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Autore: shining leviathan    15/01/2012    3 recensioni
una raccolta di flashfic dedicate a Genesis ed Angeal. Dalla loro infanzia e oltre..
Dal capitolo quattordici: “ Mi chiamo Genesis” continuò il rosso imperturbabile “ Tu sei Sayuri, non è vero?”
Lei non rispose.
“È un bel nome”
Lei non rispose.
“ Non voglio farti del male” Genesis sorrise, ma il suo sorriso assunse un tono involontariamente ironico, irritato dall’indifferenza nei suoi confronti. Sayuri non rispose nemmeno stavolta.
Si alzò, lentamente, e altrettanto lentamente sparì dietro il paravento decorato che divideva le camere.
Genesis rimase inginocchiato, osservando l’airone di stoffa abbandonato sul tatami. Assottigliò le palpebre.
Cosa pensavano di ottenere?
Sbuffò.
Forse aveva sempre sottovalutato l’orgoglio di quei selvaggi.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angeal Hewley, Genesis Rhapsodos
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Scusate, non ho saputo resistere! ^^

 

 

Aria, mare, sabbia e sole.

Troppe cose tutte assieme per poter sperare in una vacanza col loro stipendio di Second Class. Lui ed Angeal non ricordavano di aver avuto una licenza pagata da quando erano entrati in Soldier, eppure le preghiere e una buona dose di straordinari avevano reso questo sogno una realtà ben definita.

Costa del Sol, tre parole che tutti avrebbero voluto sentirsi dire dal proprio capo. E che nessun superiore voleva pronunciare, non davanti a qualcuno come Genesis Raphsodos troppo facile agli entusiasmi e ai – Grazie!!- urlati nelle orecchie.

“ Riesci a crederci, Angeal?” chiese Genesis per la milionesima volta. Si guardò attorno, beandosi del calore e l’azzurro accecante del cielo, e saltellò come un bambino “ Costa del Sol!”

“ Guarda che ho capito.” Non che lo ascoltasse, impegnato com’era a sistemare i lacci del costume. Gli era piaciuto subito quel modello, ma camminando si era accorto che gli stava un filino largo.

E perdere il costume sul vivissimo corso principale sarebbe stato imbarazzante anche per un libertino quale era Genesis.

“ Smettila di smanettare la in basso!”

“ Shhh, chiudi quella bocca. La gente potrebbe capire male.” Esclamò Angeal diventando rosso. L’amico però aveva trovato già una valida distrazione.

Due bellezze in bikini a ore due, si disse studiando il movimento ancheggiante dei loro fondoschiena, finché non raggiunsero la piccola piscina dell’albergo.

“ Si va a beccare.” Mormorò prendendo Angeal per il braccio, trascinandolo sordo alle sue proteste – tienimi fuori dalle tue conquiste!-  e sentendolo così indisposto gli lanciò uno sguardo obliquo. “ Quand’è che ti troverai una ragazza?” domandò piccato “ Hai diciott’anni, ormai.”

“ Chi ti dice che non ho una ragazza?” sbottò di rimando “ Solo perché non condivido i tuoi gusti non significa che…”

“ Sì, sì.” Lo liquidò irritato “ Ora zitto e tieni il petto in fuori.” E lo spinse verso le sdraio vuote, lanciando anche il borsone da spiaggia. Si sfregò le mani, analizzando attentamente le prede: un po’ mature forse, ma perlomeno più aperte a incontri interessanti, una per ciascuno. Perfetto.

“ Genesis!”

Ignorò palesemente l’insofferenza nella voce di Angeal “ Devi fare così.” Lo interruppe “ Vai al trampolino e tuffati nel modo più figo possibile…”

“ Che sarebbe?” inarcò un sopracciglio, e Genesis riprese a spingerlo per faro passare davanti alle donne “ Ehi!”

“ E che ne so! Tuffati e basta, ma non farle capire che vuoi fare colpo su di loro, non camminare da papera come tu solito…”

“ Non cammino da papera” urlò.

“ Shhh, e non metterti a parlare di onore. Bastano già i loro mariti a farlo.”

“ Mariti?” chiese sgomento.

“ Vai!”

“ Aspetta! Il costume…”

“ Il costume va bene!” lo rassicurò irritato “ E ora muovi le chiappe. Vuoi rimanere scapolo a vita?”

Angeal capì che Genesis non l’avrebbe lasciato in pace. Lo guardò mentre si buttava a bomba schizzando due vecchiette a bordo piscina, e sospirò. Le donne a cui Genesis puntava parevano più interessate a chiacchierare tra loro, ridacchiando ogni tanto e sistemandosi il reggiseno troppo piccolo su seni palesemente rifatti.

Deglutì, distogliendo lo sguardo. Accennò un passo, poi riprese fiducia e andò al trampolino. Il costume continuava a scivolare, dannazione!

Ma forse avrebbe retto.

Genesis stava ad occhi chiusi, e quando sentì il tonfo aprì gli occhi soddisfatto. Quella cagnara di spruzzi e onde causate dal corpo di Angeal lo investì, e notò che le due avevano smesso di ignorare ciò che accadeva intorno a loro. Col volto a mezz’acqua, un qualcosa di solido gli passò vicino agli occhi.

Un costume?

Alla scaletta, Angeal stava uscendo dall’acqua. Scosse la testa e le goccioline volarono nell’aria, ma un putiferio strisciante gli scivolò fastidiosamente nelle orecchie, Genesis stava urlando qualcosa, ma aveva i timpani invasi dall’acqua e poi una delle ragazze si era voltata verso di lui.

Alzò gli occhiali da sole, studiando attentamente Angeal. Eppure l’interesse pareva focalizzato verso il basso, chissà come mai. Gli sorrise, dopo mezzo minuto, e tornò seria.

“ Sono single.” Disse lanciandole un’occhiata inequivocabile. Quando anche l’amica sogghignò maliziosa, una strana consapevolezza lo colpì.

Si guardò.

“ Angeal, il costume!!”

Porca!

 

 

 

Chiedo ancora scusa! Ma dovevo ^^

  
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