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Autore: JackPortiero    12/01/2012    0 recensioni
E se TOBI IS HINATA? - by JackPortiero, l'ideatore della pazza teoria. Dopo "Amore in Codice 1", l'introduzione forse un po' pesantuccia, ma necessaria a introdurre i nostri beniamini, si passa alla storia vera e propria. Vi assicuro che vale la pena di leggerla. E' simpatica è dallo stile molto più leggero, scorrevole, e gradevole. Andiamo dunque a conoscere come era veramente la "piccola" Hinata prima della "morte" della madre: una timida ma allegra bambina; una sognatrice. E vediamo nel frattempo Tobi, "l'adulta", palesarsi proprio alla madre, e, indirettamente, al padre. E andiamo infine a scoprire qual il è il PRIMO VERO LEGAME di Naruto, e come egli concepisce il suo Sogno di essere hokage. E a momenti, per concepire questo Sogno, e per dirlo ad alta voce, si rischierà fin da subito di perderlo. Si rischierà, fin da subito, LA RIVOLUZIONE!..... Con un Danzo dietro le quinte pronto ad approfittare di ogni occasione.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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SI', SARO' IL TUO HOKAGE!!


"Vecchio, mi dica due cose..."
"Certo, ragazzo."

"Chi erano davvero i miei genitori?
"Beh... non li conoscevo bene personalmente..." - abbozzò serio - "...ma essendo l'Hokage..." - e qui sorrise - "...so per certo, che erano due ottimi ninja. Sono morti da Eroi, per difendere il Villaggio."
"Dunque erano, due ottimi ninja..." - si ficcò in testa il futuro shinobi.


"E poi, l'altra cosa che volevi chiedermi?" - affrettò il Terzo, interessato ma anche voglioso di poter vergere altrove il discorso.
"E'... è v-vero quello che afferma la gente? e ciò che dice il padre di Hinata?" - s'informò Naruto atteggiando calma ma senza riuscirvi troppo.
"Sarebbe?"
"Che porto sfortuna, e sono una sciagura? E che gli Hyuga non possono essere miei amici, e che quindi l'ho messa in pericolo?
"...?..."
"....."

L'Hokage socchiuse per un attimo gli occhi, poi prese un bel respiro e iniziò a spiegare: "Ascolta, Naruto... sebbene tu non sia di alcuna minaccia per il villaggio, in effetti questo è quello che la maggior parte della gente crede. Neanche io so bene il perché sia successo, però... per via questa idea sbagliata sul tuo conto, c'è di vero che di la vita di Hinata si è trovata di fatto a rischio."

"Quindi è vero, l'ho messa nei guai..." - drammatizzò il biondino tra sé e sé. Il Terzo aggiunse: "Oltretutto suo padre è il capoclan degli Hyuga, sai cosa significa questo?"
"Sì, me l'ha appena spiegato lui, sono nobili e proteggono il villaggio dai pericoli. Non sono uno stupido cavolo!" - rispose l'altro indispettito, mascherando un velo di tristezza.
"Io invece sono considerato una rogna..."

"Bene." - proseguì l'Hokage - "E sappi che probabilmente suo padre non pensa veramente quelle cose di Hinata, ma ha dovuto mostrarsi così furioso con lei per finta, affermando di darle subito una lezione a parole lui personalmente, per proteggerla in futuro dalle regole e dal giudizio del suo clan."
"........... Eh?? Non capisco a me sembrava così serio!
Da quale giudizio?"
"Nessuno, non ti preoccupare." - tranquillizzò l'anziano uomo divagando - "Comunque son convinto che ha agito così perché non si potesse più aggiungere altro alla questione. E vedrai presto dirà che Hinata ha capito bene e da sola di aver sbagliato, e che è l'ultima volta e non ricapiterà mai più una cosa del genere."
"Mi starà odiando a morte... l'ho minacciata l'ho fatta piangere e l'ho messa nei pasticci con la sua famiglia..." -  rimuginò lentamente il biondino.

"Ascolta ragazzo... mai più intesi? La cosa è seria non so se hai capito bene la gravità della situazione e cosa sto cercando di dirti... hai compreso per il suo bene cosa devi fare?..." - alludendo ovviamente al fatto che bisognava starle lontano - "So di chiederti molto, ma almeno per un po' di tempo è meglio..."
"Va bene va bene! Ho capito devo starle alla larga!" - rispose celermente il ragazzino incrociando le braccia stufo. Poi però spiegò cosa 
aveva davvero inteso "lui" di tutta questa inaccettabile faccenda:

"Chi prende le difese di una persona odiata, è destinato a essere odiato, giusto?"  - dettò retoricamente il biondo, scandendo lentamente le parole che aveva pronunziato neanche mezz'ora prima il padre di Hinata.
"Non ti sei resa conto di questo? cosa ti è saltato in mente, di prendere le mie difese... stupida!..."
Il Terzo rimaneva in attesa, tendendo le orecchie incuriosito su dove volesse andare a parare il piccoletto.
"Hokage, eh?... come il vecchio..."
"Però se fossi amato e rispettato da tutti, per i miei amici non ci sarebbe più alcun problema no?" - domandò rivolgendosi stavolta al suo interlocutore. Hiruzen non poté far altro che annuire.

"...un Eroe come i miei genitori, il migliore di tutti come vuoi tu? sì, ma non possiamo entrambi! perché io? eri te che volevi essere Hokage, lo volevi tanto... FORSE..."
"NONNO-HOKAGE, mi dica un'ultima cosa!!" - scattò il ragazzino, al quale era venuta un'intuizione fenomenale.
"Ti do retta anche se non urli, Naruto..."

"Mi dica perché Hinata non può diventare capo-villaggio, mi dica la verità!!"
Il Vecchio, impressionato dalla conclusione del biondino, ci mise un po' a rispondere, banalmente, che era una regola del clan Hyuga, e che la famiglia di Hinata in particolare vive proprio per proteggere l'Hokage.

"Proteggere, l'Hokage? Hinata mi hai protetto urlando che sarei diventato Hokage! Dunque mi hai protetto dicendo che mi vuoi proteggere? Sei proprio... una stupida....."
"Che regola idiota! Non è giusto che uno Hyuga non possa diventare Hokage! Quando sarò Hokage sarà la prima cosa che cambierò!!"

"Ehh?????"

Sì HO DECISO il mio Sogno vecchio!!" - esclamò il piccolo Naruto con un'allegria che non era stata mai così sincera prima d'ora - "E non ci saranno più problemi Hinata non potrà più dire che diventerò Hokage, perché SARO IO DIRLO!!"
E lo grido ad alta voce, battendosi bene il petto e lasciando a bocca aperta il Terzo. Egli infatti era stato clamorosamente anticipato dal biondino. Perché? Perché il vecchio aveva già progettato da tempo di invogliare il ragazzino ad entrare in accademia (ed era una decisione che era stata presa una settimana prima di questo "pasticcio", in via definitiva, dagli alti vertici di Konoha).
Ma egli non aveva ancora proposto questa idea al piccolo Naruto, anche se pensava bene di poterlo convincere buttandola giù di provare a diventare "un ottimo ninja come i suoi genitori", dimostrando così a tutti chi era. Il Terzo quindi voleva cogliere l'occasione ora, si era battuto per lui per questo, avvalorandone l'utilità anche "politica".
Ma il biondino l'aveva preso totalmente in contropiede, aveva stabilito tutto da solo. E non voleva sentire ragioni!

Hiruzen tuttavia non si mostrò entusiasta come avrebbe sperato l'Uzumaki, a sentir parlare addirittura di "Hokage", anzi tutt'altro fece presente che era il momento di tornare a casa, e lo riaccompagnò personalmente per le vie principali di Konoha.
Lungo il tragitto il bambino, curiosissimo, smaniava per avere quante più notizie possibili sull'accademia: chi erano i professori, com'erano le lezioni, quanto sarebbe durata.....
In più, siccome non era difficile da ipotizzare, pose un'ultima domandina e ottenne una splendida conferma: sì, ovviamente anche Hinata sarebbe entrata all'Accademia Ninja!
Il Terzo, che lo vedeva fin troppo euforico, gli rispiegò ancora una volta che comunque non avrebbe dovuto darle alcuna confidenza, perché altrimenti sarebbero risorti i problemi, e a farne le spese sarebbe stata soprattutto lei. Naruto rispose innervosito di non trattare più d'ora in poi da scemo il suo successore al titolo di Hokage, ma comunque promise.

E spiegò, anche, perché bisognava credere nella sua promessa: "Uno che non mantiene la parola data, non all'altezza di diventare Hokage!"
Naruto era così entusiasta! decisissimo. Irremovibile. Nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.
Durante il ritorno a casa, ripeté "SARO' HOKAGE" una almeno una dozzina di volte.
E ad ognuna il suo cuore di bambino viaggiava finalmente lontano con la fantasia, e cantava tra sé e sé:

"Vedrai... ti dimostrerò che hai ragione su di me, che non hai corso un pericolo per niente. E quando sarò Hokage potrò venire da te a chiederti scusa e a ringraziarti.

                                                                                     E tu potrai venire da me A SFIDARMI per il titolo di Hokage!!"

 
Il Sandaime, pur senza credere minimamente che quel tappetto sarebbe mai diventato capo-villaggio, aveva però iniziato a sorridere a una simile idea. Che proprio il ragazzino-volpe riuscisse in quest'intento.
In fondo... era figlio di un ottimo ninja!
E così non gli negava affatto il suo supporto, augurandogli tutto il bene possibile, ma al contempo si fumava nervosamente la sua pipa, presumendo quanti nuovi problemi sarebbero sorti.


Il ragazzino dal canto suo non afferrava ancora che quello che lo rendeva più gioioso, in tutto ciò, era che, pur se non avrebbe potuto parlarle, avrebbe rivisto tutti i giorni Hinata in accademia.


*****




Nessuno mi aveva dato un Sogno. Tu l'hai fatto e l'ho preso non per tenermelo, ma per potertelo restituire. E' questo "Il Sogno dato in prestito".

(era questo il senso della "saga" e del suo titolo, spero vi sia piaciuto come finale a effetto che non sia già un Sogno d'Amore, ma una sfida per il titolo d'Hokage! :-P)

 
  
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