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Autore: Kodamy    30/08/2006    33 recensioni
Sakura ormai si era rassegnata al vederlo tornare a casa da morto.
C’era voluto tanto per convincersene…
… non tornerà più, vero?
… ma ce l’aveva fatta. A malincuore, ma ce l’aveva fatta.
Mai più.
Allora perché…?
Perchè lui aveva deciso di infrangere quella convinzione, così tenacemente costruita?
Perchè l'aveva tentata con un ritorno a lieto fine, per poi...
… Non era giusto.
Non era affatto giusto.
[SakuSasu]
Conclusa.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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I had a dream that I could fly


 

I had a dream that I could fly
I can feel each moment as time goes by.
We'd never be too far away,
You would always be here, I heard you say.
 

Un raggio di sole, pigro, filtrava dalle tende della finestra, rifrangendosi sul suo viso. La ragazza corrugò lievemente la fronte, serrando gli occhi e volgendosi dall’altro lato. Era sicura d’aver tirato le tende, la sera prima. Ne era quasi certa.
A dire il vero non ricordava bene, ma solitamente la chiudeva.
La coperta non c’era più. Un attimo prima era lì, però, di questo era sicura. Allungò una mano sottile, a tentoni, cercando di riprenderla per coprirsi. L’estate andava finendo, ormai, cominciava ad avere freddo con il cotone leggero.
Non trovò la coperta, tuttavia trovò una mano.
”Sakura?”

Sakura?

Scosse il capo, quasi volesse scuoter via le reliquie del sogno. Cos’aveva sognato? Non riusciva a ricordarlo bene, ma poco importava. La voce insisteva nel chiamarla.
”Sakura, svegliati.”
Era una voce assonnata, un po’ ovattata dall’età. Sua madre.
Cosa ci faceva sua madre in piedi a quell’ora? Era appena l’alba. Di solito era lei, Sakura, ad abbandonare per prima il rifugio delle lenzuola, per andare dalla Godaime.
Si costrinse a voltarsi verso di lei, tirando appena su con il naso. Ora doveva solo trovar la forza di volontà per schiudere gli occhi.
Scoprì di non averla, ora come ora.
”… cosa?” l’unico mormorio che riuscì a cacciar fuori dalle labbra.
”Non hai sentito suonare, giù? C’è Ino che ti aspetta, di sotto. Pare piuttosto agitata.”

Ino?

Si costrinse a sollevare le palpebre, cacciando via il lieve mal di testa. Cos’aveva fatto la sera prima? Era andata a dormire tardi, comunque. Il volto di sua madre sembrava piuttosto preoccupato, alla flebile luce del sole nascente.
”E’ successo qualcosa, Sakura?”
Lei si limitò a mugugnare un “nonloso” ben poco convincente, e a sollevarsi seduta fra le lenzuola fresche. Riluttante poggiò i piedi sul pavimento.
Freddo…

Battendo ciglio. Quasi senza pensare, mente completamente svuotata di tutto, si levò in piedi, muovendo passi assonnati verso lo specchio a figura intera addossato alla parete. L’armadio poco più in là.
La sua immagine ricambiò lo stesso sguardo inebetito, prima che aprisse le ante di legno leggero.
”Sakura?”
”Mh?”
”Sembrava piuttosto urgente.”
”Oh, quella scrofa potrà aspettare cinque minuti.”

No, non era di buon umore se svegliata prima del previsto. Contando soprattutto che il previsto era comunque fin troppo presto. Sua madre mormorò un “Se lo dici tu”, facendo spallucce, e chiudendo la porta alle sue spalle.
Sakura tirò giù il vestito, con un sospiro di rammarico.
Non ricordava cosa stesse sognando, ma era sicura fosse un bel sogno.

 


I never thought

Thought that it would be our last goodbye.

 

Erano passati quasi tre anni da quando lui aveva rotto ogni legame con il villaggio della Foglia. 
E quasi un anno dall’ultima
 volta in cui l’aveva visto, vivo. Si era ripromessa di fare un bel po’ di cose in quell’occasione - suonargliele era una di 
queste. 
Certo, chi voleva prendere in giro?
Non aveva fatto niente, come al solito. 
Ancora si malediva, per quel comportamento. Ma oltretutto, non poteva fare altro.
Quell’unico incontro aveva aperto una ferita da poco – se mai – rimarginata. Se aveva creduto di poter affrontare la 
faccenda a sangue freddo, si era sbagliata. Se pensava di poter andare avanti senza indugiare in mille “se”, 
si era sbagliata.
Era tornata al villaggio sconvolta. E si era persa in fantasie che la seguivano ovunque, notte e giorno, sonno e veglia.
Mentre raccoglieva le erbe mediche per le lezioni con Tsunade. Mentre mangiava il ramen di Ichiraku in compagnia di 
Naruto. Mentre attendeva, alcune mattine, l’arrivo di Kakashi-sensei per quegli incontri che li riunivano, di tanto in tanto,
 ma sempre più sporadici.
Era Naruto, quello che si allenava con Kakashi. Non lei. Mai lei.
Un tempo era Sasuke. Oh, se la cosa faceva imbestialire Naruto. Era così geloso, che Kakashi-sensei avesse insegnato a
 lui il Chidori. 
Forse avrebbe fatto meglio a non farlo, considerando com’era andata a finire.
Naruto e Sasuke erano speciali, ognuno a modo suo. Lei…
Lei era soltanto una persona molto normale, capitata lì per caso fra persone molto speciali. Tuttavia, una volta, il loro
 maestro le aveva detto che era lei a tenerli uniti.
Beh, il tempo aveva dimostrato quanto lui si fosse sbagliato.
Non era riuscita a tenerli uniti, affatto: e persino quell’unico compito per cui Kakashi-sensei pareva contare su di lei, 
quell’unico compito l’aveva fallito.
Lui se n’era andato, questo è tutto. Ed ormai s’era rassegnata a credere che, a Konoha, ci sarebbe ritornato da morto. 
E soltanto da morto.
Forse è per questo motivo che, quando seppe il motivo della sveglia inaspettata da Ino, aveva sentito la terra mancarle
 da sotto i piedi, ed era riuscita a sorreggersi a malapena.
”L’hanno trovato, Sakura.”
 

I still can dream

That one day love will fall out from the sky.

 

Certamente, era inutile chiedere chi avessero trovato. L’espressione della sua amica/rivale di sempre era fin troppo facile da interpretare.
Pensare che c’era voluto il suo abbandono per farle riavvicinare, a volte la faceva sorridere amaramente. Che senso aveva continuare a litigare per qualcosa che non c’era più? Qualcosa che non si poteva avere?
Sarebbe cambiato tutto di nuovo? Era tornato.
No, sarebbe stato troppo bello crederci. Si sarebbe illusa, per poi venir a sapere che la notizia era sbagliata, che Ino si era sbagliata e che era tutto sbagliato.
Fece l’unica cosa plausibile.
Scoppiò a ridere.
”Ino, lo sai che non è possibile.”
”Ah, no? L’ho visto, Sakura. L’ho visto con i miei occhi. Shikamaru l’ha visto con i suoi occhi! Era con Asuma, per quella faccenda dell’Akatsuki, e…”
”E cosa? Magari l’hanno trovato lì che si stava facendo una passeggiata, e l’hanno accompagnato a casa? Si, una bella favola, Ino!”
”Non sta bene, Sakura! Ti mentirei mai su una cosa del genere?”
Sakura fece qualche passo indietro, prima di ricadere contro il muro, le mani giunte in grembo. Scostò lo sguardo, rifiutandosi di guardare con quanto ardore l’altra ragazza pronunciava quelle parole. Era sincera.
Ma in fondo, lei lo sapeva.
Ma come credere ad una verità tanto opportuna? Sapeva troppo di bugia, alla fin fine.
Non potevano distruggere quella convinzione che aveva costruito così amorevolmente, dopotutto.
”Sakura, è qui, ed è ancora vivo. Vuoi fartelo entrate in quella fronte gigantesca che ti ritrovi? Svegliati. Naruto e Kakashi sono già dalla Godaime.”
”… cosa?”
Questo parve scuoterla dal suo torpore, facendole riportare lo sguardo sull’altra ragazza. Batté ciglio, quasi fosse certa d’aver sentito male.
”Beh, non hanno perso tempo a convincersi che fosse tutta una farsa ben architettata, loro.”
Quando non ottenne alcuna risposta da Sakura, si limitò a sporgersi in avanti, e tirarla per un braccio, energicamente.
Lei non pensò minimamente d’opporsi, ed Ino si lasciò sfuggire un sospiro, tirandola fuori dalla porta.
”Ve la riporto intera più tardi, signora Haruno.” Chiamò distrattamente, prima di chiudere la porta alle sue spalle. Non si curò d’attendere la risposta.
Non era neppure sicura che avessero sentito, ma che importava? Prese a correre per la via impolverata, tirando dietro l’amica di una vita. Né l’una né l’altra si lasciarono sfuggire una parola di più.
Sakura probabilmente, era ancora lontana dal capire il vero significato di quella notizia.

 

Do you still remember all the time that has gone by?

(do you believe?)

Do you still believe that love can fall out from the sky?

 

Sakura non voleva andare all’ufficio di Tsunade-sama. Perché doveva perdere tempo a quel modo? Ino non le aveva detto che lui era lì? Lui… lui non stava male?
E allora perché non andavano all’ospedale? Perché Kakashi-sensei e Naruto non erano all’ospedale? Non gli importava più niente?
La Godaime voleva vederli, per qualche motivo. Ma lei non voleva vedere la sua maestra.
Lei voleva vedere il suo Sasuke-kun, i suoi capelli scuri, i suoi occhi nei quali poteva perdersi. Perché non poteva?
Ino, tuttavia, la stava trascinando su per le scale, e Sakura non riusciva a dar voce a quelle sue lamentele. Sarebbe stato inutile, quella scrofa non l’avrebbe ascoltata comunque.
Si sentiva assonnata, confusa, perplessa, svuotata. Non sapeva cosa pensare, o cosa gli altri supponevano dovesse pensare. Cosa sarebbe stato giusto provare in quel momento.
Non era sicura neanche di crederci, prima di tutto. Non era sicura neppure di essersi già svegliata quella mattina, e per quel che le riguardava, tutto questo sarebbe potuto essere un sogno.
Sarebbe stato bello credere fosse vero, comunque. Chi era per negarlo? Giunsero davanti alla porta dell’ufficio dell’Hokage, che stranamente era già aperta. Incrociarono sulla soglia Shikamaru e Asuma, che bisbigliò qualcosa ad Ino passandole accanto. Lei si fermò a guardarlo, annuì silenziosa, prima di far cenno a Sakura di entrare.
Come in un sogno, lei lo fece, e chiuse la porta alle sue spalle.

 

If from where you're standing, you can see the sky above
I'll be waiting for you, if you still believe in love

(do you still believe?)

 

 

Naruto non si girò a guardarla, e sembrava piuttosto imbronciato. Non quell’imbronciato infantile che lo aveva caratterizzato anni prima, quell’espressione quasi di ripicca.
No, era… era arrabbiato. Era furioso, e Sakura poteva vedere i suoi pugni tremare lungo i fianchi.
Kakashi-sensei era semplicemente Kakashi-sensei. Se ne stava lì, fermo, poggiato contro lo stipite della porta, quell’espressione totalmente neutrale sul viso.
Sakura non era mai riuscita a leggere quell’unico occhio che lui mostrava al mondo.
La Godaime era seduta dietro la sua scrivania, espressione grave sul volto, gomiti poggiati sul legno, mento poggiato sul dorso della mano. La guardava, e a Sakura parve di scorgere un po’ di riluttanza in quello sguardo.
Nessuno parlava, e le sembrò giusto rompere il silenzio.
Le stavano rubando tempo, Sasuke-kun stava male e …

E probabilmente tutto questo aveva a che fare con Sasuke, vero?
”Cosa…?”
Come suonava sbagliata la sua voce, così fioca e debole nel silenzio della stanza. Vide Naruto mordersi il labbro, e rifiutarsi di guardarla. Kakashi-sensei spostò lo sguardo su di lei.
Tsunade lasciò sfuggire un sospiro. “Il consiglio non vuole che Uchiha Sasuke si svegli, Sakura.” Asserì infine, espressione stanca sul volto.
Sakura batté ciglio una volta. E ancora. Prima di sussurrare un semplice: “…Perché?”
L’ultimo Uchiha era tornato a Konoha. E’ vero, meritava di esser punito ma… era tremendamente assurdo. Addirittura… lasciarlo morire, così… come se fosse un…
”Per quel che li riguarda, potrebbe benissimo essere Orochimaru.”

 

Find a way to bring back yesterday

Find a way to love

I hope we stay

When tomorrow becomes today

Love will find a way

 

“E’ impossibile.” Eppure lei stessa l’aveva detto un po’ troppo velocemente.
”Sakura, non lo sapremo finché non si sveglia. E forse neppure allora potremo esserne certi. E’ un rischio che il consiglio non vuole correre.”
”Non possono!”
”Da una parte, Sakura, non posso fare altro che dar loro ragione. Sono passati quasi tre anni, e lo scopo di Orochimaru è sempre stato quello. Sempre, da quando ha posato lo sguardo su di lui. Non possiamo sapere se lo scambio sia già avvenuto o meno. Tuttavia…”
…Cosa!?
Cercò lo sguardo di Kakashi-sensei, ma lui stava guardando l’Hokage. Cercò quello di Naruto, ma lui era impegnato a guardare il pavimento. E dal modo in cui pareva tremare tutto, Sakura intuiva che provasse qualcosa di simile a ciò che lei stava sentendo in quel momento.
Assoluta indignazione.
”Eppure hai… hai permesso che continuassimo a cercarlo, ha lasciato… hai lasciato che...”
Hai lasciato che mi illudessi. Dai, dillo. Perché non riesci a dirlo?
La voce le si smorzò in gola, e non aggiunse altro. Morse il labbro, scostò lo sguardo. Sentì la sua maestra sospirare, e quasi la vide scuotere il capo.
”Tuttavia” riprese, con quel tono di chi, ormai, è fin troppo stanco della sua posizione “E’ pur sempre l’ultimo del clan degli Uchiha che potrebbe riportare in vita uno dei clan più prestigiosi del villaggio. Niente è sicuro, ora come ora, Sakura. Ma dato che era comunque vostro compagno, ho preferito avvertirvi di questa possibilità. Ho un incontro con il consiglio, e si prenderà una decisione. Sicuramente, in un modo o nell’altro, si prenderanno provvedimenti. Ha pur sempre tradito il villaggio, e di solito costa la morte. Lo sapete benissimo.”
”Col cavolo che ve lo faccio ammazzare, dopo tutta la fatica per cercarlo.” Borbottò Naruto, poco più d’un ringhio, prima di voltare le spalle e dirigersi verso la porta. La aprì, un movimento brusco.
”Naruto… dove…?” mormorò Sakura, voltandosi appena.
”All’ospedale da quel bastardo. Dove sennò? Mica ho aspettato tutto questo tempo, e alla fine non posso neanche guardarlo in faccia, Sakura-chan. Oh, vedranno se mi faranno passare.”
Ostinato fino alla fine, sebbene sembrasse più serio, privo di quel tono solare che accompagnava spesso la sua voce. Sakura non se lo fece ripetere due volte. Neppure si voltò a guardare Tsunade, seguendolo all’esterno e lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle.
Passò davanti ad Ino, la vide mentre la guardava con cipiglio preoccupato. Non ricambiò lo sguardo, non disse nulla. Si precipitò per le scale, raggiungendo Naruto, e lasciando che il suo sguardo si posasse sul sole del mattino.
Era una mattina come tante, al villaggio. I civili si erano svegliati e andavano avanti come nulla fosse.
Il mondo andava avanti come nulla fosse.
Con che diritto, poi. Il suo Sasuke-kun era tornato a casa, era tornato da lei, aveva bisogno di lei.
E loro volevano… semplicemente lasciarlo alle spalle.
Il mondo sarebbe andato avanti. Il sole sarebbe sorto di nuovo.
Non per lui, però.
Non per lei.
Affondando il canino nel labbro inferiore – non doveva piangere, non ne aveva alcun diritto – si portò al fianco di Naruto sulla strada polverosa, fin troppo familiare, che portava all’ospedale.
In silenzio, nessuno dei due disse una parola.
Nessuno dei due sapeva cosa dire.

 

I’ve been waiting for you, in my heart you were the one.

If I cannot find you, I will look up to the sun.

 


 

La canzone per questo capitolo è "If you still believe", dell'OST di Legend of Dragoon. La cantante è Elsa Raven.
E questo è il Sequel di "You are My Sunshine", ma che può essere tranquillamente letto a parte. A dire il vero è la mia prima fanfic a capitoli, quindi si tratta solo del prologo, ora come ora.
Ho scelto anche uno stile più leggero per la narrazione in generale, anche se qalche capitolo sarà sicuramente nel mio stile più confusionario, quando ci vuole ci vuole *_*
Non saranno tantissimi capitoli, quelli che bastano. Ogni capitolo stile Song-fic, che alla fine è lo stile che mi piace di più *_* A Bientot °.° Trovassi l'accento circonflesso lo scriverei anche bene. u.ù

 

  
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