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Autore: May_Z    10/01/2012    2 recensioni
[Cit.]
Era vicina, troppo vicina.
I loro nasi si toccavano, le labbra si sfioravano; poi si incontrarono e Dean, rischiarato ancora una volta da quel tramonto incandescente, ritrovò ciò che aveva perduto per strada.
Questa storia ha partecipato al Vite Colorate - Contest indetto da So_ classificandosi seconda
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Thomas, Ginny Weasley | Coppie: Dean/Ginny
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nick Autore: May_Z
Titolo: Stringimi forte, che nessuna notte è infinita
Personaggi: Dean Thomas, Dean/Ginny, Ginny Weasley
Colore scelto: Rosso

Rating: Giallo
Avvertimenti: Flash!fic, Raccolta
NdA (facoltative): La prima cosa che penso sia di dovere scrivere è che la frase che funge da titolo della storia (Stringimi forte, che nessuna notte è infinita ) è un verso della canzone I migliori anni della nostra vita di Renato Zero: canzone splendida, tra parentesi!
La Raccolta è composta da cinque Flash!fic (double-drabbles mancate): la prima è ambientata quando Ginny e Dean frequentano ancora Hogwarts, mentre gli avvenimenti presenti nelle altre quattro si svolgono successivamente al matrimonio di Harry e Ginny e alla nascita dei loro tre figli.
Faccio qualche ulteriore nota sulle singole Flash!fic:
Prima Flash!fic: la Flash!fic è ambientata al quinto anno di Ginny e al sesto di Dean: i due ragazzi hanno già rotto e Ginny ha iniziato la sua relazione con Harry.
L'incantesimo di Disarmo a cui si fa riferimento, ho immaginato sia avvenuto durante una delle esercitazioni dell'ES.
Seconda Flash!fic: qui ho immaginato che, nonostante tutto, Ginny e Dean abbiano mantenuto un saldo legame d'amicizia dopo la conclusione dei loro studi a Hogwarts.
Terza Flash!fic: nella descrizione dell'appartamento di Dean sono presenti diversi oggetti tipicamente Babbani (la lattina di birra, la televisione): ciò è chiaramente dovuto alla sue origini Babbane.
Quinta Flash!fic: il titolo di quest'ultima Flash!fic è tratto dall'omonimo film del 1939, diretto da Victor Fleming.
Nella Flash!fic sono presenti anche i figli di Ginny: la piccola Lily Luna ha qui due anni.

 

 

 

Stringimi forte, che nessuna notte è infinita

 

 

 

21 Maggio 1997 – Fiori di carta

 

Dean era fiaccamente seduto sul letto, le gambe accavallate, lo sguardo fisso sul rosso del tramonto: raggi vermigli tingevano il cielo al di là del vetro e, prepotentemente, si facevano strada dentro di lui, per ricordargli quel rosso che se n'era ormai andato.

La prima volta che l'aveva vista, vista davvero, era stato un anno addietro, mentre la sorprendente potenza di un Incantesimo di Disarmo colpiva un perplesso Fred Weasley; era così che Dean l'avrebbe ricordata: la fierezza nello sguardo, il soddisfatto incurvarsi di quella labbra rosse, la forza emanata dalla sua esile figura.
Ma c'era anche un'altra Ginny, una parte che rimaneva celata nel profondo, in attesa della persona giusta a cui donarla; una Ginny solare, dolce e affidabile, una Ginny in grado di riscaldargli l'animo con il suo solo sorriso e che fabbricava rossi papaveri di carta, sussurrandogli all'orecchio che mai avrebbe dovuto dimenticarla.
Era di quella Ginny che si era innamorato e ora l'aveva perduta: senza che lui se ne accorgesse, era fuggita dalla sue braccia, andando a cercare l'amore contro il petto di un altro.

Lo sguardo di Dean era ancora concentrato sul tramonto infuocato, quel tramonto che gli ricordava lei e ciò che avevano passato insieme; fu in quel momento che Dean, con un fiore di carta tra le dita, sentì che non avrebbe mai potuto lasciarla andare.

 

[223 parole]

 

 

 

 

12 Marzo 2009 – Di rossetto e profumo di caffè

 

Un allegro chiacchiericcio riempiva la tiepida atmosfera dello Starbucks in Great Russel Street*, un'atmosfera profumata di essenza di cannella e semi di caffè nero, un'atmosfera che odorava della genuina normalità che Ginny amava trovare nella Londra Babbana.

«Che succede, Ginny?». La voce dell'uomo che, sino a quel momento, le era rimasto seduto silenziosamente di fronte, tradiva una lieve vena di impazienza.
Ginny, lo sguardo posato sul vetro appannato, sollevò la tazza colma sino all'orlo di the fumante e se la portò alle labbra; poi iniziò a parlare, incurante dell'evidente segno di rossetto rosso stampato sul bordo della tazza immacolata.
«Harry... La maggior parte del suo tempo lo trascorre in Ufficio e poi, quando torna a casa, è distaccato e scostante... Lo sento sempre più distante... Non capisco, Dean: ci amavamo così tanto! Non so più che fare...».
«Anche i più grandi amori, con il tempo, si esauriscono. Forse dovresti solo accettarlo...».
«Accettarlo? Che stai dicendo?» esclamò Ginny balzando in piedi, gli occhi finalmente fissi sul suo interlocutore, le guance imporporate.
La donna si diresse verso la porta del locale, ma improvvisamente, come se ci avesse ripensato, si voltò nuovamente: «Noi... Noi saremo di nuovo felici»; poi uscì.
«Lo spero davvero, Ginny» sussurrò Dean, le dita che sfioravano la traccia di rossetto rosso ancora vivida sulla tazza.

 

[216 parole]

 

 

*Lo Starbucks citato esiste davvero e si trova proprio di fronte al British Museum: durante la mia vacanza a Londra di quest'estate, io e le mie amiche ci siamo fermate lì a pranzare dopo una mattinata trascorsa a visitare il museo.

 

 

 

 

 

19 Marzo 2009 – Troppo vicina

 

Dean sedeva mollemente sul divano, una lattina di birra vuota poggiata a terra, lo schermo della televisione acceso dinanzi a lui.
Il suo viso era illuminato dagli ultimi raggi del giorno che pian piano affievolivano, lasciando spazio ad un tramonto di un rosso quasi innaturale.
Improvvisamente un battito alla porta. Poi un altro.
I colpi alla porta proseguivano, imperterriti. Dean decise allora di alzarsi, si infilò le pantofole ormai consumate e si diresse verso l'entrata del piccolo appartamento per scoprire chi si stesse intromettendo nella sua consueta tranquillità serale.

«Ginny?».
«Dean, ciao. Posso entrare?» domandò, esitante, la donna poggiata allo stipite della porta, gli occhi arrossati da lacrime trattenute troppo a lungo.
«Certo... Che ci fai qui, Ginny?» chiese Dean, fronteggiando la giovane donna.
«Ho pensato a quello che mi hai detto e forse... Forse hai ragione, forse devo accettare che il mio matrimonio sia fallito, accettare che sia qualcun'altro la persona che può rendermi felice».

Ginny sollevò lo sguardo, sino a quel momento tenuto fisso sulla punta delle scarpe, e si avvicinò, sempre più. Era vicina, troppo vicina.
I loro nasi si toccavano, le labbra si sfioravano; poi si incontrarono e Dean, rischiarato ancora una volta da quel tramonto incandescente, ritrovò ciò che aveva perduto per strada.

 

[208 parole]

 

 

 

 

20 Marzo 2009 – Lacrime

 

«Potremmo essere felici, non pensi?».
Un flebile raggio di luce filtrava dalle tendine di pizzo, un raggio che colpiva con il suo chiarore i capelli di Ginny che, scompigliati, ricadevano sulla pelle diafana della schiena nuda. La giovane donna, seduta sul bordo del materasso, voltò impercettibilmente il capo, riuscendo così a scorgere la figura dell'uomo disteso al proprio fianco: le gambe coperte dalla lenzuola, la testa affondata nel morbido cuscino, un interrogativo dipinto nello sguardo.
«Io e te insieme?».
«Sì, io e te: potremmo essere davvero felici». Dean si rizzò a sedere e la sua mano aprì il cigolante cassetto del comò, privando Ginny, per un istante, del tocco delicato che le accarezzava la pelle liscia. Poi Dean le afferrò il mento e lo voltò, affinché i loro sguardi si incontrassero, uniti ora da un segreto proibito.
«Se tu lo volessi» proseguì l'uomo, giocherellando con una ciocca di capelli che le oscurava lo sguardo, «potremmo avere un futuro, costruire una vita. Insieme».
Un papavero di carta rossa dall'aria consumata apparve fra le mani di Dean che, sorridendo, lo depose sulle ginocchia di Ginny. «Pensaci, d'accordo?».

Nell'occhio di Ginny comparve una lacrima che, intraprendente, si fece strada attraverso la guancia lievemente arrossata.
Ginny non l'asciugò: era da troppo tempo che non piangeva di gioia.

 

[213 parole]

 

 

 

 

23 Marzo 2009 – Via col vento

 

Ginny sedeva a gambe incrociate sull'erba verde del prato, i raggi del tiepido sole primaverile le accarezzavano la pelle, la brezza le sfiorava delicatamente il viso.
Le dite affusolate erano serrate su un fiore di carta rosso, quel fiore che le ricordava le gioie di una vita ormai passata, quel fiore che rappresentava un possibile futuro, lontano da una quotidianità che scavava ferite invisibili.
Improvvisamente un leggero tonfo, seguito da una risata argentina, la distolse dai suoi pensieri.
«Lils, che fai?» domandò Ginny alla bambina dai capelli rossi che fino ad un attimo prima sgambettava allegramente sul prato.
«Ho provato a volare!»
«E perché volevi volare?», un sorriso divertito dipinto sulle labbra.
«Perché lo fanno anche Jamie e Albus, mamma!» esclamò la piccola, leggermente imbronciata, scrutando i due fratelli volteggiare a pochi metri da terra su due scope identiche.
Ginny rise, diede un lieve bacio sulla fronte di Lily e la prese per mano, passeggiando con lei fino alla staccionata di legno del giardino.

Il vento iniziò a soffiare con più intensità e Ginny osservò, per un istante, il fiore che teneva ancora stretto tra le mani; poi allentò la presa, lasciando che quel piccolo pezzo di passato se ne andasse, trascinato dal vento: un minuscolo puntino rosso nell'immensità di quel cielo incostante.

 

 [213 parole]






 

Giudizio di So_
Secondo posto:
Stringimi forte, che nessuna notte è infinita.” di May_Z

Grammatica: 10/10
Stile: 9.75/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Utilizzo del colore: 5/5
Punto bonus: no

Totale: 44.75/46

Wow. Complimenti, questa fanfic è stupenda. Un piccolo gioiello. Non ho trovato errori grammaticali, nemmeno uno, nemmeno piccino picciò. L’unica pecca nello stile è nella quarta flashfic , in cui non si capisce bene chi inizia il discorso e chi risponde. Il colore c’è, è vivido, intenso, vibrante. I personaggi  sono entrambi convincenti, e la storia è decisamente originale: io stessa non sarei riuscita a pensare a qualcosa di meglio. Senza contare che così Harry e Ginny non sono più una coppia perfetta e smielata, sei riuscita a renderli reali. Ancora complimenti.

 

  
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