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Autore: Comma    14/01/2012    3 recensioni
Dieci drabble a tema frerard ispirate da una canzone casuale.
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-…Me lo prometti?
-Promesso.
Gerard sorrise.
Genere: Demenziale, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sfida.
1 - Scegli un personaggio, una coppia o un fandom. 
2 - Apri la tua cartella di musica e seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire. 
3 - Scrivi una drabble-flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble:  inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble. 
4 - Scrivine 10, poi pubblicale.

I ‘m Not Ok (I promise) - My Chemical Romance
Gerard corse dentro il bagno e sbattè la porta. Crollò a sedere sulla tazza, mentre il suo autocontrollo franava, lasciando le lacrime libere di scendere. Ormai avrebbe dovuto esserci abituato. Ma quella volta come tutte le altre, la solita ridda di pensieri si affolò nella sua mente, e non poteva fare a meno di pensare di non farcela più, di aver raggiunto il limite, e, come sempre, di avere un disperato bisogno di un posto dove scappare, dove rifugiarsi, dove liberarsi di tutto questo, buttarselo alle spalle e riuscire a andare oltre.
Mentre si asciugava gli occhi gonfi, sentì un timido bussare.
-Gerard.. sei lì?
Gerard si paralizzò, sentendo la voce di Frank.
-Dai Gerard... Non dargli retta, a quelli stronzi... Al college andrà tutto meglio, lo sai... Saremo insieme, tu e io, e nessun’altro… Lo sai.
-…Me lo prometti?
-Promesso.
Gerard sorrise.

Walking Alone - Green Day
Mezzanotte e trentasette.
Gerard e Frank si trovavano seduti sul muretto che divideva le loro case.
Mentre le loro famiglie dormivano, erano liberi di scambiarsi una sigaretta e tutte le effusioni che volevano: in una vita di bugie, una bolla di libertà e di verità ci voleva, anche se solo loro due ne erano al corrente. Bastavano loro, come sempre. Senza contare il gatto del vicino che li osservava da un po’.
Gerard si sporse verso il moro e lo baciò.
Il gatto non l’avrebbe detto a nessuno.

I Don’t Love You - My Chemical Romance
Sul palco, Frank pensava spesso a loro due. Non riusciva a credere che ciò che era stato, perché c’era stato, potesse svanire così in fretta. Ma era così, era finito. Eppure, proprio per quello che c’era stato, non poteva chiudere così, lasciandosi scivolare verso l’indifferenza.
Quindi, quando quel giorno si avvicinò a Gerard e lo baciò nel mezzo di I’m Not Ok, cercò di metterci tutto quanto si meritava Gerard: rimpianto, rimorso, dispiacere, affetto. Quando si staccarono, la folla strepitava, ma per un istante nella sua testa ci fu il silenzio, mentre fissava gli occhi di Gerard. Ricordandolo ora, gli sembra che quell’istante fosse durato secoli, i secoli che credevano servissero per separarli. Ma non fu nient’altro che un istante, un istante dell’otto giugno 2007, Downoad Festival, Donington. E tutto finì.

Imagine – John Lennon
“Non riesco a credere che lo sto facendo davvero.”
Gerard girò lo sguardo nella stanza piena di vestiti, dove non si vedeva nemmeno il pavimento per il disordine. Nemmeno sembrava che fossero arrivati solo un’ora prima.
-Gerard! Ma stai benissimo! Aspetta, sistemati la parrucca… Sai che assomigli un sacco a John Lennon? Dai, fotofotofoto!
Promemoria mentale per Gerard: mai più promettere al suo fidanzato che per compleanno gli avrebbe regalato una giornata in un negozio di travestimenti. E bruciare quella foto: non tanto per sé, aveva anche un certo fascino da John Lennon, ma Frank come Yoko Ono non si poteva vedere.

After the Storm - Mumford & Sons
L’aria a casa Way si tagliava con un coltello.
Frank, incastrato tra Mikey e Gerard, si faceva così piccolo che sarebbe potuto sparire sotto il tavolo a momenti. Cosa che desiderava ardentemente, tra l’altro.
Donna aveva lasciato cadere la forchetta e li guardava a turno, con la bocca aperta. Donald, certo di aver sentito male, ripetè:
-Uhm, cosa?
Frank aveva sempre saputo che Gerard, nonostante le apparenze, aveva un grande coraggio, molto più di lui che sembrava così sfrontato e invece non si sentiva nient’altro che un codardo.
Ma anche ora, dopo tanti anni, non è mai riuscito a capire da dove abbia tirato fuori la forza per pronunciare quelle poche parole:
-Hai capito bene, papà. Frank è il mio ragazzo, e andremo a sposarci a New York appena lui avrà 18 anni. È tutto deciso. E non potrete fare niente per impedircelo.

Murder was the case they gave me – LeATHERMOUTH
“Ci ho provato. Dio sa quanto ci ho provato. E quanto lo volevo, quanto ci tenevo.
Ma le cose erano cambiate. Anzi, tu sei cambiato.
Ma ehi, non sono mica un ragazzino, so che le persone cambiano, e questo va semplicemente accettato.
Ma io non accetto più. Non sono il tuo cucciolo, Gerard.
Ed è per questo che, mentre tu ti trucchi come la puttana in piena sindrome premestruale che sei, stringo il manico del coltello che tengo dietro la schiena e subito dopo la affondo precisa tra le tue scapole.
Forse sono cambiato anche io, sai?
O forse sono sempre lo stesso ragazzino cretino di quando è iniziato tutto. Non lo so.
Ma ormai, la sai una cosa? Non ha più importanza.”

Always – sum 41
Sul tetto del tour bus, Gerard si chiese perché dava ancora retta alle idee di Frank.
Due ore prima, approfittando della mattinata libera, Frank lo aveva convinto a arrampicarsi grazie a delle casse trovate dietro l’arena dove si sarebbe tenuto il concerto di quella sera mentre la band era a fare gli ultimi preparativi.
Risultato, ora si trovavano sdraiati e abbracciati a quattro metri da terra sotto il sole cocente delle undici di una mattina di Marzo.
Nonostante tutto, Gerard sorrideva, e sussurrava parole all’orecchio di Frank, parole di una canzone che entrambi conoscevano bene come la loro. Perché sapeva benissimo perché desse ancora retta alle sue idee, perché era troppo caldo per muoversi, perché nella loro posizione aveva la testa di Frank sotto il mento e poteva annusargli i capelli, e perché nonostante tutto amava alla follia quel nanetto, più di quanto avrebbe mai potuto dimostrargli.

Misery Business - Paramore
“Ed ecco che ci risiamo..”
Nonostante questo non gli facesse onore, questo ormai era ciò che pensava ogni volta che Frank gli siavvicinava per un bacio o un abbraccio, mollandolo un attimo dopo come un cane in balia dei suoi dubbi e delle sue paranoie.
Lo amava o no? Lo amava o no? Lo amava o no? Dubbi, dubbi, dubbi. Paranoie, paranoie, paranoie.
Gerard amava Frank. Oh, se lo amava. Ma non riusciva più a vivere con quel dubbio.
Così, dopo l’ennesimo bacio, Gerard lo afferrò per la mano e gli disse nell’orecchio quelle tre semplici parole che voleva sentirsi dire da sempre. Frank divincolò la mano con dolcezza, sorrise e uscì dalla stanza. Senza rispondere.
Dubbi, dubbi, dubbi. Paranoie, paranoie, paranoie.

All Time Low – The Beach
Gerard, su una sedia a sdraio traballante e precariamente piantata nella sabbia, guardava da sopra la sua rivista colui che era, ahimè, il suo fidanzato, che correva sul bagnasciuga come un perfetto cretino urlando a squarciagola di aver trovato delle conchiglie fantastiche. Anche se non sembra che la vecchia accanto al suo ombrellone fosse molto entusiasta delle conchiglie di Frank.
Esasperato, Gerard decise di andare a fargli una ramanzina. Ma poi, mentre valutava se lo sforzo di alzarsi valesse la pena, gli venne in mente un'idea migliore.
Abbassò gli occhiali da sole sulla punta del naso e si rivolse alla sua vicina: "scusi, lei conosce quel tizio?" Alla sua risposta negativa, borbottò qualcosa sui giovani d'oggi e si infilò le cuffiette, tornando con soddisfazione alla sua rivista. Si sarebbe fatto perdonare quella sera, pensò con un lieve ghigno.

Seize the Day – Avenged sevenfold
“Gerard… Oh, Gerard…”
Dall’inizio della funzione Frank non faceva che ripetersi quel nome nella testa. Lo stesso inciso in quell’orribile pietra bianca. Il nome che apparteneva  al suo Gerard. Quel Gerard che non aveva retto all’ennesima dose di coca del dopo concerto. Quel Gerard che ora si trovava chiuso in una bara davanti a lui. Quel Gerard che non avrebbe mai più visto.
All’improvviso, la bara cominciò a scendere. Frank smise di guardarsi le scarpe e la fissò, mentre portava lentamente il suo Gerard due metri sotto terra.
Non poteva farcela. Si girò e uscì dal cimitero, dirigendosi verso casa con gli occhi asciutti. Gerard non poteva essere morto. Sarebbe stato a casa a aspettarlo, preparando la cena, e non poteva farsi vedere con le lacrime agli occhi. Sarebbe stato a casa. Ne era sicuro.

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Ehm, salve!
Questa è la mia prima storia su efp. Che storia non è, ma erano secoli che morivo dalla voglia di farlo! *w*
Non so come siano venute, perchè le ho scritto davvero di getto... Sono anche leggermente troppo lunghe, dalla prima idea che si affacciava al mio cervellino malato, e credo si veda LOL
Beh, spero vi siano piaciute e un commentino è sempre gradito!
Grazie, e a presto (spero)!
  
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