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Autore: telesette    10/01/2012    1 recensioni
Akira comprendeva perfettamente lo stato d'animo del piccolo Wei. A nessuno piace essere inseguito, spaventato, sottomesso... o tantomeno picchiato e maltrattato dal prepotente di turno. Purtroppo ciò accade perché il dolore è una cosa di cui ci vergogniamo, come se mostrare di averne equivalga ad essere deboli. Ma la forza non risiede nell'essere capaci o meno di provocare dolore fisico: il dolore è uguale per tutti, alla fine c'è sempre qualcuno che soffre e che si fa male; per questo è importante non nasconderlo anzi, occorre sempre mostrare quanto sia brutto provare dolore, specialmente per coloro che ignorano cosa significa...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Virtua Fighter (バーチャファイター Bācha faitaā), è una serie animata di 35 puntate basata sul videogioco Virtua Fighter creato e sviluppato da Sega-AM2. Apparsa originalmente in Giappone su TV Tokyo si è poi diffusa in tutto il mondo arrivando anche in Italia su Junior Tv dal maggio 1997.

Guarda la sigla italiana su:
http://www.youtube.com/watch?v=X5uL-66dPX4&feature=related

Non nascondere il tuo dolore, Wei

Akira non aveva motivo di preoccuparsi per Pai-Chan ( casomai erano gli scagnozzi del Koen Kan che dovevano temere di avvicinarla ), tuttavia non poteva fare a meno di chiedersi dove cavolo si fosse andata a cacciare quella ragazza petulante. Ad un tratto però, aguzzando l'orecchio lungo la strada, il giovane riconobbe la sua voce provenire da un vecchio campetto malconcio alla sua destra.
Proprio qui, Pai stava cercando di insegnare ad un ragazzetto mingherlino alcune tecniche di base dell'autodifesa... con scarso risultato però.

- No, non così, daccapo - esclamò Pai, vedendolo in difficoltà. - Le tue anche non sono ben posizionate... Ecco così, daccapo!

Il piccolo cercava di seguire diligentemente i suoi consigli ma, essendo timido e insicuro per natura, il massimo che riuscì a compiere fu una lieve estensione del braccio in avanti, senza imprimervi alcuna forza.

No, no, quante volte devo dirtelo? - replicò Pai. - Devi cercare di avere fiducia in te stesso, solo così diventerai forte! Andiamo Wei, non vorrai mica rimanere un pappamolla per tutta la vita, vero?

Il piccolo Wei non disse nulla. Evidentemente Pai non aveva ben chiaro il concetto di insegnamento delle arti marziali ( anche se lei stessa era un'esperta nello stile dell'Ensei-Ken cinese ), per questo probabilmente non si rendeva conto che il piccolo non era assolutamente nello stato d'animo per apprendere. Le arti marziali all'origine vanno intese per cercare il proprio equilibrio, un modo per adattare il proprio corpo ad ogni tipo di situazione... Non certo come uno strumento per vendicarsi di qualche bulletto. Tuttavia l'animo orgoglioso e leale di Pai non poteva accettare l'idea che quei quattro prepotenti dei coetanei di Wei, i quali erano soliti prendersela con lui per la sua debolezza, continuassero a maltrattarlo senza che questi provasse nemmeno a difendersi.

- Wei, guardami negli occhi - esclamò lei severa. - Tu vuoi diventare forte, giusto?

Il piccolo annuì, anche se non del tutto convinto. Da un lato non gli andava troppo a genio l'idea di prendere a pugni qualcuno, seppure per difendersi; dall'altro non gli andava nemmeno bene di farsi gonfiare di botte tutti i giorni... Malgrado il sorriso fiducioso che rivolse a Pai, era chiaro che in testa aveva una gran confusione su cosa fosse giusto o meno per lui.

- Adesso sei un uomo - insistette Pai, cercando di motivarlo. - Devi solo fare molta pratica, e in questo modo diventerai molto forte e ridurrai i tuoi nemici in polpette!
- E poi, una volta ridotti in polpette? - domandò ad un tratto qualcuno, sopra le loro teste.

Alzando lo sguardo stupita, Pai vide Akira tranquillamente seduto sul muro di cinta del campetto. Quest'ultimo sorseggiava beato un paio di succhi alla frutta e, tenendo gli occhi socchiusi, sembrava alquanto scettico riguardo le parole espresse da Pai.

- Da quanto tempo sei lassù? - domandò lei, infastidita per l'interruzione.
- Diventare forti è molto importante - osservò Akira, senza smettere di tracannare dalla cannuccia. - Ma non basta, perché i tuoi avversari diventeranno più forti e ti batteranno...
- E allora tutto quello che dobbiamo fare è diventare ancora più forti e bravi - replicò Pai, con veemenza ed ostinazione. - Bisogna addestrarsi e allenarsi sempre, il segreto è tutto qui !!!

Akira sospirò rassegnato. Evidentemente Pai doveva avere la zucca ancora più dura del suo caratterino, per non capire il significato della sua osservazione.

- Ah, sì certo - proseguì dunque l'altro con evidente sarcasmo. - Ma se poi un bel giorno il tuo avversario tira fuori una pistola e ti spara, a quel punto hai chiuso!
- Ma che cosa diavolo cerchi di dire? - rintuzzò lei, aggrottando le sopracciglia con evidente fastidio.

Cercare di fare ragionare Pai era tempo sprecato. Evidentemente lei non poteva o non voleva capire, altrimenti non si sarebbe così ostinamente aggrappata all'idea di poter risolvere ogni tipo di problema con la forza. Il punto era che, seguendo ciecamente i suoi consigli, quel ragazzino rischiava di andare incontro a guai molto ma molto seri... Così, finendo di sorseggiare il succo dai recipienti, Akira scese dal muro e si avvicinò a Wei con un sorriso sulle labbra.

- Ora vi darò una semplice dimostrazione pratica - esclamò con tono saccente.

Wei e Pai lo guardarono entrambi, tanto stupito lui quanto scettica lei. Da che lo conosceva infatti, Pai era convinta che Akira fosse un idiota senza cervello, capace solo di ingozzarsi e sbafare. Tuttavia Akira era tutt'altro che stupido e, una volta afferrata al volo la situazione, capì che era il caso di schiarire un po' meglio le idee a quel ragazzino... Ma prima doveva inventarsi qualcosa, per distrarre l'attenzione di Pai.

- Una stupida dimostrazione, intendi ? - rintuzzò Pai, con voce tagliente.

Akira non le badò nemmeno. Semplicemente si limitò a sputare via le cannucce e a muoversi davanti a loro, con ampi gesti e con fare piuttosto teatrale.

- Questo - disse solenne. - E' il segreto di tutte le tecniche segrete...

Subito si voltò serio verso di loro e, dopo aver emesso profondi respiri di concentrazione, sembrava pronto a mostrare loro chissà quale mossa distruttiva. Nel vedere la sua espressione terrificante, sia Wei che Pai emisero un lieve singùlto. Akira incrociò le braccia sul petto e, ruggendo sommessamente, schiacciò nelle mani i contenitori di succo ormai vuoti.

- Tecnica Hakkyoku-Ken - esclamò, sollevando l'indice verso Wei. - "Corri più veloce che puoi"... Andiamo!

Ciò detto, afferrò Wei per il braccio ed entrambi corsero via, lasciando Pai con un palmo di naso.

***

Poco dopo, all'ombra di un grande albero sulla cima di una collina alla periferia della città, sia Akira che Wei si fermarono a riprendere fiato. A dire la verità l'unico ad essere sfinito era Wei, che sentiva i polmoni sul punto di scoppiare, mentre Akira era sereno e rilassato come sempre. Il motivo di quella "fuga" non era difficile: quando le cose si mettono male, si può sempre cercare di evitarle... Ovviamente, a patto di avere buone le gambe!

- Grandioso, eh? - fece Akira, rivolgendosi a Wei con un sorriso rassicurante. - Ecco la mia semplice prova pratica!

Wei lo guardò sbalordito.

- Se succede qualcosa che non ti piace, corri come hai fatto ora!
- Eh ?!?
- Beh, così non ti picchieranno, no?

In un certo senso, il ragionamento di Akira tornava. Ma per il povero Wei, memore delle esperienze passate a scappare inseguito dai soliti bulletti, ciò significava vivere ogni volta con il terrore e l'angoscia, al pensiero di ciò che gli avrebbero fatto una volta acchiappato.

- Ma se io scappo, la prossima volta quelli mi picchieranno ancora più forte...
- Allora devi gridare forte!
- Cosa?

Akira comprendeva perfettamente lo stato d'animo del piccolo Wei. A nessuno piace essere inseguito, spaventato, sottomesso... o tantomeno picchiato e maltrattato dal prepotente di turno. Purtroppo ciò accade perché il dolore è una cosa di cui ci vergogniamo, come se mostrare di averne equivalga ad essere deboli. Ma la forza non risiede nell'essere capaci o meno di provocare dolore fisico: il dolore è uguale per tutti, alla fine c'è sempre qualcuno che soffre e che si fa male; per questo è importante non nasconderlo anzi, occorre sempre mostrare quanto sia brutto provare dolore, specialmente per coloro che ignorano cosa significa.

- Sì, proprio così, ragazzo mio - proseguì Akira convinto. - Devi metterti a gridare con tutte le tue forze, e più forte che puoi: devi urlare che hai paura, che provi dolore... Perché i ragazzi che picchiano la gente non sanno quanto fa male; e io sentirò le tue grida e ti verrò ad aiutare, te lo prometto!

Wei sbarrò gli occhi incredulo. Dunque non doveva vergognarsi di sentire male, né di piangere ogni volta che qualcuno lo colpiva... In effetti, pensandoci bene, a nessuno piace prendere pugni proprio perché fa male. Mostrare il proprio dolore fisico, senza nasconderlo in alcun modo, serve a ricordare agli altri quanto sia sbagliato usare violenza su chi non è in grado di difendersi.

- Ma prima di arrivare a questo, devi esercitare le tue gambe a correre più veloce possibile - sottolineò Akira con una smorfia. - Il fatto che provi dolore, non significa che devi stare per forza fermo a prenderle, giusto? Prima impara a correre!

FINE

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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