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Autore: runningafteryou    15/01/2012    20 recensioni
Quante volte se n'era andato dopo una litigata?
Tutte le volte.
Quante volte era tornato?
Tutte le volte.
Quante volte le aveva chiesto scusa?
Tutte le volte.
Quante volte, arrabbiata, si era ripetuta che non l'avrebbe più perdonato e accolto tra le sue braccia?
Tutte le volte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come se fosse facile.

Like fire and rain
you can drive me insane
but I can't stay mad at you
for everything.

Lola se ne stava sul davanzale della finestra, a rimuginare sulla sua situazione sentimentale. Nei vent'anni di vita che aveva, gli ultimi tre erano stati quelli più turbolenti, ma tuttavia meravigliosi, che aveva vissuto. La sua solita routine era stata sconvolta da un ragazzo che -nella biblioteca della scuola- sfortunatamente aveva distrutto il suo nuovissimo portatile, comprato con i propri risparmi, versandoci sopra dello schifosissimo caffè nero.
Con una faccia piuttosto indifferente, si era scusato, ma lei aveva dato comunque in escandescenza, visto che era una dannatissima testa calda.
E da lì avevano cominciato a litigare ogni santo giorno, in aula, in mensa, davanti a tutta la scuola, alle feste, davanti al preside, persino il giorno del diploma.
Lo stesso giorno in cui, durante l'ennesima litigata sul retro della scuola, lui si era pericolosamente avvicinato e bruscamente aveva posato le labbra sulle sue. E nonostante ogni sua cellula le urlasse di mollargli uno schiaffo dritto in viso, l'unica cosa che aveva fatto era stata avvinghiarsi a lui quanto poteva, baciarlo con tutta la forza che aveva e con la passione malsana che aveva accumulato nei suoi confronti.
Fermò i ricordi che in quel momento stavano affollando la sua testa inconsciamente, sbattendo ritmicamente il capo sulla finestra fredda.
La giornata piovosa di Londra non aiutava certo il suo stato d'animo malinconico: erano le sei del pomeriggio e sembravano le tre di notte, per quanto era buio; il temporale che da tutto il giorno stava imperversando, sembrava si fosse scatenato ancor di più, e la pioggia picchiettava fastidiosamente sulla finestra, facendo scattare ogni sua cellula nervosa.
Perché dovevano sempre litigare? Perché? Era stufa anche lei. Nonostante stessero insieme da ormai tre anni, erano rimaste le solite teste calde, i soliti due deficienti impulsivi e cretini che si urlavano contro i peggiori insulti esistenti sulla faccia della terra.
Eppure quella volta la lite era scattata per una stronzata, veramente: lei aveva solamente suggerito a Zayn di smettere di fumare così tanto, perché gli faceva solo che male.
E lui si era alzato, furioso, dalla sedia e aveva cominciato ad urlarle contro.
"La devi piantare di giudicarmi, okay? Mi hai stancato" e lei non era minimamente capace a stare zitta, non era una di quelle persone che riusciva a essere calma, no.
"Ma sei coglione? Lo dico per te, stupido. Se vuoi morire tra dieci anni, fai pure, non mi interessa" aveva detto, voltandosi e facendo per salire in camera, probabilmente a piangere anche l'ultima lacrima che avesse in corpo. Era così, si mostrava forte e intoccabile fuori, ma dentro era debole e si spezzava ad ogni parola.
Ma lui le era corso dietro, afferrandola violentemente per un polso e girandola verso il suo corpo.
"E così non ti interessa eh? Fantastico, allora non c'è motivo per cui io resti qui" aveva ribadito lui, dirigendosi verso l'entrata, aprendo lo stanzino vicino alla porta, afferrando la sua giacca e andandosene, sbattendo la porta arrabbiato.
Ripensandoci, si toccò il polso e poi raccolse con il dorso della mano una lacrima che le era scesa. Sapeva che fosse semplicemente nervoso per un esame, e sapeva che principalmente era per quello se si stava ammazzando i polmoni di nicotina, ma lei l'aveva detto solo per il suo bene, non per giudicarlo. E lui questo avrebbe dovuto saperlo, dannazione.
Lei non avrebbe mai potuto giudicare un meraviglioso ragazzo come lui. Perché nonostante quella stupida corazza che aveva, in realtà era diventato un uomo di una dolcezza inaudita, fin troppo protettivo e attento, intelligente come pochi.
Quante volte se n'era andato dopo una litigata?
Tutte le volte.
Quante volte era tornato?
Tutte le volte.
Quante volte le aveva chiesto scusa?
Tutte le volte.
Quante volte, arrabbiata, si era ripetuta che non l'avrebbe più perdonato e accolto tra le sue braccia?
Tutte le volte.
Quante volte invece si era ritrovata a guardare il suo viso da cane bastonato e a baciarlo conseguentemente con foga?
Tutte le volte.
Come se fosse facile, d'altronde, riuscire a rimanere impassibili davanti agli occhi ambrati di Zayn Malik, quell'oro liquido estremamente ipnotizzante che la mandavano in tilt ogni santa volta.
Come se fosse facile, dimenticare tutte le cose che aveva fatto per lei.
Come se fosse facile, zittire il battito troppo veloce del suo cuore innamorato.
Come se fosse facile, reprimere le lacrime di gioia nel vederlo tornare, nonostante fosse con la coda tra le gambe.
Come se fosse facile, bloccare quel sentimento devastante che le impediva di respirare e le occludeva la gola.
Come se fosse facile, smettere di amarlo.
Scese dal davanzale, asciugandosi l'ennesima e solitaria lacrima, e si incamminò verso la cucina, al buio; l'unica luce era quella della luna che stranamente si vedeva, pur con la pioggia.
Arrivò al frigo e aprendolo, ne tirò fuori una bottiglia d'acqua: la sua non era neanche sete, ma solo voglia di fare qualcosa. Probabilmente avrebbe passato la nottata in bianco, ad aspettarlo, come faceva sempre.
Udì un rumore, rimase in ascolto per due secondi e poi scrollò le spalle: era solo la pioggia. Poi il rumore si ripetè, più forte e stavolta spalancò gli occhi. Corse ad accendere le luci della cucina, ma qualcosa le bloccò il polso. Emise un urlo che avrebbero potuto sentire perfino in Cambogia, prima di scorgere tra i raggi di luce che filtravano la mascella contratta di Zayn. La conosceva troppo bene. Immediatamente si rilassò, chiedendosi come avesse fatto a non sentirlo prima. Lui lasciò la presa sul suo polso, scendendo delicatamente verso la sua mano e incrociando teneramente le dita di Lola con le sue; prese poi l'altra mano, facendo gli stessi passaggi.
Quando appoggiò la fronte alla sua, Lola potè notare che fosse completamente bagnato: probabilmente era stato sotto la pioggia tutto il tempo, così come piaceva a lui.
"Mi dispiace" disse, sospirando e inspirando il forte odore di vaniglia della ragazza. Della sua ragazza.
Non provò neanche a baciarla, sapeva che in quel momento non se lo meritava, sapeva che voleva solamente farsi perdonare, sapeva che le aveva risposto male, sapeva che aveva sbagliato e sapeva di averla ferita.
Ma sapeva anche di amarla, con tutto se stesso, e sapeva che lei era l'unica cosa che non voleva lasciarsi sfuggire in quella vita.
Sapeva che lei era la sola motivazione per cui andava avanti, la sola cosa che meritava di essere vissuta a fondo.
"Lo so" rispose lei, accennando un sorriso. Era così bello sentirlo di nuovo vicino, respirare il suo profumo, a cui si aggiungeva un lieve sentore di tabacco.
"Perché finisce sempre così? Perché non siamo capaci di non litigare?" chiese, esasperata.
"Perché siamo due teste calde, perché l'essere opposti è l'unica fottuta cosa che ci tiene uniti, che ci fa vivere momento per momento e che ci fa amare l'un l'altra. E' l'unica cosa che ci permette di non stancarci, è l'unica cosa che ci permette di rincorrerci sempre, nonostante litighiamo per stronzate catastrofiche" rispose Zayn, stringendole le mani.
"Non puoi pensare che davvero non mi interessi di te Zayn, sarebbe un'apocalittica boiata" esclamò Lola.
"Lo so. So che lo hai detto per il mio bene, lo so Lola, e mi dispiace, credimi" si scusò, di nuovo. Lei sorrise. Zayn lasciò le sue mani e la mora per un momento si sentì vuota, come se mancasse un pezzo di se stessa. In che diavolo di trappola era caduta con Zayn? Era così indispensabile per lei che sentirlo lontanto era distruttivo.
Lui invece agganciò le sue braccia ai fianchi della ragazza, stringendola in una morsa a dir poco soffocante.
"Ti amo" sussurrò la ragazza. Zayn sorrise sulla sua spalla, accarezzandole i capelli.
"Anche io" stettero così per interminabili minuti, finché Zayn non ricordò una cosa.
"Ti ricordi cosa ti dissi il giorno in cui ti baciai sul retro della scuola, il giorno del nostro primo bacio?" lei rise. Non avrebbe potuto mai dimenticarlo.
"Non innamorarti di me, Lola. Non farlo." citò il ragazzo, sorridendo. Lei passò una mano tra i suoi capelli, lasciandogli un bacio sulla fronte e poi poggiando la sua sulla stessa.
"Come se fosse facile, non innamorarsi di te, Malik".

Panda's Corner.


Ciao peeeeeeeople.
Allora, non so quale sia il senso logico di questa OS,
so solo che volevo scriverla da un po' di tempo
e volevo scrivere qualcosa senza impegno
che non avesse niente a che vedere con le mie long.
Qualcosa per staccarmi dal mondo di Lee e Liam, o da Faye e Zayn,
o da Nora e tutti e cinque gli One Direction.
(Chi conosce le mie fan fiction, sa di cosa parlo. HAHAHAHAHAHHA).
In ogni caso, ho cambiato nickname, non sono più pleasestay,
ma itsandreea. #capitanovvio.
Spero che vi sia piaciuta, perché io ho amato scriverla.
Niente, spero di vedere qualche recensione çWWWWç
Tanto amore a tutte, grazie perché mi seguite sempre
nelle mie long, vi amo.
Andreea

  
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