«Grazie
mille avvocato, ci sentiamo» disse il sig. Harm.
«Si
figuri,
è il mio lavoro». Aaron esce dal tribunale
sorridente, felice di aver vinto
un’altra causa. Prima di arrivare alla macchina prende il
telefono e compone un
numero.
Primo
squillo. Secondo squillo. Terzo squillo. Una voce femminile risponde
dall’altro
capo della cornetta.
«Pronto?»
«Ashley?
Ciao, sono Aaron.»
«Ciao!
Tutto bene?»
«Sì
certo,
come sempre. Sei a casa?»
«Hai
indovinato.
Passi da me?»
«Sto
arrivando.»
«Ok.
Ti
amo.»
«Anch’io,
tesoro.». Fine della telefonata. Aaron sale in macchina e
mette in moto,
diretto verso la casa della fidanzata. Dopo 15 minuti circa arriva e
suona il
campanello. Gli apre proprio Ashley e gli corre incontro. I due si
abbracciano,
poi entrano in casa mano per mano. E’ Ashley che chiede al
ragazzo: «Hai
sentito il telegiornale?»
«No»
risponde Aaron «perché, cos’è
successo?»
«Hanno
trovato due ragazze nel parco. Morte, intendo». Silenzio. Lei
accende il
computer e digita qualcosa, poi lo porge ad Aaron e dice:
«Guarda, la prima il
26 di marzo, l’altra proprio ieri. 5 giorni e 5 ore di
distanza dall’uccisione
della prima. Si chiamava Kenny, la seconda ragazza Natalie».
Aaron
è
stupito. «Ti somigliano in modo impressionante,
Ashley».
«Lo
so
Aaron. Ho tanta paura» replica la ragazza.
«Sta
tranquilla.
Ci sono io vicino a te» le sussurra Aaron.
«Grazie
mille, non so cosa farei senza di te». Si avviano verso la
cucina e
chiacchierando, preparano qualcosa da mangiare.