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Autore: Rick_Holden    09/01/2012    2 recensioni
Sono ciò che io ero... ed io?
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sono il solo che ora cammina lungo questa via infinita.

Quanta gente mi circonda e non mi degna di uno sguardo. Sono l’invisibile macchia più comune ed insignificante. Ma sono tra loro, ora, non è così? Cosa è cambiato? Mi guardo intorno nel sentiero: le persone continuano a camminare imperterrite avanti e indietro sempre più decise, prese da un dovere, una vita, una coscienza comune. Sono parte di questa? Cosa vuol dire?

Dov’è la mia bolla?

Dove sono le pareti di gomma sulle quali odiavo rimbalzare? Dov’è la distanza che mi teneva a loro lontano? Dov’è il MIO?

Dove sono IO?

Mi rigiro su me stesso come al risveglio da un orribile incubo. I miei occhi schizzano a destra e sinistra in cerca di ciò che è perduto. Perché intorno sembra tutto così dannatamente normale?

Dov’è la mia bolla?

La domanda riecheggia ancora una volta nella mia mente battendo imperterrita come un martello pneumatico e rimbalzando negli atri dei miei pensieri.

Solo dopo un po’ i miei occhi cominciano realmente a vedere tra la folla e la trovo, lì nel centro: sopra un piccolo prato, nel mezzo della via, accanto a delle minuscole fontanelle, sotto un cielo incerto, sosta la mia trasparente e morbida bolla. Ma qualcosa mi sorprende, mai l’avevo vista da fuori, così abituato a rimbalzarci dentro. Mai avevo notato quanto potesse sembrare innocua, adorabile, morbida, dolce. Perché ora è così?

Il mio sguardo si sofferma per qualche istante. Poi me ne accorgo: c’è qualcosa si dannatamente sbagliato. I brividi si innalzano e danzano in tutto il mio corpo piegandomi ai loro bracci sotto una paura improvvisa e devastante. Sento un freddo vento squarciare la mia pelle e penetrare in me. Sento i miei occhi dipingersi di terrore, paralizzati dal terribile spettacolo. Qualcuno è all’interno di quella bolla, ma non sono io: i miei amici sono distesi dentro di questa, privi di sensi, vicini ed ammassati.

Accanto ai loro piedi si allunga un orribile e lunga protuberanza giallastra dal corpo deformato e graffiato da tagli inumani. Il mio sguardo segue la lunghezza del suo corpo, quando la vedo congiungersi con un enorme massa centrale da cui si diramano tanti altri lunghi vermi uguali. Nel centro esatto della massa vedo quella bocca che tanto temevo: i suoi denti così affilati allargano un sorriso mentre la creatura spalanca le fauci. Quando realizzo mi sento mancare: non può succedere, la bolla è chiusa! Come ne sono uscito? Perché i miei amici sono lì con La Creatura? Non è così che deve andare!

Tra la folla mi lancio in avanti, balzo sul prato e mi schianto contro la Bolla. I miei pugni ricadono violentemente sulla sua molla superficie mentre i miei urli si annullano nel vento. Perché non mi sentono? Perché non riesco ad aprire questo stupido muro?

Non così! Non è così che dovevano andare le cose!

Vedo le braccia della Creatura muoversi lentamente all’interno della Bolla con un’inquietante fluidità ed orribile armonia nei loro movimenti. Si allungano e avvicinano verso il piede di uno dei miei amici.

-No!- Urlo con tutto il fiato in gola.

Il braccio giallastro si stringe attorno alla caviglia del povero ragazzo e inizia a trascinarlo lentamente verso le fauci dell’innominabile Creatura. Vedo i suoi denti avvicinarsi alla carne e la sua bocca ansimare.

Continuo a pregare dentro di me: prego di svegliarmi da un istante all’altro e realizzare di essermi trovato solo nel peggiore degli incubi, prego di tornare dentro quel bozzolo così pericoloso che ho imparato a gestire, prego i miei occhi perché si chiudano e risparmino a me questo disperato spettacolo, prego che non sia la realtà, prego.

Cosa c’entrano loro lì dentro? Dovrei esserci io! Perché sta succedendo?

Le fauci della Creatura si richiudono sul piede del malcapitato che improvvisamente si risveglia dal suo sonno profondo. Le sue grida strazianti oltrepassano i confini della Bolla e della mia umanità. Vedo il sangue del mio amico scendere lento dalle ferite mentre il mostro addenta e mastica avidamente la sua così giovane carne.

Non è lui che deve prendere! Non è così che deve andare!

I miei pugni si fanno ancora più violenti sulla superficie molla della Bolla e le mie urla sempre più disperate, sempre più insignificanti. Quelle del mio amico sempre più devastanti.

-No! No!- Le lacrime scivolano rigando il mio volto mentre vedo le gambe dell’amico addentrarsi nelle fauci della Creatura che non smette di mangiare in un bagno di sangue. La sua gola è pari alla mia codardia. E’ la MIA Creatura, è la MIA Bolla, perché loro?

L’espressione di dolore sul volto del mio amico è indescrivibile. Mai come ora i suoi occhi hanno chiesto la vita, mai come ora le sue labbra hanno bramato i sapori e mai come ora le sue narici hanno richiesto gli odori. Grida con più forza, ma nessuno lo sente. Nessuno tranne me.

La gente al di fuori della Bolla cammina lungo la propria via, impegnati in una vita, impegnati nei loro doveri.

-Stanno morendo!- Vorrei urlare –Li sta facendo a pezzi!- Le mie preghiere non sono ascoltate. Sono inutili.

I denti affondano sulla maglia del ragazzo. Anche il fiato gli è ormai lontano. Vorrebbe poter gridare e chiedere aiuto. Mi sta supplicando e solo io sono colui che non può fare nulla.

Ero io il prigioniero! La mia Creatura li sta divorando! Il mio male li sta abbattendo.

Cado sulle ginocchia e affondo il volto sulla Bolla mentre le urla dell’amico riecheggiano ancora dentro la mia testa. Sono l’ultimo allarme che risuona. Quello che non riesco più a sentire.

I miei occhi ricadono sul braccio destro solo per accorgermi che questo è scomparso: svanito nel nulla ciò che resta del mio arto è solo un ricordo. Solo una parte del corpo che non vedo. Solo un altro volto a cui ora non credo.

Le ultime urla del mio amico si confondono con le mie.

La MIA Bolla ci ha intrappolati.

La MIA Creatura ci ha divorati.

 

  
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