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Autore: bimbarossa    13/01/2012    0 recensioni
Cosa succederebbe se le figlie delle guerriere Sailor non fossero delle combattenti? Se non avessero una divisa? Mako la cicciotella non potrebbe neanche entrarci, Mina ha molti ideali ma quando si tratta di combattere non sa che fazione scegliere, Rei sa benissimo invece che vuole essere la principessa della favola e non vuole salvare il mondo ma essere salvata dal suo principe, mentre la furba Amy dimostra una insolita propensione per i cattivi della situazione e per i dispetti. Come potrà questo gruppo scombinato di ragazze un po' ignorantelle e impertinenti crescere e seguire quella retta e nobile via che contraddistingue i personaggi di Crystal Tokyo? Ho scritto la versione leggera della saga che sto scrivendo sulle loro madri, spero che le seguiate entrambe e che vi piacciano!
Genere: Avventura, Commedia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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L'estate stava finendo e già si sentiva nell'aria quel leggero odore frizzante che annunciava l'autunno, il caldo non creava più quella cappa di umidità che aleggiava pesante su Crystal City e che aveva reso i suoi cittadini un po' meno comprensivi e e tolleranti mentre la sera un leggero venticello fresco e inebriante leniva i tormenti patiti durante il giorno.

Sicuramente leniva quelli di Mako che aveva lasciato appositamente la finestra aperta quella notte e se ne stava sotto le lenzuola gustandosi quella sensazione di freddo che rendeva lucida la sua mente.

Doveva riflettere, doveva riflettere e capire che cosa poteva fare per riportare le cose a come erano prima.

Da un mese era ritornata dall'ospedale dopo l'immane sciocchezza che aveva combinato e pensava che tutto si sarebbe sistemato; non vi erano state conseguenze fisiche e aveva anche ripreso a mangiare più di prima.

Però gli strascichi emotivi c'erano eccome!

Il rapporto con i suoi genitori se possibile era ancora peggiorato. Suo padre non la sgridava più perché mangiava troppo e non litigava più con sua madre. Era diventato semmai insopportabilmente gentile con la figlia che si era subito insospettita.

Dopo il primo momento in ospedale in cui la commozione e la preoccupazione erano sincere e nella sua voce incrinata vi aveva visto davvero l'affetto che non le aveva mai dimostrato, ora i suoi modi sdolcinati o il chiedere sempre come stava, sembravano affettati e dettati più da un senso di colpa, non per averla sempre fatta sentire diversa e quindi averla spinta al suo folle gesto, ma perché quello che Mako aveva fatto lo reputava un suo fallimento come genitore, e Nevius odiava fallire.

Con sua madre, e pensandoci Mako emise un gemito angoscioso, la situazione era invece tragica.

Inizialmente c'erano state lacrime e recriminazioni personali, poi Princess Jupiter non riuscì neanche a guardare in faccia sua figlia e se ciò avveniva la ragazzina poteva vedere un luccichio sospetto che le faceva venire voglia di scappare.

E Mako sarebbe fuggita sul serio se avesse avuto un posto in cui andare.

Di solito il suo rifugio era la casa di Amy; si divertiva tantissimo a parlare con sua madre di libri, di storia e di fantastiche donne che avevano sfidato i pregiudizi e si erano rese indipendenti e potenti.

Anche lei voleva essere una di quelle eroine, bellissime, intelligenti e amate.

Adorava nascondersi nella penombra della grande biblioteca di Princess Mercury, aspirare quell'odore particolare di oggetti antichi che trasudano un passato non del tutto sopito, passare la mano sulle copertine rilegate finemente di cuoio e fregi dorati.

In quella stanza poteva essere grassa, con la pelle flaccida e unta ma ai suoi personaggi questo non importava. Lei li dava la vita e loro la ringraziavano permettendole di partecipare alle loro avventure rocambolesche ed eccitanti, e quando doveva rientrare nella dura realtà, quando doveva rientrare nel suo corpo informe dopo essere stata in quello di una ballerina russa o di una contessa inglese la separazione e il senso di estraniamento erano dolorosamente difficili da superare. A volte neanche ci riusciva ed indugiava per giorni a fantasticare di cavalcare in mezzo alle zebre in Africa o di contemplare estasiata il lento e catartico fluire del Gange.

Forse per questo l'aspetto contava poco per Mako; poteva essere chiunque nella sua mente, gli altri non importavano, fino a quando i suoi amici immaginari esistevano anche lei poteva fingere di essere una contessa o una principessa magra e affascinante. Solo davanti allo specchio o quando quelli stessi altri che cercava disperatamente di ignorare entravano a forza nella sua orbita si rendeva conto che non era perfetta, che i suoi difetti non erano magicamente spariti con il potere delle parole, che lei aveva ancora e per sempre la pelle flaccida e i capelli rosso mogano arruffati e unti.

Allora si pentiva delle sue fantasie, si rimproverava di essere come sua madre e lei non voleva esserlo.

Non voleva essere una semplice casalinga, una donna lacrimosa che si commuoveva leggendo il romanzo d'amore di turno o che parlava con le sue piante come se fossero i suoi figli oppure che fosse sempre così gentile e materna.

L'aria si era fatta molto fredda, troppo fredda e Mako si alzò lentamente nel buio per chiudere la finestra ma nel farlo sentì dei singhiozzi arrivare dalla stanza dei suoi genitori ma non seppe da chi provenivano.


Un mese intero senza essere uscita neanche una volta. Mako cominciava ad annoiarsi ma lo sforzo di vestirsi, sorridere e fare finta che nessuno la guardasse e la additasse come quella che era stata ricoverata per avvelenamento da farmaci era troppo per lei. Preferiva la noia e poi aveva i suoi libri.

I compiti delle vacanze erano stati prontamente messi da parte e Mako aveva perfidamente sfruttato la sua malattia con sua madre che l'aveva dispensata da quell'ingrato compito. Molto meglio leggere Delitto e castigo.

No, si sentiva troppo in colpa per leggere un romanzo di crimini e sofferta espiazione. Lei non avrebbe mai espiato abbastanza, non sarebbe mai stata abbastanza punita per ciò che aveva commesso.

Il campanello suonò facendola sobbalzare. Mako aspettò di sapere chi fosse, sicuramente non era per lei. Invece di li a poco sua madre fece capolino dalla porta della sua stanza avvertendola che Rei era venuta a trovarla.

Dille di andare via. Per favore mamma! Non la voglio vedere!”

Scordatelo, è ora che vi riappacifichiate!”il tono di sua madre non ammetteva repliche e poi Mako voleva finalmente sfogarsi con quella presuntuosa,dirle tutto quello che pensava di lei e aveva il vantaggio che nessuno se la sarebbe presa con una povera inferma.

Rei entrò silenziosamente nella stanza che tante volte le aveva viste insieme a Mina e ad Amy scherzare e scambiarsi segreti e risate.

Come era lontano quel periodo!

La nostalgia la prese in contropiede e tutta la rabbia e il rancore lentamente urlavano un po' meno, premevano un meno per uscire.

Ciao Mako, come stai?” Rei era in evidente imbarazzo e anche lei si sentiva come se quella che le stava di fronte fosse un'estranea che non conosceva più, o che non aveva mai conosciuto. Le conseguenze di questo pensiero erano troppo penose così Mako si volto verso la finestra e osservava le gocce del violento temporale che formavano strane ruscelli simili a lacrime sul vetro.

Adesso che lo aveva notato in effetti il cappotto di Rei era bagnato e anche il suo volto era umido e sorprendentemente poco curato.

Ciao”disse in un tono che più piatto non si poteva e sentì Rei che sbuffava.

Proprio non mi vuoi perdonare? Mi dispiace per come mi sono comportata. Io non mi vergogno di voi e di sicuro non mi vergogno di te. Ammetto che per un po' pensavo il contrario ma...io so, so che non è così”mormorò piano. ”Semmai mi vergogno di me stessa e di quello che ho buttato via. Voglio solo che le cose ritornino come erano prima ma non posso farlo se tu, Amy e Mina non mi date un'altra possibilità. Tutti meritano una chance!”aveva parlato in modo appassionato.

Tutti meritano una chance! Anche io ne vorrei una con la mia famiglia! Anche io ne vorrei una per me stessa!

Vedendo che Mako ostinatamente non si voltava Rei si rimise la giacca bagnata.

Come vuoi ma sappi che adesso sei tu che hai dei pregiudizi!”

E il suo volto adesso era umido perché piangeva.


Di nuovo il campanello. Non credeva che fosse Mina; lei era venuta a trovarla ogni giorno in ospedale portandole una moltitudine di regali e confortandola con il suo carattere allegro.

Se avesse cercato di indovinare però non ci sarebbe riuscita.

Invano cerò di riconoscere la voce che parlava al piano inferiore con i suoi genitori, una voce che le era famigliare ma a cui non riusciva a dare un volto distinto.

Dopo qualche tempo e dopo che lei si era stancata di fare congetture e si era messa a leggere Madame Bovary di nuovo la voce di Princess Jupiter, ma questa volta con un piglio decisamente autoritario e poco famigliare a Mako la invitò a raggiungerla.

Qualunque cosa si fosse preparata ad affrontare nel breve lasso di tempo che ci impiegò a scendere le scale, qualunque persona si era preparata ad incontrarne gli occhi pieni di pietà, niente di tutto questo trovò davanti a lei.

Una persona minuta e alta dall'aspetto mascolino che creava un contrasto non del tutto spiacevole con l'elegante vestito blu che indossava si stagliava nella loro cucina, e con la forza dei suoi occhi blu scuro e del suo carisma toglieva ogni traccia di quell'intimo calore domestico che le serviva come protezione.

Il senso di disagio aumentò quando si rese conto che sapeva benissimo chi era quella donna ma era così fuori luogo la sua presenza lì nella loro casetta che per un attimo Mako dubitò che la Signora di Urano si fosse scomodata per venire a parlare con loro.

Una vocina però l'avvertiva che in realtà Princess Uranus non era venuta per i suoi genitori ma per vedere lei.

Sospetti confermati dalle parole che questa pronunciò subito dopo:

Salve Mako, come stai?Spero che tu stia meglio?”

Non stava bene e adesso stava peggio. Cosa mai poteva volere da lei?

La guardò fisso e riprese a parlare:

Noi due non ci conosciamo molto ma abbiamo delle amiche che tengono molto a noi e a cui noi teniamo molto”la ragazzina non era sicura di comprendere quello che le stava dicendo e doveva vedersi dalla sua faccia perché sua madre intervenne dolce ma determinata.

Amy che si trova su Nettuno ha saputo di quello che ti è successo, voleva venire per aiutarti ma non poteva così Princess Neptune è intervenuta e ha organizzato la cosa”.

Non capisco mamma! Potresti spiegarti?”la sensazione che avessero complottando alle sue spalle e che dentro c'era anche Amy la nauseava.

E' stato deciso che fino a quando non inizierà la scuola starai con me su Miranda Castle per riprenderti”le parole della donna bionda erano un sussurro, lievi e leggere come un alito di vento ma che avevano scatenato in Mako una tempesta di paura.

No!”si rivolse verso suo padre che era rimasto impassibile per tutto quel tempo”non verrò su Urano! Non voglio venire! Ti prego mamma, non farmi questo, ti prego!”

Smettila Mako! E' la sola soluzione che abbiamo, tutti noi .Per un po' devi stare lontana da questo ambiente, per un po' devi stare lontana da noi e noi da te. Ritornerai presto e allora potremo affrontare tutto quello che deve essere affrontato, ma non ora. Non ora”.

Sua madre, la sua dolce e apprensiva mamma che si preoccupava sempre se lei non rientrava presto a casa si era trasformata in una persona glaciale e granitica, combattiva e irremovibile.

Non la conosco! E' mia madre e non la conosco! Mi sta cacciando via!

Mako, lo stiamo facendo per te, forse un giorno ci ringrazierai!

Suo padre sembrava stanco o come era più probabile, sollevato all'idea che finalmente si stesse sbarazzando di quella figlia indesiderata di cui si vergognava.

Forse fu in quel preciso istante che successe, perché anni dopo Mako ripensandoci vedeva quella scena come l'inizio del suo allontanamento da suo padre.

Non si fidava più di lui, era stata zitta e non aveva rinfacciato niente e adesso si pentiva di non averlo fatto. Se non la voleva allora lei se ne sarebbe andata volentieri. Stare su Urano era infinitamente meglio che stare con i suoi genitori.

Prepara le tue valigie piccola, dobbiamo partire in fretta!”ora la bionda guerriera si era avvicinata a lei e le aveva messo una mano su una spalla, come se loro fossero amiche da tempo immemorabile. Da quanto suo padre non la toccava così?

La guardò e non vide ribrezzo, ne compassione, solo una sfida che era pronta ad accettare.


La dimora in cui viveva Princess Uranus era enorme e Mako appena arrivata e nei giorni successivi non faceva altro che ammirare quelle delizie a bocca aperta con grande divertimento della Signora.

Miranda Caste orbitava attorno ad Urano e assomigliava ad una gigantesca conchiglia spiraliforme ma ciò che la rendeva magnifica era il colore del materiale con cui era stato costruito, una specie di madreperla blu scuro dai riflessi dorati. Alla ragazzina piaceva in particolare aggirarsi e percorrere tutti corridoi a forma di chiocciola che parevano celare passaggi segreti e spettri vittoriani.

La sua eccitazione però durò poco. Pensava già di essere nel luogo perfetto in cui coltivare le sue fantasie ispirate ai suoi romanzi preferiti quando Princess Uranus la convocò nella sua stanza per parlarle urgentemente.

Allora Mako, in questi giorni ti ho lasciata ambientare e spero che tu possa considerare questo posto accogliente. Ma ora cominceremo a lavorare sul serio. Domani inizieranno gli allenamenti e ho già parlato con Setebos che ti aiuterà nelle lezioni di scherma”.

A sentire quelle parole Mako impallidì. Cosa stava dicendo quella donna?Allenamenti? Ma era pazza?

Ora puoi andare, ho già dato alla cuoca la dieta che dovrai seguire quindi buona cena!”


Altro che buona cena! Il pasto che una stupefatta e affamata Mako aveva divorato consisteva in un contorno di verdure con carne bollita. Disgustoso!

Quella sera nel suo letto poteva sentire il suo stomaco che emetteva dei brontolii di protesta e un senso di fame che le impedì di dormire, e quando ci riuscì sognò di rincorrere un panino gigante che aveva la stessa risata di suo padre.

Il giorno dopo però il panino era l'ultima delle sue preoccupazioni perché era troppo intenta a sopravvivere agli estenuanti esercizi che il compagno di tortura di Miss Sadismo le aveva imposto.

Ecco la lista di tutto quello che Mako doveva subire da quando si alzava all'alba di un giorno che almeno su Urano durava solo 17 ore: dopo una magra colazione doveva correre nel giardino con Setebos che la spronava(gli mancava solo il frustino), poi gli allenamenti alla sbarra e i pesi, un ancor più misero pranzo e le esercitazioni con la spada di cui dubitava la validità. A che cosa le serviva sapere maneggiare quell'arma se lei non era una guerriera?

Finalmente quando il pallido sole il cui calore raggiungeva a stento quel pianeta spariva lei poteva rintanarsi nella sua stanza e buttarsi, sudata e distrutta sul letto fino a quando Setebos non la svegliava(sempre troppo presto o quando lei aveva appena raggiunto il panino onirico).

Dopo due settimane di quella vita militare una mattina che Mako aspettava Miss Sadismo in palestra la vide arrivare non più fasciata nel suo elegante abito da principessa ma nella sua divisa da guerriera e in mano teneva una spada gigantesca e scintillante. Nell'altra teneva uno zaino mentre Setebos che era con lei ne aveva altri due.

Oggi niente allenamenti. Faremo un escursione su Urano. Vediamo se tutto quello che hai imparato ti è servito!”

Detto questo Setebos le passò uno dei due zaini che pesava una tonnellata e con fatica lei se lo mise sulle spalle.

Quello che successe nelle ore successive fu un incubo per la ragazzina.

Dopo averla dotata di respiratore e di un giaccone che la faceva sembrare ancora più enorme, sbarcarono su Urano che era un pianeta gassoso con un nucleo ricoperto di ghiacci e roccia. Quindi inizialmente il terreno era si pianeggiante ma infido ed estremamente instabile, sembrava di camminare su qualcosa di liquido ma gommoso e Mako temeva di sprofondare ad ogni passo. Invece la bionda guerriera che non temeva ne le folate gelide ne di essere risucchiata in quelle sabbie mobili avanzava sicura, seguita dal suo fidato amico che Mako odiava profondamente.

Poi iniziarono a scendere anche se stranamente la sensazione era quella di scalare una montagna. Il suolo che calpestavano erano solido e simile a quello terrestre ma la fatica che facevano le faceva rimpiangere la palude azzurra che avevano attraversato.

Quando fu sicura che non avrebbe più potuto fare un altro passo e che sarebbe morta su Urano senza più rivedere nessuna delle persone a lei care Princess Uranus si fermò su uno sperone roccioso e si sedette sulla sua estremità con le gambe che le penzolavano nel vuoto. Setebos era poco distante che preparava qualcosa per cena e Mako si buttò ai piedi della sua aguzzina respirando affannosamente.

Dei essere fiera di te, non è da tutti resistere al mio pianeta!”

Lei non provava tutta questa soddisfazione, voleva solo un letto, il suo letto; voleva essere nella sua camera a leggere le avventure di altri, voleva leggere le fatiche di altri.

Scommetto che ti manca la tua casa, i tuoi amici e soprattutto i tuoi genitori. Non devi essere arrabbiata con loro, non sapevano cosa fare con te e hanno accolto la mia proposta. Non ti hanno abbandonato”.

Lei la faceva facile! Che cavolo ne sapeva di quello che era la sua vita?

Il suo scetticismo trasparì dal suo sguardo e raggiunse Princess Uranus che intanto fissava un punto lontano a ovest.

Ho saputo quello che hai fatto. Non ti chiederò il motivo, non credo che mi riguardi, ciò che fai nella tua vita è solo una tua responsabilità. Ma almeno lo hai spiegato ai tuoi genitori?”

L'ho fatto perché era così semplice. Avrebbe risolto tutti i miei problemi e non solo i miei. A mio padre non piaccio mentre mia madre è sempre così...sdolcinata!”

Ti sorprenderebbe pensare che tua madre è una delle più potenti guerriere del regno. Credo che sia una delle poche persone che possa sfidarmi in una lotta, sicuramente avrei paura a scontrarmi con lei. Una donna che non si incontra facilmente!”

Non ci credo! Mamma che prende a pugni qualcuno? Vorrei proprio vederla!”

Sicuro, è la guerriera del coraggio e si è battuta contro ogni genere di nemico per proteggere ciò che ama. Come ha fatto mandandoti da me. A volte per aiutare qualcuno non puoi tenertelo vicino, a volte devi mandarlo via perché impari a difendersi da solo!”

Mako rimase pensierosa mentre le spesse nubi di metano si diradavano lentamente e timidi raggi luminosi lottavano per forarne la spessa coltre.

Hai mai detto a tuo padre come ti senti? Gli hai mai detto quello che vorresti che facesse?”

No, e non penso di poterlo fare. Non abbiamo un rapporto così stretto, forse anni fa. Quando ero piccola ricordo che mi portava nel suo osservatorio e guardavamo le stelle per ore ma poi non mi ci ha più portato e io non glielo più chiesto”.

Era così strano parlare di cose tanto intime con una sconosciuta ma la leggerezza che sentiva, il sudore che asciugandosi le dava quella sensazione di freddo e il panorama che si stagliava sotto di loro le infondevano un tale senso di spiritualità e sollievo che questo dettaglio non aveva più molta importanza.

Forse ora dovresti provare di nuovo a chiederglielo. Una seconda possibilità la meritano tutti. Magari lui non ti ascolterà subito ma se insisti ti potresti stupire dei risultati”.

Ora il sole in tutto il suo fulgore bucava le nuvole in quello che non poteva essere un tramonto(su Urano non c'erano tramonti e in quella parte del pianeta adesso doveva esserci una notte perenne)ma era un tramonto che, arancione come l'albume di un uovo, illuminava quel momento di condivisione imprimendolo nella memoria della ragazza come uno dei traguardi che aveva raggiunto e da cui sarebbe ripartita per il seguente.


L'autunno era iniziato e le foglie cominciavano a cadere inondando la strada che conduceva all'esclusiva scuola privata che le nostre amiche frequentavano.

Mako, in forma anche se non magrissima ma questa volta solo per meriti strettamente personali si avvicinò ad una figura che avanzava da sola in mezzo alla marmaglia di altri ragazzini ricchi e viziati.

Aspettami Rei, devo parlarti! Volevo dirti che tutti noi abbiamo dei pregiudizi e io ne ho più di altri. Ma più di altri so anche che tutti meritano di rimediare ai loro sbagli. Se ti va possiamo entrare insieme così accoglieremo Amy che è tornata!”

Certo,” e mano nella mano si volsero verso la figura che le guardava con sorpresa e diffidenza.

  
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