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Autore: Swaggg    13/01/2012    2 recensioni
La signora Jenkins, racconta ai nipoti la sua storia.
Di come ha conosciuto l'uomo della sua vita, e di come la ragazza del suo amore, ha spinto la signora Jenkins ad andarsene e fuggire per sempre.
Lui è innamorato, ma troppo cieco per vedere che anche lei è innamorata.
Lei fugge per un segreto, e dopo tanto tempo si rincontrano e sembrano essere felici. Ma il destino, cambia le carte della loro vita, del loro amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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           Where it all begins!


“Nonna cosa ci devi raccontare”chiesero i due ragazzi mentre la nonna si preparava finalmente a raccontare la sua lunga storia.
“è una storia che potrebbe aiutarvi nelle situazioni, presenti o future”la nonna era convinta di quel che stava dicendo.
Sidney conosceva già la storia ma i ragazzi no.
“Ho tutto il tempo del mondo…o meglio abbiamo tutto il tempo del mondo”disse Charlie prima di accomodarsi sul Puff che c’era sul freddo pavimento. Josh, invece si accomodò, con l’eleganza di un elefante, sulle gambe della sorella.
All’inizio sussultò, ma intuendo le intenzioni del fratello, lo scaraventò sul pavimento.
Lui, una volta caduto col sedere per terra, guardò minaccioso la sorella. Ma già sapeva che con lei non poteva competere,
era più grande e quindi più forte. Decise quindi di rimare per terra. La nonna, invece, guardò la scena divertita.
“Okay adesso posso cominciare…”  si schiarì un attimo la voce e poi cominciò a raccontare.
                                                                                           


Era una calda estate del 2011... e lei Marianne Jenkins stava partendo, per la sua prima volta.
Era della California ma le sarebbe tanto piaciuto andare in Italia. Quello era il suo sogno.
Ma non poteva spostarsi quando voleva lei. Era un autista, doveva seguire le persone che le venivano affidate.
Odiava quel lavoro, anche perché stava sempre nello stesso posto. Ma pochi giorni prima di partire le era arrivata una telefona.
Diceva di andare subito a Toronto, Canada. Lì c’era un lavoro per lei. Per questo si trovava su quell’aereo adesso per lavorare,
non di certo per divertirsi. Ma un incontro le farà cambiare idea su tutto, anche sul suo lavoro. Ma lei non sapeva ancora niente.
Era vestita bene, aveva una gonna non troppo lunga, una camicia bianca con sopra una giacca. Sembrava una professionista.

Accomodatosi sulla poltroccina dell'aereo le vennero in mente brutti pensieri. 
Aveva paura che l’aereo potesse precipitare da un momento all’altro. Aveva l’ansia e respirava a tratti.
Di fianco a lei c’era un vecchietto che la tranquillizzò sul colpo.
“tranquilla cara, non precipiteremo, siamo nelle mani di Dio”disse il signore stringendo la mano della ragazza.
Non sapeva perché, ma quelle parole la tranquillizzarono sul serio. Lo sguardo di quell’anziano signore portava sicurezza, protezione. Adesso poteva dire che adorava viaggiare.
 
Il viaggio lo trascorse chiacchierando con l’anziano signore al suo fianco. Non le faceva pensare a niente e aveva anche scoperto
che si chiamava Jacob. Di colpo lei pensò al lupo di Twilight. Amava quella saga, era la sua preferita.
Senza accorgersene, era arrivata all’aereo-porto di Toronto. Molto soleggiato anche lì. E faceva tanto caldo.
All’uscita avrebbe dovuto incontrare Kenny. Il signore che doveva venirla a prendere all’uscita.
La sua valigia era Fucsia, il suo colore preferito, e aveva detto all’uomo che poteva riconoscerla dalla valigia.

Camminava ormai da quindici minuti, avanti e indietro aspettando che un uomo la fermasse e la riconoscesse. Ma niente.
Si arrese e decise di sedersi, al bancone di un bar. Aveva fame, ordinò quindi un bel panino, con un po’ di tutto dentro,
non sapeva neanche lei cosa ci fosse esattamente lì dentro. Ma sperava non ci fosse dell’aglio altrimenti avrebbe fatto
la sua prima figura del secolo.
Il suo stomaco la pregava di fermarsi, se mangiava un altro boccone sarebbe potuta anche scoppiare.
Ma lo abbandonò prima. Pagò e si diresse all’uscita, sperando di trovare qualcuno questa volta.

Ad un certo punto, un omone di colore, le toccò una spalla e lei in posizione di difesa, mollò di scatto la valigia e cercò di colpirlo. Ma si fece male lei. Quello sembrava un pezzo di ferrò anziché un essere umano.
“Ahiiiii”gridò la ragazza, massaggiandosi la mano.
L’omone, invece, rideva. E Marianne non sapeva cosa ci trovasse di così divertente,
rivolse all’uomo uno sguardo omicida.
“Che c’è?”domandò l’uomo alla ragazza rivolta ancora verso di lui.
“perché ridi?”chiese la ragazza incrociando questa volta le braccia.
“Sei buffa”rispose l’uomo poco dopo.
Marianne non ci vide più dalla rabbia. Prese la sua valigia, spiccante, e si incamminò in un posto anche a lei sconosciuto.
L’uomo notò quella valigia. La ragazza che poco prima le aveva dato un pugno, insignificante, doveva essere l’autista.
Prima di perderla di vista si precipitò verso di lei.
“Ehi Tu…Aspetta!”gridò l’uomo rincorrendo la ragazza che ormai faceva finta di non sentirlo.
Ma l’uomo la raggiunse e con uno scatto la fermò per il braccio.
“ Che vuoi? Mi devi ancora ridere in faccia?”chiese la ragazza fermandosi e rivolgendogli lo sguardo.
“Sei tu Marianne?”era lì che la ragazza capì al volo.
Lui doveva essere il famoso Kenny che era in ritardo di più di due ore.
“Sei in ritardo di due ore mio caro”disse la ragazza stringendo la mano all’uomo.
Da vera donna d’affari.
“Io sono Marianne Jenkins, sono qui per farle da autista”disse la ragazza.
“Wow, professionale la ragazza.” disse l’uomo facendo un piccolo risolino.
Marianne ritirò, subito, la mano vero si se.
“Venite con me, le presenterò il ragazzino a cui dovrete fare d’autista.”disse l’uomo mostrando un’auto non poco
più lontano dalla loro posizione attuale. Incominciarono ad avviarsi.
Ragazzino? Marianne in quel momento ebbe delle esitazioni lì per lì. E se era viziato? E se era uno sciupa femmine?
Tutte queste domande ormai ronzavano nella testa della giovane.
“A proposito…lei quanti anni ha signorina?”chiese l’uomo continuando a camminare
“Diciotto signor Kenny…e potrei sapere gentilmente la situazione di questo ragazzino?”chiese fermandosi di colpo,
per avere più tempo per la spiegazione.
“Certo signorina…Lui è il mitico, e l’unico Justin Bieber, non so se lo ha presente.
Sarà la sua autista per un po’. Lo farei io ma devo partire, e quindi non sarò neanche la sua Bodyguard.
Inoltre mi deve promettere di non allontanarvi tanto potrebbe essere pericoloso, per la sicurezza del signorino.”
dice l’uomo tutto d’un fiato per poi ricominciare a camminare.
Bieber? conosceva bene quel cognome, le sue cugine ne andavano pazze.
Essendo figlia unica passava sempre il pomeriggio con loro e le divertiva tanto vederle sfrenarsi,
o impazzire nel vedere Bieber con la ragazza.
Non fece altro che proseguire anche lei verso l’auto.
Aprì la portiera e ci si fiondò dentro, Kenny era al suo fianco.
“Salve signorino Bieber, io sono Marianne Jenkins e vi farò da autista per un po’”disse la ragazza girandosi verso Justin e stringendogli la mano, per stringerla poi anche alla ragazza al suo fianco. Selena Gomez.
 A prima impressione, era una bella ragazza, capelli neri, snella. Ma le sue cugine le avevano detto
espressamente di non ascoltare nessuna sua canzone live. Non sapeva il pechè, 
ma adesso l’unica cosa che le importava era il suo lavoro.
In tutto questo Justin era rimasto a bocca aperta, d'altronde era una bella ragazza, e la gonna che indossava
le faceva intravedere le sue gambe non troppo magre, ma neanche troppo grasse; lo faceva letteralmente impazzire.
Era sexy la ragazza. E i suoi capelli lo eccitavano particolarmente. Erano di un rosso, che andava nel rame, e le ricadevano dei boccoli sulla spalla. Aveva delle labbra piccole, e i suoi occhi erano neri, come l’oscurità.
Selena, invece era indifferente. Non avrebbe passato tutta l’estate con il Biebs.
Mentre guidava Kenny le spiegò tutto, ogni strada che avrebbe potuto prendere,
il centro commerciale e anche un ristornate dove avrebbe potuto portare i piccioncini.
Per altre informazioni, invece, poteva chiamare Kenny.
 
Li condusse in Hotel. Era bellissimo e molto grande. Non si soffermò sul nome, poco le importava.
E poi era troppo occupata a guardare all’interno. Justin invece era troppo occupato a guardarle il fondoschiena.
Prima che Selena gli desse uno scappellotto. Marianne guardò la scena divertita.
Mostrarono a tutti le proprie stanze e lei era proprio di fianco a quella dei due.
Entrò nella stanza e si catapultò sul letto adesso si poteva dedicare al proprio relax.
Almeno per  questa sera i ragazzini non avevano programmato nulla pensò.
 
   
 
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