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Autore: screaming_underneath    15/01/2012    4 recensioni
[Storia 1a classificata al contest indetto da CassandraClare "After Death"]
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E Dopo? Cosa c'è Dopo?
Cosa succede quando un camion ti colpisce a centottanta chilometri orari, separandoti per sempre dal tuo corpo mortale?
E l'Anima? Vi è un'Anima che sopravvive, che 'va oltre'?
Dopo la morte, ancora un viaggio.
Un viaggio per morire e rinascere, purificati.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: LaViSvampita/Virgyblakina
Titolo: Limbo
Rating: Verde
Genere: Introspettivo
Avvertimenti (facoltativo): //
Introduzione :
E Dopo? Cosa c'è Dopo?

Cosa succede quando un camion ti colpisce a centottanta chilomentri orari, separandoti per sempre dal tuo corpo di mortale?

E l'anima?

Dopo la morte, ancora un viaggio.

Un viaggio per morire, e rinascere, purificati.

Note dell'autrice/autore: Non mi piace. Non mi piace affatto. È una shottina piccola e senza un vero senso, alla fine. Mi è venuta fuori una roba contorta che non mi convice neppure un po'... ma vabbè.

Lasciamo stare, va.

Mi affido alla clemenza della corte, ovvero della giudicia, che mi releghi in basso nella graduatoria come più le piaccia ^-^

Intanto, “buona” lettura.

Virginia.

 

 

Limbo

 

 

Morire.

Chiudere gli occhi al mondo.

Andarsene.

Ricongiungersi a Dio.

Lasciare le proprie spoglie mortali.

 

Quanti aggettivi conosce l'uomo per indicare una stessa piccola cosa, una stessa situazione?

In quanti modi cerchiamo di definire, concretizzare la morte, per renderla meno spaventosa, meno immensa e meno per sempre di come non sia in realtà?

 

 

Mentre muoio, io, Eli Caporelli, ventidue anni appena finiti, italoamericano ateo e relativamente solo al mondo, non riesco a ricordarmene neppure uno.

 

 

Parliamo di Cristianesimo.

Oh, cielo. Due miliardi di seguaci fedeli in tutto il globo, pronti a farsi rabbonire dalle parole di qualche sacerdote deviato e dal loro degno gran capoccio, conviti di miracoli, acqua santa e pesci molteplicati.

Paradiso. Inferno.

Beatitudine eterna o eterna dannazione? Bravo ragazzo o cattivo ragazzo?

Mentre ancora mi interrogo, un'eco lontana, forse dai bei tempi della scuola, mi raggiunge.

 

Dante, gli ignavi –

 

Coloro che in vita non presero decisioni, non si schierarono in nessuna questione, relegati nell'antiferno, snobbati persino dai dannati stessi.

 

Sono davvero così? È faticoso pensarci, qui, steso sul marciapiede, con la guancia destra posata sull'asfalto duro e sassoso e gli occhi che pian piano si appannano, senza che possa sbatterli.

Vorrei solo potermi addormentare, scivolare nell'incoscienza, cullato nel bel mezzo dell'Isolotto della Pace che la Morte deve essere, almeno per un po'.

 

Una voce interiore mi avverte, scegli. Preme, piena di concitazione.

 

Faticosamente, ritorno al mio ragionamento. Dov'ero rimasto? Non può solo smettere di essere tutto così confuso?

Rincorro il filo della ragione, come una sarta con un gomitolo di lana.

 

Filo di Arianna –

 

Il mio cervello si collega ad istanti, sempre meno attento.

Eccolo. Ecco il mio filo.

 

No. Non fa per me; giungo infine alla mia conclusione.

Non mi hanno mai fatto né caldo né freddo i bellissimi ed alati angeli androgini o i santi con aureola e uccellini al seguito.

No. Non è questo.

 

Muoio, diretto forse ovunque o forse da nessuna parte.

 

Nessun Inferno cristiano mi aspetta, comunque.

 

 

Buddha.

Forse sono gli induisti quelli giusti per me, lo shintoismo o roba del genere.

Reincarnato in altro animale, oppure in una pianta... a seconda di ciò che il Karma ha deciso per te.

Ci penso per un poco, attingendo a fonti di energia che non credevo potessi ancora trovare dentro me.

 

 

Non capisco il perché di questa concitazione, di questa mia smania finale, alla disperata ricerca di un credo.

Non mi hai mai spaventato nulla, non mi hai mai neppure sfiorato l'idea di una vita post mortem.

Perché allora adesso annaspo, cercando una via d'uscita, un appiglio in una religione in cui non ho mai creduto?

 

Nessuno mi risponde, è solo più buio.

Le mie domande, le mie convinzioni, cadono nel silenzio, mentre intorno a me tutto diventa senza forma.

 

Stanco –

 

Sono stanco, stanco, stanco.

Stanco morto, si dice.

Mi viene da ridere, non è paradossale?

 

Smetto di ascoltare, lascio andare anche il più piccolo degli appigli che ancora mi tengono agganciato alla vita.

Smetto di pensare, è faticoso, troppo faticoso. No ho trovato nulla dentro di me, solo buio, e un po' mi spaventa.

Non ho nessuno.

 

Mentre muoio, sono solo.

Nessun Dio mi aspetta, nessuna Reincarnazione per me.

Solo buio.

 

Smetto di respirare.

 

 

 

Buio.

Nulla –

 

La mia unica convinzione si è rivelata inesatta, come tante altre del mio passato.

Non c'è luce, nel posto dove sto andando.

È una sensazione strana, come un cavo che mi tira dal bassoventre... sto davvero ascendendo al cielo? È tutto così vuoto e nero, qui.

 

Dove? –

 

Continuo la mia ascesa, lento.

Non conosco la mia direzione, forse verso l'alto, come immagino, forse verso il basso.

Magari, Belzebù e Dio in persona si stanno giocando a tiro alla fune la mia anima immortale, attraverso una grossa corda attaccata alla mia pancia, o la zona dove nel Prima credo fosse posizionato un tempo il mio ventre.

Spero solo che non mi facciano a pezzi, non voglio provare dolore di nuovo, dolore in questo nero.

Il nero non è il colore giusto in cui soffrire.

Se proprio deve essere questo ciò che che mi spetta, in quanto peccatore senza fede, allora voglio patire circondato da colori sgargianti.

Magari giallo, o azzurro, o rosso corallo.

 

Ma credo?

Sono morto, defunto, e questo è il Dopo?

 

Mi viene da ridere, anche se, ovviamente, non posso farlo.

Non ho bocca, non braccia. Non ho nulla. Forse sono solo una pallina di coscienza, un brandello dell'uomo che ero prima, rimasto vivo chissà come dopo uno scontro a centosessanta chilometri orari contro quel dannato camion.

Non so come faccia a sapere l'esatta velocità, in effetti.

So solo che nel momento in cui vi ho pensato, qualcuno o qualcosa mi ha come soffiato vicino un'immagine, vividissima e terribile.

La scaccio via, non mi interessa sapere il nome del mio assassino.
 

Sono morto, questo è certo. Nella visione, non ho visto nessuna ambulanza per me, ancora riverso a terra e con lo sguardo fisso perso sul marciapiede inzozzato del mio sangue, ma solo un vago ed etero fumo, che brilla sopra la mia testa come un fantsma protettore.

 

Angelo –

 

Qualcosa o qualcuno mi soffia quella parola vicina, la faccio mia.

Per un attimo, mi sento meno vuoto, più me, per un ultimo disperato secondo. Cerco di dire qualcosa, mi tendo, nello sforzo.

Ma la mia voce non ha più suono, ormai, non ho più bocca con cui pronunciare le piccole frasi che ancora spuntano in me, come bolle d'aria che scoppiano.

Ho dimenticato come si fa a parlare, mi pare superfluo, qui.

 

Sono solo, nel buio.

 

E io che mi ero sempre immaginato nuvolette, luce e cori di bimbi angelo dai capelli d'oro...

 

Continuo la mia ascesa-discesa nel silenzio.

Qualunque essere mi fosse stato vicino, mentre sbirciavo per un'ultima volta nel mondo a cui ero appartenuto, se ne è andato.


Sono di nuovo solo, e stanco. Se potessi anche solo un momento riposare...

 

Sento cedere qualcosa dentro di me, come se mi tagliassero, come se una parte del mio essere fosse portata lontano da me. È orribile, ma non posso gridare, e rimango impotente ad assistere alla mia distruzione.

 

È l'atto finale.

 

Con un ultimo strattone, sono spezzato, annullato.

 

Il nero mi riempie, eliminandomi definitivamente.

 

 

 

 

Un grido si staglia nel Nulla.

È il primo rumore che sentiamo da giorni, da ore, forse da mesi o da anni, forse solo da pochi secondi. Forse si ripete, e siamo noi che ce ne scordiamo tutte le volte.

Non possiamo saperlo. Qui tutto è incolore ed uguale, tutto è privo di significato.

Un limbo, lo avrebbe definito il mio vecchio proprietario; ma qui, anche quella parola è solo un suono come un altro, senza un senso preciso.

Qui è il Nulla, e basta.

Il luogo dove aspettiamo il nostro turno, riposando, purificandoci, rinnovandoci, cancellando ciò che è vecchio, ciò che ormai è passato.

 

Aspettiamo il Momento: ed ecco, è arrivato.

 

 

Mi faccio avanti o – insomma – mi sposto nel nero, nel Nulla, guidato dall'istinto, dal vago ricordo di antecedenti viaggi, nebulosi e ormai privi di significato. Ma non serve, so qual è la via.

 

Vai –

 

Vado.

 

 

 

Lo strappo è istantaneo, velocissimo, doloroso e traumatizzante.

Esco dal nero, dal Nulla, dove tutto è pace, dove tutto è riposo, caldo ed intimità, per entrare nel Mondo, separandomi dal resto di noi.

Nel nostro muto modo di comunicare, mi augurano buona fortuna, piangendomi ed incitandomi.

Forse, ci ritroveremo laggiù, un giorno... ma è raro, siamo tanti, troppi. Forse non ritroverò mai nessuno di coloro che hanno aspettato con me.

 

Ci lasciamo, con la promessa di ritornare assieme, un giorno.

 

 

Esco, espulso dal Nulla con inaudita violenza.

Grido.

Grido di dolore.

Un'esplosione di colori e rumori mi avvolge, soffocandomi.

 

Qualcuno – o qualcosa – mi stringe a sé all'improvviso, dolcemente, facendomi illudere di essere tornato lassù, nel Tutto e nel Nulla. Un rumore soave mi raggiunge, tranquillizzandomi istantaneamente.

 

Canto, ninnananna –

 

Le parole sorgono spontanee, di nuovo, come se ci fossero sempre state. Sono libere, libere di esere gridate, finalmente.

Mi sembra di non averlo mai fatto, di non averlo mai fatto abbastanza.

Grido, di gioia.

 

 

Sono nato, infine.

 

Sono nato, di nuovo.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice
Bene bene.
Questa shot - che reputavo e reputo nulla di speciale - è riuscita nella meravigliosa impresa di giungere prima al bellissimo contest indetto da CassandraClare (wingardium qui su EFP ==> http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=139740) "After Death".
Ovviamente, lo scopo del contest era quello di raccontare cosa succede nel Dopo, dopo la morte, insomma... ed è venuto fuori ciò. Sono un'atea convinta, di quelle che no, non credono in Paradiso, angioletti e diavoli dagli zoccoli bifurcuti... credo però nel Karma, e nel Destino, e nella reincarnazione, in un certo senso. Quindi, quello che ho raccontato, i pensieri del mio Eli, non sono altro che i miei. Sì, gente, vi siete appena fatti un interessante (?) tour operator nelle pieghe recondite e nascoste del cervellaccio della Vi. Posso capire l'emozione >-<
Comunque.
Grazie. Grazie a chi mi ha letto ed è arrivato fin qui... spero che abbia voglia di lasciarmi anche solo un piccolo pensierino, mi farebbe tanto, tanto piacere...
E grazie, ovviamente, alla Giudicia, Cassandra, che mi ha reso felice come un bimbo in un negozio di caramelle :D
Vi lascio al suo giudizio!
Un bacio, Virginia.







Prima classificata:

Virgyblackina

 

Wow, per ora riesco a dire solo questo.

Be’, passiamo alla grammatica, va.

 

[No ho trovato nulla dentro di me, solo buio...] Penso tu intendessi. “Non ho...”. (-0.1)

[La mia unica convinzione si è rivelata inasatta, come tante altre del mio passato...] Qui c’è un errore di ortografia, inasatta invece di inesatta. (-0.1)

[...rimasto vivo chissà_come dopo uno scontro a centosessanta chilometri orari.] Qui manca uno spazio tra chissà e come.

[Ma non serve, so qual'è la via.] Qual è va scritto senza apostrofo, perché c’è troncamento e non elisione, la parola qual. (-0.1)

 

Ok, passiamo allo stile.

*sospira*

Come ti permetti a chiamare questa storia shottina?

Mi è piaciuta un sacco, sia per lo stile che hai utilizzato, sia per la scelta del lessico, secondo me molto mirata e mai generalizzata.

Le frasi corte, spezzate, che caratterizzano a tratti il tuo scritto, secondo me hanno reso benissimo le sensazioni che penso tu abbia voluto trasmettere, accostate, invece, a periodi più lunghi e relativamente complessi. In altri contest sinceramente mi hanno rimproverato questa scelta, ma non mi sento proprio di farlo anche a te, perché mi è piaciuta, mi è sembrata adatta e per niente disomogenea.

Non penso che tu abbia fatto un brutto lavoro, anzi, essendo atea questo ragionamento religioso pre-morte l’ho gradito molto e, volevo chederti, siccome quest’idea del ragazzo che viene investito e muore mi ha ispirato - eh già, viva l’originalità - mi chiedevo: posso scriverci qualcosa anch’io?

Puoi pure rispondermi di no, mi farò fulminare in altra maniera.

La parte che mi è piaciuta è quella dell’attesa con le altre anime, poi non parliamo delle ultime frasi, hai reso benissimo il concetto della ri-nascita.

Complimenti!

 

 

Grammatica/Ortografia: 9,7/10

Stile: 10/10

Originalità: 10/10

Gradimento personale: 10/10

Totale: 39,7/40

 













   
 
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