Ibisco bianco.


















Questo giardino splende d'ogni colore. Il rosso, il giallo, il rosa, il verde tappezzano le aiuole.
A Bianca sono sempre piaciuti i giardini.
Oggi avanza leggiadra, quasi non avesse peso, lungo i sentieri di fine ghiaia: il sole bacia l'erba imperlata di rugiada, i suoi capelli neri come la notte sottili e splendenti.
La sua voce flutata mormora i nomi delle diverse piante, la sua piccola mano esile li indica.
Nico è incantato dallo splendore del giardino, dallo splendore di questo strano giorno. Dallo splendore di Bianca.
I suoi occhi colgono dei fiori grandi, dai petali ondulati e ampi, e dai pistilli ametista.
-Ehi! E quelli cosa sono?-
-Si chiamano ibischi.- spiega dolcemente lei.
-Oh! Possiamo raccoglierne un po'?- domanda Nico, allegro. 
Bianca sorride triste. -Sono molto delicati, sai? Appassiscono presto. Bisogna curarli con attenzione. Secondo te estirpandoli dalla terra fai loro del bene?-
Il ragazzino scuote il capo avvilito. -No, credo di no.-
-Sono splendidi, comunque. Splendidi e fragili.- sussurra lei, ammirata.
-Allora ti somigliano.- sfugge fugacemente dalle labbra di Nico.
Una breve pausa. -Come hai detto?- domanda Bianca piano, stupita.
-Ho detto...- Lui sente un rossore propagarsi lento sulle sue guance. -...che ti somigliano. Sono splendidi...e fragili.-
La ragazzina rimane immobile. -Tu...tu pensi che io sia...splendida?- bisbiglia, gli occhi di caldo, morbido, vellutato castano sgranati.
Il tempo sembra fermarsi. I battiti del suo cuore pulsano sonoramente, forti e decisi.
-Ecco...sì.- 
Bianca si allunga rapidamente verso il suo viso, le sue labbra soffici sfiorano furtive quelle del fratello e vi indugiano un secondo di troppo.
Si scosta altrettanto rapida, presa dal panico. Ora il suo volto è una maschera rosso acceso, sgomenta e spaventata.
-Io...io non...davvero...scusami. Dimentica, okay? Dimentica tutto questo.- si affretta a negare, in un soffio.
Nico la fissa, incredulo, frastornato. Ed euforico, magari?
Lei si volta, coglie un ibisco posato dal vento sul terriccio umido dell'aiuola. Lascia che scivoli sul palmo della mano del bambino. 
-Tieni.- mormora. -Accettalo e dimentica quello che è successo.-
Poi scappa. Corre, via da quel meraviglioso giardino, via da lui, seguita dalla spuma del suo vestito.
Nico la segue con lo sguardo. Si sfiora le labbra con dita incerte.
Forse non vuole dimenticare.


***

Bianca Maria Di Angelo, Cacciatrice di Artemide, Figlia di Ade.
Che questo nome resti scolpito qui e nei cuori dei suoi cari in eterno,
recita la piccola lapide di marmo candido, nel prato dietro gli edifici del Campo Mezzosangue.
Sono lì, tutti loro, lì per lei. Per salutarla come meritava.
Percy, gli occhi verdi scintillanti di lacrime che si costringe a trattenere, si avvicina lentamente.
Stringe fra le dita una rosa, allunga la mano.
-No.- Nico lo ferma con un gesto. Il ragazzo si volta.
-Come?-
-Niente rose per Bianca.-
Il fratello posa ai piedi della lapide un fiore bianco, un fiore dai petali ampi e ondulati e il pistillo ametista.
-Solo ibischi.- conclude pianissimo.
Nico Di Angelo non aveva affatto dimenticato.
Sarebbe rimasto scolpito nel suo cuore in eterno.


















Note dell'Autrice: Ahh, che bella cosa shippare! ^-^
Okay, lo so, devo cambiare protagonisti, sto diventando monotona. Vi giuro che la prossima storia sarà diversa!
Comunque, se non fossero fratelli, ce li vedrei benissimo insieme. Non so perchè. 
Diciamo che anche il loro rapporto come fratelli mi sembra interessante -l'avrete ormai capito, ci ho scritto tante di quelle fanfiction!-
Bene, vado. Mi piacerebbe sapere se vi è piaciuta! =)
Lucy