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Autore: Shike    14/01/2012    5 recensioni
Tsubasa e Carlos si prendono una rivincita ("Ma pensa, dal titolo non ci eravamo arrivati" ndTutti) sul loro allenatore Roberto.
Una one-shot 'comica' dettata da indigestione di cioccolato :D
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlos Santana, Roberto Hongo, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La rivincita

Note dell’autore: immaginiamo (immaginiamo ho detto, quindi teneta la porta della fantasia spalancata, anzi mi sa che ci vuole un portone -_-‘) che la nazionale brasiliana e giapponese stiano per affrontarsi in una amichevole di beneficenza (anche di preparazione al WY) in Brasile, Sanae e Yayoi sono li per assistere alla partita e per farsi una vacanza estiva, visto anche che la nazionale giapponese si fermerà una settimana per fare preparazione atletica. La nazionale Giapponese e quella Brasiliana sono nello stesso hotel. Tsu e Carlos vivono insieme a Pepe a Sao Paulo.

 

LA RIVINCITA

 

 

Era una fantastica mattinata di sole a Sao Paolo. Le nazionali giapponese e brasiliana erano presenti per delle amichevoli di beneficenza e la compagine nipponica si sarebbe trattenuta una settimana per prepararsi all’World Youth. La sala dell’hotel delle due nazionali era gremita di calciatori che facevano colazione, ridevano e scherzavano. Al loro tavolo Tsubasa, Genzo, Taro e Jun stavano discorrendo delle prossime partire, scambiandosi battute con Pepe e Victorino al tavolo di fianco. Improvvisamente, dalla scala che collegava direttamente la sala con le camere dei giocatori, comparve il capitano della nazionale brasiliana, il fortissimo Carlos Santana che guardando con aria di sfida Tsubasa proclamò la solita frase: “Preparati Tsu, questa partita e il mondiale lo vinceremo noi!”. Tutto preso dalle sue parole Carlos non si accorse degli sguardi stupiti dei giocatori, in quanto era sceso ancora in pigiama… che consisteva in maglietta e pantaloncini color giallo canarino con una dolcissima paperetta stampata sul davanti. Con tono sarcastico Tsubasa ribattè: “Sai, prenderei molto più sul serio la tua sfida se non me la ripetessi tutte le mattine a colazione e se non avessi addosso quell’“adorabile” pigiama…”

Comprendendo improvvisamente il suo stato Carlos rispose arrabbiato: “Cavoli mi sono dimenticato di avere questo pigiama addosso e poi cos’hai da ridire, è un regalo di tua madre. Anche tu e Pepe ne avete uno simile” Sogghignando il capitano della nazionale nipponica rispose: “Vero, ma almeno io ho la decenza di non farlo vedere in pubblico!” Urlando improperi in portoghese Carlos si ritirò in stanza per cambiarsi seguito dalle risate degli altri giocatori.

Dopo una decina di minuti, mentre gli altri stavano ancora facendo colazione con calma [niente allenamenti quel giorno, solo pubbbliche relazioni ndA] un urlo sguarciò la sala. Un tornado con le fattezze del capitano del Brasile si precipitò giù dalle scale entrando nella sala urlando: “Tsubasa!!!!!!!!!!!!!!!! Come hai osato dire a Bea [as Beatriz la fidanzata di Carlos ndA] che il regalo che le ho fatto era stato riciclato da uno delle mie fan?!” dirigendosi minacciosamente verso Tsubasa.

Il moro si alzò di scatto e mentre si guardava intorno in cerca di una via di fuga esclamò iniziando a scappare: “Così impari a dire a Sanae che mi ero dimenticato il nostro anniversario”. Si inseguirono per tutta la stanza sotto gli sguardi attoniti dei loro compagni di squadra.

“Ma era la verità” obbiettò Carlos tentando di acchiappare Tsubasa.

“Lo so! Ma non c’era bisogno che lei lo sapesse, con il fuso orario avevo ancora qualche ora a disposizione per rimediare” obbiettò l’asiatico facendo lo slalom tra gli altri giocatori.

Tutti li guardavano basiti, vedendo il capitano del Giappone e del Brasile comportarsi come due ragazzini (e in effetti è questo che sono :D).

Finalmente Carlos riuscì a placcare Tsubasa, cadendo insieme a lui. Mentre erano a terra il sudamericano cercava di strangolare l’amico mentre quest’ultimo tentava di scrollarsi l’altro di dosso.

All’improvviso sopraggiunse una bella signora in dolce attesa sui 35 anni che non scomponendosi minimamente davanti a quello spettacolo indecoroso, come se ci fosse abituata, domandò in portoghese: “Ciao ragazzi. Avete visto Roberto?”

“Ciao Maria” risposero Tsubasa e Carlos in contemporanea.

“E’ nella sala 3 per una conferenza” rispose Carlos interrompendosi momentaneamente dallo strangolare l’amico. “Sapete per quanto ne avrà? Aveva promesso di accompagnarmi al corso pre-parto delle 10” chiese lei corrucciata.

“Farà in tempo, non ti preoccupare. Tra 15 minuti dovrebbe aver finito” rispose Tsubasa riprendendo fiato. “Ok, grazie ragazzi ci vediamo” salutò Maria andandosene.

I due ragazzi riprendono a darsele finchè vennero folgorati tutti e due dallo stesso pensiero. Si bloccarono improvvisamente e guardandosi negli occhi dissero contemporaneamente: “Pensi anche tu quello che penso io?!”                   

“SI!!!!!! Vendetta!!!!!!!!!” esplosero in coro.

Detto questo si rialzarono e sistemandosi i vestiti si accomodarono su un tavolino, iniziando a parlare fitto fitto.

 

Gli altri ragazzi avevano osservato la scena senza sapere cosa dire, quando gli aveveno visti fermarsi e mettersi a parlare come se niente fosse un enorme gocciolone si era formato sopra alla loro testa. Il pensiero comune era: “E’ proprio vero, quei due non sono solo matti per il pallone… sono proprio matti e basta!”

 

Intanto tra i due cospiratori avveniva un fitto scambio di battute:

“E’ la nostra occasione per vendicarci di tutte le prese in giro su noi e le nostre ragazze che quell’allenatore da strapazzo ci ha fatto per tutti questi anni!” iniziò Tsubasa.

“SII!!!!”urlarono in coro.

“Allora come possiamo sfruttare questa cosa?” chiese l’asiatico.

“Direi di intrufolarci a quella lezione e scattargli una foto imbarazzante. I miei compagni di squadra ancora ridono per la foto mia e di Betriz che balliamo la Macarena!” propose Carlos ripensanso con umiliazione a quella foto.

“Ci sto! Allora quando escono, li seguiamo e scattiamo la foto” concordò Tsubasa con aria omicida. “Ci serve solo una macchina fotografica, dove potremo rimediarla?” domandò il portoghese pensieroso

“Mh… Posso chiederla a Sanae, lei ne porta sempre una con se” rispose l’altro illuminandosi per l’idea appena avuta.

“Ottima idea, andiamo che tra poco la conferenza finirà” affermò Carlos deciso.

Mentre si allontanavano sotto gli sguardi allibiti dei compagni che avendo captato solo qualche parola non ci avevano capito niente, lo scambio di battute, presi dal delirio di vendetta, fu ancora più allucinante:

“Come faremo ad avvicinarci alla stanza senza destare sospetti?” si chiese Tsubasa pensieroso.

“Mh…. Uno di noi si traveste da donna incinta e l’altro fa il marito” affermò Carlos orgoglioso della sua idea.

“Si però stavolta la donna la fai te” approvò l’asiatico deciso.

A questa frase del capitano, a tutti cadde la mascella dallo stupore. Usciti i due, gli altri si scambiano un’occhiata preoccupata per i rispettivi capitani e tornano alle loro faccende decidendo, saggiamente, che non era il caso di impicciarsi.

Uscendo dall’hotel i ragazzi incontrarono Sanae e Yayoi. Tsubasa si illuminò tutto alla vista della sua ragazza e correndole incontro la baciò. Finiti i convenevoli di rito le chiese la macchina fotografica in prestito. Alla domanda della ragazza sul perché le servisse i ragazzi risposero in coro: “Vendetta!!!!”.

In quel momento si videro Roberto e Maria uscire dall’hotel e prendere un taxi. Tsubasa baciò la sua ragazza dicendole con aria melodrammatica: “Se non dovessi tornare vendica la mia morte!”, salutarono anche Yayoi e scapparono via. Presero un taxi al volo e Carlos disse all’autista :”Presto, segua quella macchina“ (indicando il taxi della coppia). Allo sguardo interrogativo dell’amico rispose serafico: “Ho sempre sognato di dirlo”.

Una volta arrivati in ospedale (essendosi resi conto in taxi che era un’idea ridicola tentare di travestire uno dei due da donna incinta -_-’) seguirono la coppia fingendo nonchalance nei corridoi dell’ospedale. Infine, giunsero in una stanzetta dove si teneva il corso pre-parto.

I due ragazzi si appostarono fuori da una finestra, nascosti da una colonna, aspettando l’occasione per scattare una foto imbarazzante a Roberto. Dopo circa un’ora di filmati orripilanti di parti naturali (e li ringraziarono di essere nati maschi), grafici sulla crescita e esercizi di respirazione finalmente ebbero la loro grande occasione. L’infermiera stava spiegando che i mariti non riescono a capire i cambiamenti che il corpo delle donne subisce durante la gravidanza e le difficoltà affrontate soprattutto nell’ultimo periodo di gestazione. Per questo motivo riteneva molto utile, anche per la serenità della coppia, effettuare un esercizio pratico. Dicendo questo tolse da un armadio una specie di grembiule imbottito. Carlos e Tsubasa si guardarono perplessi non capendo a cosa potesse servire una cosa del genere. Quando però, il primo futuro padre la indossò un sorriso malvagio si aprì sui loro visi. Il “grambiule imbottito” altro non era che una tuta che indossata simulava le forme e il peso del pancione di una futura mamma. Dopo 4 imbarazzatissimi papà fu il turno di Roberto. Mugugnando parole incomprensibili si provò la tuta, mentre si girava per farsi ammirare dalla compagna gli sembrò di vedere un flash e di sentire una risata, ma pensò fosse suggestione.

Il giorno dopo (il tempo materiale di sviluppare le foto e fare moooolteeee copie) tutto l’hotel che ospitava le due nazionali si ritrovò letteralmente sommerso di foto del grande allenatore Roberto Hongo in costume da donna incinta con sguardo ebete. Appena l’interessato se ne accorse iniziò ad urlare come un ossesso cercando di recuperare tutte le copie. Mentre gettavano altre foto dal tetto dell’hotel ai fan e giornalisti in attesa all’esterno, i due capitani concordarono che le urla del loro allenatore fossero il suono più bello che avessero mai udito finora.

 

 

 

 

 

COMMENTO DELL’AUTORE: Ok, come sia uscita questa cosa non lo so. Mi è venuta in mente una sera (giustamente potreste dirmi che era meglio se fossi andata a dormire presto in vece di occupare spazio inutilmente sul pc) e mi è uscita fuori di getto [ndRoberto: “Ti getto io dalla finestra” ndShike: “Zitto o ti faccio fare anche un balletto]. Quindi… … …  … fatemi sapere cosa ne pensate.

 

Shike 

 

  
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