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Autore: _Valentine_    11/01/2012    0 recensioni
E' una Dramione un po' particolare che narra dell'amore dannato di Draco e Hermione, ispirato per alcuni tratti a "Wuthering Heights" della scrittrice inglese Emily Brontë. Ovviamente la trama non è la stessa, vi sono solo alcuni tratti, perchè del libro mi ha ispirato la follia, la disperazione, un amore sbagliato, ma necessario come l'aria per vivere, come l'acqua per un assetato. Spero che vi incuriosisca e, con un po' di fortuna, anche che vi piaccia. Per favore, recensite, mi piacerebbe molto avere un vostro parere e dialogare con i miei lettori, anche attraverso critiche costruttive. Ringrazio tutti coloro che recensiranno, e anche quelli, che se pur non lo faranno, leggeranno la mia fic. Cari saluti, Valentine! ^^
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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La brughiera disperdeva cauta i suoi rumori notturni, la neve cadeva lenta spargendosi sulle nude rocce come un candido mantello.
Così un cavallo trottava veloce, alla guida un uomo, un giovane uomo tutto imbacuccato, ma di capi pregiati, che svolazzavano leggeri al vento notturno che veniva affrontato di petto, su un cavallo nero, come l'oscurità che si ergeva cruda sull'ambiente circostante.
Finalmente raggiunse la sua meta.
Un'imponente maniero, lussuoso, certo, ma che aveva un chè di poco curato, di disperso, di dannato, proprio come chi lo abitava.
Bussò al portone, quell'imponente portone in legno che lo fronteggiava, non volendo dare il minimo segno di schiudersi.
Chiamò l'uomo delle scuderie, che dopo una lunga occhiata diffidente si voltò e senza rivolgergli una singola parola e gli si accostò, gridando con voce burbera e decisamente poco cordiale
-Dannata strega! Aprite questa porta! Che il diavolo possa rodervi l'anima marcia che vi ritrovate, aprite, vi dico!
Theodore Nott, appartenente a una famiglia purosangue che abitava nella dimora vicino a Wuthering Heights, era venuto a fare visita al suo amico di sempre, Draco Lucius Malfoy.
L'uomo delle scuderie, la servitù, lo conosceva molto bene, sin da fanciulletto si recava lì per trascorrere del tempo con l'amico.
Si, perchè nonostante non fosse un'amicizia schematica, come se ne vedono tutti i giorni, la loro era pur sempre un'amicizia.
Non si erano mai scambiati segni d'affetto o una definitiva conferma dell'esistenza del loro legame, solo si era creato col tempo, come il muschio che invadeva buona parte della facciata, ora nulla poteva scalfirla.
Rammentava i pomeriggi trascorsi in silenzio, scambiandosi solo poche frasi, ma che servivano a tutti e due, per riflettere, a volte invece li trascorrevano fuggendo nella brughiera, e facendosi lunghe chiacchierate, tutto ciò quando Draco non era impegnato con la sua Mudblood.
Tuttavia Jacob, il servitore, continuava a mantenere una certa ostilità nei confronti di tutti coloro non fossero il suo padrone.
Dop0 alcuni minuti la porta si dischiuse, e comparve una figura esile, pallida.
Dei capelli ricci, leggermente crespi, di un biondo scuro tendente al castano le incorniciavano il viso, attorno agli occhi color dell'oro vi si potevano notare due profonde fosse peste, simbolo di una vaga e agonizzante disperazione, e le sue labbra scarlatte e frementi venivano messe irrimediabilmente in risalto dal pallore della sua pelle diafana, quasi trasparente.
Insomma, nel complesso, Hermione Granger era davvero bellissima.
Come la bellezza di una farfalle, esile, quasi intoccabile.
Lei era il paragone perfetto della farfalla, condotta, in balia del vento.
Non che lei fosse una tipa che si lasciasse condurre da qualcuno, non ne aveva di bisogno, e in ogni caso non avrebbe voluto.
Il vento in cui lei era in balia era il fato, la vita, che per un misterioso e sadico gioco di eventi, di sguardi infuocati e pieni di sentimenti sconosciuti, l'aveva portata all'inverosimile.
Jacob scansò rudemente la ragazza, che andò a sedersi in una sedia, in un angolo, vicino al camino, creando uno strano gioco di ombre e luce sul suo volto spento.
Incitò poco gentilmente Theo ad entrare, e lui lo fece, sedendosi in una sedia, fissando la ragazza incuriosito, che aveva uno sguardo perso nel vuoto.
Quegli occhi dorati saettarono appena la porta si dischiuse nuovamente, infatti Jacob sapeva che Draco sarebbe rientrato a breve, così non si era neanche disturbato a chiamarlo.
Malfoy fu sorpreso di vedere l'amico, non era un evento particolarmente straordinario, ma si chiedeva il perchè di una sua visita.
Anche lui aveva un'espressione burbera, ma più tendente all'indifferenza, all'essere priva di emozioni, anche se dentro le sue iridi grige e cupe vi si poteva intravedere una tempesta.
Era il giusto proprietario per Wuthering Heights, la sua persona rappresentava egregiamente la dimora, come se fosse una parte inglobata del suo essere.
All'improvviso parlò
-Theo.
-Draco, sono venuto per porgerti visita.
Il biondo parve esitare un istante, prima di prendere una sedia e accomodarsi vicino l'amico
-Sono stupito dalla tua visita, fuori nevica, e temo che tra un po' la strada nella brughiera diverrà impercorribile.
-Quando sono partito dalla mia dimora vi era solo una leggera foschia, ma temo che avrei dovuto rivolgermi a te, Draco. Se è come tu mi dici, però, credo che chiederò umilmente il tuo asilo, per questa notte.
L'ex Serpeverde parve un attimo spiazzato, poi essendo il più cordiale possibile cercò di smorzare il suo invito
-Non avrei dove ospitarti Theo, non vi sono stanze pronte per ora.
-Potresti farmene preparare una.
Rispose prontamente l'altro, prima di aggiungere
-Non vorrai mandarmi fuori con queste condizioni...
Allora l'altro con estrema serietà, se pur non molto convinto acconsentì
-E sia. Hermione, prepara una stanza al nostro ospite.
E dopo una occhiata obliqua questa si alzò e si diresse a svolgere il compito assegnatole.



  
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