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Autore: CauchemarDelirant    13/01/2012    4 recensioni
Inizia come una favola, finisce come una favola..
La principessa Lea non è una principessa come le altre. E neanche la sua storia d'amore lo è. Mentre tutti si aspettano da lei che sposi il principe azzurro, cosa succederà se a conquistarla sarà la misteriosa strega del bosco?
Una storia romantica in cui l'amore supera le forme prestabilite della fiaba.
E si trasforma.
Quando non fu più visibile alla vista della guardia, si concesse di correre. Amava correre, veloce come il vento: la sferzante sensazione dell'aria sul volto la faceva sentire, anche se solo per qualche minuto, davvero libera.
GRADITISSIME le recensioni!
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta una bellissima principessa.

Era bionda, dagli occhi azzurri, dolce ed obbediente, e si chiamava Rosa.
Era la figlia maggiore del re di un regno molto lontano, nonché la principessa più bella e angelica di tutti i reami.

Ma non è la sua la storia che sto per raccontare.
Rosa aveva una sorella, Lea: non meno bella di Rosa, ma di una bellezza differente. Mentre Rosa faceva innamorare di sé tutti i principi per i pregi sopra elencati, Lea li attraeva per il fascino del suo sguardo selvaggio.

Lea non era proprio il genere di fanciulla che si fa protagonista di fiabe romantiche.
Aveva piuttosto lo spirito libero dei folletti dei boschi, e con essi amava passare le giornate ben più che con le dame della corte, tutte buone-belle-e-brave come la sorella.
Non che Lea non fosse bella, anzi, né che non fosse buona, poiché il suo animo era profondamente gentile in realtà.
Semplicemente in lei c'era uno spirito avventuroso, un animo indomito che poco s'addice alle principesse delle fiabe.

Si dà il caso che il re fosse molto orgoglioso delle proprie figlie, e le amasse molto.
Infatti aveva deciso che sarebbero state loro a scegliere il proprio sposo (che padre democratico, per essere un re), bastava che fosse un principe (meglio se ricco e di un'ottima casata).
La scelta non era facile né per Rosa, attorniata com'era da principi bellissimi, ricchissimi e romanticissimi che le facevano la corte e tra cui non sapeva scegliere nessuno, né per Lea, anche lei ricercata dai principi, ma come dire, un po' meno della sorella.
Questo soprattutto per il carattere ben poco remissivo della nostra principessa: chi avrebbe voluto come sposa e regina una fanciulla che amava più il selvaggio bosco che la corte?
Ma il problema maggiore era piuttosto, poiché i pretendenti non mancavano affatto a Lea, nonostante tutto, che Lea non aveva nessuna intenzione di sposarsi troppo presto.
Ma il giorno della scelta sarebbe presto arrivato (anche perché il re, per quanto democratico e accomodante, doveva pur accasare le proprie figliole).



-Lea! Perché non vieni anche tu a filare con noi?-
Lea si bloccò a mezzo passo, richiamata dalla sorella. -Stavo uscendo, Rosa, andavo nel bosco..- Le damigelle di Rosa trattennero le proprie espressioni di disappunto per l'attività così poco femminile della principessa.
Rosa la guardò con un sorriso, com'era solita fare davanti alle stranezze della sorella minore. -Per favore..- la pregò, con un tono scherzosamente implorante.
Lea sbuffò, non era certo in vena di filare con quelle che, se non fosse stata un'educatissima e gentile principessa, non avrebbe esitato a definire delle stupide oche. -Sarà per un'altra volta Rosa- le damigelle continuavano a filare, in ascolto -Domani verrò a filare con voi-. Rosa annuì, comprensiva: -va bene, ma attenta. Lo sai che ci sono pericoli nel bosco- -c'è la strega che ci abita- mormorò spaventata una delle damigelle.
Ci fu un brivido generale sulla schiena delle fanciulle filatrici. Un lampo di preoccupazione per la sorella attraversò gli occhi di Rosa.
-Non ti preoccupare, sorella. Non mi allontano mai troppo dal castello-.
Detto questo, Lea si dileguò.

Fatti i primi passi nel bosco Lea si sentì già meglio.
L'atmosfera soffocante del palazzo era solo un ricordo, e l'unico memento del continuo controllo su di lei era lo sguardo di una guardia che la controllava da lontano, ferma in postazione, come aveva deciso il re per la protezione della propria eccentrica, ma pur sempre regale, figlioletta.
L'odore dell'erba entrava nelle narici di Lea come il più dolce dei profumi. Quando non fu più visibile alla vista della guardia, si concesse di correre.
Amava correre, veloce come il vento: la sferzante sensazione dell'aria sul volto la faceva sentire, anche se solo per qualche minuto, davvero libera.

Quel giorno la principessa si avventurò più del solito nel bosco, allontanandosi pericolosamente dal castello.
Presa com'era però dalla piacevolezza dello spettacolo che la natura le offriva sempre, non si accorse di essersi addentrata in una zona del bosco a lei sconosciuta.
Questo la meravigliò, e la meraviglia era una sensazione così piacevole nella sua piatta vita di principessa delle fiabe che continuò a camminare nel fitto del bosco, finché non fu sera. A quel punto era talmente lontana dal castello e si era talmente irremediabilmente persa che iniziò a pensare che forse aveva fatto un errore, ed iniziò a pensare il da farsi.
In quel momento notò tra le fronde una piccola, quasi inglobata da una quercia, casetta misteriosa.
  
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