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Autore: herms    10/01/2012    0 recensioni
Una breve Sirius/Bellatrix, ricordo di un tempo passato.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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ROSA NERA.

 

 

La neve cadeva pigramente nelle strade deserte, imbiancandole a poco a poco. Ogni tanto passava una macchina, che procedeva lentamente nel buio della notte. Quando succedeva non poteva fare a meno di sperare che fosse qualcuno per lui, chiunque.

Ancora non capiva bene perchè si fosse voluto stabilire lì. Era un piccolo appartamento a pieno terra, tre stanze a malapena, e un piccolo camino nel salotto. Una sola cosa della casa gli piaceva, la finestra della sala che dava sulla strada, era grande, faceva entrare molta luce di giorno, e gli permetteva di osservare le persone e le loro vite scorrere fuori dal suo mondo.

Non usciva spesso in quel periodo, preferiva accucciarsi sulla poltrona davanti al camino e pensare, pensare ai bei tempi passati, quando ancora era protetto e quasi spensierato all'interno delle mura di Hogwarts, quando qualunque cosa fosse successa, non si sarebbe trovato a passare quel periodo dell'anno da solo.

In realtà aveva scelto lui di trascorrere il Natale da solo, nonostante le insistenze di James. Sarebbe andato il 26 dai Potter, e forse almeno lì si sarebbe sentito in famiglia.

Qualche volta desiderava ardentemente essere un fiocco di neve, fare la sua strada predestinata, arrivare a destinazione, sciogliersi al sole e poi rinascere in un'altra forma, in un altro luogo, pronto per un'altra avventura.

Prese la giacca dall'appendiabiti, e uscì di casa senza chiudere la porta, c'erano abbastanza incantesimi da tenere lontani i babbani e dissuadere i maghi dall'avvicinarsi all'appartamento.

La neve continuava a cadere, costante, silenziosa.

Camminò da solo al buio per un lasso di tempo indeterminato, senza curarsi del freddo e della neve che gli si scioglieva addosso.

 

Silenzio, silenzio, silenzio.

 

Arrivò davanti ad un cancello di ferro battuto decorato da forme floreali.

Abbassò la maniglia, avanzando lentamente. Lasciando leggere impronte sulla neve proseguì per la sua strada, fermandosi qualche minuto dopo davanti a una pietra scura, che recava eleganti incisioni sulla superficie.

 

Walburga Black,

Purosangue,

Onorabile madre e moglie.

 

 

- Sapevo che saresti stato qui, cugino – calcò l'ultima parola con sottile sarcasmo, richiamando un passato lontano, un ricordo fumoso di tempi migliori.

- E tu cosa ci fai qui? -

- Non ricordi più? - si avvicinò a lui, soffiandogli sul collo – “Verrai sempre con me, vero Bella” - lo imitò.

- Era tanto tempo fa – commentò gelido, voltandosi verso di lei – Sai, allora pensavo ancora che avessi un cuore. -

- Cuore? - incassò lei con un sorriso – Non pensavo fosse il mio cuore a interessarti... - bisbigliò contro le sue labbra – vero, Sirius? - .

La baciò ringhiando, con rabbia, risentimento, odio.

Odiava come riuscisse a entrargli in testa dopo tutto quel tempo, odiava il suo sorriso, odiava i suoi occhi così simili ai suoi. Odiava di non riuscire a resisterle.

 

- Non è stato carino da parte tua scomparire così – gli disse con una infantile smorfia imbronciata.

- Oh, non fare così, non è sexy su una donna della tua età – ribattè Sirius, gettando una rosa nera sulla tomba di sua madre.

- Ouch, non sei carino -

- Perchè tu sì? Smettila di giocare Bella. C'è sempre un motivo dietro le tue apparizioni, e credo di sapere quale. -

- Mi sento così sola a casa – continuò imperterrita, giocando con lui.

- Rodolphus non ti basta più? -

- Tu sai che io non l'ho mai voluto – ringhiò, mostrando la prima vera emozione.

- Come no, era la scelta migliore per te, … -

 

(… tutto ciò che io non sarei mai stato per te, un marito, un futuro.. )

 

 

- Un Purosangue, un uomo degno -

- Potevi avermi comunque -

- Non so il tuo bambolotto Bella, ne lo sarò mai. E distrarmi non servirà a nulla, so che hai chiamato i tuoi compari almeno cinque minuti fa, mentre mi baciavi, toccandoti il braccio. -

Lei sorrise, sorniona, salutandolo con le dita.

Un attimo prima che scomparisse gli disse l'unica cosa sincera di quella sera – Potevamo essere qualcosa -

- Un sogno, un'illusione -

 

Mentre il suo mantello stava ancora scomparendo, i Mangiamorte comparvero nel cimitero, e non trovarono altro che una rosa nera.

 

 

   
 
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