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Autore: SunRising    16/01/2012    11 recensioni
Dalla storia:
Aveva abboccato. Humphrey aveva abboccato.
Pranzare sola per 8 giorni di fila aveva dato i suoi frutti, e con frutti s' intende che era riuscita a stimolare in Dan Humphrey quel tanto di pena sufficiente a far si che si sedesse accanto a lei il nono giorno di pranzo in solitudine. Non parlò, non disse niente.
Lui le offrì un waffle.
Lei accettò.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Dan Humphrey, Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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joij

Ok, questa è la cosa più strana che io abbia mai scritto. Non che sia poi così strana però è molto diversa rispetto a ciò che scrivo di solito.

E’ ambientata dopo la 2x01, dove ancora in Gossip girl regnavano i complotti (ah! Quanto ci mancano quei tempi?!); so che scrivendo un po’ “male” di Chuck mi sono maledetta da sola :) , però spero solo che la frutta che mi volete lanciare sia bella matura! Invece per voi pro Dan/Blair ricordate… DARE TO DAIR!

Grazie lettore che stai leggendo, mi stai facendo felice :D

 

I, Blair Waldorf, need Dan Humphrey’s help

 




 

Nel momento esatto in cui Serena appoggiò il foulard di seta rosa sulle sue spalle, Blair capì che quella che doveva essere la sua migliore amica aveva deciso di usurparle il trono di regina guadagnato un anno prima a colpi di tacchi e complotti.

Nel momento in cui le disse "certo, vai pure", capì che S aveva deciso di iniziare a trattarla come una normale seguace.

Nel momento in cui Blair prese quel maledetto foulard e lo fece accidentalmente scivolare a terra, calpestandolo accidentalmente con il suo tacco 12, Serena capì che quella era guerra.

 

 

***

 

Si era seduta su una panchina appartata per osservare la proprietaria della chioma bionda, che per anni aveva invidiato, ingurgitare quantità industriali di carboidrati, ignara di come la sua vita stesse per ricevere uno scossone.

Blair era intenta a fissare il suo yogurt magro, quindi non si accorse della figura che le stava facendo compagnia.

" Non si trasformerà in un hamburger"

Come sentì la voce roca e suadente entrarle nelle orecchie, la sua schiena venne invasa da un susseguirsi di brividi impossibile da fermare.

" Non ho tempo Bass" cercò di ricomporsi.

" Lo vedo. Stare da sola su una panchina fissando un ciotola piena di cibo ipocalorico richiede una grossa quantità di concentrazione e fatica" disse, ironico.

" No, ma organizzare una vendetta coi fiocchi e  controfiocchi si"

" Mi piace" sussurrò, avvicinando il viso al collo scoperto della ragazza.

" No Chuck, non adesso. E poi sbaglio o abbiamo una scommessa in corso?"

" Parli della scommessa che ti farà dire tre parole magiche? Ah giusto, aspetto il giorno in cui cederai. E quel giorno..." lasciò la frase in sospeso, ma guardò la ragazza in un modo che la fece sentire nuda, letteralmente.

Chuck sparì com' era arrivato, lasciando Blair da sola.

Aveva deciso: avrebbe portato via a quella stronzetta l' unica cosa alla quale teneva più di tutto, più di ogni Louboutin e Manolo messe insieme. Involontariamente le aveva anche facilitato la missione, rendendo l' oggetto della sua vendetta più vulnerabile ed emarginato di prima.

Lo vide sedersi a poche panchine di distanza da lei.

" Humphrey..." sussurrò diabolica.

 

***

 

Aveva abboccato. Humphrey aveva abboccato.

Pranzare sola per 8 giorni di fila aveva dato i suoi frutti, e con frutti s' intende che era riuscita a stimolare in Dan Humphrey quel tanto di pena sufficiente a far si che si sedesse accanto a lei il nono giorno di pranzo in solitudine. Non parlò, non disse niente.

Lui le offrì un waffle.

Lei accettò.

 

***

 

Chuck aveva iniziato a essere geloso, Serena a lanciarle occhiate minacciose ogni volta che i loro sguardi s' incrociavano e Humphrey aveva iniziato a parlarle.

Tutto stava funzionando alla perfezione se si tralasciava il fatto che adesso era entrata ufficialmente a far parte degli ultimi anelli della catena alimentare della Constance. Perché Serena si era dovuta innamorare del ragazzo più sfigato della  scuola?

Dio se lo odiava.

 

***

 

 

Niente più feste, niente più ragazzine pronte a tutto pur di parlarle.

Niente ubriacature, niente striptease in locali a luci rosse. Solo Humphrey e la sua logorroica parlantina.

 Eppure quello strano ragazzo dai vestiti stirati male riusciva in qualche modo a farle dimenticare il fatto che la sua vita sociale fosse in discesa libera verso il baratro. Non che le piacesse la compagnia di Humphrey, sia chiaro.

 

***

 

Un giorno la invitò a Brooklyn.

Rifiutò disgustata per poi convincersi che forse non sarebbe stato così male passare un po' di tempo con lui, “solo perché è utile per la mia vendetta” si convinse.

 

***

 

 

Le insegnò a guidare il giorno del suo diciassettesimo compleanno.

 

Sino a quel momento aveva viaggiato solo sul sedile posteriore della sua limousine privata e di certo non sentiva il bisogno di imparare come premere la frizione con un tacco 12, ma lui l’ aveva trascinata in un posteggio in disuso a bordo dell’ auto di suo padre obbligandola a non indossare una della sue borse firmate perché “una ragazza con una borsa Prada in un parcheggio isolato di Brooklyn può solo sembrare due cose: o una prostituta o una che vuole sembrarlo”.

 

Dan Humphrey l’ aveva appena paragonata a una prostituta, ma lei l’ unica cosa che fece fu ridere, ridere e ridere.

 

E con lei rise anche lui.

 

***

 

 

 Quella settimana morì il padre di Chuck.

Oltre al suo Rolex d’ oro, Bart Bass nella tomba si portò anche quel briciolo di umanità che si credeva che suo figlio potesse avere. Fu questo che Dan pensò quando vide la ragazza dai lunghi capelli cioccolato entrare piangendo nel suo loft di Brooklyn. Nel suo loft di Brooklyn.

“ Non sapevo da chi altri andare” si giustificò.

“ Sei l’ unico amico che ho” ammise infine, fra le lacrime.

 

 

***

 

 

“ So cosa stai cercando di fare B” le aveva sussurrato nell’ orecchio Serena durante un cambio di lezione.

“ E volevo solo dirti che non sta funzionando” continuò.

Blair sapeva benissimo che, invece, stava funzionando eccome. Doveva esserne felice.

E allora perché smise per un attimo di respirare quando si ricordò del perché aveva avvicinato Dan Humphrey?

 

***

 

Lo invitò per la prima volta a casa sua dopo un mese dal loro pranzo insieme su quella panchina.

Riusciva benissimo a percepire il disagio di Dan, ma cercò di ignorarlo come cercò d’ ignorare le sue mani sudate.

“ Perché lo fai?” chiese ad un tratto il ragazzo.

“ Fare cosa?” bugiarda. Sapeva benissimo cosa intendeva.

“ Perché m’ inviti a casa tua, perché mi parli, perché mi costringi a guardare film in bianco e nero, perché hai smesso di ignorarmi”

“ Tu perché m’ inviti a casa tua, perché mi rispondi, perché mi costringi a leggere  libri mai sentiti nominare, perché hai smesso di ignorarmi?”

Dan sorrise rassegnato mentre per la testa della ragazza rimbombava solo una domanda:

Perché lo fai veramente Blair?

 

***

E’ lui che si avvicina a lei per baciarla.

Le sposta una ciocca di capelli dietro l’ orecchio e avvicina pericolosamente il suo viso a quello della ragazza. La guarda fissa nelle sue iridi color cioccolato, cerca un’ autorizzazione che tarda ad arrivare.

Poi lei chiude gli occhi, e Humphrey si chiede come delle labbra appartenenti a quella che si potrebbe definire la Regina di ghiaccio possano essere così morbide.

 

***

 

“ Perdonami Blair”

“ Non posso Chuck”

“Puoi, puoi” le sussurra baciandole il collo.

“ Non ci riesco ”

“Ti amo Blair”

 

 

***

 

Chuck le aveva detto ti amo e lei lo aveva cacciato.

Non per paura, non per timore di poter cadere fra le sue braccia e neanche per dispetto.

Lo aveva cacciato perché non aveva più bisogno di sentirselo dire, non da lui.

L’ aveva cacciato perché Dan Humphrey le aveva detto ti amo senza neanche aver aspettato “la mattina dopo”  o un tragico evento della sua vita. Dan Humphrey le aveva detto ti amo mentre preparava l’ impasto dei waffles, senza neanche doverlo supplicare per farlo.

E lei aveva risposto “lo so”.

E lui non era scappato.

FIN.
  
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