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Autore: GianAuror     15/01/2012    7 recensioni
Perchè non passava giorno a Hogwarts senza che un battibecco tra i due avesse luogo, e solo nei casi più fortunati questo terminava prima di un quarto d'ora.
Se i due avevano un'ora buca o due, be' la discussione poteva protrarsi anche per tutta la loro durata e se era una cosa importante e la cena interrompeva non era da escludersi un proseguirsi del teatrino anche dopocena. Perchè nessuno dei due avrebbe mai lasciato volontariamente la famosa ultima parola all'altro e quindi bisognava continuare all'infinito, come un cane che si morde la coda, finchè Albus non si metteva prepotentemente in mezzo, mettendo la parola fine agli strilli e gli insulti.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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RINASCI ALL'AMORE
 
Le canzoni che ho scelto sono entrambe prese dal cartone  della dreamworks "Giuseppe il Re dei sogni " e le trovate qua http://www.youtube.com/watch?v=3a8aPC9qKZk

 
Villa Malfoy aveva perso quell'aura di malvagità e oscurità che l'avevano caratterizzata durante gli anni della seconda guerra magica: chi fosse passato nei paraggi in quel tempo avrebbe sicuramente visto la densa coltre di nubi che si ispessiva a macchia d'olio sopra quel maniero scuro e freddo. Avrebbe notato il muschio e i rampicanti che senza pietà si insinuavano tra le fessure di un mattone e l'altro.
Con la caduta di Voldemort, anche l'aria cupa e minacciosa di Villa Malfoy era scomparsa, lasciando l'enorme residenza immersa in un panorama boscoso.
Tra quei viottoli che dal torreggiante cancello portavano al portone di casa, attraverso un giardino con fiori rigogliosi e siepi scolpite, camminava avanti e indietro Scorpius Malfoy.
“Ridicolo. Assolutamente ridicolo... Ma come osa?? Parlare in quel modo a me” borbottava sommessamente. “Ma chi si pensa di essere?”
 
“Albus, vieni dai...” 
“Scorp, non ne ho voglia... manca ancora tanto a Londra e sinceramente volevo proprio farmi un pisolino...”
“Sei una femminuccia Potter” e con una linguaccia liquidò il suo amico per andare a fare una delle sue solite passeggiate nel viaggio di ritorno verso casa. Chissà chi avrebbe incontrato...
E mentre era assorto nei suoi contorti pensieri vide l'oggetto della sua ricerca: Ether Palmell, una cara vecchia conoscenza di famiglia. Fregiata del più alto grado di rispettabilità purosangue, era la figlia di una delle famiglie più in vista nell'haute société magica. E Scorpius non potè fare a meno di notare, nonostante non condividesse appieno le regole e i dogmi imposti dall'etichetta, che i figli dei purosangue sembravano che fossero bellissimi per costituzione. E Ether non faceva eccezione: i capelli erano color ebano, lisci e luminosi, lunghi fino alle spalle, e incorniciavano un viso allungato e omogeneo in perfetta armonia con i lineamenti affilati della ragazze e con quel paio di occhi color cobalto che irradiavano un'energia magnetica.
Di solito era per Scorpius la sua amica di letto preferita: quando uno dei due voleva si davano un appuntamento e decidevano se volevano fare due salti sotto le coperte, o semplicemente mangiare del cioccolato in piena notte, giocare a scacchi, fumare qualche sigaretta (lontano da Al o lo avrebbe ucciso) o farsi compagnia. E in quel momento Scorpius voleva soltanto ammazzare la noia con una “scappatella” che avrebbe movimentato il tutto.
Le si avvicinò da dietro e le circondò la vita con un braccio sussurrandole nell'orecchio e facendola rabbrividire.
Pochi minuti dopo erano stipati in un bagno dei prefetti, avvinghiati come due anguille in via di estinzione, che si stavano divorando la faccia. E sarebbero passati a fare altro se la porta del bagno non fosse stata aperta, per caso, dal caposcuola di Grifondoro, Rose Weasley, meglio conosciuta come la nemesi preferita di Scorpius Malfoy. 
Perchè non passava giorno a Hogwarts senza che un battibecco tra i due avesse luogo, e solo nei casi più fortunati questo terminava prima di un quarto d'ora. 
Se i due avevano un'ora buca o due, be' la discussione poteva protrarsi anche per tutta la loro durata e se era una cosa importante e la cena interrompeva non era da escludersi un proseguirsi del teatrino anche dopocena. Perchè nessuno dei due avrebbe mai lasciato volontariamente la famosa ultima parola all'altro e quindi bisognava continuare all'infinito, come un cane che si morde la coda, finchè Albus non si metteva prepotentemente in mezzo, mettendo la parola fine agli strilli e gli insulti. 
Nonostante ciò, la fase che ne seguiva era una riproduzione fedele e in scala ridotta della guerra fredda Usa-Urss: occhiatacce, frecciatine malcelate, sbuffi. E se Rose Weasley vedeva che il suo migliore amico, nonché cugino, secondo lei poteva propendere per Malfoy l'indignazione montava in cattedra e lei cominciava a guardarli dall'alto in basso, alternando occhiate condiscendenti a suo cugino a sguardi sdegnati a, come lo chiamava lei, Barbie Golden Retriever*.
“Malfoy, cosa diamine stai facendo nel bagno?” voleva litigare e Scorpius lo capiva dalla sfumatura acida della voce e della piega che il collo aveva assunto.
“Non ti è abbastanza chiaro?” aggiunse inarcando un sopracciglio.
“Mi hai preso per una mentecatta? Il biondo senza cervello sei tu, non io. Sta di fatto” aggiunse prima che l'altro replicasse “che è vietato...” non trovò il termine adatto per descrivere quella scena pietosa “pastrugnarsi... Si è vietato pastrugnarsi nel bagno del treno. E dato che non posso toglierti dei punti, sei in punizione per il resto del viaggio.” disse con aria soddisfatta.
“Come scusa?” 
“Scorpius” aggiunse timidamente Ether che intanto era arrossita furiosamente “io vado, ci vediamo dopo...”
Aspettò che se ne andasse e la seguì con lo sguardo. 
“Adesso sarai contenta spero Weasley. Per colpa tua ora mi dovrò sorbire un viaggio in piena noia.”
“Le regole sono regole, e non è colpa mia se tu sei così stupido da farti beccare sempre.”
“La colpa è tua perchè sei solo una frigida ragazzina. Hai 17 anni Weasley, quando pensi di cominciare a renderti conto che potresti anche trovarti qualche ragazzo?”
“Questi non sono affari che ti riguardano, Hyperion” marcando il secondo nome che sapeva odiasse per certo e alzando la tonalità della voce. “Ciò che ti riguarda è che non ti permetto di darmi della frigida solo perchè non sono un'oca come il 90% della popolazione femminile di questa scuola.” 
“Tra l'essere oca e essere una secchiona rompipalle c'è un abisso di normalità nel quale rientra il 9.9% della popolazione restante. Lo 0.1% siete tu e Joseline Midgeon e quella categoria risponde al nome di SFIGATI”
“E tu invece sei un puttaniere” protestò indignata Rose. 
“Almeno io mi diverto... Cosa che non si può dire di te: se tu scopassi un po', perdona la franchezza Weasley, non saresti così acida.”
“E se tu invece di pensare solo a due gambe aperte pensassi ai sentimenti delle persone, ti accorgeresti che sei solo un porco approfittatore...”
“Come osi rivolgerti a me così? Tu non mi conosci!”
“Non ti conosco?” gli occhi le si erano assottigliati e la mano era corsa all'impugnatura della bacchetta. “Io so più cose di te di quante tu pensi che io ne sappia... E comunque so quello che mi basta sapere: sei un borioso damerino da salotto che crede che il terreno dove passi lui sia da baciare, ti pavoneggi perchè sai stare a cavallo di una scopa, ma una volta che ti si mette davanti a un quesito di trasfigurazione non sai neanche come si impugni la bacchetta. Pensi di essere figo perchè ti permetti di camminare tronfio nei corridoi e lanci gli incantesimi sugli altri solo perchè sai farlo. Puoi incantare tutti con il tuo tono di voce suadente, canzonatorio, provocante, rauco e affascinante, ma con me non attacca. Per quanto mi riguarda spero che un giorno la tua scopa, che non so ancora come faccia a sollevarsi da terra dato che sei pieno di te come un uovo di ippogrifo, ti si ficchi su per il culo, almeno avresti una valida motivazione per camminare in quel modo nei corridoi. Sei ridicolo e mi dai la nausea.” L'arringa l'aveva stremata e si era fermata a riprendere fiato mentre il ragazzo era schiacciato contro il vetro del finestrino del treno. 
“Complimenti, ancora una volta la tua brillante intelligenza ti ha portato a vedere quello che ti fa comodo, omettendo il resto. Ma sai che ti dico? Sei patetica, mezzosangue.” E l'ultimo insulto era volato fuori prima che potesse fermarlo. Perchè lui era purosangue e a un certo punto chi non aveva il sangue pulito come il suo non doveva permettersi di insultarlo. Ma in realtà sapeva anche lui che per la prima volta aveva passato quel limite invisibile che entrambe conoscevano. Lo conoscevano e lo rispettavano.
Gli occhi azzurri di Rose si spinsero sull'orlo delle lacrime. Non si premurò neanche di ricomporsi  o di fermare il tremito della voce. “Benissimo Malfoy.” e lo disse con un tono definitivo e autoritario della voce.“Hai appena trovato il modo più facile per toglierti dai piedi e farmi stare zitta. Così non ti risponderò come faccio di solito, perchè non ti meriti neanche un insulto.” 
Un sonoro schiaffo arrivò in faccia al ragazzo che rimase immobile. “Credevo che non fossi così stupido, invece sei anche peggio di quanto sia pensabile. E non lo sei perchè tuo padre era un mangiamorte. Lo sei perchè sei tu che sei uno stronzo matricolato. Mi disgusti malfoy.”
“Ma io...” boccheggiò provando a difendersi ma lei lo interruppe con un gesto distratto della mano.
“Tornatene a scopare con la tua amichetta. Non ti voglio mai più vedere.”
“Weasley io..”
“E' tutto.”
 
Astoria Greengrass in Malfoy aveva la certezza di essere amata. Non era una convinzione che aveva maturato dopo aver letto un articoletto in una rivista per purosangue, niente affatto. Era convinta dell'amore di coloro con cui condivideva la vita perchè chiunque l'avrebbe potuto vedere. Dopo la guerra sembrava che Draco Malfoy fosse destinato a un'esistenza grigia e buia, come la casa di cui era diventato padrone in seguito all'arresto di Lucius, per espiare i suoi peccati. E invece lei l'aveva stupiti tutti portando il colore che da sempre mancava a quella tetra esistenza. Era accaduto quasi per caso, in modo così naturale che ancora stentava a crederci. Era piombata come un uragano nella vita di Draco e lui, scoprendo di amarla, aveva deciso di sposarla, andando contro il matrimonio combinato dai suoi genitori parecchio tempo prima con Pansy Parkinson. Fu in quel momento che le parve che non potesse essere più felice di così, e fu sempre in quel momento che capì che, come non c'è un fondo che si può toccare e le cose possono andare sempre peggio, allo stesso modo non c'è mai limite alla felicità che si può raggiungere.
Era nato un anno dopo il loro matrimonio e avevano deciso di chiamarlo Scorpius, come la costellazione sotto il quale era nato, e Hyperion come la luna più splendente di Saturno.
E proprio alla sua nascita Astoria aveva visto definitivamente trasformato l'uomo che amava: niente più pregiudizi sui mezzosangue, nonostante conservava l'alterigia e un pizzico di snobbismo che probabilmente erano dovuto al suo carattere. Niente più sguardi corrucciati e cupi e niente più reclusioni forzate all'interno di quella prigione nel verde. 
Vedendolo crescere, il suo piccolo bambino, non poteva fare a meno di notare quanto somigliasse nell'aspetto a suo padre. Era alto, slanciato e con quei capelli biondi sempre meticolosamente precisi e pettinati, esattamente come Draco.
Eppure qualcosa di lei c'era rimasto: i suoi occhi erano del suo identico colore. E quando si apriva in uno di quei suoi sorrisi radiosi, gli si illuminava tutto il volto, esattamente come succedeva a sua madre.
Aveva preso da suo padre l'assurda passione per il Quidditch, che Astoria guardava sempre con occhio apprensivo, da brava madre, e l'inspiegabile intuito per distillare pozioni.
E da lei invece aveva preso la propensione all'isolamento e alla riflessione, e all'amore per il suo piccolo angolo di fiori colorato, il suo piccolo Eden variopinto.
E Astoria sapeva che lo avrebbe trovato lì.
Era seduto sulla panchina di pietra e aveva lo sguardo perso tra il giallo dei girasoli. Sorrise timidamente.
“Mamma questi sono i miei fiori preferiti! Sono così colorati!” 
Gli si avvicinò e gli diede un bacio tra i capelli. Profumavano di quel suo bagnoschiuma al muschio selvatico. Adorava quell'aroma...
“Che cosa è successo tesoro?”
“Ho litigato con Weasley.” Come al solito, l'ennesima litigata con Rose.
“Quale dei tanti?” Astoria si morse la lingua dopo aver parlato. Aveva cercato di sdrammatizzare, . 
“Non sei spiritosa” grugnì imbronciato lui. Seduto dalla panchina dove stava si alzò e cominciò a guardare i suoi fiori preferiti. 
“Mi ha insultato e umiliato. Ero con Ether e lei mi ha messo in ridicolo davanti a lei! Dovevi sentirla come urlava mentre snocciolava tutti i miei difetti.”
La donna annuì comprensiva. “E quindi?”
“E quindi l'ho chiamata mezzosangue.” 
“Scorpius...”
“Fammi finire.” si voltò mentre guardava sua madre negli occhi. “Mi ha detto che sono un maiale e che gli do la nausea, come osa? Non ci ho visto più e mi è scappato. Ma tanto che mi importa? Alla fine del prossimo anno non la vedrò più e tanti saluti.”
“L'orgoglio come lo usi tu, figlio mio, può fare molti danni.” disse mentre si addentrava nel campo dei girasoli. “Devi imparare a pensare prima di parlare, non è stata una cosa carina da dire...”
“Ma mamma, noi siamo purosangue! Non siamo feccia, nonno Lucius lo diceva sempre. Non ho pregiudizi contro i mezzosangue sia chiaro, Albus è il mio migliore amico ed è un mago fantastico e una persona stupenda anche se non ha il sangue puro,  però siamo migliori no? Siamo più belli e il sangue non è annacquato con quello babbano, o no?”
Il giardino stava fiorendo lentamente. 
“Un fiore volto verso il sole” disse indicandone uno che era già nella sua posizione consueta. “ha un dono un po' speciale...” 
Fece una pausa e prese per mano suo figlio portandolo con lei in mezzo a tutti gli altri girasoli che ancora erano abbassati. “Non per questo è migliore di un altro fiore uguale...”
“E questo che c'entra?”
“Pensi che questo girasole sia migliore di questi altri solo perchè lui è già sbocciato e già prende la luce del sole? Non importa come sei al di fuori o come è il tuo sangue. Quello che veramente importa è come sei dentro... Ed è proprio per questo che ti ha ferito”
“E che dovrei fare mamma?” disse mentre si abbandonava tra le sue braccia e qualche lacrimuccia cominciava a rigargli il viso. 
“Rinasci all'amore Scorpius.”
“Ma io non sono innamorato di Weasley mamma!!” 
“E chi ha mai parlato di Rose, io parlavo in generale...” e sfoderò il classico sorriso furbo Greengrass mentre suo figlio la guardava con una faccia allibita.
“Sono innamorato di Rose?” e poi corse via verso casa gridando “Grazie mamma!!”
 
“Eh, impara a seguire il cuore Scorpius” sussurrò mentre una farfalla le si posava su un dito. La studiò con delicatezza prima di lasciarla volare via e guardarla con un misto di malinconia. Presto anche suo figlio sarebbe volato via, e avrebbe dovuto imparare a vivere sulle sue spalle.
“Astoria.”
“Draco...” 
“Successo qualcosa con Scorpius?”
“E' solo innamorato come ogni ragazzo della sua età...”
“Io alla sua età non ero innamorato di nessuno.” precisò con una punta di rammarico.
“Siamo noi a cercare in loro più di quanto in realtà abbiano preso. Spero solo che non soffra, ma d'altronde lo imparerà sulla sua pelle: l'amore non lo fermi mai...”
 
*****
 
 
span style="font-size: 16px; ">Per chi fosse passato camminando in Lyons Crescent e avesse avuto un paio di orecchie per intendere avrebbe capito che gli inquilini del numero 22  non dovevano essere gente troppo tranquilla. Anzi, a giudicare dal tasso di urli, schiamazzi e rumori più o meno improbabili di sorta non erano affatto tranquilli.
Il caos assordante era un tappetino musicale di sottofondo alla quotidiana vita della famiglia Weasley, a Godric's Hollow. A volte, se erano in giornata positiva, alle voci del signor Ronald, la signora Hermione, Rose e Hugo, si aggiungevano quelle di Fred e Roxanne, James e Lily (sporadicamente seguiti da Albus) e di Dominique e Louis. 
E quando questo accadeva, bisognava stare attenti che a fine a giornata la casa si reggesse ancora in piedi. E Ron che aveva sognato di avere una figlia femmina da coccolare e viziare...
L'aveva avuta ma, nonostante l'amasse come un padre ama una figlia, in poco tempo si era accorto che ora non aveva contro una sola Hermione Granger, bensì due Hermione Granger, dato che Rose, a parte i capelli rossi marchio Weasley, era esattamente spiccicata a sua madre, sia nel fisico che nel carattere. E forse aveva preso qualcosa anche di sua zia Ginny, quindi un mix micidiale a prova di bomba. Quelle poche volte in cui il pover'uomo aveva la brillante idea di provare a insinuare qualcosa che cozzasse contro l'idea condivisa di sua moglie e sua figlia, la cosa più saggia da fare era scappare. E di corsa...
Eppure Rose, la sua piccola bambina, dai giorni dal ritorno di Hogwarts non era più la stessa. 
Di solito si sperticava in tutte le descrizioni delle lezioni più interessanti, gli raccontava di tutti i suoi voti e del Quidditch, delle mille avventure che si finiscono per fare a Hogwarts. 
E anche se Ron invidiava un po' il rapporto complice che c'era tra madre e figlia, la sua bambina gli aveva dato così tante soddisfazioni da fargli scoppiare il cuore di gioia. Tanto per cominciare era cacciatrice nella squadra di Grifondoro e adorava mettersi sul divano con lui il sabato per vedere i Cannoni di Chudley. Gli dava soddifazione quando a tavola, nonostante Hermione incombesse minacciosa, non riusciva a non imbrattare tutto facendo un pasticcio. In questo era proprio sua figlia. 
Perchè potevano togliergli qualsiasi cosa, anche la sua stessa vita, ma non poteva sopravvivere senza Rose, la sua figlia femmina, la sua principessa. 
E invece era silenziosa. Era innaturalmente silenziosa e schiva, si trascinava per casa con aria molle, non rispondeva alle provocazioni di quell'altro terremoto di suo figlio e passava ore su ore in camera sua, chiusa. 
Perchè di Ronald, oltre alle millemila passioni e ai milioni di interesti e di tratti aveva trasmesso in eredità a sua figlia il suo morboso orgoglio: piuttosto che farsi vedere debole, Rose si sarebbe tagliata un femore.
“Posso?” la voce ovattata di sua madre giunse da fuori la camera. La ragazza era seduta sul letto, intenta a leggere l'ultimo numero di Trasfigurazione oggi con occhi vacui.
“No, vattene via.” 
“Rose non fare così. E' da quando sei tornata a casa che non sei più la stessa... è passata una settimana, tuo padre e io siamo preoccupati.” 
“Non è niente! Sempre con questa solita mania di fare gli eroi voi eh? Non è solo possibile che non mi vada di parlare ?”
Nonostante l'arrabbiatura della ragazza Hermione si sedette accanto a lei sul letto e le poggiò una mano sulla gamba. “E' successo qualcosa a scuola?”
“Ma perchè deve essere successo qualcosa? Non è possibile che io stia BENE!?” 
“No” disse con semplicità “Non è possibile... Non avresti mai detto di no a una partita di Quidditch in giardino con tuo padre e tuo fratello facendomi arrabbiare perchè puntualmente mi distruggete le ortensie.” 
“Uffa. Non vale così... Si, hai ragione. Sono arrabbiata nera e delusa e incazzata e triste e... Oh dio, vorrei prenderlo a pugni in faccia.”
“Perchè ho come la sensazione di avere già capito a chi ti riferisci?”
“PERCHE' E' SEMPRE COLPA SUA!” urlò, ritornando in un secondo la solita Rose Weasley. “Perchè ogni volta riesce sempre a farmi stare peggio, perchè ogni volta ha la sensibilità di un Troll. Miseriaccia!”
“Vuoi raccontarmi cosa è successo?”
“E' successo che l'ho beccato mentre si stava... pastrugnando con quell'oca della Palmell” disse passandosi il palmo della mano sotto gli occhi che stavano diventando lucidi. “E gli ho detto che non poteva. Poi ha cominciato ad aggredirmi, e io gli ho risposto. Abbiamo continuato per un po' finchè mi ha stancato e gli ho detto chiaro e tondo come la pensavo su di lui. A quel punto mi ha chiamato mezzosangue...”
Hermione annuì solennemente, con l'aria di chi effettivamente la sapeva lunga. 
“Ancora ti porti dietro quest'arrabbiatura che ti fa stare male eh ? Come ti capisco...”
“Come posso non farlo? Ma ti rendi conto?? Mi ha chiamata mezzosangue!”
Come soffriva Hermione... come soffriva a vederla così affranta. “Come se questo cambiasse qualcosa! E' davvero così importante quante molecole di sangue magico abbiamo?”
“No, Rose non lo è. E lo sai anche tu... Tu detesti il fatto che non perda occasione per umiliarti...”
“Miseriaccia mamma ma cosa dici?”
Hermione sorrise sardonica “Anche io e tuo padre litigavamo spesso da piccoli: pensa al sesto anno non ci siamo più parlati per parecchi mesi perchè lui si era fidanzato con Lavanda Brown.”
“Papà ha avuto una storia con la mamma di Kyle Thomas? Ma davvero?” Le lacrime sono sparite e sfoggiò un'espressione così stupita che gli occhi le si erano spalancati e le labbra mimavano un perfetto “O”
“Si, ma non dirgli che te l'ho detto!”
“D'accordo. Mamma che devo fare con lui? E' così stronzo con me e mi odia e io ho paura di lasciarmi andare perchè, oh diamine, perchè sono dannatamente certa che saremmo perfetti insieme. Capisci?!”
“Eccome se ti capisco Rose, come ho anche capito che ciò che ti ha fatto arrabbiare di più è stato il sorprenderlo nel bagno con la sua amica e non il fatto che ti abbia chiamato mezzosangue.”
“E quindi?”
“E quindi Rose, rinasci all'amore... Fidati del tuo cuore, di solito non sbaglia quasi mai.”
“Va bene mamma!” e si fiondò tra le braccia di Hermione che le passò delicatamente una mano tra i capelli. “Tu dona il tuo sorriso Rose, il resto è superfluo.”
“Ma mamma... Lavanda Brown è stata davvero con Papà?”
“Chiedilo a lui, digli se si ricorda di un certo RonRon
 
“Papàààà! Chi è Ronron?”
“HERMIONE QUESTA VOLTA ME LA PAGHI!!”
 
*****
 
Scorpius Malfoy non era mai stato così nervoso in vita sua. Aveva passato tutta l'estate ad arrovellarsi su come approcciare la conversazione. 
Aveva optato per il classico tono seccato e arrogante, ma aveva capito subito che se voleva per una volta sistemare le cose, forse questa non era la strada più saggia per farlo.
Allora si era detto che forse sarebbe stato meglio mantenere una discussione fredda e distaccata per chiarire il tutto, però dal momento che questo avrebbe formalmente risolto le cose ma in sostanza non sarebbe cambiato nulla, aveva scartato anche la seconda ipotesi.
Alla terza ipotesi non c'era arrivato perchè si era ritrovato davanti l'oggetto dei suoi pensieri che l'aveva freddato con un solo sguardo prima di richiudersi la porta dello scompartimento alle spalle per cercarne un altro. 
“Weasley” 
Niente
“Weasley”
Niente
“Weasley ti ho detto di aspettare!!” urlò nel corridoio causando qualche risolino e degli sguardi incuriositi da parte di tutto il corridoio. “Puoi entrare un secondo, dovrei chiarire un paio di cosette...”
“Ai tuoi ordini maestà” 
 
“Allora cosa dovevi dirmi di tanto importante?”
“Sei ancora arrabbiata.”
“Non so, ricordami perchè non dovrei esserlo? Mi hai chiamato Mezzosangue, non fai altro che umiliarmi da sei anni, ogni qualsiasi critica ti si muove rispondi sempre con quell'aria strafottente, e io non dovrei essere arrabbiata con te vero?”
“Non voglio litigare al momento.”
Questa volta la ragazza gli scoppiò a ridere in faccia in modo sguaiato. “E invece io non vedo l'ora guarda.”
“Posso parlare per un attimo?”
La ragazza era ammutolita. Il tono di voce di Scorpius era calmo, quasi impaurito. 
“Mi dispiace va bene? Ho sbagliato a chiamarti mezzosangue, non serve avere il sangue per essere degli ottimi maghi. E' stato poco carino da parte mia”
“Ah adesso ti dispiace? E non pensi a come mi sono sentita io? Non mi bastano le parole Malfoy. Della tua parola non so che farmene...” E stava per uscire quando la voce di lui la colse di nuovo, freddandola.
“Sai, c'è chi mi aveva detto che ascoltare quello che ti dice il cuore ti porta sempre sulla strada giusta. Per anni ho fatto star zitto il mio cuore perchè sentivo così sbagliato ciò che diceva. E facevo bene, non ti meriti la metà di quello che provo per te... Dovevo dar retta a mio padre quando diceva che di voi non ci si può fidare. Sei capace solo di essere fredda e distaccata perchè mettere da parte quel tuo orgoglio e provare a metterti in gioco significherebbe rischiare di perdere il tuo classico controllo, e tu sei così perfetta da non potertelo permettere.”
Non poteva essere stato lui, assolutamente no. Malfoy non avrebbe mai detto una cosa del genere a lei. Doveva esserci un errore. Miseriaccia.
Senza sapere quello che dire corse fuori dallo scompartimento. 
“Si, continua pure a scappare. Scappa. Tanto è questo ciò che sai fare meglio: sei preparata a ogni tipo di problema scolastico ma non sai come far fronte a un ragazzo che è innamorato di te da quando ti ha visto la prima volta alla stazione.”
L'aveva urlato. L'aveva urlato nel corridoio. 
E lei aveva capito. L'aveva beccato in pieno.
“Malfoy, sono basita. Sei disposto davvero a così tanto per umiliarmi davanti a tutti? Tu non ti innamori delle ragazze, le sfrutti e basta.”
“Sai che c'è Rose? Vaffanculo ok?” 
 
L'aveva spiazzata. Lei lo aveva respinto e lui era ferito. Era rientrato nel suo scompartimento e si era chiuso. Ma la situazione non poteva finire in quel modo. Lei non l'avrebbe permesso: le cose a metà non si lasciano mai. 
“Ripetimelo. Ora. E guardami negli occhi” 
“Vaffanculo”
“Lo vedi? Sei un fanfarone, non era vera una sola...”
“Ti amo Rose.”
L'aveva ripetuto. E l'aveva ripetuto guardandola negli occhi. 
“Oh be' io ecco insomma... oh miseriaccia! Sei tu l'esperto in questo tipo di cose. Cosa dovrei dire in questo momento io??”
La risata che scosse il ragazzo in quel momento indignò sulle prime la ragazza. Ma dato che non sapeva come farlo smettere di sogghignare, tentò in estremis un gesto estremo.
Un minuto prima lo guardava con uno sguardo degno di nonna Molly, l'attimo dopo era stretta a lui con le labbra incollate alle sue.
“Ora ti stai zitto?”
“No, Weasley, io non starò mai zitto” le disse mentre l'abbracciava.
 
“Malfoy, come mai hai deciso proprio oggi di palesarmi i tuoi sentimenti.”
“Be' perchè qualcuno mi aveva detto di rinascere...”
“All'amore si.”
“E tu come fai a saperlo?”
“Lo devo aver sentito da qualche parte.”



Angolo Autore: è la mia prima Rose/Scorpius quindi non mi linciate vi prego!! Io me li immagino così e ho scritto una one-shot su di loro. La canzone mi ha ispirato non appena l'ho sentita e ho deciso di prenderla per intero e di usarla per costruirci sopra questa storiella. Spero vi piaccia, nonostante caratterizzare una ragazza di 16 anni per me che sono un ragazzo sia stato un compito direi assai arduo!! :D
  
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