Ok,
questa è la cosa più strana che io abbia mai scritto. Non che sia poi così
strana però è molto diversa rispetto a ciò che scrivo di
solito. E’
ambientata dopo la 2x01, dove ancora in Gossip girl regnavano i complotti (ah!
Quanto ci mancano quei tempi?!); so che scrivendo un po’ “male” di Chuck mi sono
maledetta da sola :) , però
spero solo che la frutta che mi volete lanciare sia bella matura! Invece per voi
pro Dan/Blair ricordate… DARE TO DAIR! Grazie
lettore che stai leggendo, mi stai facendo felice :D |
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I,
Blair Waldorf, need Dan Humphrey’s help Nel momento
esatto in cui Serena appoggiò il foulard di seta rosa sulle sue spalle, Blair
capì che quella che doveva essere la sua migliore amica aveva deciso di
usurparle il trono di regina guadagnato un anno prima a colpi di tacchi e
complotti. Nel momento in
cui le disse "certo, vai pure", capì che S aveva deciso di iniziare a trattarla
come una normale seguace. Nel momento in
cui Blair prese quel maledetto foulard e lo fece accidentalmente
scivolare a terra, calpestandolo accidentalmente con il suo tacco 12,
Serena capì che quella era guerra. *** Si era seduta
su una panchina appartata per osservare la proprietaria della chioma bionda, che
per anni aveva invidiato, ingurgitare quantità industriali di carboidrati,
ignara di come la sua vita stesse per ricevere uno scossone.
Blair era
intenta a fissare il suo yogurt magro, quindi non si accorse della figura che le
stava facendo compagnia. " Non si
trasformerà in un hamburger" Come sentì la
voce roca e suadente entrarle nelle orecchie, la sua schiena venne invasa da un
susseguirsi di brividi impossibile da fermare. " Non ho tempo
Bass" cercò di ricomporsi. " Lo vedo.
Stare da sola su una panchina fissando un ciotola piena di cibo ipocalorico
richiede una grossa quantità di concentrazione e fatica" disse,
ironico. " No, ma organizzare una vendetta coi fiocchi e controfiocchi si" " Mi piace"
sussurrò, avvicinando il viso al collo scoperto della
ragazza. " No Chuck, non
adesso. E poi sbaglio o abbiamo una scommessa in corso?" " Parli della
scommessa che ti farà dire tre parole magiche? Ah giusto, aspetto il giorno in
cui cederai. E quel giorno..." lasciò la frase in sospeso, ma guardò la ragazza
in un modo che la fece sentire nuda, letteralmente. Chuck sparì
com' era arrivato, lasciando Blair da sola. Aveva deciso:
avrebbe portato via a quella stronzetta l' unica cosa alla quale teneva più di
tutto, più di ogni Louboutin e Manolo messe insieme. Involontariamente le aveva
anche facilitato la missione, rendendo l' oggetto della sua vendetta più
vulnerabile ed emarginato di prima. Lo vide sedersi
a poche panchine di distanza da lei. " Humphrey..."
sussurrò diabolica. *** Aveva
abboccato. Humphrey aveva abboccato. Pranzare sola
per 8 giorni di fila aveva dato i suoi frutti, e con frutti s' intende che era
riuscita a stimolare in Dan Humphrey quel tanto di pena sufficiente a far si che
si sedesse accanto a lei il nono giorno di pranzo in solitudine. Non parlò, non
disse niente. Lui le offrì un
waffle. Lei
accettò. *** Chuck aveva
iniziato a essere geloso, Serena a lanciarle occhiate minacciose ogni volta che
i loro sguardi s' incrociavano e Humphrey aveva iniziato a
parlarle. Tutto stava
funzionando alla perfezione se si tralasciava il fatto che adesso era entrata
ufficialmente a far parte degli ultimi anelli della catena alimentare della
Constance. Perché Serena si era dovuta innamorare del ragazzo più sfigato della
scuola? Dio se lo
odiava. *** Niente più
feste, niente più ragazzine pronte a tutto pur di
parlarle. Niente
ubriacature, niente striptease in locali a luci rosse. Solo Humphrey e la sua
logorroica parlantina. Eppure
quello strano ragazzo dai vestiti stirati male riusciva in qualche modo a farle
dimenticare il fatto che la sua vita sociale fosse in discesa libera verso il
baratro. Non che le piacesse la compagnia di Humphrey, sia
chiaro. *** Un giorno la
invitò a Brooklyn. Rifiutò
disgustata per poi convincersi che forse non sarebbe stato così male passare un
po' di tempo con lui, “solo perché è utile per la mia vendetta” si
convinse. *** Le insegnò a guidare il giorno del
suo diciassettesimo compleanno. Sino a quel momento aveva
viaggiato solo sul sedile posteriore della sua limousine privata e di certo non
sentiva il bisogno di imparare come premere la frizione con un tacco 12, ma lui
l’ aveva trascinata in un posteggio in disuso a bordo dell’ auto di suo padre
obbligandola a non indossare una della sue borse firmate perché “una ragazza con
una borsa Prada in un parcheggio isolato di Brooklyn può solo sembrare due cose:
o una prostituta o una che vuole sembrarlo”. Dan Humphrey l’ aveva appena
paragonata a una prostituta, ma lei l’ unica cosa che fece fu ridere, ridere e
ridere. E con lei rise anche lui.
*** Quella
settimana morì il padre di Chuck. Oltre al suo
Rolex d’ oro, Bart Bass nella tomba si portò anche quel briciolo di umanità che
si credeva che suo figlio potesse avere. Fu questo che Dan pensò quando vide la
ragazza dai lunghi capelli cioccolato entrare piangendo nel suo loft di
Brooklyn. Nel suo loft di Brooklyn. “ Non sapevo da
chi altri andare” si giustificò. “ Sei l’ unico
amico che ho” ammise infine, fra le lacrime. *** “ So cosa stai
cercando di fare B” le aveva sussurrato nell’ orecchio Serena durante un cambio
di lezione. “ E volevo solo
dirti che non sta funzionando” continuò. Blair sapeva
benissimo che, invece, stava funzionando eccome. Doveva esserne
felice. E allora perché
smise per un attimo di respirare quando si ricordò del perché aveva avvicinato
Dan Humphrey? *** Lo invitò per
la prima volta a casa sua dopo un mese dal loro pranzo insieme su quella
panchina. Riusciva
benissimo a percepire il disagio di Dan, ma cercò di ignorarlo come cercò d’
ignorare le sue mani sudate. “ Perché lo
fai?” chiese ad un tratto il ragazzo. “ Fare cosa?”
bugiarda. Sapeva benissimo cosa intendeva. “ Perché m’
inviti a casa tua, perché mi parli, perché mi costringi a guardare film in
bianco e nero, perché hai smesso di ignorarmi” “ Tu perché m’
inviti a casa tua, perché mi rispondi, perché mi costringi a leggere
libri mai sentiti nominare, perché hai smesso di
ignorarmi?” Dan sorrise
rassegnato mentre per la testa della ragazza rimbombava solo una
domanda: Perché lo fai
veramente Blair? *** E’ lui che si
avvicina a lei per baciarla. Le sposta una
ciocca di capelli dietro l’ orecchio e avvicina pericolosamente il suo viso a
quello della ragazza. La guarda fissa nelle sue iridi color cioccolato, cerca
un’ autorizzazione che tarda ad arrivare. Poi lei chiude
gli occhi, e Humphrey si chiede come delle labbra appartenenti a quella che si
potrebbe definire la Regina di ghiaccio possano essere così
morbide. *** “ Perdonami
Blair” “ Non posso
Chuck” “Puoi, puoi” le
sussurra baciandole il collo. “ Non ci riesco
” “Ti amo
Blair” *** Chuck le aveva
detto ti amo e lei lo aveva cacciato. Non per paura,
non per timore di poter cadere fra le sue braccia e neanche per
dispetto. Lo aveva
cacciato perché non aveva più bisogno di sentirselo dire, non da
lui. L’ aveva
cacciato perché Dan Humphrey le aveva detto ti amo senza neanche aver aspettato
“la mattina dopo” o un tragico evento della sua vita. Dan Humphrey
le aveva detto ti amo mentre preparava l’ impasto dei waffles, senza neanche
doverlo supplicare per farlo. E lei aveva
risposto “lo so”. E lui non era scappato. FIN.
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