Foglie di salvezza

«Allora, la prima mossa?» chiede Rosie a Flik dopo il primo entusiasmo generale.
«Dobbiamo tornare al formicaio, ma prima stabiliremo il piano. Per prima cosa bisognerà prendere possesso di questo carrozzone.» Lo interrompono i due onischi con urlo simultaneo, per la prima volta in accordo: «Allora dovremo sbarazzarci del capo: immobilizziamolo!» «Ragazzi, lasciate proseguire il nostro Flik. Qui si tratta di essere attenti al dettaglio.» Flik riprende la parola con tono concitato e dipana il piano e partono all’assalto.

 §      §      §

Il più velocemente possibile Flik e Dot corrono verso il nascondiglio delle coccinelle, mentre da lontano sentono echeggiare i suoni del circo e vedono stagliarsi nel cielo i fari che danno il segnale: sono arrivati al formicaio. Si va in scena. Flik e Dot spiegano velocemente la situazione alle altre “coccinelle” e marciano in fila indiana verso l’albero. La luce lunare dipinge strane sagome tra le foglie e la tensione è tanto forte da essere respirabile quanto una nebbiolina umida e appicicaticcia. I rumori dei piccoli soldati sono felpati, sebbene le musiche del carrozzone fungano da sottofondo assordante. Lesti iniziano la scalata verso la loro ultima speranza.
Nel frattempo le formiche trattenute dalla mostruosa banda di cavallette si animano di speranza: sono pronte alla sceneggiata. Se non vinceranno con la bruta forza, assaporeranno la riuscita ben più gustosa dell’astuzia. Gli immondi oppressori troppo intenti a godere delle altrui offerte non si accorgono delle fatali manovre. La tracotanza della loro sicurezza è forse l’arma migliore nelle mani delle fintamente indifese vittime.

È l’ora. Non c’è più tempo, ma una sporgenza infausta blocca l’invenzione. Già la principessa dispera, ma fatica a spegnere la scintilla di speranza che ancora la anima. Fede, i combattenti hanno bisogno di fede nella fortuna. Ed è così che a suon di martellate il temuto ostacolo viene liberato.
In picchiata cala l’ombra del predatore, che forse questa volta si fa salvezza. Uno stridio rompe il silenzio: è il grido di battaglia. Al timone Flik guida la picchiata contro il capo degli oppressori «Un uccello. È un uccello!» Sussurra incredulo e spaventato Hobber.
Scoppia il panico, tutti si disperdono qua e là creando allucinazione terrificante di formiche ferite e mutilate. Sprizzi rossi si innalzano verso il cielo ogni volta che l’uccello si avvicina al terreno, illuminati dai fari che simulano stato di guerra. Implacabile l’ingegno di foglie viene colpito dai bagliori mentre il suo verso riecheggia nella notte. Ogni transito sempre più vicino a Hobber.
È giunto il momento dell’acme del piano: l’ultima discesa contro il nemico già vinto dal terrore. Scende, sfiora il terreno mietendo nell’inganno una nuova vittima. L’illusionista innalza con voce rotta il suo ultimo canto: «Passero, amico mortale, risparmia il tafano che gioca tra i fiori.»




 

NDA: La challenge cui partecipa la storia è stata indetta da MarchesaVanzetta con titolo Haiku: la bellezza della semplicità.

E questa è una sfida tra me e l'Haiku XXXVIII:

Passero amico,
risparmialo, il tafano
che gioca tra i fiori.