello che serviva per andare avanti, possibile che ci avessi messo così tanto per capirlo?

Meglio tardi che mai.


-Hai preso tutto?- Anne controllava il mio mini bagaglio, guardandolo sconvolta.
-Sì, tutto. Devo stare via solo 2 giorni-
-Mer.. non dire così..- Mi carezzò la spalla, ma mi scansai, notando che stava arrivando il taxi. Salutai i due fidanzatini felici, e salii, in direzione dell'aeroporto. Improvvisamente, tutta l'ansia del giorno precedente si era raddoppiata. Era davvero una brutta sensazione, che non andò via quando atterrammo, anzi tutto il contrario. Tremavo, e di certo non era a causa del freddo.
-Dove la porto signorina?- Sussurrai all'autista del taxi l'indirizzo della festa, e poggiando la schiena al sedile, ammirai le luci di quella splendida città, sorrisi nel vedere le decorazioni per la prossima festa di Halloween, nelle finestre di quasi ogni casa, c'era un'enorme zucca, ritagliata a dovere; faccia divertente, o mostruosa, con la candela dentro per illuminarla meglio. Uno spettacolo. -Siamo arrivati-
-Può.. potrebbe, per favore aspettarmi? Non sono sicura se..-
-Non ci sono problemi-
Mi sorrise mentre scendevo insicura, sistemandomi la giacca blu di velluto, e dirigendomi dentro quella casa, che somigliava tanto alla villa Lockwood. La musica sovrastò le mie parole, quando chiesi ad una donna dove potessi trovare Ian, la lasciai stare e proseguii per la mia strada. Cercai di nascondermi il più possibile dai giornalisti e fotografi, non volevo farmi vedere in nessun modo. C'era un motivo se io e Ian avevamo tenuto nascosta la nostra mezza relazione...

..ma evidentemente lui e Nina non erano dello stesso avviso. Erano lì, davanti a me, vestiti in maschera e seduti sul divano che si scambiavano un bacio.
Non sentii più la musica.
Solo il tonfo della mia borsa a terra.
Solo i battiti del mio cuore.
Possibile che la stanza si fosse fermata esattamente in quel momento? Possibile che io non vedessi nient'altro che loro due?
La testa mi girava troppo velocemente per restare ancora là davanti in piedi, come un'idiota, come una guardona. Dovevo scappare, o meglio andare via capendo, finalmente, che Ian doveva uscire definitivamente dalla mia vita, dalla mia testa e dal mio cuore.
-Meredith?- Era un sussurro, ma mi raggelò il sangue. La sua mano che stringeva il mio polso, costringendomi a voltarmi verso lui. -Che, che ci fai qui?- E i suoi meravigliosi occhi. Mi sforzai di non pensare a nulla. Tabula rasa. -Non che non mi faccia piacere vederti ma, è così strano..-
-Io ti ho visto.. vi ho visti.- La sua espressione confusa mi fece capire che dovevo spiegargli. -Te e Nina baciarvi, prima sul divano.- Le sue labbra carnose formarono una “o” sorpresa, ed ebbi l'istinto di picchiarlo e baciarlo, e continuare a picchiarlo per tutto quello che avevo sofferto in quei mesi. -Non volevo spiarvi, se è quello che stai pensando..-
-Perchè sei qui?- Già, perchè ero lì? Per rendermi ridicola, ecco perchè! -Rispondi- Temporeggiai, cercando una qualsiasi scusa, anche la più idiota, ma il mio cervello non aveva intenzione di collaborare. Grazie eh! -Dimmi la verità, perchè capisco quando menti. Fai quella strana smorfia con le labbra..-
-Per te.- Lo dissi d'un fiato, osservando i suoi occhi che si spalancavano per la sorpresa. -Ma evidentemente è stato un errore.. So solo che ho fatto benissimo a lasciarti andare mesi fa, sapevo sarebbe andata a finire così..-
-No, no no.- Mi bloccò di nuovo, prima che potessi andarmene. Lo odiai, perchè avevo bisogno di salire su quel taxi, e piangere, per l'ultima volta. -Non ti permettere a dire una cosa del genere. Se ti ho cercata era perchè mi interessavi davvero, io volevo stare con te, sei stata tu ad allontanarmi, a cancellarmi dalla tua vita in un secondo. Non mi hai permesso di fare nulla..- Si fermò per respirare, stavo crollando, lo sentivo. -Ti avrei coccolata, viziata.. amata. Mi hai cacciato dalla tua vita, e adesso che te ne sei pentita per non so quale motivo, non puoi venirmi a rinfacciare queste cose. Io e Nina stiamo insieme da neanche una settimana e sono felice..-
Cosa potevo dirgli quando sapevo benissimo che aveva ragione? Lo guardai per l'ultima volta, mentre la sua mano lasciava lentamente il mio braccio, forse perchè entrambi sapevamo sarebbe stato il nostro ultimo incontro.
Per sempre.


Ci guardammo negli occhi, ma non piansi mentre ci abbracciavamo talmente forte da smettere di respirare entrambe.
-Mi sento terribilmente in colpa- Anne non aveva intenzione di lasciarmi andare. Ero tornata a Berkeley dopo due giorni, prima ero passata da casa, strano a dirsi ma avevo bisogno dei miei genitori, di sentirmi la loro bambina. -Se non avessi comprato quel biglietto aereo tu non avresti visto quel bacio e..-
-E non avrei messo una pietra sopra su tutta questa storia- Le sorrisi, e l'abbracciai nuovamente.
-Quindi posso smettere di flagellarmi la notte?- Feci finta di pensarci -Che stronza che sei-
Scoppiammo a ridere insieme, mi era mancato ridere in quel modo, essere spensierata, anche se ogni tanto l'immagine di Hermione e Capitan America mi si parava davanti, e ritornava quello strano dolore al petto.
All'altezza del cuore, come se mi fosse stato strappato via.


Halloween era trascorso nel più classico stile universitario Berkeleyano, feste in tutte le stanze di tutti i piani del campus con fiumi e fiumi di alcol. Ovviamente vestiti in maschera. Anne si era data da fare per stampare dei volantini e diffondere la voce per dire che erano severamente vietati due costumi in particolare. L'amai ancora di più.
L'indomani della festa, mi svegliai sul divanetto della nostra camera, ancora vestita, con la mia migliore amica addosso, non ricordavo assolutamente nulla della sera precedente, e la forte emicrania era lì a dimostrarlo.
L'urlo di Anne, mi fece cadere dal divano.
-Grandissima idiota, perchè stai urlando? Ho mal di testa, non farlo mai più!!-
-I miei zii stanno arrivando..-
-Stanno arrivando qui? E perchè?-
-NO, STANNO ARRIVANDO ALL'AREOPORTO! Dobbiamo andarli a prendere, subito..-
-Dobbiamo? E io che c'entro, chiama Andrew.- Il suo sguardo furente mentre si spogliava dell'abito di Cenerentola ed indossava velocemente dei semplici jeans e camicia, mi fece cambiare idea.
-Adesso va meglio..- Sorrise malefica, e sparì in bagno.
-Ho il tempo di farmi una doccia?- Borbottò qualcosa mentre lavava denti e viso, e doveva essere un no,a giudicare la sua espressione, -Ma che schifo! I tuoi zii penseranno che sono una barbona..-
Smisi di parlare per evitare di essere uccisa, ed anche io, come lei, indossai dei jeans e la mia adorata camicia a quadri rossa e nera. Non avevo neanche il tempo di truccarmi, quindi presi gli occhiali da sole e legai i capelli in una buffa coda. Mi sembrava di essere ancora ubriaca, e non avevo neanche avuto il coraggio di guardare l'orologio.
Arrivammo appena in tempo per vedere uscire dalla porta scorrevole due signori piuttosto alti ed abbronzati, super sorridenti. Anne gli corse incontro, abbracciandoli, l'uomo, la prese in braccio, facendola girare più volte, risi nel vedere quella scena, poi si rivolse alla zia, parlarono per qualche minuto, ridendo, fin quando non si avvicinarono a me.

-Ehi, potevate aspettarmi...- Mi voltai leggermente in direzione della voce. Un ragazzo alto, con un fisico ben messo, posò le due enormi valigie per terra e stritolò Anne. -Potresti venire a trovarci ogni tanto..-
-Io studio, caro, sei tu quello che non fa nulla-
-Non cominciate voi due, siamo appena arrivati-
-Idiota, ti presento Meredith, la mia compagna di stanza-
-Molto lieto.. io sono George..- Si inchinò, facendomi il baciamano, sorrisi ma mi bloccai nel vedere i suoi occhi. Azzurri.
Ancora occhi azzurri.
Ancora labbra carnose.
Il destino stava giocando con la mia vita.

Per fortuna i genitori di Anne, non abitavano molto lontano da Berkeley, così il viaggio in macchina durò poco e gli zii non riuscirono a sentire il cattivo odore che io e la mia migliore amica emanavamo.
-A me puoi dirlo che avevi dimenticato del nostro arrivo..-
-Ma smettila- Per poco non scoppiai a ridere nel vedere l'espressione allarmata di Anne. -Certo che lo sapevo, solo che ieri c'era la festa di Halloween ed abbiamo esagerato con l'alcol-
-Si sente..- Quel George rise di gusto, ed ebbi l'istinto di tappargli la bocca con un pugno. Come si permetteva? -A che ora si esce questa sera? Non voglio perdermi neanche una serata del campus..-
-Oh beh.. allora dovresti venire con noi. Non ho la minima intenzione di tornare qua..-
Venire con noi? E dove accidenti avrebbe dormito? Fulminai la mia amica con lo sguardo
-Melicia, per te ci sono problemi?-
-Mi chiamo Meredith e..-
-Certo che non le da fastidio.. Prendi le tue cose e andiamo!- Sparì per un attimo mentre noi, dopo aver salutato zii e genitori, rientravamo in auto -Sei idiota per caso? Stavi per dire di no a mio cugino, l'ho capito dal tuo sguardo! E non fare quella faccia.. hai la possibilità di divertirti e la getti via così?-
-Come scusa?-
-Mio cugino è uno spasso.. imparerai a conoscerlo e ad amarlo- I suoi occhi si illuminarono sull'ultima parola, ma non riuscii a controbattere dato che suo cugino tornò, con un borsone in mano, e la giacca a vento nell'altra. Gli occhiali da sole appuntati nella maglietta blu notte a maniche corte e i capelli castano-oro al vento. Mi sorrise prima di salire nel salire sul sedile posteriore ed abbassare quello anteriore per farmi sedere, rimasi un po' perplessa per quel gesto, e fu proprio Anne a scuotermi ed a intimarmi a darmi una mossa. Il viaggio in macchina fu piacevole, e la mia migliore amica aveva ragione, George non era poi così male.
Raccontò un po' della sua vita. Ventisette anni, aveva finito gli studi, laureandosi in Biologia e adesso lavorava in un centro in Alabama, aveva rotto da quasi un anno con la sua storica fidanzata, ma non aveva detto nulla ai genitori per non deluderli, e di conseguenza neanche Anne ne era a conoscenza.
-Non posso crederci che quella racchia è finalmente sparita dalle nostre vite..-
-Anni, ti prego- Si scambiarono un'occhiata attraverso lo specchietto -Siamo stati insieme per 15 anni, è una parte importante di me, quindi non parlare male di lei..-
-Uff, come non detto- Sbuffò mentre parcheggiava. -Adesso però sei single e puoi darti alla pazza gioia no?- Ebbe solo il tempo di annuire perchè Anne passò al contrattacco -Oh, perfetto, anche Mer è single e mentre voi uscirete e vi darete alla pazza gioia io starò con il mio Andrew a..-
-Mi hai fatto venire qui per, senza offesa, farmi passare del tempo con un'estranea?-
-Io non faccio da babysitter a nessuno.. Senza offesa tu.- Mi guardò e poi rise, e lo fece di gusto, e quella risata mi contagiò, fino a farmi piangere. Non sapevo il motivo di quelle risa ma non mi dispiaceva e soprattutto era divertente.
-Avete finito?- Anne ci fissava sbalorditi, con le braccia incrociate, davanti la porta della nostra camera. Avevo perfino dimenticato che George avrebbe dormito con noi per quindici giorni. -Mi spiegate il motivo di tutta questa ilarità?-
-Su entriamo.. Ho bisogno di una doccia- La interruppi prima che potesse mettermi ancora in imbarazzo.

Quando nel tardo pomeriggio ci raggiunse Andrew, decidemmo cosa fare la sera, uscire per bere qualcosa al nostro solito pub. Mario -il proprietario- ci accolse con festa e sorrisi, come al solito, offrendoci subito un giro di birra, ormai eravamo di casa, non solo suonavamo con il gruppo il sabato sera, ma io avevo iniziato a lavorare come cameriera tre sere a settimana, quando non avevo le prove, per tenermi impegnata, per non pensare a
-Tu che ne dici?-
-Per me va bene- Non potevo fare la figura dell'idiota, chiedendo di cosa stessero parlando. -Ehi dove state andando?- Chiesi ai due piccioncini mentre si alzavano ed indossavano le loro giacche.
-Emh, a casa di Drew. Ci vediamo direttamente domani mattina..-
-Ma.. ma..- La fulminai con lo sguardo mentre lei mi rispose con un sorrise a cinquantaquattro denti, l'avrei uccisa con le mie stesse mani non appena ne avessi avuto l'occasione. -Quindi siamo rimasti io e te?- Giocai un po' imbarazzata con il boccale di birra, mentre George si guardava in giro.
-Direi proprio di sì.. Ti imbarazzo per caso?- Mi sentii improvvisamente osservata. -Perchè se è così, non è mia intenzione farlo..- Lo guardai, alzando un sopracciglio, a volte era davvero uno spaccone. -Non mi credi?- Si fece troppo vicino, fissando il suo sguardo nel mio.
Quel colore degli occhi era stupendo.
-Dovresti bere la tua birra, o si riscalda..- Mi allontanai di scatto, finendo di bere e sorridendo verso Mario che ammiccava, doveva sicuramente pensare che io e George avessimo un appuntamento o qualcosa del genere, ma in realtà ero lì solo perchè ero stata incastrata dalla mia migliore amica.
-Io non mangio, né mordo, né uccido le persone- Mi voltai verso lui -Quindi non riesco proprio a capire il motivo del tuo astio, non mi conosci nemmeno..-
-Oh beh, non è colpa tua.. Sono io il problema..-
-Mi stai lasciando per caso?- Rise, facendomi sorridere. -Non conosco nessuno qui, e se mia cugina mi ha lasciato da solo con te, è perchè pensa che siamo simili e che insieme ci saremmo divertiti.. ma evidentemente si sbagliava, quindi sarà meglio andare-
-D'accordo George, mi dispiace.- Mi alzai dalla sedia, posando la mia mano sul suo polso -Ho passato un brutto periodo e non è che ne sia uscita, devi solo darmi un po' di tempo.- Gli sorrisi e la sua mano raggiunse la mia, carezzandola più volte.
-Su andiamo a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata-
Salutai Mario, e quando tornammo in camera, mi venne in mente un piccolo ed importante particolare; Anne era a casa di Andrew, quindi io e George saremmo rimasti soli, per tutta la notte. Era decisamente ancora presto per andare a letto, e notai che il mio nuovo coinquilino era nervoso ed imbarazzato, quasi quanto me.
-Ti va di giocare?- Si voltò, e risi nel notare la sua espressione sconvolta, ma non appena vide la confezione del monopoli in mano si rilassò, annuendo. -Sappi che non mi ha mai battuta nessuno-
-C'è sempre una prima volta cara Mer..-
Iniziammo la partita e dopo cinque giri lui aveva già costruito non so quante case su tutto un lato del tabellone, mi stava spennando viva, guadagnai qualcosa anche io, con le mie due case in “Parco della vittoria” e “Viale dei Giardini” ma nulla in confronto ai suoi. Così dovetti dichiarare fallimento. -Ho vinto, e tu hai stra perso...-
-Non mi era mai successo!- Ero allibita. Mi aveva battuta, e se ne vantava come un bambino capriccioso saltellando per tutta la stanza. Gli tirai una scarpa addosso, colpendolo in testa, e cominciai a ridere di gusto, vederlo massaggiarsi il capo, con il broncio era davvero divertente.. anche se non lo fu più quando si lanciò su di me, mi intrappolò i polsi in una mano, e con l'altra iniziò a farmi il solletico un po' in tutto il corpo.
Mi sfiorò per sbaglio il seno, o presunto tale, e ci bloccammo entrambi, faticavo a respirare, i suoi occhi azzurri, erano così intensi, un colore così acceso e vivo non l'avevo mai visto prima di allora.
-Forse è meglio dormire-
Si alzò, cercando di toccarmi il meno possibile, e si tolse giacca e maglietta, restando a petto nudo. Ero certa di avere la bocca spalancata, e di aver formato un laghetto di bava sul copriletto, mi ricomposi, raccattando le mie cose, e scappando in bagno. Bagnai il viso con l'acqua gelata.
Maledetti ormoni.

George era disteso sul letto di Anne, giocava con il cellulare, indossava solo dei pantaloncini di tuta rossi, lo stesso colore del mio viso in quel momento.
Mi sentivo come una bambina idiota, non era la prima volta che vedevo un ragazzo mezzo nudo, o che dormivo con lui, cioè non con George ma con un ragazzo. Oddio, ma cosa diavolo stavo iniziando a pensare?
-Qualcosa non va?- Negai e mi distesi sotto le coperte, ripetendomi di essere sola in quella camera, e di non avere accanto un bellissimo ragazzo mezzo nudo.
-Stai dormendo?- La parte destra del mio letto si abbassò, e sussultai quando sentii le coperte sollevarsi e un corpo freddo attaccarsi al mio. Ma mi rilassai riconoscendo la mano di Anne..
-Che ci fai qui?- Sussurrai.
-Non sai che ore sono vero?- Mi voltai verso lei, e verso la sveglia. Le undici del mattino, avevo davvero dormito così tanto? E mi ero addormentata senza problemi? -Dov'è George?-
-Io, non lo so..-
-Sono qui!- Sorrise uscendo dal bagno, indossando dei jeans scuri, e tenendo qualcosa in mano -sicuramente la sua maglia- si sedette di fronte a noi, senza smettere di sorridere. -Buongiorno-
-A te- Cercai di essere più normale possibile, ma non è che mi venisse così facile con quello spettacolo di addominali.. -Che, che programmi ci sono per oggi?- -Ti vesti, ed usciamo. Abbiamo appuntamento con Andrew tra mezz'ora, e ha detto che tollererà massimo un'altra mezz'oretta di ritardo, quindi fai veloce.-
Scattai dal letto, correndo in bagno, e facendo più veloce che potevo, non mi piaceva far aspettare le persone, soprattutto i miei amici, e soprattutto Andrew, perchè era sempre gentile, disponibile, e puntuale.
Asciugai i capelli in fretta in furia, lasciandoli naturali, quindì né lisci né ricci, senza una forma ben precisa, e indossai la prima cosa che mi passò la mia amica dal bagno, un paio di leggins blu, una maglietta marrone abbastanza lunga da coprire il sedere, a maniche lunghe con lo scollo a V.
Uscii dal bagno, quasi inciampando negli stivaletti blu che Anne mi aveva passato, li indossai, presi borsa, sciarpa, e cappottino ed uscimmo di corsa dalla camera, avevamo 10 minuti di tempo per raggiungere Andrew all'Albatross.
-Ho vinto la scommessa, e mi devi una birra!-
-Ma che cazz..-
-Avevano scommesso su di te, sul tuo ritardo..- George mi spiegò la situazione, ovviamente risi, perchè quei due lo facevano sempre, e di solito vinceva Andrew, mi stupii quindi di quella strana vincita di Anne.
Decidemmo di trascorrere la giornata in giro per la città, per permettere a George di godere delle meraviglie del posto, ovvero ragazze mezze nude o in bikini, passeggiare per strada e in spiaggia.
E poi spostarci in centro per un po' di shopping.
-Sto pensando seriamente di trasferirmi qui..-
-Come se in Alabama si stesse male-
Anne roteò gli occhi sbuffando, facendomi scappare una risata. Non era gelosa di Andrew, o almeno lo era il giusto, perchè entrambi si amavano tantissimo e si fidavano l'uno dell'altra, ma quei discorsi le facevano girare le scatole, possibile che i ragazzi dovessero sempre pensare ai culi?


-Anni Anni, dai, non essere arrabbiata, su ti prego..- Per il resto del pomeriggio Andrew provò a far pace con la sua fidanzata ma non ebbe molto successo, lei camminava dritto per la sua strada, senza neanche fermarsi davanti le vetrine dei suoi negozi preferiti. La scena era davvero divertente.
-Mi dispiace aver rovinato il pomeriggio..- George mi stava accanto godendosi la scena.
-Non preoccuparti, nessuno in fondo aveva poi questa grande voglia di fare shopping, è che è questo quello che di solito facciamo qui.. oltre che studiare in biblioteca ed andare alle feste la sera..-
-Pensi che smetteranno mai di fare così?-
-Oh, sì che smetteranno. Quando arriveranno in camera, e noi dovremo cercare qualcos'altro da fare per mezz'oretta..-
-Così poco?- Il suo tono sorpreso mi fece rabbrividire, pensai a quanto potesse durare lui a letto..
-Beh.. sanno che di solito io sono in giro, e quindi cioè..-
-Non volevo metterti in imbarazzo!- Rise come un'idiota, guadagnandosi un pugno da parte mia. Stava cominciando a piacermi stare in sua compagnia, era simpatico, spensierato, faceva battute idiote ma che mi facevano ridere, e soprattutto non mi faceva mai pensare a

-Quindi che si fa mentre aspettiamo loro?- Ci pensai su, e sorrisi quando mi venne in mente quella magnifica idea..
-Posso farti vedere una cosa fantastica..-
-Oh, Mer, ci conosciamo da poco, e per quanto il tuo corpo sia invitante, vederti nuda adesso non mi sembra una buona idea e..-
-Non stavo parlando di questo.. Aspetta, pensi che il mio corpo sia invitante?- Incrociai le braccia sotto il petto, forse questa volta era lui quello in imbarazzo.
-Tantissimo, soprattutto qui- Mi sfiorò il fianco, paralizzandomi. -Allora, che devi farmi vedere?- Ghignò, sorpassandomi per poi fermarsi a pochi passi da me.. lo raggiunsi quando il mio cervello tornò a ragionare.
Dopo un quarto d'ora di camminata a piedi su una collina, arrivammo sul punto più alto della città, da dove si vedeva più o meno tutta Berkeley.
-Potrebbe essere romantico, ma l'ho fatto solo perchè non sapevo dove altro andare..-
-Rilassati Meredith, e godiamoci lo spettacolo..-
Si sedette sulla pietra, e io un po' più distante da lui, tesa come una corda di violino. Perchè diavolo mi era venuta quella idea? Non era un appuntamento, ma un modo per fargli vedere la città e nello stesso momento aspettare che quei due finissero di amoreggiare, ma allora perchè mi sentivo maledettamente in imbarazzo? Non riuscivo neanche a spiccicare una parola. Non ero una persona di compagnia, e poi era risaputo che se me ne stavo da sola con i miei pensieri..
-Che vuoi fare nella vita?-
-Nella vita, intendi non appena finirò gli studi?- Annuì -Non lo so, è tutto ancora così confuso, ma penso la giornalista.- Fissai le mie mani sulle ginocchia, perchè improvvisamente erano davvero interessanti.
-Io avevo un piano.- Mi voltai, i suoi occhi erano fissi sul panorama. -Era un bellissimo piano, o almeno per me..- Le sue labbra si tesero in un sorriso malinconico. -Ci saremmo sposati, saremmo andati a vivere nella casa sul lago, ed avremmo avuto dei bambini. Io avrei continuato con il mio lavoro, e lei con il suo, era tutto programmato e sarebbe stato tutto perfetto se..- Il suo sguardo si indurì, e le sue mani si chiusero a pugno -Se solo non si fosse fatta trovare a letto con il mio migliore amico- Mi si bloccò il respiro, era stato per anni ed anni insieme ad una ragazza per poi vederla insieme ad un altro.. doveva aver sofferto tantissimo, eppure sorrideva e si divertiva come nulla fosse, ed io invece mi lamentavo per niente a confronto.
-Mi..mi dispiace.- Mi sentivo un'idiota. -Perchè non hai detto nulla ai tuoi?-
-Perchè mia madre ha sempre adorato Melissa, e non potrei darle questo grande dolore..-
-Ma.. cioè..-
-So cosa stai pensando.. le ho detto che lei è a New York per uno stage.. appena mia madre sarà pronta le dirò la verità-
-Mi dispiace per quello che hai passato, ti conosco da poco ma mi sembri un bravo ragazzo e comunque sia è sempre brutto vedere queste cose-
-Sei stata tradita anche tu?- Mi feci più vicina, anche fisicamente, non aveva senso stare così distanti e parlare di cose così intime.
-Più o meno.. Più no che si. Ma ho sofferto lo stesso..- Sorrisi amaramente, mi ero ripromessa di non ripensare più a quel bacio.
-Che è successo esattamente?-
Gli raccontai tutto, e riuscii a non piangere, forse perchè c'era lui al mio fianco, un estraneo a cui stavo raccontando i miei ultimi avvenimenti amorosi, e mi sentivo bene mentre mi sfogavo, mentre pronunciavo quel nome come nulla fosse, anche se il cuore sussultava nel ricordarlo.
I suoi occhi.
I suoi sorrisi per me.
Le sue mani su di me.
Ma se si chiamavano ricordi c'era un motivo, no?


Il resto della settimana trascorse tranquillamente, con noi quattro che ormai eravamo sempre all'Albatross a bere, a scherzare, a mangiare, mancava solo che montassimo tenda e sacco a pelo per restare la notte. Era strano il modo in cui io e George avessimo legato in così poco tempo, era un bravo ragazzo oltre che carino, cioè non era bellissimo o chissà cosa, però aveva un non so chè di speciale, forse i suoi occhi magnetici, o la sua barba che cominciava a crescere e che lui lasciava incolta, o ancora il suo sorriso contagioso e la sua risata allegra.. E poi non mi importava se fosse bello o no, quando nella mia vita tutto stava precipitando era arrivato lui.
-Ma quindi cosa gli hai risposto?-
-Che ci avrei pensato.. Mi piace la nostra amicizia, o quello che è, e non voglio rovinare tutto..-
-Dio ma quanto sei idiota? Quante volte dovrai fare lo stesso errore per smettere di farlo?-
-Ma..-
-Se mio cugino ti ha chiesto di uscire è perchè gli piaci.. quindi adesso lo chiamiamo e gli dici che accetti.-
-Ma..-
-SENZA MA!-
-Stavo solo per dire che non so che mettere- Sbuffai incrociando le braccia al petto.

Due ore dopo ero sotto le grinfie della mia migliore amica, che dopo avermi arricciato i capelli era passata al trucco. Volevo solo che George venisse a salvarmi, perchè ero sul punto di ucciderla. La porta si aprì in tempo, regalandomi la visione di un George meraviglioso, con un paio di jeans scuri, una camicia blu e una sciarpa sul blu/viola.
-Salvami da tua cugina..- Rise, sciogliendomi una parte del cuore. -Non ci trovo nulla di divertente- Misi il broncio e riuscii a liberarmi da Anne, la salutai ed uscii insieme al mio cavaliere.
Camminammo per dieci minuti buoni, e riconobbi la strada, mi stava portando al belvedere, il luogo dove ci eravamo avvicinati per la prima volta.
-Potrebbe essere romantico, ma l'ho fatto solo perchè non sapevo dove altro andare..- Recitò la mia stessa frase e sorrisi poi nel vedere un cestino da pic nic sulla grande roccia, stranamente non ero agitata o ansiosa come al mio solito, anzi mi sentivo molto a mio agio, ed era tutto merito suo.
Mangiammo così tanta roba, che a fine serata non riuscivo più a muovermi, ed avevamo parlato di tutto, era come se ci conoscessimo da una vita, nessun imbarazzo, tante risate e battute varie, una bellissima serata.
-Non credevo mangiassi così tanto-
-Ho fatto un incantesimo al mio stomaco, quello di “Estensione Irriconoscibile” come quello fatto da Hermione.. Così almeno posso mangiare tutto quello che voglio senza ingrassare- Risi per la sciocchezza appena detta, e lui con me.
-Puoi farne uno anche a me? Così non devo preoccuparmi..-
-Non credo tu ne abbia bisogno. Stai benissimo così.-
Non riuscivo a smettere di guardarlo, i suoi occhi erano due calamite.
-Grazie per questa splendida serata- Mi sorrise, accarezzandomi una guancia, sospirai a quel tocco.
-Grazie a te per avermi invitata, mi sono divertita davvero tanto-
Eravamo vicini, anche troppo per evitare di baciarci e concludere la giornata nel migliore dei modi, le nostre labbra stavano per toccarsi, quando un tuono mi fece sobbalzare, ed un lampo, per poco, non mi fece urlare.
Ci alzammo ridendo, scappando verso il riparo più vicino, ma arrivammo direttamente al college, completamente zuppi.
-Ma che diamine avete combinato?-
-Ha iniziato a piovere e non sapevamo dove ripararci- Spiegai ad Anne, mentre mi chiudevo in bagno per cambiarmi. -Non guardarmi in quel modo, non ti dirò cosa abbiamo fatto e cosa non abbiamo fatto.. Mi passi l'asciugamani?-
-Sai che domani va via vero?- Mi bloccai, perchè avevo dimenticato quel piccolo particolare, quell'importante particolare. Io non l'avrei più rivisto. -Cogli al volo l'opportunità, almeno questa volta non fartela scappare.-
-E' quello giusto Anne.- Ci guardammo per quel che mi sembrò un'infinità. -Non lo so perchè, ma..sento che è così. Quando stiamo insieme, quando mi guarda o mi sfiora..-
-E allora diglielo..- Mi abbracciò
-Magari domani mattina- Le sorrisi prima di mettermi a letto e dormire. George si era addormentato da un pezzo sul materassino gonfiabile, con la valigia accanto. Non avrei voluto che partisse, in realtà non sapevo cosa volevo, ma partire non era la soluzione, lo volevo accanto a me.
Volevo iniziare qualcosa con lui, volevo innamorarmi, buttarmi a capofitto in una storia, e finalmente l'avevo capito.
Meglio tardi che mai.


-Buon viaggio- Salutarsi davanti un taxi non era la migliore delle situazioni per poi confessare il proprio interesse.
-Grazie Mer.. e grazie per tutto- Il suo sorriso, l'ennesimo, mi fece sbottare. Non riuscii più a trattenermi.. Con gli occhi lucidi gli confessai quello che pensavo di lui, sedere a parte..

-Mi piaci, e.. per la prima volta ho il coraggio di dire che voglio provare a stare insieme a qualcuno, e quel qualcuno sei tu.-
Non disse nulla.
Non sorrise.

Ma si avvicinò, prendendo il mio viso tra le mani e baciandomi.
Un bacio lento e lungo, che mi succhiò l'anima, ricompose il mio cuore e mi ridiede la vita.
Quel bacio non era la fine perfetta di una vacanza, ma l'inizio magnifico di una grande storia d'amore.


n



Fine.

**********

Non posso crederci, finalmente ho finito questa One-shot e la sto pubblicando, dovete perdonarmi se non l'ho fatto prima ma -come ho detto su facebook- la mia ispirazione era scomparsa insieme ai soldi spesi per tutto l'alcol bevuto in questo mese, e insieme al 2011.

Adesso che mi sono scusata, posso parlare di quello che avete appena letto, io spero di non avervi deluse, perchè magari vi immaginavate di leggere la storia di Meredith e George, ma il fatto è che non mi sembrava giusto parlare subito di loro due, della loro storia d'amore senza parlare di quello che aveva provato Meredith nell'aver lasciato andare Ian, e soprattutto senza prima aver chiuso quel capitolo importante.
Quindi spero che aver letto il modo in cui Mer dice addio ad Ian e conosce George vi sia piaciuto. Ho amato ogni parola -più o meno- di questa OS, dall'inizio alla fine, è come se ci fossi io dentro, come se anche io avessi mandato il mio Ian a quel paese, trovandomi un George tutto mio (devo ancora farlo mio.. ma sappiamo che i tempi delle storie sono diversi dai tempi reali)
Basta, non so che altro dire. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio a tutte.

   
 
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