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Autore: Miyaki    29/08/2006    8 recensioni
L'ultima canzone è sfumata nel silenzio.
L'ultimo ballo è finito. E nessuno l'ha salvato per noi.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ernie Macmillan, Hannah Abbott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Untitled Perchè è questo che vorremmo tutti.
Riavere indietro il passato felice.
E questo, proprio questo,
è ciò che imploro, a mezzanotte,
con teneri nomi e suppliche follemente rivolti all'aria vuota.
C. S. Lewis, "Diaro di un dolore"


Ho fatto un passo verso la pista da ballo.
Il primo.
Lo sai che a me non piace ballare. Non mi è mai piaciuto.
E lo ricordi no? Quante volte ti ho pestato il piede al ballo del ceppo?
Quante volte poi mi hai fatto quella smorfietta, che un pò mi prendeva in giro, un pò mi diceva che non era successo nulla, che potevo stare tranquillo?
E lo ero.
Davvero.
Riprendevo la tua mano e ballavamo ancora - anche se somigliavo più ad una foca ammaestrata (e pure male)-.
Ma non sono ad Hogwarts ora.
E la pista da ballo è vuota.
Silenziosa.
L'ultima canzone è sfumata nel silenzio.
L'ultimo ballo è finito. E nessuno l'ha salvato per noi.
Infilo una mano nella tasca del frack e mi guardo intorno. Justin e Megan si sono sposati: nessuna novità, lo sapevamo, lo sapevano tutti che sarebbe successo.
Beh, tutti tranne loro ovviamente.
La mia ombra proiettata sul pavimento liscio ha qualcosa di sbagliato, d'incompleto.
E' strano, sai?
La solitudine mi terrorizza. Vorrei essere circondato da un'immensità di persone, eppure vorrei limitarmi a guardarli parlare tra loro. Vorrei osservarli e immaginarti mentre ti aggrappi al mio braccio, come facevi tanto tempo fa, e prendevi in giro, senza cattiveria, le persone intorno a noi.
Come se non ci fosse nient'altro che io e te.
Come se il resto non fosse che qualcosa di divertente, intorno a noi, ma lontano.

Era un gioco innocente. E a me piaceva guardarti mentre sembravi aver visto qualcosa di buffo, saltellavi, e quasi non mi sbattevi in faccia i tuoi codini.
Allora avevamo dodici anni, poco più. Il ragazzino brontoloso e pomposo, che davanti a te non riusciva a fare altro che farsi trascinare.
Quanta pazienza ti sarà servita, ascoltavi ogni minima parola, anche quando non eri d'accordo. Tentavi di farmi capire con gentilezza quando sbagliavo, ma non insistevi mai.
Dovunque fossi, poi, la tua risata squillante riempiva l'aria. Sei sempre stata più forte di me, non hai ceduto neanche quando le cose sono precipitate. Hai pianto in silenzio quando tua madre è morta e non hai preteso da nessuno niente.
Non hai smesso di ridere neanche allora.
Quella luce di malizia innocente che avevi negli occhi non l'hai mai persa.
Attutita, forse.
Ma sempre li.
Quanto mi dava sui nervi quando scherzavi su tutto?
Qualche volta mi era impossibile fare un discorso serio con te. Se parlavo di scuola e studi gonfiavi le guancie, ricordandomi che tutta la mia fissazione per lo studio t'aveva fatto tanto esasperare da farti avere una crisi di panico dietro l'altra agli O.W.L.
E m'innervosivi.
Intollerabile.
Adorabile.

Socchiudo gli occhi - sarà che questo vuoto sta entrando sotto la mia pelle con una sensazione di pesante nausea-.
Rumore di passi.
Tacchi.
Tacchi alti.
Strano, non ho sentito la porta aprirsi.
Mi giro lentamente - senza quasi saperne la ragione - facendo perno sul piede destro.
Mi blocco, con una certa sorpresa.
Anche se in fondo avrei dovuto saperlo.
Hannah.
Questo modo di incespicare sui tacchi è tutto tuo.
Mi sfugge un sorriso divertito.
Li hai sempre odiati.
" Sei in ritardo, sai? "
" Prova tu a camminare su questi cosi. Dovrebbero inventare dei vestiti che stiano bene con le scarpe da tennis. ", annunci, seccata, strappandomi una risata.
Sorridi, sicuramente compiaciuta dell'effetto ottenuto.
" Toglile " ti dico, scrollando le spalle.
Scuoti il capo, ormai mi hai raggiunto.
E' tanto che non vedevo il tuo viso.
Un sorriso.
Quello dolce.
" Non si è mai sentito di qualcuno ballare a piedi nudi in un posto del genere. E i miei piedi non sono ansiosi di provare l'emozione. ".
Alzo la mano in un piccolo cenno, indicando la pista vuota, prima di rinfossarla nelle tasche.
" Non c'è nessuna canzone da ballare, Hannah. L'ultimo ballo è finito da un pezzo. "
Aggrotti la fronte, eppure, senza una parola, prendi la mia mano e la posi sul tuo fianco.
Un piccolo brivido mi percorre la schiena e la testa torna velocemente alla prima volta che abbiamo fatto l'amore.
Come fosse ieri.
Come fosse ora.
Come se stessi ancora stringendoti a me, esausto e soddisfatto.
Felice.
Ricordo ogni dettaglio, l'imbarazzo, le carezze, l'impaccio.
Noi.
Non credo di essere mai stato più felice di così.
" Ne sei sicuro? "
Ti guardo, sorpreso. Stiamo ballando.
E tu mi leggi nella mente, nel cuore.
Ora hai un sorrisetto sfrontato, e so benissimo a cosa sta pensando: d'altra parte siamo sempre stati bravi a capirci l'un l'altra no?
" Si, Hannah, anche più felice di quando ho letto i risultati dei N.E.W.T ". Ridi, gettando la testa indietro. I tuoi capelli biondi si movimentano, cercando ansiosamente di seguire ogni gesto della tua testa.
Ma la tua risata mi riporta l'attenagliante nostalgia della nostra lontananza.
Ti fisso negli occhi, tu mi guardi, ma continui a sorridere.
Come sempre.
" Mi sei mancata. "
Anche il tuo sguardo è serio ora. Il tuo sorriso è ancora li, ma pieno di un immensa amarezza.
" Lo so. "
Ti faccio girare su te stessa. Quando torni verso di me la tua mano si porta sulla mia guancia.
" Anche tu ", ti umetti le labbra " Ma..."
Poso la mano sulla tua, come cercando di assaporare un calore fuggevole, e scuoto la testa.
" Non parlare. ".
Non voglio sentire.
Mi limito a tenerti a me.
Ancora per un pò.
Solo un altro pò.

Tanto lo so già che svanirai di nuovo dalla mia vita.
So che è già finito tutto. Da tanto tempo.
E che l'ultima danza è si è appena conclusa. Non c'è musica ad accompagnarla nella sua uscita.
Una danza fittizzia.
Una finzione dolceamara.
Chiudo gli occhi, come li chiude il condannato a morte, che attende il colpo della lama sul collo.
Colpirà il cuore.
Le tue mani mi sfuggono, e non ti stringo più.
Non c'è neanche il rumore dei tacchi - quei tacchi che odiavi tanto e che darei la vita per sentire di nuovo.
C'è solo il suo assordante del silenzio.
C'è solo l'aria che stringevo.
L'amarezza di un saluto strappato a metà.
Come un romanzo a cui sono strappate le ultime pagine.
La porta si apre con il rumore inconfondibile della realtà. Questa volta la sento.
Susan mi guarda, dritta e sicura sui suoi tacchi - c'è sempre stata abituata lei.
" Ernie... dobbiamo andare. E' finito tutto."
Chiudo gli occhi.
L'ultima canzone è finita da troppo tempo.
L'ultimo ballerino se ne è andato.
L'ultima danza si è chiusa e gli inchini sono stati fatti.
Nessuno l'ha salvata.
Non per noi.



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