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Autore: jennybrava    10/01/2012    8 recensioni
«Vuoi mangiarli questi pankakes, allora?»
«Te lo scordi» le soffiò in un orecchio, serafico. «Non sono masochista»

{PierrexChocolat}
Enjoy! ♥
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vanilla Pankakes Salve a tutti, cari.
Jennybrava è ufficialmente approdata nel fandom di Sugar Sugar, con l'obiettivo di rimetterlo in sesto e ri-popolarlo come prima! (?). Se siete interessati, il grande e molto idiota progetto della sottoscritta si estenderà prossimamente anche nei fandom di Shugo Chara e Kodocha.
Riguardo jennybrava è solo una la cosa che dovete sapere: scrive fluff. Solo e puro fluff.
Riguardo a questa fic è solo una la nota: segue gli avvenimenti dell'anime, e non del manga.
Quindi se amate Pierre e Chocolat un po' più grandicelli, le lezioni di cucina, i pankakes e via dicendo, questa one-shot va al vostro caso. E ricordate, Shojo Rules!

Shannaro! 





V
anilla Pankakes



<< Oh, Chocolat! Avanti! Non è mica la fine del mondo! >>
La faceva facile Vanilla, lei che era fra le migliori studentesse dell'intero istituto.
Non toccava a lei scontare quella punizione.
Con tutta la saggezza che comportavano i suoi sedici anni, Chocolat era fermamente convinta che obbligarla a ripulire la cucina dopo il disastro che aveva combinato quella mattina, durante l'ora di economia domestica, non fosse di certo la punizione adatta per quello che era successo.
Non era stata colpa sua.
Non del tutto, almeno.
Se quella smorfiosa di Penelope non si fosse data pena di sbandierare ai quattro venti quanto effettivamente trovasse attraenti le nuove matricole dell'università che condivideva con loro il campus, fornendo nomi, cognomi ed indirizzi; e se sopratutto non avesse fatto il nome del suo di ragazzo, premurandosi di sottolineare che posizione occupasse nella sua top ten, Chocolat di certo non avrebbe spezzato in due il mestolo con cui invano aveva cercato di preparare del caramello, e di certo non si sarebbe voltata, agitando un dito e facendo in modo che una grossa scodella piena di altro caramello che Penelope reggeva fra le mani le cadesse in testa.
Chocolat ricordava ancora adesso, sorridendo e arrancando fra i corridoi del liceo inesorabilmente vuoti, l'espressione che Penelope aveva assunto, lo strillo acuto che aveva lanciato e l'occhiata disapprovante che le aveva scoccato Vanilla, prima che si precipitasse verso la vittima, nel disperato tentativo di salvare la situazione.
Dopo qualche ora di indagini alla fine Vanilla le aveva consigliato di costituirsi, per cercare di non fare scalpore - aveva detto.
Come fossero riusciti a credere che lei, che al momento dell'incidente era nella parte opposta dell'aula, fosse riuscita a far cadere in testa a quella smorfiosa la scodella ripiena di caramello era ancora un mistero.
Rimaneva comunque il fatto che lei adesso si ritrovava sola e triste a girovagare per la scuola, nel disperato tentativo di raggiungere l'aula di economia domestica per ripulirla dal disastro di quella mattina.
Fu con un sospiro che fece scorrere la porta, trascinandosi dietro il secchio colmo d'acqua e la scopa che aveva recuperato dallo sgabuzzino al piano terra.
Le disposizioni della preside erano state secche e precise: "Kato, voglio che quell'aula splenda, mi hai sentito? E' possibile che una ragazzina intelligente come te ci dia così tanti problemi? Avanti, fila su!"
<< Vecchia ciabatta.. >>
<< Ma Chocolat, quel bancone è ancora sporco. >>
Cacciò un urletto, e la fluente chioma rossa le ondeggiò sulle spalle, avanti ed indietro, prima che si decidesse a voltarsi e a scoprire chi aveva parlato nel bel mezzo di quel silenzio.
Duke le sorrideva.
<< Ma.. cosa ci fai qui?! >> esclamò, lasciando che il panno con cui stava strofinando il pavimento finisse di nuovo nel secchio. Si osservò attorno, circospetta. << Qualcuno potrebbe vederti! Stupido che non sei altro! >>
<< E' che è tardi >> protestò il ranocchio. << E Vanilla è già tornata a casa, e tu non eri con lei e mi sono preoccupato.. >>
<< Aw, stupido ranocchio >> borbottò Chocolat, colpendolo con un buffetto sulla testolina. << Sto bene. La vecchiaccia mi ha messo in punizione. >>
<< Che hai fatto ques- >>
<< Non è stata colpa mia! >> replicò sommessamente. << E' che quella smorfiosa di Penelope si è messa-  oh, è una storia lunga. >> sbottò. << Adesso vai, vai! Se qualcuno ti vede mi mettono in doppia punizione! >>
<< Ma Chocolat- >>
<< Via! >>
Duke sbuffò, scoccandole un'occhiataccia e dicendole di non fare troppo tardi, prima di sparire con un sonoro pop.
Chocolat, una volta che il ranocchio fu sparito, si lasciò cadere sul pavimento, mentre un sospiro le sfuggiva dalle labbra.
Perfetto, che meraviglioso pomeriggio.
<< C'è ancora una macchia su quel bancone. >>
<< DUKE! Ti avevo detto di andar- >>
Chocolat balzò in piedi, pronta a sfilarsi la scarpa e a lanciarla contro il primo malcapitato che le fosse capitato sotto mano. Peccato che la persona che si ritrovò innanzi non avesse a tutti gli effetti le fattezze di un ranocchio, e nemmeno era lontanamente somigliante ad esso.
Anche Pierre le sorrideva, appoggiato comodamente contro la finestra spalancata - dalla quale aveva tutta l'aria di essere appena entrato.
<< Pierre? >> rantolò lei, non potendo impedirsi di arrossire lievemente. << Che ci fai qui? >>
Il suo bellissimo e biondissimo fidanzato.
<< Questa è una domanda che potrei farti io. >> le rispose, incrociando le braccia al petto. << Così come potrei chiederti il perché mi sia riservata una tale accoglienza. >> aggiunse, accennando al suo braccio ancora alzato, che si affrettò subito ad abbassare, rossa in volto. << Così come potrei chiedere come mai la mia ragazza abbia deciso direttamente di saltare il nostro appuntamento. >>
<< Oh. >>
Touchè.
<< No! >> Chocolat si schiaffeggiò in viso, da sola. << Stupida! O Kami.. io, come..? Non è possibile! >>
<< Te ne sei dimenticata. >> concluse lui, staccandosi finalmente dalla finestra e muovendo due passi nella sua direzione.
<< Scusa.. >> mormorò infine, le mani che arricciavano una ciocca di capelli.
Pierre le sorrise, prima di picchiettarle dolcemente la fronte con due dita. << E sentiamo >> disse. << Cosa hai combinato questa volta? >> e ammiccò agli stracci buttati per terra.
Chocolat si massaggio la parte offesa, gonfiando le guance in un adorabile broncio. << Nulla >> sbottò.
<< Perché dovete sempre pensare che è colpa mia? E' stata quella smorfiosa di Penelope! Non faceva altro che andare in giro a ripetere 'Pierre, Pierre, Pierre!' >> ringhiò. << E' irritante! >>
<< La tua gelosia mi commuove. >> replicò lui, sardonico. << Resta il fatto che sei in punizione, e devi pulire tutto questo. >>
Chocolat seguì il gesto della sua mano e osservò sconfitta tutto ciò che le restava da rassettare.
<< E il nostro appuntamento è saltato. >>
<< Non sei d'aiuto, Pierre! >> sbuffò lei, mollandogli un buffetto sulla spalla.
Sospirò, profondamente seccata da quella situazione. Possibile che capitassero tutte a lei? Proprio quandro avrebbe potuto trascorrere un pomeriggio al parco col suo ragazzo, ecco che le rifilavano una punizione del tutto ingiusta.
Pierre la osservò di sottecchi, prima di incassare le spalle e tornare a parlare:
<< Facciamo un patto. >> Chocolat alzò gli occhi verdi su di lui. << Io pulisco questo posto con uno schiocco di dita, e tu- >>
<< Guarda che potrei farlo benissimo anche io! >> replicò lei, secca. << Mica ci vuole così- >> e alzò una mano, pronta a sferrare l'ennesimo incantesimo, ma le dita di Pierre si intrecciarono alle sue, riportandole gentilmente al loro posto. Mentre lei si scioglieva come gelatina al sole, ovvio.
<< Sarai anche la regina di Extramondo, ma resti comunque una bambinetta. >> le disse in un sussurro. << Io pulisco questo posto.. >> ripetè. << .. se tu mi cucini qualcosa da mangiare. >>
<< Cosa?! >>
<< Hai sentito. >>
<< Ma per chi mi hai preso?! Non sono mica- >>
<< Prendere o lasciare, dolcezza. >> e le sorrise, scostandole una ciocca di capelli dal volto. << Impiegheresti meno tempo a prepararmi una merenda che a finire di pulire tutto. >>
Chocolat si sgonfiò, e i suoi buoni propositi di dimostrare al bell'imbusto che le stava innanzi dove potesse ficcarsi la sua merenda andarono scemando quando lui le posò un bacio sulla fronte. << Allora? >>
<< Allora muori, Pierre. >>
Lui rise, alzando un braccio. Lo schiocco delle sue dita risuonò lungo tutta l'aula di economia domestica che in una marea di scintille colorate tornò linda e profumata come era stata lasciata quella stessa mattina.
<< Adoperati. >> le disse, grondando sarcasmo. << Voglio mangiare qualcosa di buono. >>
Chocolat si annodò un grembiule alla vita, osservando con odio il ragazzo che prendeva posto dall'altra parte del bancone, premurandosi di poggiare i gomiti sulla superficie e di posare il mento sulle mani, pronto a scrutare ogni suo singolo movimento.
<< Pankakes. >>
<< Dici? >>
<< Pankakes, Pierre. >> ripetè secca. << E' l'unica ricetta che so fare. >> disse. << Non sono Vanilla, io. >>
Pierre le sorrise. << Pankakes siano, allora. >>
Chocolat sentì il suo sguardo addosso tutto il tempo: mentre pesava la farina, apriva le uova e buttava il lievito nell'impasto. Non le staccava mai gli occhi di dosso.
La cosa avrebbe potuto lusingarla se il pensiero che lui in realtà volesse solo accertarsi che lei non gli avvelenasse in qualche modo il cibo non le rimbalzasse nella mente.
<< Fa piano con quell'impasto, Chocolat. >> la chiamò, serafico. << Non stai preparando del formaggio. >>
Chocolat assottigliò gli occhi. << Allora vieni tu a farlo al posto mio. >>
<< Sia mai. >> replicò Pierre, alzando le mani in segno di resa.
Quando giunse il momento di cucinare l'impasto sulla piastra, Chocolat si rese tristemente conto di non avere nè del caramello - finito tutto in testa a Penelope- nè dello sciroppo d'acero con cui addolcirlo una volta servito.
Ignorò la fastidiosa sensazione che le diceva di pre-annunciare al suo ragazzo che presto avrebbe mangiato qualcosa di pressapoco insapore, almeno fino a quando una strada idea non le balzò in testa.
Se non c'è il sapore, c'è l'odore.
Cogliendo l'attimo in cui Pierre si era voltato per darsi un'occhiata in giro, Chocolat acchiappò dalla dispensa una boccettina, versandone metà nell'impasto e dando un'ultima mescolata.
<< Attenta. >> la riprese nuovamente Pierre. << Quello lì sta bruciando. >>
<< Brucierà anche la tua testa se non mi lasci fare. >>
Non era poi così male.
La sensazione.
Cucinare per Pierre, cercare in un qualche modo di rendere perfetto il tutto, attendere ansiosa che l'impasto lievitasse sulla piastra e fosse pronto per essere girato. Sperare che non fosse bruciato.
Non era male, no.
Sperare che a lui piacesse.
<< Di solito non si mangiano con lo sciroppo d'acero? >> le chiese lui, sorridendo.
Chocolat stropicciò il grembiule, prendendo posto accanto a lui. Si sentiva particolarmente stupida, perché era un piatto di pankakes, diamine. Sembrava stesse morendo, peggio che atteggiarsi a ragazzina innamorata.
<< E' una ricetta.. diversa. >> borbottò. << Non mangiarlo, annusalo. >>
Annusa.
Non puoi chiedere alle persone di annusare, invece di mangiare.
<< Mi stai dicendo di non mangiarlo ma di annusarlo? >>
Chocolat fu più veloce dei riflessi di Pierre: afferrò il piattino e glielo sbattè dritto contro il naso.
<< Vaniglia. >>
<< E-Ecco.. >> balbettò. << Te lo avevo detto io che- >>
Questa volta fu Pierre a coglierla di sopresa: le sue labbra si posarono sulle sue con risolutezza, decisione.
Chocolat si lasciò vezzeggiare dalle sue attenzioni, lasciando che lui l'attraesse sempre più a sè, fino a portarsela in grembo. Continuando a baciarla.
<< Non mi ricordavo di averti baciato, oggi. >> le sussurrò, passandole una mano fra i capelli. Chocolat cercò le sue carezze proprio come una gatta, sfregando il viso contro la sua mano.
<< Profumi di vaniglia. >>
Arrossì, ma continuò a guardalo negli occhi.
<< Va- >> le sue labbra. << ni- >> sempre più vicine. << glia- >>
Rise, come un emerita idiota fra l'altro, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.
<< Vuoi mangiarli questi pankakes, allora? >>
<< Te lo scordi. >> le soffiò in un orecchio, serafico. << Non sono masochista. >>







   
 
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