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Autore: PiccolaEco    12/01/2012    2 recensioni
Fanfiction ispirata al film "La gabbianella e il gatto".
Personaggi: Zorba, Fortunata
Introduzione: Aveva provato in tutti i modi, possibili ed immaginabili, a volare ma tutti si erano rivelati un buco nell'acqua. Aveva ormai perso ogni speranza di solcare il cielo oltre le nuvole, finchè una notte non sentì che quella notte ce l'avrebbe fatta: si gettò a capofitto nel vuoto, chiuse gli occhi e spalancò le grandi ali bianche...
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 ~ I can fly ~ 

I piedi miei non toccan più, 
sto volando dentro il blu. 
E' strano e bello guardar da qui 
e veder le case piccole così. 
Il mondo cambia da quassù: 
non ha barriere più; 
e tutto questo, amici miei, 
io lo devo solo a voi. 

Il vento mi investe in pieno, sto precipitando. Non ce la farò, non ce la posso fare! Ma ecco che proprio quando sto per toccare il suolo, istintivamente apro le mie bianche ali, inizio ad agitarle lentamente, con grazia e…volo! Sì sto volando, finalmente sto volando
Osservo la mia ombra sul grigio asfalto della strada: le mie zampe non si vedono, ma in compenso un paio di lunghe ali fanno bella mostra di sé lì per terra, imponenti, come se volesse governare l’aria. Sorridendo chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal vento, smettendo di agitare le ali in modo tale da poter accarezzare l’aria: mi sollevo sempre più in alto finchè, quando riapro gli occhi, sotto di me non vedo altro che un susseguirsi di minuscole abitazioni. E’ una sensazione strana ma allo stesso tempo meravigliosa e indescrivibile, è come se da quassù vedessi il mondo con occhi diversi, un mondo senza catene: sono libera, sto volando.

So volare, 
non l'avrei detto ormai. 
So volar... 

Guardatemi, 
guardatemi, 
sembra un gioco volar così; 
guardatemi, 
è quasi un gioco... 

Guardami Zorba, sto volando, sto volando!                                                                                            
E tutto questo lo devo soltanto a te, che mi sei stato accanto, che mi hai incoraggiata a non mollare, a non arrendermi e a provare e riprovare finchè non fossi riuscita a stagliarmi in alto nel cielo come tutti gli altri gabbiani.
Grazie Zorba, grazie di esserti preso cura di me come una mamma, grazie di avermi protetto, di avermi salvata, di avermi insegnato a volare e soprattutto di aver mantenuto la promessa fatta alla mamma, alla mia vera mamma, prima che lei morisse: 
“La prima promessa che ti chiedo è di non mangiare l’uovo…poi promettimi che ne avrai cura finchè non nascerà il piccolo…e in ultimo promettimi che gli insegnerai a volare”.

Ora lo so chi sono io 
ed il cielo è il posto mio; 
e queste ali, lo sento già, 
sono la mia libertà. 
Lontani cieli, oceani blu, 
stan già chiamandomi: 
è questa la mia vita ed io 
ora so il destino mio

Torno indietro: voglio salutarti, voglio dirti addio o arrivederci se il destino vorrà farci, un giorno, rincontrare. Ti guardo per l’ultima volta, una lacrima solitaria scorre sulla mia guancia bianca.
“Addio Zorba” 
“Addio Fifì”

Due parole soltanto, eppure bastano per capirci. 
Adesso devo andare.
Adesso so chi sono veramente, cosa devo fare, qual è il mio posto in questo mondo.
Adesso tocca a me andare avanti e trovare la mia strada, Zorba:  mi aspettano cieli, montagne e oceani lontani : questa è la vita che mi attende e questo è il mio destino. Non  dimenticherò mai quello che tu e gli altri gatti avete fatto per me, grazie davvero Zorba.

So volare, 
non l'avrei detto ormai. 
So volare, 
non ci speravo ormai. 
So volar... 

Guardatemi, 
guardatemi, 
sembra un gioco volar così; 
guardatemi… 
guardatemi…

Spicco nuovamente verso il blu della notte. Altri due gabbiani sono in volo verso il mare, mi accodo a loro stridendo quanto più forte mi è possibile. Uno stridio di gioia, di felicità e non m’importa quanto i gabbiani possano essere stonati nel canto, io lo faccio comunque. E’ una notte speciale: ho imparato a volare. Guardatemi, anche se può sembrarlo non è un gioco… so volare veramente. Mi ero ormai arresa all’idea che un giorno avrei potuto anch’io solcare le nuvole  e invece…guardatemi, sto volando
Guardatemi, so volare.

  
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