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Autore: ellephedre    15/01/2012    18 recensioni
"A Mamoru piace parlarmi con dedizione degli argomenti che lo incuriosiscono. E poi... si addormenta sul divano!"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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mamoaddormentato
Si addormenta sul divano!

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.


"A Mamoru piace parlarmi con dedizione degli argomenti che lo incuriosiscono. E poi... si addormenta sul divano!"
(Usagi nel film della terza serie, parlando a Luna di Mamoru)



«Mamo-chan?»
Usagi guardò il libro aperto sulle ginocchia piegate e deglutì.
Comprendeva l'entusiasmo di lui per l'argomento, sul serio: era favoloso che tante persone potessero salvarsi con un cuore nuovo, era rivoluzionario, magnifico! Però le immagini degi interventi a lei rimescolavano lo stomaco. Sul tavolo operatorio non riusciva a vedere una persona che veniva curata, ma un quadrato di tela aperto attraverso cui sbucavano le interiora di un pezzo di carne posato su un piano da macellazione, con decine di dita pronte a squartarlo in due. Bleah.
Aveva sbagliato ad insistere per guardare, ecco dove l'aveva portata fingersi coraggiosa.
«Mamo-chan?» Doveva passargli il libro e dimenticarsene. Tra loro due solo lui aveva il fegato per diventare medico, a lei la vista di tutto quel sangue dava alla... «Mamo-chan!»
Un minuscolo sobbalzo la portò a voltare la testa.
Seduto sul divano accanto a lei, Mamoru teneva il mento appoggiato contro il palmo della mano, gli occhi chiusi.
«Mamo-chan?» azzardò incredula.
Lui rimase immobile, il corpo scosso solamente da un lievissimo ondeggiare, aria che entrava nei suoi polmoni attraverso la bocca per uscire piano dal naso.
Si era addormentato!
Mamo-chan! pensò di gridare.
La fermò un tremito delle palpebre di lui. Mamoru iniziò a precipitare piano di lato, contro il divano.
Usagi interruppe all'ultimo istante un disperato tentativo di salvataggio: Mamoru cascò dolcemente con la testa sullo schienale, rimanendo addormentato.
Fiuu.
Macché! si rimproverò da sola. Non era possibile che lui si addormentasse così alle cinque del pomeriggio, mentre stava con lei! La riteneva tanto noiosa?
«Mamo-chan» gli disse a bassa voce, determinata.
Lui continuò imperterrito a riposare.
Si avvicinò al suo viso. «Mamo-chan.»
Niente.
Soffiò forte contro il suo naso: ottenne come unico effetto quello di far vibrare le sue ciglia.
Le scappò da ridere.
Non lo svegliavano nemmeno i cannoni, avrebbe potuto prenderlo in giro in eterno!
Iniziò ad accumulare aria per un urlo da primato, ma la testa nera di lui, posata senza difese sullo schienale, la fece sentire una bambina vendicativa.
Mamoru si era addormentato all'improvviso, possibile che fosse così stremato?
«Come mai?» gli sussurrò contro i capelli.
Sistemò la testa accanto alla sua e provò a soffocare l'infelicità.
«Non ti stavo annoiando...» mormorò. «Vero?»
Il viso di lui si distese. Gli angoli delle sue labbra, sereni, si sollevarono impercettibilmente verso l'alto.
La stava prendendo in giro!
«Mamo-chan» lo affrontò.
Lui piegò la testa verso il soffitto, aprendo di un altro centimetro la bocca. Con un profondo sospiro, il suo corpo si abbandonò al riposo assoluto.
Se non stava sognando, poco ci mancava.
Oh.
Allora non si trattava di lei.
«Eri stanchissimo» capì, notando per la prima volta l'ombra grigia sotto i suoi occhi chiusi.
Lui le offrì di nuovo un sorriso dormiente.
Iniziò a venirle un sospetto.
«Mamo-chan» gli disse.
La fiducia di lui si allargò.
Oh!
Sorrideva quando la sentiva parlare!
Si riempì di tenerezza. Stai sognando me?
Represse l'istinto di stritolarlo tra le braccia e provò a essere realista: no, Mamoru sognava sicuramente di innovazioni chirurgiche, vaccini miracolosi, bambini malati che uscivano dagli ospedali.
In quei sogni lei era solo d'accompagnamento. Per lui era una mano da tenere, una persona a cui poteva mostrare tutto ciò che desiderava.
Come accadeva nella realtà, si rese conto.
Il suo Mamo-chan si era animato in maniera deliziosa mentre le raccontava di quanto era cambiato il mondo da quando la medicina aveva iniziato ad operare miracoli sulla gente. Aveva agitato le mani in aria - lui che le muoveva raramente mentre parlava - e non era riuscito a rimanere fermo sul divano: si era seduto, alzato, appoggiato sulle ginocchia tese. Si era rannicchiato tentando di concentrarsi e poi era scattato in piedi, a prendere dalla sua libreria i tomi necessari a farle vedere. A farle capire.
Sarai un grandissimo medico.
Avvicinò le mani alla sua testa e gli sfiorò la punta dei capelli neri, lasciandoli scorrere sui polpastrelli.
La fortuna di stare con lui a volte la inondava con violenza.
Non sarebbe mai stata alla sua altezza, poteva solo sognarsi di diventare altrettanto intelligente, caparbia anche solo la metà di lui. In un futuro lontano - chissà come - sarebbe diventata una sovrana, ma fino ad allora sarebbe rimasta Usagi Tsukino, una ragazza che aveva poco da offrire alla vasta mente del suo fidanzato.
Mamoru le aveva detto che dalla sua aveva un gran cuore.
L'amava per questo, sembrava.
L'amava e basta, insisteva a ricordarsi lei di tanto in tanto, per farsi coraggio.
Perché tra loro le cose andassero sempre bene, lei doveva solo amarlo di più e stargli vicino. Era capace di farlo sorridere nel sonno, in fondo: l'anima di Mamo-chan era per sempre sua.
Si tirò su e piegò la testa su di lui, dall'alto. «Mamo-chan.»
Il minuscolo sorriso la salutò puntuale.
Lei lo sfiorò con la bocca sulla curva ad arco delle labbra.
Riaprì gli occhi su quelli svegli di Mamoru.
Ops.
Lui aggrottò la fronte. «... dormivo?»
«Ehm... sì.»
«Scusa» bofonchiò lui, mettendosi dritto. Si massaggiò forte le palpebre. «... Ho dormito tanto?»
Lo pensava davvero? «Solo cinque minuti.» Meno, sorrise.
«... sembrava di più.»
«Sono una bella ninna nanna io.»
L'espressione colpevole di Mamoru la mise sull'attenti.
«No! Non volevo dire che- Ero solo...» Rise e gli si sedette accanto. «Mi è piaciuto vederti dormire, veramente.» Lui aveva abbandonato ogni difesa nel mostrarsi tanto vulnerabile in sua presenza.
«Hmm... sì. La prossima volta però cercherò di non farlo.»
«Se dormi, a me non dà fastidio.» Era sincera.
A lui uscì un sorriso sghembo, da Mamo-chan sveglio. «Devo proteggermi dalle tue grinfie. Cosa stavi facendo prima?»
Ah, arrossì. «Beh... rubavo un bacetto.»
«Sei senza vergogna, Usako.»
E lui era un fidanzato cattivo! «Sei tu che non me ne dai abbastanza!» Saltò in piedi e cercò la cartella in giro per il salotto.
«Vai a casa? Già, sono le cinque.»
Purtroppo. «Ho tanti compiti da fare oggi.» Se ne sarebbe dimenticata volentieri per stare con lui, ma era tutto un circolo: come poteva sperare in un bel futuro per loro due se non si metteva a studiare per ottenere almeno un punteggio di settanta ai test? Sessanta, si corresse subito. Una povera ragazza doveva pure darsi un poco di tregua.
Trovata la cartella, si diresse alla porta.
Mamoru la accompagnò tranquillo. «Buono studio.»
«Grazie.» Crudele!
Terminò di mettere le scarpe.
Quando si girò verso di lui, lo trovò che sorrideva divertito.
«La prossima volta non mi addormento, scusa ancora.» Si abbassò a darle un bacio sulla guancia.
Lei gliela offrì con un sospiro. Ottenuto il bacetto amichevole, lo fissò supplicante.
Mamoru non aveva smesso di sorridere. «Guarda che te lo do comunque.»
«Allora perché mi torturi?»
«Mi diverte.» La baciò sulle labbra piano, una volta. Indugiò sul contatto prima di allontanarsi. «Tu sei molto paziente, grazie.»
Lei esplose di felicità. «Studierò tantissimo.» 
«Okay.»
«Vedrai Mamo-chan!» Spalancò la porta.
«Va bene, ciao.»
«Ciao!»
L'ultima cosa che vide, scappando via, fu Mamoru in controluce che la salutava con una mano alzata a metà, pacato nella sua contentezza.
Per te diventerò un genio!
O una grande regina! rise tra sé, nella strada verso casa.

FINE



NdA - la frase di Usagi che mi ha ispirato, quella che ho riportato all'inizio della storia, aveva sempre incuriosito me. Sono contenta di essere riuscita a tirarne fuori una piccola storia :)
Cosa ne pensate?


ellephedre




   
 
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