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Autore: Morgana_D    15/01/2012    5 recensioni
Tom Riddle è il ragazzo perfetto che tutti noi conosciamo. E' freddo, sadico e crudele, ma se incontrasse una persona che per un attimo, solo per un attimo, riuscisse a farlo sentire più umano?
Una storia d'amore confusa, inutile, banale. Lei è semplicemente una come tante, non ha niente di speciale. Innamorata, coraggiosa, sincera. Tutto quello che Lui non sarà mai.
Dal 16° capitolo:
“Perché l’hai fatto?” Morgana iniziò a piangere “Era necessario farlo?”.
“Sì” rispose Riddle freddamente.
“Sei diventato un mostro”.
“È qui che ti sbagli, lo sono sempre stato” e lo disse così, con il suo tono distaccato.
“Mi fai schifo. Non ti voglio mai più vedere. Vattene.” Gridò. “Ti odio”, e si lasciò cadere nella neve fredda, gelida come le sue parole.
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La nuova versione di questa storia si trova qui: https://archiveofourown.org/works/26630470
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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I. La scelta del Cappello Parlante.
Era il primo settembre. Morgana era pronta per andare ad Hogwarts. Erano dieci anni che aspettava questo momento impaziente. In una famiglia di maghi era ovvio. La sorellina Cassandra di soli cinque anni la guardava invidiosa, perché non poteva andare pure lei con Morgana?
Scoppiava di gioia, andava verso il treno sorridendo e saltellando mentre i boccoli biondi saltavano e ricadevano sulle spalle. Gli occhi verdi ridevano, le labbra rosse si scoprivano in un sorriso perfetto. Era il giorno più bello della sua vita.
Salita sul treno si infilò nel primo scompartimento libero. Non era una bambina timida, ma preferiva godersi il viaggio in santa pace. Poco dopo entrò una bambina dai capelli castani e lunghi quanto la schiena. Si sedette davanti a Morgana senza rivolgerle parola. “Ciao” disse Morgana sorridendo. La pelle chiara della bambina si tinse di rosso e balbettò un timido ciao, quindi Morgana rinunciò.
Il treno partì, tutti i bambini e i ragazzi si affacciavano ai finestrini per salutare i genitori. La bionda si sporse un pochino e non vedendo i suoi ritornò al proprio posto.
 
Morgana uscì dallo scompartimento per andare a fare due passi. Si stiracchiò e sbadigliò, il viaggio era molto più noioso del previsto. Iniziò a camminare lungo il corridoio sbirciando dentro gli scompartimenti fino a che un ragazzo biondo uscì da uno scompartimento, arrabbiato come pochi, dicendo: “Ma cosa ti guardi? Avresti la cortesia di farti i cavoli tuoi?”
“Ehi, scusami, non c’è bisogno di arrabbiarsi tanto. Sono solo curiosa. È il mio primo anno ad Hogwarts.”
“Quando è stato il mio non andavo certo in giro a spiare gli altri!”. E rientrò nello scompartimento dai suoi amici già vestiti con la divisa e gli abbinamenti blu e rame dei Corvonero.
“Corvi superbi!” disse stizzita la ragazza continuando il suo cammino.
Tenendo la testa bassa camminò per tutto il corridoio e senza rendersene conto sbatté addosso ad un’altra persona, che ovviamente disse: “Sta attento a dove cammini!” “Non mi sembra che tu fossi molto attento” lo rimbrottò la bionda. Il ragazzo si era girato. Aveva un’uniforme, molto probabilmente, di seconda mano, era tutta rovinata ed i bordi erano sfilacciati. Non gli avrebbe dato più di dodici anni. Aveva dei lineamenti perfetti. Gli occhi erano celesti e malinconici. I capelli neri e lisci non erano stati pettinati. Aveva un che di accattivante. “Ah sei una ragazza!” disse scocciato. “Problemi?” disse la ragazza inarcando un sopracciglio.
“No, e ora levati dalle scatole” disse il ragazzo spingendola via. “Ma che razza di modi…?” le parole le morirono in bocca. Se ne tornò nello scompartimento ancora più incavolata di prima.
 
Erano arrivati alla stazione di Hogsmeade, i ragazzi di tutte le età si stavano affannando a portare fuori dal treno valigie, gabbie e bagagli vari. Morgana continuava a guardarsi intorno sperando di vedere qualcuno che le chiarisse le idee, eppure non si vedeva nessuno. Continuava a girare la testa da una parte all’altra, spingendo da una parte tutti i ragazzini del primo anno come lei. Quando all’improvviso, dal fondo della strada, arrivò un uomo dalla lunga barba bianca e una veste viola bordata d’oro. Era vestito in modo ridicolo e per poco tutti quelli del primo anno non scoppiavano in una grossa risata. Solo il ragazzo moro con cui si era scontrata prima era impassibile. L’uomo senza profferire parola si diresse verso grandi barche ormeggiate su un lago, chissà perché lo seguirono tutti senza fare domande. L’uomo batté le mani e tutti i loro bagagli svanirono. Un coro di “oh” meravigliati si alzò dal branco di studenti intenti a salire sulle barche senza cadere in acqua.
Si sentì un tonfo. Un bambino era caduto in acqua, era cicciottello e un po’ impacciato. Molti dei ragazzi scoppiarono a ridere, altri fecero commenti maligni. L’uomo dalla barba scoppiò a ridere, ma non di una risata cattiva, bensì di quelle dolci, un po’ permissive, rincuoranti.
“E come tutti gli anni, anche quest’anno qualcuno cade in acqua”. L’uomo aiutò il bambino a salire sulla barca, dopodiché salì anche lui e magicamente le barche iniziarono a muoversi.
Il lago era uno spettacolo meraviglioso ed Hogwarts riflessa lo era ancora di più. Perfino i ragazzini più stupidi e infantili si fermarono ad ammirare il paesaggio. Morgana non aveva mai visto niente di simile.
“Amo la magia” disse sospirando.

Il castello sembrava immenso. Erano fuori dalla porta di quella che l’uomo barbuto aveva chiamato Sala Grande. Proprio in quel momento stava tornando indietro, si eresse in tutta la sua altezza davanti gli studenti del primo anno e disse: “Io sono Albus Percival Wulfric Brian Silente e sarò il vostro insegnante di Trasfigurazione. State tranquilli ragazzi. Nessuno vi giudicherà per la scelta che verrà fatta per voi, è la scelta giusta, non ne dubitate.”
Il ragazzino che era caduto in acqua alzò una mano e chiese che cosa avrebbero dovuto fare.
Il professore rise con una risata alla Babbo Natale e disse che loro non si dovevano preoccupare di niente. Solo stare tranquilli e aspettare che lui li chiamasse nome per nome.
L’uomo aprì le porte e tutti lo seguirono. Morgana sbatté la spalla contro quella del ragazzo del treno. Sfoderò il suo miglior sorriso sperando di non ricevere un’altra sfuriata “Ci si rincontra eh?”. Il ragazzo non la degnò di uno sguardo, sbuffò e passò avanti. “Ma che cos’hanno tutti in questa scuola?” le si avvicinò una ragazza rossa e riccia e rispose: “Forse sono spaventati, chissà che cosa affronteremo!”. Morgana rise.
“Ma no! È solo la cerimonia dello Smistamento, ti mettono un cappello in testa e decidono in quale casata devi andare. Sei figlia di persone non magiche vero? Solo quei ragazzi sono spaventati.” “Sì, mi chiamo Rachel Lunetti. Mio padre è italiano per questo ho un nome così.” “Piacere, io sono Morgana Diaspro.”
La ragazza rossa spalancò gli occhi color nocciola “Anche tu hai un nome italiano!” “Oh sì, forse qualche vecchio progenitore di mio padre.” Sorrise.
Tutti i ragazzi seduti ai tavoli fissavano i nuovi arrivati. Il Cappello Parlante iniziò a cantare. Mentre il professor Silente iniziava a chiamare i nomi sull’elenco Rachel ricominciò a parlare.
“Allora, vediamo se ho capito. I Grifondoro sono giusti e leali, i Serpeverde sono furbi e ambiziosi, i Corvonero sono intelligenti e molto dotati e i Tassorosso buoni e pazienti. Ok, spero di finire a Grifondoro.”
“Perché?” rispose la biondina. “Mi piace il rosso. E poi mi sembra la casa migliore.” “Ogni casa ha i suoi difetti.”

Il professore chiamò a gran voce: “Diaspro, Morgana.”
Morgana andò verso il Cappello Parlante passando in mezzo al corridoio formato tra i due tavoli centrali.
Il professore le mise il Cappello in testa ed iniziarono una lunga e interessante discussione.
“Ciao Morgana” “Emh, ciao” “Trovi che sia sconveniente parlare con un cappello?” “No, no. Assolutamente.” “Bene. Pensiamo un po’ a te. Sei coraggiosa, come tuo padre, sei intelligente, come tua madre, e sei molto ambiziosa. Hai molte qualità e vari difetti. La tua è una scelta difficile. In che casa vorresti andare?” Morgana non rispose. Non sapeva se la scelta che avesse fatto sarebbe stata quella giusta. “Deciderò io. GRIFONDORO.” Il tavolo dei grifoni si riempì d’applausi e Morgana si andò a sedere vicino ad una ragazza con gli occhiali. Lo smistamento continuò.
Anche la ragazza rossa venne Smistata a Grifondoro. Il ragazzo che era caduto in acqua in Tassorosso. La ragazza dello scompartimento in Corvonero. E poi toccò al ragazzo scortese.
“Riddle, Tom” Il ragazzo si sedette sullo sgabello e appena il Cappello gli sfiorò la testa urlò il nome della casa: “SERPEVERDE.” Le serpi iniziarono ad applaudire e il ragazzo moro fece un mezzo sorriso interessante. In quel mezzo secondo il cuore di Morgana perse un battito.
Forse al Cappello Parlante avrebbe dovuto dirgli la verità.

Spazio autrice: Va bene, se siete arrivati fino qui a leggere vuol dire che non mi trovate del tutto pazza! ^^ Come avrete capito la storia è incentrata su questa Morgana (che purtroppo non sono io!). Cercherò di seguire le cose più realisticamente possibile (per quanto questa storia me lo permetta). Non so quando aggiornerò, spero comunque presto. Accetto recensioni, anche critiche se trovate la storia terribile. (Spero) A presto. MD.
  
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