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Autore: Nihal    14/01/2012    5 recensioni
«Sasuke ha tentato di uccidermi!» si lamentò Naruto, puntando un dito accusatore contro l’Uchiha che, dimentico del suo contegno controbatté: «Naruto mi ha lanciato addosso un secchio tentando di distrarmi con una baka no justu o quello che è!»
«Sasuke mi ha provocato!»
«Naruto è un idiota!»
«Basta! In primo luogo, cos’è una
baka no justu? Anzi, non lo voglio sapere. Parlate uno per volta, siete già abbastanza nei guai senza aggiungere il fatto che state per farmi venire il mal di testa.»
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Iruka Umino, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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A pain(t)ful day


Naruto intinse il pennello nel secchio e diede inizio alla sua nuova opera d’arte. Ormai il maestro Iruka faceva la ronda davanti alle statue degli Hokage, perciò aveva deciso di cambiare posto così avrebbe fatto un po’ di fatica a trovarlo. Il retro dell’accademia sarebbe stato perfetto. Voleva proprio vedere cosa avrebbero detto gli altri quando avessero visto cosa aveva fatto. Perlomeno qualcuno gli avrebbe prestato attenzione.
Diede una prima pennellata sul muro. Poi un’altra e un’altra ancora, finché ciò che aveva in mente non prese forma. Adesso una caricatura di Iruka lo fissava malevolmente dalla parete. Ci aggiunse un paio di baffi giusto per completare l’opera e poi la osservò con aria critica: forse avrebbe dovuto usare più colori, perché solo con il rosso non rendeva bene. E poi ci mancava qualcosa. Si fermò un attimo a riflettere, mentre gocce di vernice cadevano per terra dalla punta del pennello che giaceva penzoloni dalla sua mano destra.
Poi fu illuminato da un’idea improvvisa. Con una pennellata decisa aggiunse una coda all’immagine di Iruka e poi gli disegnò una banana in mano.
«Così impari a dire che la mia copia del terzo Hokage sembrava un babbuino!» urlò al ritratto.
Adesso ci andava solo qualche tocco di colore qua e là e l’opera sarebbe stata conclusa. Alla fine aveva portato due secchi di vernice per niente.
«Cosa stai facendo?»
Naruto si voltò di scatto al suono della voce dell’unica persona che non avrebbe voluto vedere lì – escluso il maestro Iruka, ovviamente –, Sasuke Uchiha.
«E tu cosa ci fai qui?» lo aggredì, cercando di nascondere il pennello, ma ormai era stato colto sul fatto.
Sasuke sbuffò, annoiato dal palese tentativo dell’Uzumaki di cambiare discorso.
«Potrei farti la stessa domanda» gli fece notare con tono incolore.
«Sì, ma io te l’ho fatta per primo!» affermò, puntandogli contro il pennello per enfatizzare.
Sasuke indietreggiò prima che le gocce di vernice lo colpissero.
«Se dobbiamo essere precisi la prima domanda te l’ho fatta io» puntualizzò.
Questa volta fu Naruto a sbuffare. Era per quello che non sopportava l’Uchiha. Ogni volta che gli diceva qualcosa lui aveva sempre la risposta pronta. Sasuke era sempre quello perfetto, lui era quello che sapeva solo fare il Sandaime babbuino.
«Non sto facendo niente! Adesso tocca a te rispondere» decretò, incrociando le braccia e facendo volare ancora un po’ di vernice per terra.
«Mi stavo allenando. Io non perdo tempo in cose così stupide, al contrario di te» sottolineò, lanciandogli uno sguardo di disprezzo.
«Io non ho bisogno di allenarmi!» controbatté Naruto, guardandolo male.
«Si vede» lo derise Sasuke.
«Cosa vuoi dire?»
«Niente.»
Naruto avanzò di qualche passo, trovandosi faccia a faccia con Sasuke.
«Credi di essere migliore di me?»
Sasuke scrollò le spalle con indifferenza.
«No, non lo credo. Ne sono sicuro, usuratonkachi
Odiava quel suo atteggiamento di superiorità. Lui non era affatto inferiore a Sasuke e glielo avrebbe dimostrato prima o poi. In quel momento non ne aveva l’opportunità, forse, ma almeno si sarebbe preso una rivincita.
Naruto sorrise e prima che Sasuke potesse dire qualcosa infilò una mano nel secchio e poi lo colpì in faccia, dipingendogli quasi tutta la parte sinistra del viso. Fu una piccola vittoria per l’Uzumaki quando l’espressione di sdegnoso contegno di Sasuke fu sostituita da una più umana espressione di stupore.
«Allora sei davvero stupido» imprecò mentre tentava di pulirsi il viso, peggiorando solo la situazione.
«Così almeno sei un po’ più colorato. Solitamente sei talmente deprimente che non capisco come Sakura-chan riesca ad essere innamorata di te!» incalzò, cercando di colpirlo con una pennellata al torace. Sasuke, però, questa volta riuscì a schivare in tempo, avendo intuito la mossa di Naruto.
«Sei davvero inutile e io non alcuna ho intenzione di abbassarmi al tuo livello» borbottò Sasuke voltandogli le spalle. Non aveva intenzione di rimanere un minuto in più insieme a quell’impiastro vivente.
Un colpo sulla nuca lo fece caracollare in avanti. Senti dei rivoli freddi scendergli lungo la schiena e si girò verso Naruto con rabbia.
«Vuoi smetterla?» gli urlò, perdendo del tutto la sua compostezza.
«Mai girare le spalle al nemico» lo rimproverò Naruto sorridendogli in modo alquanto irritante.
Con uno scatto superò Naruto e infilò una mano nel secchio dietro di lui. Naruto fece giusto in tempo a voltarsi per ricevere una manata di vernice in piena faccia.
«Non hai detto che non volevi abbassarti al mio livello?» domandò, sputacchiando vernice e cercando di colpire l’Uchiha con il pennello ancora intriso di colore.
L’Uchiha gli lanciò uno sguardo sdegnoso, ma non riuscì a negare l’evidenza. Lui, l’impassibile Sasuke Uchiha, stava combattendo con Naruto Uzumaki a colpi di vernice ed era quasi irriconoscibile con i capelli arruffati e per metà ricoperti di vernice rossa. Non che Naruto fosse messo meglio. Se Sasuke non lo avesse conosciuto non avrebbe saputo dire di che colore fossero stati i suoi capelli fino a qualche minuto prima. E il terreno intorno a loro era in condizioni disastrose. Con l’erba tinta di rosso sembrava che un assassino avesse appena usato quel luogo come scena del delitto. Un delitto molto cruento, per inciso.
Sasuke afferrò il secondo secchio di vernice e si allontanò a distanza di sicurezza; schivò per poco il pennello che volò a qualche centimetro dal suo orecchio per poi atterrare per terra.
«Cosa c’è, inizi a perdere colpi, Sasuke-chan
«Usuratonkachi, non mettere alla prova la mia pazienza» borbottò Sasuke, centrando in pieno Naruto con lo stesso pennello che aveva appena schivato.
Naruto gli lanciò un’occhiataccia e poi si mise in una strana posizione. Sasuke lo osservò con un sopracciglio alzato, chiedendosi cosa avesse intenzione di fare. Poi l’Uzumaki iniziò a posizionare le mani in quelli che erano palesemente dei sigilli. Sasuke indietreggiò d’istinto: che quell’idiota di Naruto avesse imparato una nuova tecnica? No, impossibile.
Mentre questi pensieri si affacciavano alla sua mente, l’Uzumaki lo avvertì: «Non dovresti voltare le spalle al nemico!»
Sasuke si voltò di scatto, mentre nello stesso momento Naruto urlava: «Arte della distrazione: baka bunshin no jutsu!»
Quello che a una prima occhiata sembrava una palla di lardo grassa e invertebrata salutò Sasuke, che si rese conto dell’idiozia della tecnica del compagno solo dopo che il secchio della vernice fu atterrato sulla sua testa, procurandogli un dolore non indifferente.
«Adesso basta. Ne ho abbastanza di te e delle tue tecniche idiote» dichiarò, con voce intrisa di gelida rabbia, mentre si passava una mano sugli occhi per pulirli dalla vernice che continuava a colargli dalla testa.
«Ah, ti ho fregato! Adesso cosa hai intenzio-»
«Katon: goukakyuu no justu!»
Naruto riuscì a schivare per un pelo l’immensa palla di fuoco che comunque gli bruciacchiò i capelli e i vestiti.
E meno male che aveva usato della vernice non infiammabile.
«Sasuke, ma sei scemo?» urlò Naruto, mentre cercava di spegnere la manica che aveva preso fuoco.
«Così impari, baka.»
«Sasuke, Naruto, cosa diavolo state facendo?» l’urlo pieno di rabbia di Iruka fece impallidire anche Sasuke, che tentò di riprendere un contegno, per quanto il fiatone e la vernice che ancora continuava a colargli dai capelli non aiutassero.
«I-Iruka sensei» biascicò Naruto, il cui coraggio era evidentemente venuto meno.
Iruka schiumava di rabbia.
«Adesso pretendo una spiegazione» ordinò, incrociando le braccia al petto. Per prima cosa voleva sapere perché il suo migliore allievo era sul punto di uccidere il suo peggiore allievo e poi perché sul muro dell’accademia c’era una sua pessima caricatura che lo occhieggiava e sembrava ridere di lui. Senza contare il fatto che sia Naruto che Sasuke erano completamente ricoperti di vernice, ma quello era il meno, evidentemente.
«Sasuke ha tentato di uccidermi!» si lamentò Naruto, puntando un dito accusatore contro l’Uchiha che, dimentico del suo contegno controbatté: «Naruto mi ha lanciato addosso un secchio tentando di distrarmi con una baka no justu o quello che è!»
«Sasuke mi ha provocato!»
«Naruto è un idiota!»
«Basta! In primo luogo, cos’è una baka no justu? Anzi, non lo voglio sapere. Parlate uno per volta, siete già abbastanza nei guai senza aggiungere il fatto che state per farmi venire il mal di testa.»
Sasuke fece per parlare, ma Naruto lo precedette e iniziò a spiegare a Iruka quello che era successo, almeno dal suo punto di vista.
«Io non stavo facendo niente di particolare, poi lui» e così dicendo indicò Sasuke con fare accusatorio «è arrivato e ha iniziato a vantarsi…»
«Non è vero!» si difese Sasuke, ma Naruto lo ignorò e continuò a parlare, sotto lo sguardo scettico di Iruka.
«Poi una cosa tira l’altra e per sbaglio un po’ di vernice gli è caduta addosso e lui ha tentato di arrostirmi con quella sua cavolo di tecnica!»
Iruka sospirò quando l’Uzumaki iniziò a mostrargli i danni, indicando con particolare enfasi la manica bruciacchiata.
«Ora tocca a te, Sasuke.»
L’Uchiha lanciò a Naruto uno sguardo di superiorità e dopo aver ripreso, almeno apparentemente, un po’ del suo solito contegno, si avviò a spiegare: «Avevo appena finito di allenarmi quando, passando di qui, ho visto Naruto che deturpava il muro dell’accademia. Gli ho chiesto cosa stava facendo e lui ha iniziato ad aggredirmi. Io mi sono solo difeso.»
Iruka alzò gli occhi al cielo. Ecco cosa succedeva quando si chiedeva un resoconto dei fatti veritiero a due bambini.
«Naruto, credo che tu abbia omesso il motivo per cui eri qui.»
Sasuke gli fece un sorriso di scherno.
«Sasuke, non ti sembra esagerato usare una tecnica del genere soltanto per difenderti? Da te non mi sarei mai aspettato una cosa del genere.»
Sasuke fece per protestare, ma si interruppe come se non sapesse cosa dire.
Naruto fece un segnaccio a Sasuke mentre Iruka era girato di spalle.
«Quindi concordiamo che è tutta colpa di Sasuke, giusto?»
«No, concordiamo che adesso resterete entrambi qui finché non avrete finito di pulire il casino che avete combinato, chiaro?»
Naruto annuì con un’alzata di spalle. C’era abituato. Quella era praticamente la discussione tipo che aveva con il maestro Iruka più o meno ogni giorno. Almeno mentre puliva e il maestro Iruka lo osservava aveva un po’ di compagnia.
Sasuke sembrava sul punto di dire qualcosa, ma poi si trattenne e annuì con un regale cenno della testa. A Naruto veniva quasi da ridere: il grande Sasuke Uchiha, il genio dell’accademia, che era costretto a ripulire tutto con lui, il buffone di Konoha.
«Ho delle cose da fare, ma quando tornerò spero che avrete finito.»
Si voltò ma prima di andarsene aggiunse: «E vedete di darvi una ripulita quando avete finito, non voglio che vedano due dei miei studenti in giro per il villaggio in queste condizioni.»
Naruto si avviò verso lo sgabuzzino senza indugi e Sasuke lo seguì incerto. Era ovvio che l’Uchiha non era mai andato lì dentro a rifornirsi di spugne e sapone per pulire qualcosa. Almeno c’era qualcosa che conosceva meglio di lui, anche se quel qualcosa era l’ubicazione dei detergenti.
«Tieni» disse, lanciandogli una spugna che Sasuke afferrò al volo. Poi ritornarono davanti al muro dell’accademia e iniziarono a strofinare il disegno di Naruto, senza dire una parola. Ogni tanto l’Uzumaki si girava per vedere cosa stava facendo Sasuke, ma quest’ultimo non distoglieva mai lo sguardo dal suo lavoro, continuando a pulire con gesti meccanici.
Riusciva ad essere altero anche quando faceva le pulizie.
Sentendosi gli occhi di Naruto puntati addosso Sasuke si girò a guardarlo, ma Naruto distolse subito lo sguardo tornando a fissare la sua porzione di muro. Immerse la spugna con foga nel secchio pieno d’acqua e iniziò a strofinare con più vigore: Sasuke era riuscito a cancellare già buona parte del suo lato e lui non poteva permettere di essere battuto anche nelle pulizie. Iniziò a strofinare con forza, facendo schizzare diverse gocce d’acqua addosso all’Uchiha, che si girò a guardarlo seccato.
«Riesci a essere imbranato anche quando pulisci?» gli chiese stizzito.
Naruto lo ignorò e continuò a strofinare sempre con più enfasi, facendo volare gocce d’acqua e sapone dappertutto. Ormai aveva quasi raggiunto la porzione di muro di Sasuke che, comprendendo qual era lo scopo di Naruto si diede da fare a sua volta. Non aveva intenzione di farsi superare dall’Uzumaki, anche se si parlava di lavare un muro.
Naruto diede uno spintone a Sasuke per accaparrarsi una porzione più grande di parete, ma l’Uchiha non cedette neanche un centimetro. Pianto i piedi ben per terra e continuò a strofinare, ignorando il fatto che dall’esterno sicuramente non stavano facendo una bella figura.
Unico aspetto positivo fu quello di finire un lavoro che avrebbe dovuto portar loro via diverso tempo in meno di un’ora.
«Ho vinto io!» esultò Naruto, lanciando la spugna nel secchio.
«Guarda che non stavamo facendo una gara» puntualizzò Sasuke stizzito.
«Sì, certo. Sei solo invidioso perché non sei bravo come me!»
«Ma ti ascolti quando parli?»
Sasuke ignorò la successiva risposta di Naruto e si avviò verso i bagni per darsi una ripulita. Era dell’opinione che non sarebbe mai riuscito a togliersi tutta quella vernice di dosso e la cosa lo irritava parecchio. Naruto si affrettò a seguirlo, ma Sasuke non lo degnò neanche di uno sguardo.
Non avrebbe più rivolto la parola a quel baka. Quando era vicino a lui finiva sempre per perdere la calma. Era come un tornado che scombussolava tutto ciò che si trovava intorno al suo spazio vitale.
Entrato in bagno scelse il primo rubinetto e lo aprì poi, senza tanti complimenti, mise la testa sotto il fiotto ghiacciato. L’acqua che cadeva dal lavandino era talmente rossa che aveva l’impressione di lavare via sangue, non vernice.
Naruto aprì il rubinetto accanto al suo e anche lui infilò la testa sotto il getto, mugolando di soddisfazione quando la vernice iniziò a scrostarsi dalla faccia. Si grattò il viso mentre l’acqua ancora scorreva, cercando di alleviare il prurito che il colore gli aveva provocato. Mentre cercava di grattare via i diversi strati che aveva sui capelli si voltò verso l’Uchiha che stava ancora combattendo con la vernice che gli ricopriva il collo.
Gli stava proprio bene a quel bastardo.
Se non fosse arrivato lui avrebbe finito il suo lavoro prima che il maestro Iruka lo trovasse e in quel momento non sarebbe stato ricoperto di rosso dalla testa ai piedi.
Avrebbe dovuto fargliela pagare. Quasi quasi…
Come per istinto di sopravvivenza Sasuke si voltò giusto in tempo per vedere Naruto che premeva il pollice contro il rubinetto, prima che l’acqua lo centrasse in pieno, bagnandogli tutti i vestiti già ricoperti di vernice.
«Naruto!» sbottò Sasuke allontanandosi dalla traiettoria del getto d’acqua, mentre l’Uzumaki se la rideva di gusto.
Sasuke premette un pollice contro il suo, di rubinetto, e l’acqua schizzò direttamente nella bocca aperta del compagno, che smise di ridere nel tentativo di non affogarsi.
«Io lo sapevo che volevi uccidermi!» urlò, sputacchiando acqua.
«Sei la persona più odiosa che abbia mai conosciuto!»
E avrebbero potuto finirla lì, tornarsene ognuno a casa propria in modo che il maestro Iruka l’indomani non avesse trovato il bagno distrutto.
Ma no, sarebbe stato troppo semplice.
«Baka bunshin no jutsu!»
«Goukakyuu no jutsu!»


Fine!


Baka bunshin no jutsu: tecnica del clone scemo
Katon – Goukakyuu no jutsu: arte del fuoco – tecnica della palla di fuoco suprema

Sì. Esatto. Saranno secoli che non ho ispirazione per niente e poi mi viene voglia di scrivere qualcosa proprio quando sono in periodo di esami. Di tosti esami. Quindi invece di studiare scrivo! E anche cose dalla dubbia qualità, oserei aggiungere!XD
Sì, è un po’ scema come storia, ma dopo aver ricominciato a seguire Naruto mi sono depressa a vedere com’è diventato Sasuke, quindi avevo bisogno di qualcosa di leggero, qualcosa che mi facesse pensare che Kishimoto non stia portando il mio personaggio preferito verso lo scatafascio! Poi Naruto e Sasuke da piccoli sono teneri e quindi non potevo lasciarmi sfuggire l’idea!XD
Poi… la vernice non infiammabile è licenza poetica. Effettivamente non so se esiste!XD Ho provato a cercare su internet ma non ho trovato nulla che mi illuminasse, quindi ho deciso che per me esiste! E… no, basta ho finito. No, scherzo, ho dimenticato una cosa! Sono conscia del fatto che il ‘paintful’ del titolo non esiste in inglese, ma mi serviva per il gioco di parole! Ora ho davvero finito. Scusate le note eterne!XDXD

  
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