Non lo so come sia venuta fuori questo splendore..
E’ una costola di Kaffee und Schokolade, anche lei..
Ma riguarda Tom.
Tom e non Taro, stranamente.
Taro Misaki è proprietà
di Yoichi Takahashi, tanto
quanto Pierre Le Blanc.
E io non ho idea se abbia o no una sorella, né tanto meno se si chiami Danielle.
Buona lettura
Mentina*
Princesse
Certo
che lo voglio, Tom.
Sono
anni che mio fratello porta dei calciatori in casa nostra.
Ero
ancora una bambina quando lui ha cominciato a giocare
da professionista e in questa casa sono passati centinaia di suoi compagni di
squadra. Alcuni erano davvero bellissimi e ci avrei scommesso una mano che sarebbero presto diventati famosi a livello internazionale,
forse più per il loro aspetto che per le loro capacità.
E
tutte le mie amiche si innamoravano di Pierre.
E
tu che sei arrivato qui a Parigi, a fare casino con
tutte le lingue che sapevi e con questo tuo francese zoppicante che non ho idea
di dove avessi potuto impararlo.
O forse non l’avevi mai imparato.
Tom come si sta a viaggiare per il
mondo, senza mai riuscire a fermarsi?
Pierre arrivava a casa ed era sempre festa.
Anche
la volta che vi siete battuti ai mondiali, fino all’ultimo secondo dell’ultimo
minuto di recupero, quando tu e Tsubasa lo avete
umiliato con la vostra Golden Combi.
Quel
giorno avevo sofferto per lui e con lui.
E poi tu sei entrato nel Paris Saint Germain,
a giocare al suo fianco.
E vi ho trovato in salotto, una sera qualunque.
Una
sera d’ inverno. Quando anche io ero stufa di stare fuori
casa, in quel benedetto crogiolo di anime infelici che
era
Dovevo
diplomarmi quell’anno e, per una cosa e per l’altra, non vedevo Pierre
da un mese.
E a me sembrava fosse passata una vita intera.
Mio
padre era finito in chissà quale remoto angolo del mondo e mia madre doveva essere ancora in reparto a trascrivere le ultime
cartelle e a prepararsi il lavoro per il giorno seguente.
Ormai
ci avevo fatto l’abitudine a preparare la cena. E poi
non mi aspettavo di trovare mio fratello in salotto. Quel geloso e possessivo
di Pierre, che ho scoperto fosse
in casa solo perché non ho fatto in tempo a togliermi il cappotto che già voleva
sapere con chi stavo parlando sulla porta.
E
che non ha creduto fosse il nipote della nostra vicina, la signora
Per
lui tutti dovevano per forza farmi una corte spietata.
Io
dovevo essere meglio di Lolita, perché secondo lui anche gli uomini di mezza
età erano costretti a rimanere senza parole davanti a
me. Lui che non riusciva a fare tre passi senza dover firmare un autografo. Lui
che doveva controllarmi prima che io uscissi di casa
con le amiche, lui che mi doveva accompagnare ovunque e che doveva conoscere
tutti quelli che frequentavo.
E tu eri seduto sulla poltrona.
A ridere di me e di Pierre che
litigavamo sulla mia gonna troppo corta e sulla mia maglia troppo aderente o
sulle mie scarpe troppo alte e sul mio viso troppo truccato.
E su tutte quelle piccole angosce che costellavano il
pensiero di Pierre che non poteva avermi sott’occhio
in ogni momento come avrebbe voluto.
E
tu che hai osato dire che non ci trovavi niente di
osceno in me.
Avevi
proprio voglia di provare Pierre, modalità omicida
inserita..
Io
invece, l’ho sempre capito e assecondato.
Aveva
dodici anni quando si è preso tutte quelle
responsabilità.
Mio padre se n’è andato e lui è diventato l’uomo di casa.
Arrivava
in ritardo agli allenamenti per venire a prendermi a scuola e ad accompagnarmi
a casa.
E mia madre si è affidata a lui, come ho presto imparato a
fare anche io.
Anzi,
sono anni che non porta più compagni di squadra qui a casa, adesso che ci penso
bene.
Si
deve proprio fidare di te, allora.
Allora
Pierre non è infallibile. È lui che ti ha spianato la
strada perché è come se mi avesse dato la sua benedizione a perdere la testa.
Perché mi hai semplicemente sorriso, ma ho visto uno strano scintillio nei tuoi
occhi quando mi hai guardata, quella sera.
Lo
sai che Pierre se n’è accorto e ha fatto finta di
niente? Quella è stato il suo tacito consenso.
Quando si accampavano in quattro o cinque nel nostro
salotto Pierre si sedeva proprio su quella poltrona e
guardavamo le partite insieme, io seduta sulle sue gambe, appoggiata al suo
torace.
Sono sempre stata una nanetta e lui, confronto a me,
anche se ci dividevano solo quattro anni, sembrava un
gigante.
Se
ne stava tranquillo solo quando mi addormentavo e
poteva portarmi in camera.
Ah,
io rigorosamente in pigiama fino a undici anni davanti
ai suoi amici.
A
dodici mi ha vietato di girare per la casa quando
c’erano i suoi amici e a tredici non ne ha più fatti entrare. Al massimo
potevano aspettare nel vialetto. Solo quelli fidanzati in casa.
Forse
stasera gli verrà voglia di ucciderti, lo sai?
Se sapesse quello che hai fatto ti strozzerebbe.
Tu
che vuoi portargli via la sua Princesse.. forse non ti
parlerà mai più.
O
forse, speriamo in Dio, si metterà in testa che io sono cresciuta e che tu e io
siamo fatti apposta per stare insieme. E che se tu mi vuoi sposare non sei un malintenzionato.
Lo
sai che non lo sa ancora che sono cinque mesi che
conviviamo?
Come
ha fatto a non accorgersi del mio shampoo alla pesca nel tuo bagno?
O delle mie pinze per i capelli sullo specchio?
O delle mie presine con le caramelle, della mia coperta
turchese di pile, della nostra foto sul mobile all’entrata? Come hai fatto a nasconderglielo, Tom?
Non
gliel’hai mai nascosto, vero?
Almeno
il nostro primo bacio, gliel’hai tenuto nascosto, Tom?
Il
giorno della partita, quando con il pass sono venuta a dirgli in bocca al lupo,
dagli spogliatoi.. e quando ho sentito che mancavi
solo tu, che ti stavi mettendo il nastro sui parastinchi e sono entrata.. te lo
ricordi Tom, quando ti sei voltato e invece di
spalancarmi uno dei tuoi soliti sorrisi ti sei preoccupato di dirmi “Danielle,
che ci fai qui, se lo sa tuo fratello ci ammazza?”
E’
stata una pazzia, ma a quanto pare è servita..
Sì,
se quella sera ci avesse visti.. ti avrebbe ammazzato,
anche se hai giocato la miglior partita della tua carriera stando a quanto
hanno scritto sui giornali.
E adesso, Tom? Sei sicuro che non
ti ucciderà anche se è passato così tanto tempo?
Avete
per caso fatto un accordo di non belligeranza? Un rito maori
in cui lui mi cedeva a te?
O
davvero mi vuoi far credere che lui non abbia fatto nessuna tragedia greca quando gli hai parlato delle tue intenzioni?
Perché gliene hai parlato, non è vero?
Io
sono una corda di violino e tu invece te ne stai lì tranquillo, come se non
dovessimo dire loro niente di speciale. “Mamma, Pierre,
Tom mi vuole sposare!” e mia madre prima di poter
dire qualsiasi cosa si deve lanciare addosso a Pierre,
a fargli un massaggio cardiaco, perché se non gliel’hai
già detto tu, gli verrà sicuramente un infarto.. oppure potremmo farlo bere,
tanto non regge niente. E poi ha sempre la ciucca da
stupido, ride come una pecorella.
Quanto
l’ho sfottuto quel capodanno!
Se
lo facciamo bere e glielo diciamo quando non è lucido,
può darsi che la digerisca meglio e non faccia qualcuna delle sue scenate di
gelosia, di quelle spaventose dove continua a grattarsi la fronte, in preda a
qualche sintomo di schizofrenia fulminante.
Poi,
però, appena
gli passerà la sbornia ti picchierà a sangue.
Ma sai cosa ti dico, Tom?
Credo
che questa sua gelosia serva anche a me, in fondo.
Perché
mi fa capire quanto mi vuole bene e quanto ho sbagliato a non dargli retta quando mi diceva che quel Jaques
per me non andava bene, che mi avrebbe solo presa in giro.
Aveva
ragione. E io sono stata male come una bestia. Ma con
te, a quattordici anni non avevo speranze.. ero ancora
off limits.
Lo
sai quanto mi manca mio fratello?
Sono
tre anni che vive da solo e se il lunedì alle sette non è già qui, io comincio
a dare in escandescenze. Lui e tutta quella sua vita da depravato, tutta allenamenti e
splendide donne.
Eh.. ma col dolce gli faccio sempre trovare una rivista di
quelle che odia tanto. E c’è sempre qualcuna diversa.
E tutte le mie compagne di classe che gli sbavavano dietro..
“Danielle,
tuo fratello è un fico pazzesco!”
“Danielle
non sai cosa mi farei fare da tuo fratello”
“Danielle
possiamo attaccare Pierre sul muro delle meraviglie?”
Lo sai, Tom, cos’era il
“mur des merveilles”?
E un pezzo di colonna che divideva il lato sinistro della
mia classe, nascosta dall’occhio dei prof, dove avevamo appiccicato tutti i
modelli e gli attori che ritagliavamo dai giornali.
Così
io facevo i compiti in classe con mio fratello mezzo
nudo sotto gli occhi.
E tutte sostenevano che a fare la differenza erano i
pantaloncini della divisa della nazionale, non la maglietta che aveva lanciato
chissà dove.
Sai quando ho capito che mi ero innamorata di te, Tom?
Quando una mattina, in un’ora di matematica, Dauphine mi ha passato una rivista sotto il banco. E c’era un’intervista
a Pierre.. e a te. E Dauphine aveva scritto sulla vostra foto, in penna verde,
“*SBAV*… uno meglio dell’altro!”.
E sai cosa le ho risposto io?
“Su
mio fratello consuma pure tutta la saliva che hai, ma cerca di lasciare perdere il mio ragazzo.”
È
stata la prima volta che ho detto che eri “il mio
ragazzo”. E uscivamo insieme da quanto.. due, tre
mesi? Sì, dovevano essere tre, perché eravamo agli sgoccioli.
Stavo già studiando per l’esame.
E
stasera, dopo tre anni che ho detto così a Dauphine,
siamo seduti qui a tavola e tengo la mano sotto il tavolo perché non si può non
vedere quanto brilla quello splendore che mi hai
regalato.
Se
mia madre se ne accorgesse addio piani, addio sbronza
di Pierre.
-
Princesse, sei silenziosa stasera –
Mi
ha beccata, Tom.
Mi
conosce troppo bene, lo sapevo che mi avrebbe bruciato
sul tempo.
-
Pierre, Magdalene.. io e Danielle dobbiamo dirvi una cosa –
Tom, cosa stai facendo? Sei impazzito? E a Pierre
giel’hai detto.. vero?
Lo
sapevo che non dovevo fidarmi del tuo faccino angelico e della sera che mi hai detto che te lo saresti lavorato almeno un pochino..
E
poi dobbiamo ancora mangiare il dolce, non potevi aspettare..
Sto
sudando freddo.
Perché sono così scema? Non devo mica avere paura di
mio fratello!
E
poi ci sei tu che hai fatto il casino, mica te l’ho chiesto io di sposarmi..
Per
cui, qualsiasi cosa succeda, al limite ti uso come scudo, anche se non ne ho
bisogno, perchè se Pierre picchia,
picchia solo te.
-
Ma sì.. non.. non c’è fretta.. possiamo.. finire di
mangiare -
Tu
ridi, ma Pierre sta
mettendo il broncio.
Lo
immaginavo, adesso si scatenerà una bufera, cominceranno a scendere dei fulmini
attorno al tavolo, salterà la luce e lui si trasformerà in un mostro spaventoso,
con gli occhi iniettati di sangue.. e vorrà la tua
testa!
-
Dai, Princesse, se non è così importante puoi dirlo
anche adesso –
Tom smettila di ridere, smettila
immediatamente!
E mia madre mi guarda incuriosita.
Non
riesco a gestirli, dammi una mano, dì qualcosa!
Non
stare lì a guardarmi imbambolato, come se non stesse succedendo nulla!
Di’
qualcosa!
-
Pierre.. forse è meglio se..
io.. sì.. insomma.. –
Aspetta
un attimo.. anche lui sta ghignando.
No,
mi sbaglio, ha già intuito cosa devo dire e ha pensato al modo più doloroso di farmi diventare vedova ancora prima di sposarmi. Eppure.. perché non mi guarda negli occhi?
-
Princesse.. allora? –
Ce
la posso fare.
Adesso
ti faccio vedere io, Tom.
Ormai
glielo dico io. Sì, sto solo cercando le parole giuste per dirlo.
Mollami la mano, ho abbastanza coraggio.
Anzi no, tienimela perché sto andando in confusione.
-
Allora.. il fatto è che.. –
La
sera che mi hai messo questo anello al dito credevo
che il mio cuore scoppiasse, da quanto batteva forte. Stasera è tutto diverso,
ma doverlo dire a voce alta, che io e te ci sposiamo..
beh, è come se fosse una conferma. Adesso glielo dico..
glielo dico. Sì, glielo dico.
-
Pierre.. mi porteresti
all’altare? –
Ok, l’ho detto. Ce l’ho fatta.
Pierre respira ancora?
-
Volevi farmelo sapere con la partecipazione, Princesse?
–
Oh
sì che respira.
E sorride anche.
E ti ha guardato
E
non ci giurerei che non ti abbia fatto anche
l’occhiolino.
Mi
sta abbracciando forte, Tom.
Così
forte che mi manca il respiro e mi vengono le lacrime.
Tom, diglielo tu che io sono ancora la sua Princesse..
Diglielo che sei il miglior ragazzo dell’universo
intero..
Diglielo che con te sarò la donna più felice su questa
Terra..
Diglielo che ti amo, ma digli anche che lui rimane
sempre il mio Pierre..