14/01/2012
2 recensioni
A Caroline,
prechè è la prima volta che scrivo di lei
e la faccio soffrire
Caroline ha paura.
La sente sotto la pelle, la sente che scorre nelle vene e che le punge il cuore, che le fa male. Ha provato a non averne, ad affrontare quella situazione con coraggio e lottando, lottando con tutte le sue forze.
Caroline ha paura e lo sa. E forse così fa anche più male.
Quando lui l’ ha presa per le spalle, quando ha tentato di baciarla, lei si è allontanata. Quando lui si è avvicinato ancora, spingendola contro il muro, lei ha allungato le braccia, gridando con tutto il fiato che aveva nei polmoni, graffiando ogni centimetro della pelle scoperta dei bracci di lui, mordendo ogni volta che ci riusciva.
Oh se ha lottato, la piccola Caroline. Ma non c’ era nessuno a sentirla, non c’ era nessuno a dirle di tenere duro, a dirle “non preoccuparti. Ancora un minuto e sarai salva”.
Caroline era sola in quel momento. Caroline è sola adesso.
Chiude gli occhi, piange in silenzio, incapace di muoversi perché lui glielo impedisce con la forza di uno sguardo. È completamente piegata al suo volere, soggiogata a rimanere immobile, ma non a non provare nulla. E Caroline non è mai stata brava a premere il pulsante che spegne le emozioni. Anche in quel momento, in cui vorrebbe solo non provare più nulla, non riesce a trovarlo.
I graffi sulla sua pelle, quei segni che lui le ha lasciato, sono già rimarginati. Ma quelli che ancora sta facendo nella sua anima, mentre le strappa i vestiti di dosso, mentre la tocca e mentre soddisfa i suoi bisogni con lei non hanno intenzione di rimarginarsi, non hanno intenzione di rimanere cicatrici.
No, la piccola Caroline lo sa che ricorderà quel momento per tutta la vita. Per il resto dell’ eternità. Sa che mentre sente Klaus violarla un pezzo di lei si inclina per sempre, sa che quel momento rimarrà nella sua mente nella sua testa, forse persino ogni volta che chiuderà gli occhi.
E sente dolore, dolore, dolore, dannatissimo dolore. Fa male più della paura quell’ istante immenso in cui il silenzio è rotto solo dai gemiti rochi del suo assalitore, dalle grida di dolore della sua anima.
Ma la piccola Caroline è muta. Piange e trema, piange e trema, e stringe le labbra, perché forse l’ unica cosa che le rimane in quel momento è solo la soddisfazione di non gridare, nonostante la paura, il dolore e quell’ immenso sconforto che prova.
Perchè nonostante tutto, Caroline è sola. Senza Elena, senza Bonnie, senza Tyler, senza Matt.
“Andiamo piccola Caroline. Sorridi” dice lui beffardo, roco e scosso da un tremito, mentre finisce la sua opera, mentre abbandona il suo corpo e si riaggancia la cintura, per poi scomparire.
E Caroline è vuota. Trema, cade, nuda sul pavimento freddo, rannicchiandosi su se stessa, gridando tutto il dolore che ha tenuto dentro di se, graffiandosi le braccia e facendosi del male. Il ricordo delle mani di lui sul suo corpo, del suo corpo che violava la lei più intima.
E Caroline ha ancora paura.
:Note:
Via, ho già buttato all' aria tutti i miei buoni propositi per il nuovo anno. Tra cui scrivere fluff. E solo io posso arrivare a scrivere angst dopo aver pensato fluff :/.
Non uccidetemi, perchè neanche io capisco bene da dove questa roba sia venuta fuori. Io questi due non ho ancora capito se li amo o se li odio, e quando succede una cosa del genere vengono fuori queste cose!
Vi prometto, tornerò presto con una storia fluffosa e leggera come una piuma!! magari con Caroline protagonista perchè mi devo far perdonare dalla piccola.
via su, meglio che vada.
*prende Caroline a braccetto e la porta a mangiare la torna per farsi perdonare*