Camminavo lungo il ciglio della strada diretta verso casa mia, con le cuffiette nelle orecchie ed il volume al massimo.
Come al solito aggiungerei.
Arrivata a casa presi qualcosa dal frigo e me ne andai in camera mia. I miei erano a lavoro e mia sorella era a casa di una sua amica, ergo casa libera di essere comodamente distrutta. Accesi il computer, misi la musica come sottofondo e spensi l’ipod. Durante la giornata non c’era un momento in cui non ascoltavo musica, lezioni comprese. Ero una ragazza riservata, timida all’apparenza e magari anche un po’ snob, ma questo era proprio quello che volevo dare a vedere.
In realtà era tutto un piano per chiudermi a riccio e proteggermi da quella gente, da quella scuola che non faceva altro che uccidere i miei pensieri, che continuava a opprimermi il cervello, perché invece di adattarmi e starmi zittavolevo ribellarmi silenziosamente. Era stata dura all’inizio, perché tutti non facevano che fissarmi, puntarmi il dito contro pronti a giudicare, ma poi ci ho fatto l’abitudine e soprattutto loro hanno cominciato ad ignorarmi e sono passati al bersaglio successivo. Perché tutto questo vi state chiedendo? Non c’è nessuna brutta storia sotto, nessuna morte, nessuna malattia depressiva che mi affigge. Semplicemente odiavo dove mi trovavo, odiavo quella cittadina con 100.000 abitanti che mi sembravano tutti uguali, tutti con la mente talmente chiusa, talmente ottusi. Non so, mi sentivo un po’ un pesce fuor d’acqua. Era come se parlassi una lingua incomprensibile che ali altri non importava imparare, così avevo deciso di stare zitta, semplicemente.

Insomma questa sono io, o meglio questo è quello che ero prima che tutto cambiò, senza che io potessi fare niente.


Bene, ecco qui la nostra protagonista.
Spero vi sia piacuita la breve introduzione, perchè sono già pronta con il capitolo successivo (dove arriva Niall *-*)! 
Fatemi sapere se vi gusta gente, e non esitate a darmi consigli :) 
Quiiiiindi ci vediamo al prossimo capitolo se vorrete segiurmi in questa avventura.
Un bacione!